Il cammello amaranto

di

Benedetto Di Pietro


Benedetto Di Pietro - Il cammello amaranto
Collana "Gli Abeti" - I testi teatrali
14x20,5 - pp. 88 - Euro 7,50
ISBN 88-8356-253-4

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Commedia musicale in due parti

Musica di Gian Elia Prinelli


MOTIVAZIONI E DEBITI

1. Gli ascendenti del soggetto

Volendo occuparmi di argomenti attuali, mi è sembrato che uno spaccato della metropoli milanese potesse prestarsi bene al mio scopo. A questo proposito West Side Story (WSS) di Robbins-Laurentz e Sondheim con le musiche di Leonard Bernstein, mi hanno suggerito il tema di due gruppi di teppisti in lotta per il controllo di un parco. Anche l’idea di Romeo e Giulietta di Shakespeare, come in West Side Story, mi è sembrata sempre attuale. Ma a differenza di WSS, in cui la trama gira sempre attorno a Maria e Tony, ho voluto proporre una serie di eventi che normalmente succedono in una città, ponendomi nell’osservatorio privilegiato del Parco Ravizza di Milano, un luogo che diventa una passerella di teppisti, di ragazzi per bene che ballano gioiosi, di disabili, alcolizzati, illusionisti, lavoratori, tutori dell’ordine e pensionati. Una presenza costante in tutta la commedia è quella di Ambrogio, un tranviere in pensione, che ha la funzione di collegare le varie scene, ma anche di essere voce della coscienza e rappresentante silenzioso della gente comune.
Argomentazioni di carattere religioso non mi sono sembrate interessanti, anzi avrebbero potuto essere controproducenti, visto che nelle metropoli ormai vive gente con culti diversi. Un brano di musica sacra, vuole comunque rendere omaggio alla Madonna, ma anche a tutte le madri e spose.

2. Il momento storico

Come tutte le grandi città, anche Milano non è stata risparmiata dalle ondate migratorie che puntuali vi si riversano in concomitanza con periodi di magra o postbellici. Negli anni 1950-60, nel capoluogo padano, era arrivata gente che proveniva dal sud Italia; alla fine del 1900 invece è arrivata gente proveniente dalla vicina Albania, dall’Africa e dall’Asia, dando origine a situazioni analoghe a quelle degli anni ’60 e come allora ad un rifiuto da parte degli abitanti milanesi. Ma mentre nel 1960 fu una cosa controllabile, anche sotto il profilo di gestione della sicurezza e del lavoro, oggi è quasi impossibile sia per l’enormità dell’esodo sia perché tra i nuovi arrivati c‘è tanta gente dedita al crimine.
Purtroppo dove esiste malavita esistono anche i morti e nel caso di questa commedia non sarebbe stato difficile creare una scena con il morto. Anzi sarebbe stata la cosa più facile e scenicamente più scontata. Invece ho optato per l’esatto opposto.
Un altro punto che ho voluto proporre è la multietnicità. L’Italia oggi fa parte dell’Unione Europea, dunque il taglio della commedia vuole essere internazionale. Non è quindi casuale, all’interno dell’opera, la presenza di un gruppo di ragazzi extracomunitari (‘Cammelli’).

3. Comportamento positivo

Nel cinema d’oggi il sesso e il sangue sono diventati cosa ordinaria. Oltre alla finzione scenica, il messaggio deve portare una carica riflessiva, indipendentemente da come questo venga proposto. Si assiste così a scene e linguaggi offensivi per lo spettatore che diventa uno strumento in mano a registi e produttori senza scrupoli, che non esitano a propinargli di tutto.
In questa commedia, ho pensato di stupire lo spettatore utilizzando una trama molto semplice: due gruppi che si fanno la guerra e alla fine, di fronte al possibile morto, decidono di evitare il sangue e diventare amici. D’accordo col musicista G.E. Prinelli, si è scelto di vedere tutto come una serie di favole a lieto fine e quando la conflittualità dell’azione diviene prossima a raggiungere l’irreparabile, viene introdotto qualche elemento per sciogliere l’accumulo di tensione.

