Opere di

Werther Zabberoni


ASSISI

Assisi,
dal tuo “Colle del Paradiso”,
da solo ti sto guardando
in uno splendido tramonto.

Non ho parole,
non potrei comunque parlare;
è proibito interrompere
questo sacro silenzio naturale.

Il sole all’orizzonte,
ancora per un po’,
illumina le tue verdi colline,
mentre suonano tutte le tue campane.

I cipressi e gli abeti,
gli ulivi e i tuoi prati
mi guardano silenziosi,
e in cielo le rondini col loro canto
arricchiscono questo silenzio.

Io continuo a guardarti,
alcune lacrime mi bagnano il viso,
e una lieve brezza,
in questa sera magica, mi accarezza.

Ormai si è fatta notte,
e mentre io lentamente ritorno sui miei passi,
mi sembra di sentire al mio fianco
camminare, sui tuoi sassi,
un uomo che porta ai piedi solo i sandali.

Chissà chi è,
chissà da dove viene,
chissà dove va
quest’uomo senza età.

Ogni giorno se ne va,
assieme ad altri suoi fratelli,
per le strade del mondo,
a regalare un amore
sempre più profondo.


COME UN CAVALIERE ERRANTE

Come un cavaliere errante d’altri tempi,
con la mia moto sto percorrendo
le strade di mezzo mondo,
senza una precisa meta
che dia un senso alla mia vita.

Colline verdeggianti,
ville splendenti,
castelli imponenti,
io vedo davanti a me.

Campagne colorate,
pianure soleggiate,
montagne innevate,
io lascio dietro a me.

Ruderi dal tempo consumati,
rovine di guerre recenti,
sono ricordi strazianti
che rimangono dentro di me.

Sorrisi di bimbi innocenti,
rughe di vecchi dormienti,
volti di donne piangenti,
fanno parte ormai di me.

Sensazioni definibili,
speranze raggiungibili,
sogni realizzabili,
stanno nascendo dentro me.

Col mio vagabondare
imparerò ad amare
e allora io vorrò
viaggiare solo col mio amore
che presto incontrerò.


PIONEER 10

Sei partita dalla terra
tanto tempo fa;
non devi aver paura
se stai viaggiando ancora,
e se il tuo viaggio non sai
quando finirà.

Non conosci la tua meta,
dall’uomo è stata programmata;
oltre il sole, oltre le stelle, chissà,
tu forse scoprirai cos’è l’eternità.

Sei collegata ancora a noi,
e forse un giorno ci dirai
che cosa mai vedrai,
e se altre vite incontrerai.

Lassù, nello spazio infinito
tu incontrerai qualcuno,
che rimarrà stupito,
guardando com’è strano
l’aspetto umano.

E ascoltando
la musica di Mozart e di Beethoven,
senz’altro capirà che tu sei
un pioniere e un messaggero dell’umanità.

Vai, vai,
oh! Pioneer 10,
non stancarti mai,
perché verrà il giorno in cui
splendidi segreti scoprirai,
e a tutti gli uomini racconterai
ciò che nessuno ha visto mai,
ciò che nessuno ha visto mai …


IL PARADISO

Questa notte
contemplando a lungo il cielo,
lassù, fra le stelle,
ho avuto una visione,
sotto forma di uno splendore
che non so meglio definire.

Proveniente da chissà dove,
un raggio di luce
mi ha colpito il cuore;
per un attimo
sono rimasto senza parole,
poi, improvvisamente
ho cominciato a cantare.

Una forza interiore
mi suggeriva le parole
di una canzone
fatta solo d’amore.

Mi sembrava di volare
oltre le nuvole,
attratto da una luce
sempre più splendente.

Attraversavo infiniti prati verdeggianti
ricoperti di fiori variopinti
e vedevo su nel cielo
tutte persone sorridenti
volare insieme a me
verso quella luce accecante.

Leggera come una piuma,
continuava a volare la mia anima
e io, dietro a lei,
non mi rendevo conto
di cosa mi stesse succedendo.

Poi, all’improvviso,
dal sogno sono sceso
e mi sono trovato
di sicuro in Paradiso.


