Fiori di lillà

di

Jean-Claude Dubail


Jean-Claude Dubail - Fiori di lillà
Collana "I Salici" - I libri di Narrativa
14x20,5 - pp. 114 - Euro 11,00
ISBN 978-88-6587-5506

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In copertina: «Fiori sull’acqua» © Alessandro Capuzzo – fotolia.com


Prefazione

Con questa nuova opera, dal titolo “Fiori di lillà”, Jean Claude Dubail offre la completa espressione della sua visione esistenziale, spirituale e filosofica che risultano strettamente collegate all’innato senso della fede che alberga nel suo “essere”.
Le molteplici considerazioni e le profonde riflessioni, che costituiscono la colonna portante del testo, vengono rese con la consueta spontaneità d’esposizione e genuinità d’intenti seguendo la precisa volontà di mettere in evidenza la sua concezione nel modo più limpido e schietto, ponendo sempre, alla base d’ogni sviluppo tematico, l’imprescindibile cammino di Fede, continuamente illuminato dalla visione totalizzante del fervido credente: e Jean Claude Dubail è esemplare portatore di questo fervore cristiano.
Il principio che viene posto a fondamento di tale discernere è la concezione che vede la vita come un “dono divino” che è stato offerto agli esseri umani e merita di essere preservato come tesoro di incalcolabile valore: vivere pienamente e consapevolmente tale “dono” è la missione che ogni essere umano deve porre come caposaldo della propria esistenza.
In questo sorprendente viaggio spirituale, Jean Claude Dubail indica la “retta via” da seguire per raggiungere la piena coscienza di sé attraverso l’esperienza spirituale che diventa fertile humus per la vita stessa dell’Uomo nella sua concezione universale e, in ultima istanza, unica via che rende possibile pervenire alla Luce divina, all’unione con Dio come suoi “figli”.
Ecco allora che, nel corso del processo di ricerca, “essere e sentirsi veramente cristiani” diventa un simbolico percorso umano che innalza ad una dimensione superiore e si fa spiraglio luminoso offerto all’Uomo per raggiungere il “traguardo celeste”, dopo aver alimentato il profondo sentimento di fede; dopo aver compreso e seguito doviziosamente gli insegnamenti di Gesù Cristo ed, infine, dopo aver posto alla base del proprio esistere il valore inattaccabile della famiglia, della semplicità del vivere e dell’umiltà che devono contraddistinguere il buon cristiano come, del resto, anche la comprensione, il rispetto e la condivisione con il prossimo.
L’intero percorso spirituale giunge alla considerazione finale che “essere un vero cristiano” conduce alla salvezza: la professione di fede è l’unica via salvifica concessa all’Uomo che deve fare i conti con la sua limitante condizione esistenziale e la sua finitudine.
L’essere umano riceve il “dono divino” e, nel suo itinerario di ricerca, necessita del sostegno insostituibile della fede, nutrimento vitale che espande le sue potenzialità e si fa fusione totalizzante che conduce alla Grazia.
Come afferma Jean Claude Dubail, fin dalla prima pagina del suo libro, la società odierna si trova a fare i conti con la generalizzata indifferenza e con un accentuato egoismo che pervade ogni ambito sociale e non è facile cercare di portare avanti un messaggio di fede: unica azione salvifica per difendersi dall’inaridimento del cuore.
Jean Claude Dubail, con perseveranza e grande slancio vitale, è sempre proteso ad ascoltare la Voce di Gesù Cristo, il Figlio di Dio, l’unica Voce che può illuminare il dono ineguagliabile che ogni essere umano custodisce dentro di sé.
Riflettendo sul senso dell’esistere e seguendo la sua illuminazione spirituale, Jean Claude Dubail innalza la dimensione umana al più alto livello e, con parole sincere e coraggiose, riesce a guardare nel profondo dell’animo, nel senso ultimo della vita stessa: la Parola di Dio si incarna nell’Uomo ed è salvezza e abbraccio universale che avvicina alla Verità del nostro esistere.