4. Il linguaggio

Per certi versi, il linguaggio dei giovani del 2000 è nuovo, ma poco lascerà attaccato alla lingua italiana. Quindi volere usare un lessico forte per connotare i ragazzi di oggi, a mio parere, porterebbe il rischio di non essere accettato dal resto della gente matura né di essere riconosciuto dai giovani di domani. Il linguaggio in sostanza segue le mode, ma non le registra. Se Manzoni avesse usato soltanto il linguaggio dell’Ottocento, oggi non sarebbe attuale; ma credo che la stessa cosa sarebbe successa se avesse usato un linguaggio legato ai giovani del suo tempo. Modernismo sì, dunque, ma con un occhio a ciò che potrà essere la lingua tra qualche tempo.

5. Un aggancio al teatro inglese

Shakespeare aveva toccato, tra gli altri argomenti, una filosofia di moda al suo tempo: il nominalismo. L’esistenza di una mia canzone in lingua inglese, già musicata in precedenza da Prinelli, mi ha dato lo spunto per inserire nella commedia un personaggio, Johnny, che disserta sul valore della parola. Un accenno al nominalismo, quindi, ma anche al vangelo di Giovanni che vuole che “In principio erat Verbum…”

6. Uno spaccato di vita milanese

Se è vero che esiste relazione tra questo lavoro e WSS, è anche vero che questa consiste in elementi comuni a tutte le grandi città. Ma a differenza di WSS, qui la scena si muove all’interno di una serie di fatti che diventano uno spaccato singolare della città di Milano. Quindi il territorio della commedia è la città di Milano, dove girano personaggi estranei provenienti da altre regioni del mondo, ma anche squisitamente milanesi come Ambrogio, l’astrologo Ngujen, i Vacheros che usano il dialetto come elemento di distinzione e di appartenenza alla città.

7. Argomenti sociologici

Oltre al comportamento dei gruppi (Cammelli e Vacheros), altri argomenti di carattere sociale e comportamentale vengono proposti. Tali sono: l’isolamento del diverso (handicap, alcolismo, zingari); giochi di socializzazione come il ballo e la gara di pattini. Sul valore della comunicazione e quanto oggi sia facile manipolare l’informazione, mi soffermo più di una volta. Rivolgendo tra le battute un invito allo spettatore a non farsi condizionare dai “mass media” e a ragionare con la propria testa.

8. Le canzoni

I testi delle musiche vanno dalla canzone impegnata (“Dream and words”, “Milano”, “Il bianco marmo”), alla fiaba (“Il sole girasole”, “Gitani”), alla canzone romantica (“Alba di un amore”, “Madre benedetta”), alla canzone ironica (“Se sapessi ballare il tango”, “El strolegh”, “La sfida”). Le musiche di Prinelli di conseguenza vanno dallo stile ‘grande orchestra romantica’, allo swing, ai ritmi moderni.

9. Le scene
Tenendo conto dei costi di realizzazione ho cercato di contenere al minimo i cambi di scena. Pertanto tre scene sono interne (scuola di ballo, Parco delle Rose, laboratorio di Lucia) mentre le altre sono ambientate nel Parco Ravizza, esterne quindi ma molto simili tra di loro.


IL SOGGETTO

1. Gli ascendenti del soggetto

Volendo occuparmi di argomenti attuali, mi è sembrato che uno spaccato della metropoli milanese potesse prestarsi bene al mio scopo. A questo proposito West Side Story (WSS) di Robbins-Laurentz e Sondheim con le musiche di Leonard Bernstein, mi hanno suggerito il tema di due gruppi di teppisti in lotta per il controllo di un parco. Anche l’idea di Romeo e Giulietta di Shakespeare, come in West Side Story, mi è sembrata sempre attuale. Ma a differenza di WSS, in cui la trama gira sempre attorno a Maria e Tony, ho voluto proporre una serie di eventi che normalmente succedono in una città, ponendomi nell’osservatorio privilegiato del Parco Ravizza di Milano, un luogo che diventa una passerella di teppisti, di ragazzi per bene che ballano gioiosi, di disabili, alcolizzati, illusionisti, lavoratori, tutori dell’ordine e pensionati. Una presenza costante in tutta la commedia è quella di Ambrogio, un tranviere in pensione, che ha la funzione di collegare le varie scene, ma anche di essere voce della coscienza e rappresentante silenzioso della gente comune.
Argomentazioni di carattere religioso non mi sono sembrate interessanti, anzi avrebbero potuto essere controproducenti, visto che nelle metropoli ormai vive gente con culti diversi. Un brano di musica sacra, vuole comunque rendere omaggio alla Madonna, ma anche a tutte le madri e spose.