Papa Giovanni Paolo II

La finestra è aperta sulla grande piazza
e la gente da ogni parte sta arrivando,
come un gregge che conosce il suo pastore
ed aspetta un segno per farsi guidare.
Con un volo di colombe su nel cielo,
Lui si affaccia a passo lento ma sicuro,
benedice lentamente con la mano
e la sua voce ancora arriverà lontano.
Padre Bianco nel tuo candido cuore
c‘è amore per l’intera umanità,
c‘è la bellezza di chi sa capire,
di chi ascolterà.
Padre Bianco sei un raggio di sole
nella vita di chi soffre e sta male,
le tue parole non hanno colore,
non hanno frontiere.
Hai portato in ogni angolo del mondo
la speranza e la parola del Signore;
hai parlato con i ricchi ed i potenti,
hai sofferto per le guerre ed il terrore.
Sei un padre premuroso che consola
e per tutti hai un sorriso e una parola;
benedici lentamente con la mano
e la tua voce ancora arriverà lontano.


San Patrignano

Sono un ragazzo di ventun anni,
venuto da un paese molto lontano,
per miracolo uscito dal buio profondo
di un artificioso terribile inferno.
Ora vivo da tempo
sulle verdi colline di San Patrignano,
dove con fatica e sudore, piano, piano,
sto riconquistando
due delle cose più belle del mondo:
la voglia di vivere e il rispetto di me stesso.
Ogni mattina, quando mi alzo,
avverto ancora per un momento
il grande nemico,
che tenace staziona dentro.
Ma una gentile parola o un dolce sorriso,
sono sufficienti per farmi ritrovare,
come d’incanto,
una forza interiore,
che mi fa poi contento.
Ed ogni giorno lottando,
mi sembra di essere un alpinista,
che con forza e tanta costanza
è impegnato in una scalata,
la più importante della sua vita.
Che mi permette di conquistare
la cima dell’Everest immacolata,
dove risplende la luce del sole,
e dove ho la certezza di trovare
per chi mi ama e per il mio cuore,
pace, libertà e tanto amore.


Anima mia

Non è possibile vederti
e nemmeno immaginarti;
sei lo spirito vitale,
sei l’essenza immortale
che vive dentro me.
Non è facile parlarti,
non è facile sentirti,
è difficile capirti
perché sei nascosta dentro me.
È una vita che ti invoco,
è una vita che ti parlo,
è una vita che ti ascolto,
è una vita che voglio vivere con te.
Molto spesso mi aiuta
a comunicare con te
il suono di un’armonica,
che ti fa palpitare, o mia anima.
Le parole sono i suoni,
i silenzi: riflessioni,
le domande mie: sensazioni,
le risposte tue: emozioni.
Una volta parlo io
mentre tu in silenzio ascolti,
poi, ancora tu rispondi,
suscitando in me emozioni.
Qualche volta mi fai ridere,
altre volte mi fai piangere,
ma, comunque sia, son contento
perché tu mi rispondi sempre.
Anima, anima mia,
sempre ti invocherò,
sempre ti ascolterò,
finché io vivrò.
Anima, anima mia,
sempre più spesso
voglio con te comunicare,
per ascoltare le tue silenziose parole,
che mi insegnano
a vivere e ad amare.
Anima, anima mia,
anima, anima mia…