Jean Claude Dubail scrive tutto ciò con il cuore ed immette la sua profonda passione in ogni riflessione per alimentare la forza spirituale delle sue parole che irradiano il valore immenso della Fede.

Massimiliano Del Duca


Fiori di lillà


Nonostante la generale indifferenza che pervade la società odierna, noi possiamo vivere magnificamente se accettiamo la nostra vita come un dono unico: solo così sapremo penetrare la bellezza della vita e riusciremo a captare ogni spiraglio di luce che ci aiuterà a non cedere mai davanti alle difficoltà e poter viverne la meraviglia.
Questa gioia è così forte che sentiamo la necessità di alimentarla costantemente per abbracciare, ogni istante, la crescente spiritualità. Per questo motivo è proficuo tenere bene a mente il seguente aneddoto: «Devo consumarmi, per far parte di questo “faro” che sta in me», perché tale intento armonizza il nostro animo ed ogni nostro futuro passo.
Un dato di fatto è che abbiamo dimenticato molti insegnamenti trasmessi dai nostri avi, ma da queste stesse radici è possibile trattenere, proprio come un tempo, questa essenza, per approfondirne la benevola soavità, che ci è stata svelata per consentire al benessere dell’animo di svilupparsi in noi.
La nostra meta nasce dalle scelte che si possono fare come ad un simbolico incrocio: possiamo girare a destra per cercare di spianare un sentiero sassoso; voltare a sinistra per strappare le erbacce di un prato pianeggiante o procedere diritto per camminare tra le spighe dorate di un campo che aspetta il suo mietitore. Se giriamo a destra, faremo fatica a togliere tutti i sassi del sentiero intrapreso perché alcune pietre saranno pesanti da rimuovere. Se, invece, voltiamo a sinistra, saremo graffiati dalle numerose spine dei rovi e dei cespugli. Al contrario, se sceglieremo di proseguire il nostro percorso in un campo dorato pronto alla mietitura, ci accorgeremo, probabilmente, di quanta sapienza occorra per coltivare il nostro cuore fino alla completa maturazione, fino a tuffarci in questa proficua via per assaporarne i mirabili doni.
Dimentichiamo, spesso e volentieri, di essere fragili e deboli ed è per questo motivo che inciampiamo più di quanto avremmo immaginato, ma Dio è sempre pronto ad accompagnare i nostri passi se confidiamo costantemente in Lui.
Quindi è necessario scrutare ed esplorare la nostra miseria umana e, siccome Dio ci sostiene attraverso la nostra umiltà, noi ci potremo identificare in Lui per diventare suoi figli.
Nel cammino della vita possiamo capire che soltanto attraverso la nostra spiritualità è fattibile raggiungere tale stupendo traguardo celeste. Infatti, solo da esso possiamo acquisire la conoscenza divina che ci viene svelata come luce spirituale che può illuminare il cammino. Per giungere a tale meta è indispensabile comprendere che nulla ci appartiene, in quanto ciò che facciamo nostro ci è soltanto prestato, perché Dio ci porge nulla di più e niente di meno di ciò che possiamo ottenere. Per questo motivo Dio si fa presente dentro di noi mediante un ardente fuoco di fede per offrire l’opportunità di saper costruire questa unione tramite la conquistata gioia.
Nel faticoso cammino dobbiamo sempre tener presente che la nostra fragilità può aiutarci a crescere, altrimenti corriamo il rischio di cadere senza poter contare su questa forza d’animo che ci sorregge. L’eventuale caduta ci farà finire in un simbolico pozzo esistenziale dove regna l’oscurità, ma ciò che ci travolgerà di più, sarà non poter immediatamente risalire in superficie, in quanto quello che avremo distrutto sarà difficile da recuperare.