2. Il momento storico

Come tutte le grandi città, anche Milano non è stata risparmiata dalle ondate migratorie che puntuali vi si riversano in concomitanza con periodi di magra o postbellici. Negli anni 1950-60, nel capoluogo padano, era arrivata gente che proveniva dal sud Italia; alla fine del 1900 invece è arrivata gente proveniente dalla vicina Albania, dall’Africa e dall’Asia, dando origine a situazioni analoghe a quelle degli anni ’60 e come allora ad un rifiuto da parte degli abitanti milanesi. Ma mentre nel 1960 fu una cosa controllabile, anche sotto il profilo di gestione della sicurezza e del lavoro, oggi è quasi impossibile sia per l’enormità dell’esodo sia perché tra i nuovi arrivati c‘è tanta gente dedita al crimine.
Purtroppo dove esiste malavita esistono anche i morti e nel caso di questa commedia non sarebbe stato difficile creare una scena con il morto. Anzi sarebbe stata la cosa più facile e scenicamente più scontata. Invece ho optato per l’esatto opposto.
Un altro punto che ho voluto proporre è la multietnicità. L’Italia oggi fa parte dell’Unione Europea, dunque il taglio della commedia vuole essere internazionale. Non è quindi casuale, all’interno dell’opera, la presenza di un gruppo di ragazzi extracomunitari (‘Cammelli’).

3. Comportamento positivo

Nel cinema d’oggi il sesso e il sangue sono diventati cosa ordinaria. Oltre alla finzione scenica, il messaggio deve portare una carica riflessiva, indipendentemente da come questo venga proposto. Si assiste così a scene e linguaggi offensivi per lo spettatore che diventa uno strumento in mano a registi e produttori senza scrupoli, che non esitano a propinargli di tutto.
In questa commedia, ho pensato di stupire lo spettatore utilizzando una trama molto semplice: due gruppi che si fanno la guerra e alla fine, di fronte al possibile morto, decidono di evitare il sangue e diventare amici. D’accordo col musicista G.E. Prinelli, si è scelto di vedere tutto come una serie di favole a lieto fine e quando la conflittualità dell’azione diviene prossima a raggiungere l’irreparabile, viene introdotto qualche elemento per sciogliere l’accumulo di tensione.

4. Il linguaggio

Per certi versi, il linguaggio dei giovani del 2000 è nuovo, ma poco lascerà attaccato alla lingua italiana. Quindi volere usare un lessico forte per connotare i ragazzi di oggi, a mio parere, porterebbe il rischio di non essere accettato dal resto della gente matura né di essere riconosciuto dai giovani di domani. Il linguaggio in sostanza segue le mode, ma non le registra. Se Manzoni avesse usato soltanto il linguaggio dell’Ottocento, oggi non sarebbe attuale; ma credo che la stessa cosa sarebbe successa se avesse usato un linguaggio legato ai giovani del suo tempo. Modernismo sì, dunque, ma con un occhio a ciò che potrà essere la lingua tra qualche tempo.

5. Un aggancio al teatro inglese

Shakespeare aveva toccato, tra gli altri argomenti, una filosofia di moda al suo tempo: il nominalismo. L’esistenza di una mia canzone in lingua inglese, già musicata in precedenza da Prinelli, mi ha dato lo spunto per inserire nella commedia un personaggio, Johnny, che disserta sul valore della parola. Un accenno al nominalismo, quindi, ma anche al vangelo di Giovanni che vuole che “In principio erat Verbum…”

6. Uno spaccato di vita milanese

Se è vero che esiste relazione tra questo lavoro e WSS, è anche vero che questa consiste in elementi comuni a tutte le grandi città. Ma a differenza di WSS, qui la scena si muove all’interno di una serie di fatti che diventano uno spaccato singolare della città di Milano. Quindi il territorio della commedia è la città di Milano, dove girano personaggi estranei provenienti da altre regioni del mondo, ma anche squisitamente milanesi come Ambrogio, l’astrologo Ngujen, i Vacheros che usano il dialetto come elemento di distinzione e di appartenenza alla città.

