Nella seconda ricorrenza della scomparsa di Benedetto Di Pietro, in corso di stampa i suoi scritti dialettali inediti


Nella seconda ricorrenza della scomparsa di Benedetto Di Pietro, in corso di stampa i suoi scritti dialettali inediti

di Giuseppe Foti

«Benedetto Di Pietro (1942-2019) occuperà un posto notevole nella storia della cultura sanfratellana per molti motivi, ma in particolare per aver contribuito a porre una pietra miliare nella conoscenza del dialetto galloitalico di San Fratello, intervenendo in maniera determinante sulla fissazione del suo sistema ortografico». Tratte dalle pagine incipitarie della raccolta dei suoi ultimi progetti (Benedetto Di Pietro, “Scritti dialettali inediti”, Milano, Montedit, Collana Apollonia, in corso di stampa), queste parole pongono l’accento sul valore della figura e dell’opera dell’illustre autore sanfratellano. In concomitanza con il secondo anniversario della sua scomparsa, che ricorrerà lunedì prossimo 18 ottobre 2021, è quindi motivo di grande gioia poter informare i lettori, e gli amici sanfratellani soprattutto, dell’imminente edizione dei suoi scritti non ancora pubblicati o di difficile reperimento.
Ogni comunità può comprendere la configurazione del presente solo rivolgendosi alla propria storia; questa, specie nelle piccole realtà, poggia quasi esclusivamente sulla trasmissione della memoria del suo popolo che, se fortunato, la vedrà raccolta negli scritti dei cultori locali, come avvenuto molte volte per San Fratello. La memoria, per sua natura individuale o familiare, diviene tuttavia condivisa, attraverso l’apprezzamento del lettore. Questo è certamente successo nell’esperienza intellettuale di Benedetto Di Pietro, grazie allo sguardo schietto, mai retorico, con cui ha ritratto, in chiave letteraria, i ricordi del suo passato. La ricerca del punto da cui tutto è partito, per tentare di colmare la distanza tra presente e passato, sembra infatti la cifra caratterizzante la poetica dello scrittore di San Fratello, la cui attività culturale si è sviluppata in gran parte alle porte di Milano, dove emigrò insieme ai genitori nel secondo dopoguerra. Per esprimere questa specifica tematica – Di Pietro fu anche apprezzato scrittore in lingua – il Nostro scelse diversi generi letterari (la poesia, la narrativa, la paremiologia, la ricerca etnografica e toponomastica e, in qualche misura, persino la traduzione), ma privilegiò un solo codice: il dialetto settentrionale di San Fratello, la lingua della memoria. Il ricorso al dialetto solleva, tuttavia, la questione ortografica, quasi sempre trascurata dai poeti vernacolari, non solo sanfratellani, e risolta a favore di grafie foniche, poco coerenti e comunque insufficienti. Il problema ortografico è invece centrale per lo scrittore Di Pietro, fin dal 1995, anno in cui appaiono le sue prime undici poesie sanfratellane, nell’antologia “Charybdis, poesia messinese in dialetto”, a cura di Giuseppe Cavarra (Intilla Editore), in cui i testi in sanfratellano saranno scrupolosamente affiancati dalle rispettive trascrizioni fonetiche. La questione sarà risolta, come ormai noto, nel 1999 con la pubblicazione di uno dei libri più intensi di Benedetto, “Â tarbunira” (Il Lunario – Progetto galloitalici/Testi letterari). Nel saggio introduttivo della raccolta di poesie, il linguista Salvatore C. Trovato, professore emerito nell’Università di Catania e massimo studioso dei dialetti galloitalici della “Sicilia lombarda”, illustrerà il sistema ortografico del sanfratellano, maturato dal lavoro svolto insieme a Benedetto.
Tra i meriti di quest’ultimo, accanto all’infaticabile attività autoriale – dal 1995, Benedetto ha dato alle stampe dieci opere nel dialetto galloitalico di San Fratello e ha ispirato o curato la pubblicazione di altri cinque libri di autori sanfratellani – non si può qui trascurare l’impegno nella promozione culturale locale. I suoi contatti con numerosi professori universitari, giornalisti, scrittori, critici letterari, direttori di testate – spesso passati da stimate collaborazioni a veri rapporti di amicizia – hanno offerto ai progetti dell’autore sanfratellano un respiro ampio e una prospettiva non localistica. In questo senso, si pensi soprattutto all’ideazione e alla magistrale direzione della “Collana Apollonia” della casa editrice Montedit di Milano, di cui Benedetto fu storico collaboratore. La collana, che ha riavviato recentemente le sue edizioni con l’approfondita “Bibliografia sui Santi Fratelli Martiri Alfio, Filadelfio e Cirino” del professore Benedetto Iraci, si appresta adesso ad ospitare gli scritti più recenti dell’ideatore, nel segno della sua idea di sviluppo culturale e valorizzazione dell’alloglossia sanfratellana che ha sempre preso le mosse dalla centralità della sua comunità linguistica. Con queste premesse sono già in preparazione nuove pubblicazioni di cui daremo presto notizia.
In conclusione, è doveroso tornare ad esprimere, anche in questa sede, l’auspicio che la figura e l’opera di Benedetto Di Pietro siano opportunamente ricordate, attraverso ogni iniziativa utile. Tra queste, non si può che apprezzare la notizia dell’intenzione di intitolare un fondo bibliotecario a suo nome, ad opera dell’Amministrazione comunale, su fattiva proposta del gruppo degli animatori della pagina Facebook “San Frareu – Zzea parduoma u dialott dû nasc paies”, la cui nascita fu ispirata dallo stesso Benedetto. Un importante convegno promosso dall’“Associazione Progetto Galloitalici”, nella persona del suo presidente, professore Salvatore C. Trovato, in programmazione da tempo, è stato solo procrastinato per l’emergenza da Covid 19.
Nell’attesa di questo evento, sarà intanto cura di chi scrive rendere noto il momento della stampa del nuovo libro di Benedetto Di Pietro, informando i suoi numerosissimi amici ed estimatori, presenti oltre che a San Fratello, Melegnano e Cerro al Lambro, luogo di residenza, anche nel resto d’Italia e fuori dai suoi confini.
La commemorazione della figura del carissimo Benedetto non si ferma, quindi, al solo ricordo e, se la già cospicua produzione letteraria in dialetto sanfratellano si accrescerà nel solco da lui tracciato, proveremo tutti la gioia di aver bene operato, contribuendo a dare continuità al suo prezioso lavoro.

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