Tuttavia questa esperienza rinvigorisce il nostro intelletto se sappiamo comprendere che senza prove e difficoltà da superare e risoluzioni da sviluppare, non raggiungiamo la saggezza che deriva appunto dal superamento di tali avversità. Essendo deboli per natura avremo sempre ostacoli da superare, talvolta, anche facendo appello a tutte le energie a nostra disposizione, nondimeno, se questo agire sarà sostenuto dalla presenza di Dio in noi, questi problemi ci scuoteranno appena in quanto sarà il sostegno divino ad aiutarci a poter vivere con meno inciampi.
Sconfiggere le nostre negligenze è un atto coraggioso, poiché la fiducia che abbiamo in Dio ci fa intendere che il nostro attuale cammino è proficuo, se saremo coinvolti pienamente, oltre al fatto che riusciremo a raccogliere i frutti della nostra felicità.
Il presente, a volte, ci sfugge, ma è soltanto il presente che può garantire una vita dignitosa perché abbiamo un’unica certezza per aspirare a questo traguardo ed è quella di seguire il nostro intento, in quanto Dio ci spalanca le porte per entrare in essa. Perciò esistere nel presente significa vivere in modo coscienzioso lo spirito di Dio in noi, per non aver bisogno di nient’altro.
La nostra sincera preghiera sarà esaudita per offrirci tutto ciò che abbiamo richiesto, salvo il denaro, perché ciò è stato creato dagli essere umani per l’ambizione di possedere ciò che a Dio non interessa. Allora diventiamo avidi ed arroganti non avendo recepito il suo Amore. Inoltre, vivere il presente è una fonte di salvezza perché possiamo essere illuminati da Dio se, al contempo, mettiamo nelle sue mani la nostra fervida fede e forte umanità per servirlo, come è giusto che sia.
Ciò di cui abbiamo bisogno, in ogni istante, è capire che è indispensabile crescere, rinnovarsi ed evolversi per cogliere lo splendore dell’attimo, per intendere che non c’è altro per migliorare ciò che risiede nel nostro animo. Soltanto vivendo il presente con coscienza saremo capaci di costruire la nostra esistenza su pilastri solidi e duraturi, sempre se avremo fatto di queste profonde radici un modello incorruttibile di vita. Quindi non possiamo accontentarci di ciò che abbiamo perché Dio è sempre presente in noi per offrirci la sua magnificenza, per allontanare le cose nefaste che ci impediscono di crescere: se ci lasciamo sballottare dal forte vento, cioè dalla negatività che potrebbe avere il sopravvento, possiamo cadere nelle sabbie mobili della vita, essere avvolti dalla nebbia o accecati dalla presunzione di poter proseguire rettamente nel nostro cammino senza la divina luce che proviene da nostro Signore. Se Dio ci è veramente di conforto, di sostegno e di appoggio morale, ogni istante ci comunicherà che il presente è una fonte inesauribile e ci aiuterà a vivere questa immensa gioia anche in paradiso.
La tentazione non è lontana da noi, bensì, è un’ombra invadente che aspetta, in ogni istante, una nostra debolezza per debellare la nostra credibilità e lusingare con astuzia il nostro Io.
Perciò è essenziale capire che la nostra semplicità non è un dato di fatto, bensì, un “faro” luminoso che alimenta la nostra convinzione relativa al nostro essere attraverso questa illuminazione che ci viene inviata, per dirigere la nostra fragile imbarcazione in un porto sicuro dove possiamo gettare l’ancora e, in seguito, riprendere un nuovo itinerario.
Se ogni nostro passo è basato sul presente avvertiremo una grande gioia, non perché la nostra umanità potrà avere altri sbocchi, ma perché la nostra spiritualità avrà impressa la soave benevolenza di Dio. È proprio Dio che ci chiede di lasciare tutto per seguirlo, ma è fondamentale capire che, se Egli chiede di fare questo passo, è semplicemente perché Egli vuole rigenerare ognuno di noi, per porgerci la sua mitezza come un padre che, giorno dopo giorno, svela la sua dolcezza ed umanità quando ascoltiamo, spontaneamente, la sua voce che proviene dall’anima divina.