7. Argomenti sociologici

Oltre al comportamento dei gruppi (Cammelli e Vacheros), altri argomenti di carattere sociale e comportamentale vengono proposti. Tali sono: l’isolamento del diverso (handicap, alcolismo, zingari); giochi di socializzazione come il ballo e la gara di pattini. Sul valore della comunicazione e quanto oggi sia facile manipolare l’informazione, mi soffermo più di una volta. Rivolgendo tra le battute un invito allo spettatore a non farsi condizionare dai “mass media” e a ragionare con la propria testa.

8. Le canzoni

I testi delle musiche vanno dalla canzone impegnata (“Dream and words”, “Milano”, “Il bianco marmo”), alla fiaba (“Il sole girasole”, “Gitani”), alla canzone romantica (“Alba di un amore”, “Madre benedetta”), alla canzone ironica (“Se sapessi ballare il tango”, “El strolegh”, “La sfida”). Le musiche di Prinelli di conseguenza vanno dallo stile ‘grande orchestra romantica’, allo swing, ai ritmi moderni.

9. Le scene

Tenendo conto dei costi di realizzazione ho cercato di contenere al minimo i cambi di scena. Pertanto tre scene sono interne (scuola di ballo, Parco delle Rose, laboratorio di Lucia) mentre le altre sono ambientate nel Parco Ravizza, esterne quindi ma molto simili tra di loro.


Il cammello amaranto

PARTE PRIMA

Primo quadro
Il sipario si apre sull’interno di una scuola di ballo dove il maestro Rubens sta tenendo lezione. Gli allievi sono in posizione ed eseguono gli esercizi in maniera svogliata. È presente Johnny, un americano che vive a Milano, che studia canto ed è un appassionato di flamenco. Rubens per stimolare i suoi allievi propone loro di partecipare ad una gara di ballo moderno che quella sera stessa avrà luogo al Parco delle Rose. Il titolo in palio sarà quello di “Re e Regina della bossanova”. Allo scetticismo dell’amico americano fa controaltare la fiducia di Rubens nei suoi allievi e nel proprio insegnamento.
L’orchestra esegue “Just for”, un pezzo di bossanova che i ragazzi ballano magistralmente.

Secondo quadro
Ambrogio, tranviere in pensione, è seduto su una panchina del parco. Entrano due gruppi di teppisti che si disputano il controllo del luogo. Sono i “Cammelli”, un gruppo formato da extracomunitari, che obbediscono all’albanese Kodra e indossano una casacca con un cammello ricamato sul dorso, e i “Vacheros”, una formazione di milanesi, in parte di origine meridionale, con a capo Sturnel. Lo scontro è verbale.
Si introduce nella scena Peder, un barbone sputasentenze che ce l’ha col mondo. I due gruppi per un momento si alleano per deriderlo. L’uomo è sagace e invita tutti a smetterla perché tanto alla fine ci sarà spazio per tutti. Allo stupore dei gruppi fa contrappeso la sua sicurezza e l’ammonimento di non abusare dell’alcol. In quel momento passa Johnny, che prende parte alla discussione. Racconta un pezzo del suo passato e si sofferma sul valore della parola come origine della comunicazione ed essenza della vita stessa. Canta “Dream and words”.