Come un gabbiano vorrei

Seduto in riva al mare,
vorrei sempre guardare
un gabbiano in volo
e come lui provare
l’emozione di volare.
Vorrei seguirlo
quando sulle onde vola
e quando si riposa su una vela.
Vorrei con lui volare
quando all’orizzonte scompare,
vorrei con lui gridare
al vento il mio amore.
Vorrei con lui vedere
il sole che scompare,
la luna che risplende
e la mia stella
sempre più splendente.
Vorrei con lui dormire,
quando stanco di volare,
si addormenta su uno scoglio.
Vorrei con lui sognare
spazi infiniti da percorrere,
vorrei con lui vedere ogni mattina
lo splendore dell’alba che si avvicina.
E tutta qui
la vita di un gabbiano,
non chiede nient’altro
per essere contento,
vuole soltanto
esser libero di volare
dove e quando vuole.
Anch’io come lui,
seduto in cima al mondo,
leggero come il vento,
vorrei spiccare il volo
col mio pensiero
verso l’infinito.
Vorrei sentirmi sempre libero,
vorrei sapere amare.
di un amore
sempre più profondo.
Vorrei veder sorridere
chi ha sofferto tanto,
vorrei poter aiutare
chi non ha mai potuto amare.
Non vorrei mai più vedere
un bambino che non può giocare,
perché deve fuggire
da uomini che
non sanno più amare.
Vorrei sempre vedere
uomini uniti,
che come stormi di uccelli,
volano liberi
in cieli sempre più azzurri,
verso orizzonti splendenti
d’amore e comprensione.
Vorrei sempre vedere
uomini di diversa fede
e di diverso colore,
uniti e solidali,
intenti a costruire
un mondo pieno d’amore.


Castelli di sabbia

Come un castello di sabbia
eroso dall’onda
scompare in poche ore,
così, logorato dal tempo,
può svanire nel nulla
un grande amore.
Sono granelli di sabbia
i momenti dell’amore,
bagnati dal mare,
bagnati dal pianto,
baciati dal sole,
scaldati dal cuore.
Dispersi dal vento,
dimenticati dal tempo;
a volte sembrano spariti,
altre volte per sempre bruciati.
Ma c‘è sempre qualcuno
che trasforma i granelli
in grandi castelli
e poi sogna amori ancora più belli.
Da sempre si ripete la storia
di un castello che crolla
e di un nuovo amore che germoglia.


Quel piccolo grande mondo

Ogni volta che
ritorno al mio paese
provo sempre dentro me
una tenera malinconia,
e una grande nostalgia
per un mondo che ormai non esiste più.
Non vedo più gli aquiloni in ciel danzare,
non vedo più le allodole vicino al sole,
non vedo più le lucciole volare,
non vedo più la mia gioventù.
Cento palline sono in fila,
si confondono coi sassi,
io mi chino e prendo la mira …
...ahi, come brucia l’alcool nei ginocchi!
Mentre vola una figurina di Schiaffino,
una cicala canta sopra un pino.
Dopo un goal contro un portone,
corro a bere alla fontana;
poi rientro a casa a fare il tema;
mia madre in negozio vende lana.
Però io non capisco
perché Tito è un traditore
e non conosco il Duce che è caduto,
forse con la bici sulla ghiaia.
Il juke-box canta: “Dimmi quando quando quando”;
alla radio c‘è un uomo solo al comando.
Sparando agli indiani,
in TV Rin Tin Tin ho salvato;
e Berruti ha appena vinto
i duecento metri piani.
Prendo un luccio con la canna,
una rondine vola nel nido della stalla,
mangio cocomeri dentro una capanna,
mi sdraio a giocare col cane lupo sulla paglia.
Tante cose ora sono cambiate,
da quando le ho lasciate;
un parcheggio sul ruscello,
un’auto invece di un somarello.

La corriera sta partendo.
alla città ormai mi avvicino,
mentre il sole già tramonta
sui miei sogni di bambino …
... E quel mondo allora così grande,
sempre piccolo mi riappare,
ogni volta che ritorno
al mio paese per sognare.


Mai dire mai

Non dire mai,
non dire mai.
non c‘è più niente da scoprire,
in quel momento sai,
fermati un attimo a pensare.
Dentro di te,
dentro di me,
c‘è un universo da esplorare,
un universo di emozioni
belle da morire.
Non dire mai,
non c‘è più niente da guardare,
prova a pensare
a chi vedere non potrà mai.
Non dire mai,
io non voglio più ascoltare,
se e è la voce di qualcuno
che bisogna aiutare.
Non dire mai,
non dire mai,
io non voglio perdonare,
perché così il tuo cuore
lo fai inaridire.
Ovunque sei,
ovunque vai,
se c‘è un fratello da aiutare,
in ogni istante tu potrai
trovare Dio nel tuo cuore.
Mai dire mai,
non c‘è nessuno da amare,
se tutto quanto intorno
è amore.
Mai dire mai,
che cosa posso fare,
se il pianto in un sorriso
puoi cambiare.