Ognuno di noi, almeno una volta, si è interrogato sul futuro. Ebbene, è solamente il presente che fa penetrare nel regno di Dio per farci capire che la condizione della nostra vita attuale godrà, infine, una felicità infinita perché il nostro corpo avrà un’apparenza immortale e godremo, istantaneamente e perennemente, di un’immensa gioia che si manifesterà sotto forma di dono incomparabile, incancellabile ed indistruttibile. Quindi vivere concretamente la certezza del presente ci eleva a vette incontaminate dove questa stessa purezza è incarnata dalla presenza inconfutabile di Dio. Solo chi seguirà questo cammino vedrà realizzare i suoi progetti ed obiettivi grazie alla possibilità di poter, in ogni momento, situazione e luogo, vivere questa dimensione, che induce a farsi Figlio e mettere a disposizione la conoscenza per servire la cruciale esigenza di vita, senza aver paura di fallire perché Dio accudisce il nostro animo.
Se viviamo il presente come veri credenti, noi non avremo paura né timore di ciò che potrà coinvolgerci nel prendere altre decisioni per alimentare la nostra crescita interiore, giacché questo accorgimento attutirà ciò che ci potrà turbare. Il nostro odierno peregrinare afferra ciò che la nostra umanità non acquisisce sotto un altro aspetto, poiché la nostra spiritualità cresce oggettivamente solamente attraverso una forte convinzione, che ci aiuta a combattere la negatività che è sempre in agguato. Ogni nostro nuovo passo ci introduce nel passato, ma ogni successivo passo ci consolida nel futuro: il nostro gioioso camminare attuale non ha fine, poiché l’assunto presente non si chiude mai del tutto e permette di vivere pienamente la splendida luce che emana la presenza di Dio.
Il nostro scopo consiste nel poter raggiungere questo orizzonte quando ci adoperiamo, con tutte le nostre forze, a salire sulla simbolica precaria scala per fissarla saldamente alla parete, per seguire la strada giusta con ogni mezzo e ad ogni costo. Il nostro volontario cammino ha un prezzo considerevole ma, quando siamo giunti a destinazione, la gioia avvertita ci fa lentamente scordare il prezzo pagato e viviamo completamente la felicità e godiamo della bellezza dell’esistere con fiducia e coraggio, come nutriti dall’essenza stessa di Dio. Perciò assecondare il nostro scopo con la spiritualità significa arrivare al massimo gaudio per dissetarci a questa fonte inesauribile ed essere, finalmente, sazi di ciò che abbiamo desiderato. In definitiva, noi non possiamo ottenere felicità più completa, perché Dio la porge infinitamente come Lui solo può fare. Ecco perché tenere presente questo nostro obiettivo di vita implicherà per noi dover eliminare la nostra superbia, la nostra presunzione, la nostra arroganza ed avidità. Dovremo fare tutto ciò con fermezza e chiarezza d’intenti, per camminare progressivamente lungo il sentiero che ci conduce a Dio.
Se questo percorso non fosse così arduo da compiere noi non saremmo le persone accorte che desideriamo essere, siccome attraverso le nostre difficili e faticose esperienze, giungiamo a vivere questa condizione più seriamente, senza più dubbi e incertezze che non arricchiscono il nostro mondo interiore, ma lo avviliscono a causa delle eccessive insicurezze e fragilità: è fondamentale saper proseguire gioiosamente seguendo la Luce che si manifesta nel nostro animo.