Terzo quadro
Ambrogio è seduto su una panchina, intento a leggere il giornale, disturbato dagli schiamazzi dei teppisti. Il vigile Calorio e il comandante Fossone ispezionano il parco. Fossone dice di sapere che da quelle parti girano strane facce di galera. L’affermazione è mitigata da Calorio che tende a minimizzare il giudizio. Fossone ha il sospetto che il figlio del vicino salumiere abbia problemi e che una di quelle sere hanno dovuto portarlo al Pronto Soccorso. A ridurlo male è stato Sturnel, cugino di Serafina, una tranquilla fanciulla frequentata dal ragazzo. Da un semplice diverbio sono passati alle mani e il ragazzo ha avuto la peggio. Lo spazzino Gennaro lamenta la mancanza di ordine e pulizia nel parco.
Si ode un certo trambusto, sono i ragazzi della scuola di ballo che si esercitano per la gara del Parco delle Rose. Katia e Janira discutono sui possibili compagni per la gara e su un astrologo che frequenta il parco. I due vigili mandano via i ragazzi. Giungono Frank e Lucia che non trovando il resto della compagnia decidono di ballare insieme e schernendosi cantano “Se sapessi ballare il tango”.

Quarto quadro
Nel parco, a futura memoria, viene posata una stele di marmo per ricordare l’operato di un’associazione di volontariato. Ad inaugurarla è un assessore che tiene un breve discorso di circostanza. È presente un piccolo coro che canta “Il bianco marmo”. Tra i presenti ci sono Nanon del Vigentin, e alcuni ragazzi. Ambrogio cerca di dimostrare quanto sia cambiato il mondo. Si sofferma su un articolo di giornale che riferisce di un giovane che praticando la sua corsa mattutina sui binari della metropolitana, viene investito dal convoglio. Nanon, che ha fama di essere stupido, dimostra come i mass media manipolano l’informazione. Il discorso dei due verte sul cambiamento della città e Ambrogio canta “Milano”.

Quinto quadro
La scena si apre sul Parco delle Rose. È sera e un’orchestrina accompagna Gloria Lory che canta “Gitani”. Sono presenti gli allievi delle scuole di ballo di Rubens e di Athos, diverse coppie formatesi al momento e il gruppo dei Cammelli. Ha inizio la gara per la conquista del titolo. Dopo l’esibizione delle scuole, il presentatore invita tutti a partecipare. Frank si esibisce con Lucia. Arrivano i Vacheros che cominciano a spaccare qualche sedia. Lo spettacolo si interrompe. Entrano Fossone e Calorio e i due gruppi si disperdono. La scena chiude con Frank e Lucia che iniziano la loro storia d’amore.


PARTE SECONDA

Primo quadro
Frank e Lucia fanno alcune considerazioni sul fatto che la loro scelta di mettersi insieme non sarà certo bene accolta dai rispettivi gruppi. Frank sostiene che i Vacheros sono razzisti. La ragazza dice di non credere al loro razzismo, anche perché quasi tutti sono di origine meridionale come lei. È convinta che tutto dipenda dal tipo di educazione ricevuta. I due giovani duettano in “L’alba di un amore”. Frank riferisce che i Cammelli hanno cercato di coinvolgerlo nei loro giri illeciti, ma lui ha rifiutato, accettando di fare lavori umili per campare. Ora che ha conosciuto Lucia ha una valida ragione per continuare a lavorare duro, ma contento. Passano Kodra ed alcuni “Cammelli” e vedendo insieme i due ragazzi, esprimono il loro dissenso in maniera minacciosa.

Secondo quadro
Ambrogio è seduto su una panchina del parco e sta leggendo una rivista. Cecco, un ragazzino spastico spinto in carrozzella, gli si avvicina. È divertito e fa cenni indicando la copertina della rivista sulla quale è raffigurato un girasole. Viene invitato a spiegare cosa lo renda così interessato. La risposta viene dall’accompagnatore: là vicino c‘è un campo di girasoli dove lui porta Cecco per poterli ammirare. Alcuni ragazzi si aggregano. Ambrogio canta “Il sole girasole” che i ragazzi mimano con la danza. Racconta della schiusa di un campo di girasoli e della loro somiglianza con gli uomini.