Camminando nella notte

Di notte il cielo è
un libro sempre aperto,
a cui ognuno di noi,
in ogni momento,
può far riferimento.
Nella notte camminando,
tante cose sto imparando,
mai lette prima d’ora
in nessun libro della scuola.
Camminando nella notte
ho imparato finalmente
ad alzare gli occhi al cielo,
a parlare con me stesso
e a rispondere sincero
ad ogni mio pensiero.
Sulle pagine del cielo
è sempre accesa una lampadina;
è la luna che, a te vicina,
ti aiuta a decifrare
tutto quello che è nascosto,
da troppo tempo nel tuo cuore.
Ed ancor più in lontananza,
ad anni luce di distanza,
miliardi son le stelle,
che ti sussurrano ogni minuto
mille parole di speranza.
Nel chiarore della notte
tu non sei mai solo
a contemplare il cielo,
milioni di persone
sono sempre a te vicine.
Camminando nella notte
hai sempre qualcosa da dire
anche alla stella polare:
a lei puoi confidare
le tue gioie e i tuoi dolori,
le tue speranze e i tuoi timori.
Camminando nella notte,
ad un certo punto,
tu hai la sensazione
di essere immortale;
la tua anima ti dice:
“un giorno volerò per sempre
lassù, dove c‘è tanta luce”.
Così, camminando nella notte
non hai più paura di niente,
nemmeno di morire, perché
il Dio che senti dentro di te,
è anche lassù che ti aspetta.
La tua anima immortale,
quando più non camminerà
nella notte insieme a te,
per sempre volerà
lassù fra le stelle.


La guerra

Il sole impallidisce,
la terra si raffredda,
il cielo è sempre nero
e tutto si oscura;
la luna dietro le nuvole
si nasconde per paura.
Le stelle più non brillano,
non c‘è più un sorriso in giro,
nessuno canta più,
tutti camminano chini a testa in giù.
Non si capisce perché,
un ragazzo come te,
deve andare a morire,
con addosso un vestito verde scuro
che non è il tuo di sicuro.
E nelle mani un fucile,
con cui devi sparare
ad altri ragazzi come te,
che non hai mai conosciuto.
Nella tua mente
non c‘è più nessun pensiero,
nel tuo cuore
c‘è soltanto un gran dolore.
I tuoi occhi
più non vedono il colore
di tutti quei fiori
che nei prati raccoglievi.
Uno di questi, un giorno,
forse da qualcuno
sarà messo lì, nel punto
dove tu sarai caduto.
Poi, quando tutto
sarà finito,
nessuno avrà capito
perché si è odiato tanto.

In mezzo alle macerie
ognuno cercherà le sue miserie,
e il suono delle campane
aiuterà ciascuno
a ritrovar l’amore,
sepolto dentro al cuore.
Allora anche gli uccelli
di nuovo in cielo voleranno,
un cielo non più scuro,
un sole non più nero.
E gli occhi rivedranno
ricomparir la luna
che non avrà più paura;
e di nuovo le stelle brilleranno.
E tutti sorrideranno
con un dolore dentro,
e qualcuno canterà, piangendo,
il ricordo di quel ragazzo biondo,
che non è più di questo mondo.


Verso il sole dell’amore

L’infinito dell’orizzonte
in un mare calmo tutto blu,
la collina verdeggiante
e il sole caldo risplendente,
il sole caldo dell’amore.
Una vela silenziosa
lentamente se ne va,
e un gabbiano su nel ciclo
vola in piena libertà.
Io, da solo qui seduto,
mentre il tempo scorre lento,
provo un solo sentimento,
di pace e serenità.
Ma poi, il mio pensiero
vola triste su nel cielo,
in quegli angoli del mondo
dove manca tutto quanto,
dove c‘è soltanto
dolore e pianto.
Ma un giorno il Signore
farà in modo che,
felicità ed amore
siano sempre in ogni cuore.
Una vela silenziosa
lentamente se ne va
in un mare tutto blu,
e un gabbiano su nel cielo
vola in piena libertà,
verso il sole dell’amore.



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