La nostra vita implica sempre un traguardo da raggiungere e, appena abbiamo perso la fiducia, la nostra coscienza si colma di negatività, quindi, dobbiamo alimentare l’amore che abbiamo per sconfiggere questo effetto nefasto. La vita continuerà a splendere se sapremo respingere i disagi ed i fastidi che sono dannosi per la nostra esistenza. Essere forti grazie alla nostra umiltà ed umanità ci aiuta a sconfiggere subito le difficoltà che sorgono e contrastarle con la nostra volontà di riuscire ad andare avanti grazie al sostegno di Dio, che è venuto a coesistere nella nostra anima tramite il desiderio di coltivare questa sua magnificenza. Quindi se non esiste un ottimo rapporto tra la nostra personalità e la nostra spiritualità, questo ponte può crollare e non riesce ad unire le due sponde che rappresentano un punto di fusione dell’uomo con l’universo. Se la strada è senza via d’uscita non vi sarà la luce e questo farà ristagnare la nostra adesione a Cristo, l’unico che può infondere, in modo positivo, la consapevolezza dell’Essere.
L’uomo non può vivere senza questa luminosità, o meglio, se la nega o la rifiuta, si sente sballottato nella vita perché non ha acquisito questa positiva dimensione. Vivere una vita dignitosa è assai vantaggioso, al contrario, accontentarsi soltanto delle minime cose che non arricchiscono la grazia del cuore è ben poca cosa e noi non possiamo sentire l’amorevole voce del Signore.
Anche se possediamo poche cose noi arriviamo a comprendere la predetta grandezza che allieta la nostra vita e, quando meditiamo e contempliamo, offriamo tutto questo nostro corpo a Dio, come Egli ci ha creati, per essere pervasi dalla sua misericordia e dalla sua bontà. Questo nostro misero corpo ci è solamente prestato perché siamo nati dalla polvere per ritornare polvere, grazie ad un atto d’amore dei nostri genitori: Dio ha soddisfatto quest’amorevole unione ed ha alimentato l’amore creando una sola ed indissolubile unione grazie al matrimonio.
L’uomo e la donna, quindi, devono rispettarsi a vicenda per affinare questo dono d’amore che è nato tra loro, per coronare il sogno di vivere insieme anche durante una crisi che non tollera dissidi, in modo da tornare sempre a gioire della profonda verità che nasce dal cuore.
In questa unione nessuno deve intromettersi, salvo per attenuare eventuali diverbi perché soltanto i coniugi devono salvaguardare il loro legame attraverso un dialogo costruttivo e schietto, al fine di raggiungere una conciliazione che li faccia approdare al porto sicuro dell’amore.
Molte volte si giunge alla separazione a causa della mancanza di condivisione dell’amore vero come quello che esisteva all’inizio dell’unione e che aveva permesso l’innamoramento grazie ad un profondo e proficuo dialogo, che era sempre una sorta di presa di coscienza capace di far maturare i sentimenti.
Quindi il matrimonio rappresenta un pilastro per la società, in quanto niente può distruggere ciò che resta saldo e, inoltre, può alimentare costantemente il mondo interiore dei coniugi, aiutare a vedere diversamente le cose, riuscire a far fiorire nuovi frutti d’amore e stimolare a saper donarsi all’altro con fiducia. Logicamente la pazienza e la tolleranza sono essenziali per non pensare soltanto al proprio frutto d’amore, ma anche a quello di colei o colui che è vicino: è come appartenere ad uno stesso albero e nutrirsi della stessa linfa. Tale volontà tra i coniugi è fondamentale se non si vuole sparpagliare al vento ciò che il dono d’amore offre.
Nella vita di coppia le difficoltà vanno affrontate insieme, salvo che questo turbamento sorga da una forte tristezza e l’interessato senta soltanto l’oscurità anziché il chiarore, facendo fatica a risollevare il suo stato d’animo. Sovente nasce da una mancanza di dialogo perché spesso, per rilassarsi o per allontanare la fatica del lavoro, si preferisce guardare la televisione. Tutto ciò ha notevole influenza sulla vita di coppia e possiamo affermare che non c’è grande intesa poiché ognuno si chiude in se stesso, invece di aprire il suo animo mediante un sano dialogo che può veramente alleggerire la mente e consolidare la vita che viene vissuta insieme.