Terzo quadro
Ngujen, un astrologo milanese tibetano, come egli ama definirsi, gira per il parco. Invita una signora che si trova lì affinché si presti alla lettura della mano e canta “Milanes tibetan”. Le annuncia che avrà un parto plurimo. La donna meravigliata dice di non essere sposata e che, data l’età, non avrà più molte probabilità. Alla risposta della donna l’astrologo si indispettisce e abbandonandola si rivolge prima a Katia e Janira e poi a Gunter ed Eva, due alcolisti giunti in quel momento. Intuito lo stato di Gunter, l’astrologo diagnostica che la sua malattia non risulta tra quelle scritte nel libro delle stelle. Gunter spiega che l’alcolismo è una malattia diversa dalle altre perché, ancor prima di colpire il corpo, colpisce l’anima.

Quarto quadro
La scena si apre sul laboratorio di Lucia. È andata a trovarla l’amica Serafina. Discutono del gruppo dei Vacheros e delle minacce di Kodra. Dice che Sturnel non è il tipo che incassa facilmente e che se non si troverà una soluzione finirà male per tutti. Serafina riferisce che in mezzo ai due gruppi c‘è qualcuno armato. Intanto parlano di Frank che vuole dissociarsi dal suo gruppo. Giunge Katia e riferisce che Sturnel vuole lasciare un segno pesante a uno dei Cammelli. Entra Bruno e apprende che la cugina Lucia e Frank stanno facendo sul serio. Le promette che il giorno che si sposerà andrà al suo matrimonio e le anticipa “Madre benedetta”, il pezzo che le dedicherà per l’occasione. Intanto Katia suggerisce di orientare i termini di una possibile sfida. Sa che Sturnel è un bravo pattinatore e lo è pure Frank; perché non limitare a loro due la sfida? Per il bene di tutti sarà la stessa Lucia a convincere Frank, mentre Katia si farà carico di indurre Sturnel ad accettare.

Quinto quadro
I Cammelli e i Vacheros si ritrovano al parco e si lanciano schermaglie. Si sfidano e Bruno propone a Sturnel, già istruito da Katia, affinché affronti uno dei Cammelli in una gara di pattini a rotelle. Chi vincerà avrà il controllo del parco. Kodra manifesta dubbi sulla lealtà di Sturnel, pertanto si dichiara disponibile a patto che quella prova sia leale, unica e decisiva. Chi vincerà porterà la sua vittoria a tutto il gruppo e non ci saranno ulteriori sfide. Stabilite le regole e le figure che dovranno essere eseguite, i due contendenti vanno a procurarsi i pattini da un vicino noleggiatore.

Sesto quadro
Sono presenti i Cammelli e i Vacheros, Lucia, Serafina e Katia. Anche Johnny ed Ambrogio assisteranno alla gara. I due gruppi cantano la prima parte della “ Sfida”. Kodra ricorda le regole della gara. Parte per primo Sturnel e, ripetendo gli stessi esercizi, lo segue Frank. Ma durante l’esecuzione dell’ultimo esercizio, Frank cade battendo la testa. Kodra si precipita sull’amico, Lucia è disperata. Qualcuno chiama un’ambulanza. Arriva il comandante Fossone che, credendo morto il giovane, blocca i presenti cercando subito eventuali responsabilità. Intanto arrivano due militi della Croce Rossa con una barella e mentre i due stanno verificando lo stato dell’incidentato, questi riprende conoscenza. I gruppi cantano insieme la parte finale della “Sfida”, con la proposta di diventare amici.


IL CAMMELLO AMARANTO

I PERSONAGGI (in ordine di apparizione)

  • VACHEROS gruppo di teppisti milanesi che rispondono a Sturnel.
  • CAMMELLI gruppo di teppisti formato da extracomunitari che rispondono a Kodra.
  • ALLIEVI della scuola di Rubens.
  • RUBENS brasiliano che gestisce una scuola di ballo moderno a Milano.
  • JOHNNY americano, amico di Rubens; studia canto.
  • LUCIA ragazza milanese, fa la ricamatrice e balla col gruppo di Rubens. È cugina di Bruno e frequenta i Vacheros.
  • FRANK ragazzo del gruppo dei Cammelli. Frequenta la scuola di Rubens.
  • AMBROGIO tranviere in pensione.
  • KODRA albanese, capo del gruppo dei Cammelli, che vive da tempo a Milano.
  • STURNEL milanese, capo del gruppo dei Vacheros.
  • PEDER barbone.
  • FOSSONE vigile di quartiere.
  • CALORIO vigile di quartiere.
  • SERAFINA una sartina del gruppo dei Vacheros, frequenta la scuola di Rubens.
  • GENNARO operatore ecologico.
  • JANIRA Sorella di Kodra, frequentatrice della scuola di Rubens.
  • KATIA studentessa che fa parte dei Vacheros e frequenta la scuola di Rubens.
  • BRUNO cugino di Lucia, frequenta i Vacheros.
  • GLORIA LORY cantante del “Parco delle Rose”.
  • UN ASSESSORE del comune di Milano.
  • NANON DEL VIGENTIN sempliciotto ma non troppo.
  • TONY presentatore di spettacoli.
  • SCUOLA DI ATHOS Scuola di ballo moderno.
  • CECCO bambino spastico.
  • ACCOMPAGNATORE di Cecco.
  • NGUJEN astrologo.
  • UNA SIGNORA frequentatrice del parco.
  • GUNTER e EVA alcolisti.
  • DUE MILITI della Croce Rossa.


- L’azione si svolge a Milano, ai nostri tempi –

PRIMA PARTE

L’azione ha inizio di sabato mattina.

Preludio

Attacco dell’orchestra con un pezzo di ballo liscio e successivo passaggio ad un cha-cha-cha.


Primo quadro

Il sipario si apre sull’interno di una scuola di ballo. Ragazze e ragazzi sono in posizione e cominciano la lezione. Il maestro è Rubens, un brasiliano esperto di balli moderni.

L’orchestra tace.

RUBENS: Forza ragazzi, ché siamo quasi alla fine. Due passi avanti, uno indietro e ancora un passo indietro strisciato! Su, Cristina! (Poi rivolgendosi a tutti) Ma cosa avete oggi? Su, dunque! (Mostrando i passi del ballo) Avanti, avanti, indietro e opla! Prova tu, Gippo! Uno, due, tre e… quattro. Su le gambe, ragazzi, non le avrete mica di legno?