Il lato più bello della vita di coppia è sentirsi affiatati in qualsiasi circostanza perché quando si è insieme si scopre l’amore che unisce sempre più profondamente. Per questo motivo è indispensabile mantenere un dialogo sincero e genuino, altrimenti, la menzogna dominerà e sarà una mancanza di rispetto verso l’altro. Quindi è bene ricordare che non si può sostare in un perenne crocevia, bensì, si deve scegliere la strada giusta in modo da seguire la direzione favorevole ascoltando la voce della propria coscienza senza dubitare della sua rivelazione perché, in quel momento, è lo spirito di Dio che suggerisce ciò che dobbiamo intraprendere per vivere serenamente.
Ogni soffio di vento passa, ma il sussurro di Dio rimane sempre, per armonizzare il nostro stato d’essere e questo dato di fatto rinforza l’armonia della coppia se entrambi sono disposti a seguire questa strada per cercare di capirsi meglio affinché, in entrambi, risplenda la Luce che ricongiunge a Dio.
La coppia deve dialogare per non creare un malessere, per veder sbocciare un obiettivo comune, per realizzare i sani propositi che sono la concordia, la fedeltà, la lealtà e, soprattutto, l’affabilità di un amore condiviso. Esistono numerose opportunità da prendere in considerazione per rafforzare la comprensione nella coppia: per esempio, si può leggere un buon libro; chiudere gli occhi per meditare; aprire il Vangelo per mettere in pratica la Parola di Cristo; frequentare un amico; fare una passeggiata in un bosco e sostare su una roccia per ascoltare il mormorio dell’acqua di un ruscello e via dicendo. In sintesi, l’essenziale è capire veramente ciò che occorre per sentirsi sorretti dalla profonda armonia che ci offre la felicità.
Questa serenità ci conduce alla gioia ed è importante sapere che non siamo mai veramente soli. Possiamo fare le stesse cose e renderci conto che possono avere nuovi aspetti e che tutto è in continua evoluzione. Allo stesso modo, anche noi cresciamo continuamente senza fare nulla di particolare, ma la vita ci conduce oltre. Coloro che rifiutano tale manifestazione divina rimangono soli e vivono nella loro presunzione, anziché gioire della magnificenza di Dio.
Come pellegrini erranti dobbiamo sempre essere in cammino anche se, talvolta, soffermarsi può far riflettere sulla nostra condizione di vita attuale perché coloro che hanno una vita vuota non hanno abbastanza coraggio per avanzare verso Dio. Solo Lui è la perfezione ed il Maestro di tutte le nostre intenzioni, poiché solamente in Lui riusciamo ad appagarci dell’amorevolezza che ha verso tutti noi, perché ciascuno di noi gli sta a cuore.
Dio attende con pazienza la nostra fede perché il suo cuore è più tenero di quello di una madre e le sue braccia più affidabili e forti di quelle di nostro padre. Come suoi figli noi possiamo affidargli tutte le nostre preoccupazioni, in quanto Egli sa già ciò che ci occorre per vivere senza dubitare e godere della sua grazia. Se smettiamo di giudicare e criticare diventeremo persone sagge, perché l’uomo equilibrato prende la decisione retta e giusta per elevare il suo spirito a Dio, che è colui che ci sostiene e, poi, si affida semplicemente alle mani di Dio, poiché è Lui che opera tramite coloro che eseguono la sua volontà.
Per questo motivo è essenziale capire che abbiamo un magnifico corpo, una stupenda personalità e una incantevole anima per glorificare chi ci ama veramente.