Entra Johnny
JOHNNY: Ciao a tutti!
RUBENS: Ciao Johnny; fa’ vedere a questi rammolliti come si balla! (i ragazzi continuano a muoversi in scena ripetendo liberamente i passi del ballo)
JOHNNY: Questa non è la mia specialità, lo sai no? Io ballicchio il flamenco. (si esibisce in alcuni passi e figure di flamenco)
RUBENS: (riprende il ballo di Johnny, quasi a volere dimostrare come bisogna ballare il flamenco e prosegue con un pezzo di bossanova, eseguito molto bene dai ragazzi. I ragazzi fanno ala, battendo il ritmo con le mani) Che ne pensate? Ve la sentireste di partecipare alla gara di ballo del Parco delle Rose? Potremmo fare bella figura, con un po’ più d’impegno. Là partecipano i soliti, ma quest’anno gli lasceremo la stecca.
JOHNNY: Pensi davvero di farcela?
RUBENS: Perché no?
JOHNNY: Al Parco delle Rose si balla sempre il liscio, e voi siete bravi nei balli moderni. Per il tango e il valzer ne dovete consumare ancora di scarpe!
RUBENS: (risentito) Vuoi mettere in dubbio le mie capacità di danseur?
LUCIA: (con tono rafforzativo) Certo che sì.
RUBENS: Ho già vinto parecchie gare di ballo liscio. Due a livello nazionale con Rosella Scala, la stessa che ora segue l’Accademia di ballo classico di Vienna.
JOHNNY: (per scusarsi) Non ho certo dubbi sulle tue capacità personali.
RUBENS: (con una punta di orgoglio e di difesa del suo lavoro) E questi ragazzi sono i miei allievi. “Talis pater, talis filius”, anzi spero che qualcuno possa diventare più bravo del maestro.
JOHNNY: Rubens, ti ripeto che non ho dubbi sulle tue qualità, ma mi sembra di capire che le gare tu vuoi farle con queste belle facce (indicando il gruppo). Mi pare giusto che il mio giudizio vada incollato a loro, ... non a te.
LUCIA: (risentita e con aria di sfida) Tu pensi che in questa scuola non ci sia gente capace di ballare il liscio?
JOHNNY: Più o meno è questo il senso.
LUCIA: Ma perché voi americani siete fatti tutti con lo stampino? La pensate tutti alla stessa maniera: se esiste sulla faccia della Terra qualcosa di buono, quello deve essere per forza americano. Tutto il resto del mondo deve venire a scuola da voi.
JOHNNY: In questa scuola, secondo me, conoscete il ballo moderno, ma non il classico, che è fatto di molta preparazione e altrettanto sacrificio. (cambiando tono di voce) Altro che frequentare i corsi di ballo per passatempo. Il ballo liscio richiede una grossa dote ed una predisposizione naturale. Qualità che io qui, almeno fino adesso, non ho visto abbondare.
RUBENS: (comprensivo) Capisco cosa intendi dire, Johnny; ma io sono convinto che il ballo oltre a essere una esibizione per virtuosi, deve essere anche un’occasione per divertirsi, al di là delle regole ferree alle quali tu vorresti sottoporre questi ragazzi che vengono qui per imparare qualche passo e poi trovarsi fuori e fare conoscenza con gente che ha gli stessi interessi.
JOHNNY: Sono d’accordo. Ma allora una cosa è frequentare una scuola di ballo per divertirsi, altra cosa è prepararsi per una gara. Le parole hanno dei significati ben precisi: il ballo classico, e anche il cosiddetto liscio, hanno regole che sono molto diverse dal ballo latino-americano, dal ballo acrobatico, e tutti gli altri.
LUCIA: Troppa televisione, Johnny!
JOHNNY: Non afferro.
RUBENS: (canzonatorio verso Johnny) Mi sembra che tu voglia giocare con le parole.
LUCIA: In televisione si vedono ballerini, con abiti impeccabili, sempre perfetti nei movimenti. (quasi parlando a se stessa) Ma quelli forse dormono ballando e ripetendo all’infinito i passi stabiliti.
RUBENS: C‘è anche da considerare che quelle coppie di solito sono fratelli e sorelle, o mariti e mogli. Voglio dire che non hanno bisogno di chiedere alle mamme il permesso di uscire per andare ad una scuola di ballo, come nel nostro caso.
UN ALLIEVO: (indicando con la mano Johnny) Mi è difficile seguire il discorso dell’americano.
LUCIA: E tu non seguirlo.
UN ALLIEVO: In sostanza io dovrei seguire i consigli di uno che dice di sapere ballare solo il flamenco. Ma allora perché non ci dimostra cos‘è questo superlativo ballo liscio all’americana! (col tono di chi vuole tagliare corto) Io ballo come so ballare e visto che il mio scopo è quello di imparare a fare quattro salti in compagnia, dico che mi sta bene così. (gesti di assenso da parte degli altri allievi)
LUCIA: Rubens, com‘è la storia della gara del Parco delle Rose?
RUBENS: Ah sì. Si tratta di una gara di ballo moderno, che sarà tenuta stasera e saranno eletti il “Re e Regina della bossanova”.
JOHNNY: Come non detto. Io credevo che si trattasse di una gara di ballo liscio.
RUBENS: La gara si svolgerà a coppie. E io credo che nella nostra scuola riusciremo a mettere insieme diverse coppie. Ad ogni modo non c‘è da preoccuparsi troppo perché le coppie potranno essere formate direttamente al Parco.
UN ALLIEVO: (rivolto alle ragazze, con l’aria di compiacimento di chi spera di trovare una nuova partner) Con quelli delle altre scuole?
LUCIA: (rivolgendosi a Johnny) E visto che noi balliamo per divertirci, almeno il divertimento sarà garantito.

(L’orchestra esegue un sostenuto “Just for”, un pezzo di musica moderna che i ragazzi colpiti nell’orgoglio eseguono con molto impegno.)

- Buio in scena mentre l’orchestra continua i suoi ritmi. –

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