Se andiamo in chiesa solo per ascoltare il sermone del sacerdote non siamo autentici cristiani perché è solo attraverso la parola di Dio che riusciamo a convertirci davvero. Dobbiamo frequentare la Santa Messa, il cui culmine risiede nel ricevere il corpo ed il sangue di Cristo, ma se, una volta fuori dalla chiesa, non divulghiamo la gioia ricevuta siamo dei codardi, perché non abbiamo risposto alla sua chiamata che insegna a seguire instancabilmente i suoi insegnamenti. Perciò abbiamo una missione da compiere, che diventa una cruciale responsabilità, per formare un solo gregge in Gesù e tramite Gesù, essendo il nostro Salvatore e Maestro. Alla fine, come fratelli di Cristo, ci identifichiamo in Lui per operare secondo la volontà di suo Padre che ama ognuno di noi, fin dal nostro concepimento. Non si può misurare l’amore di Dio perché è infinito, poiché Egli si dona smisuratamente a noi. È importante capire questa concezione spirituale fino in fondo perché ci offre le certezze di cui abbiamo bisogno per sentirci avvolti dalla sua bontà e dal suo immenso amore.
Se sbagliamo dobbiamo lamentarci solamente con noi stessi perché Dio non ha colpa di ciò che accade nel nostro mondo interiore. Quindi dobbiamo correggerci al più presto se vogliamo usufruire del suo mirabile sostegno, che non si può comparare a nient’altro: infatti è una sorgente inestinguibile quella che Egli ci offre, per poterci dissetare con la limpida acqua che sgorga da un’invisibile ruscello, per comprendere che la nostra anima è vicina a Lui. Perciò, come peccatori non possiamo giustificarci, ma solamente riconoscere le nostre colpe per essere nuovamente invasi dalla presenza divina che ci santifica, se ci convertiamo come umili esseri umani davanti alla sua grazia che regna ovunque e costantemente e, infine, saper gioire della bellezza del Creato. Quindi riconoscere le nostre colpe per avvicinarci a Dio significa accogliere la sua bontà.
Fare un esame di coscienza non significa soltanto chiedere perdono a Dio, bensì, perfezionare se stessi per raggiungere la santità.
La personalità e l’identità hanno uno stretto rapporto tra loro ed entrambe ci aiutano ad aumentare il nostro vigore, a sentirci contemporaneamente disposti a sacrificare noi stessi per non perdere il nostro sostentamento e saper scegliere ciò che conviene una volta che è illuminato dall’essenza divina. Tutto ciò è fondamentale per mantenere una sottile relazione con il nostro Io, perché la personalità chiarisce questa scintilla di benevolenza e l’identità ci distingue in Cristo per aver assimilato la sua generosità. Se il nostro scopo di vita è radicato nella personalità possiamo raggiungere, senza intoppi, la nostra identità e, nello stesso tempo, l’amore entra dentro di noi. Questo legame intimo con Dio non può essere inficiato da nessuno, poiché risulta personale e, al contempo, sacro. Più avviciniamo Dio con la nostra identità e più scompare la nostra personalità, infatti è la nostra singolarità d’essere che ci avvicina a Cristo, oltre ad aver fatto nostre la semplicità, la rettitudine e la convinzione di dover imitarlo per essere accolti dalle braccia di suo Padre. Una volta raggiunta questa sommità dell’animo diventiamo più consapevoli riguardo ciò che dobbiamo fare. Questa cognizione intima rappresenta la vera ricchezza perché altrimenti v’è solo la desolazione dell’animo.
Distinguerci come credenti non vuole affatto dire sentirci superiori agli altri, anzi, è questa identità che ci rende umili per metterci al servizio della comunità. Perciò tutto il nostro lavoro deve essere basato sulla presenza di Dio, per non vanificare, al suo cospetto, la realizzazione dei nostri progetti perché Egli opera tramite la nostra responsabilità, per mettere a disposizione degli altri la sua sapienza e la sua grazia.


[continua]


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