Antologia del Premio letterario Francesco Moro Sartirana Lomellina 2009

di

Autori Vari


Autori Vari - Antologia del Premio letterario Francesco Moro Sartirana Lomellina 2009
Collana "Le Schegge d'Oro" - Le Antologie dei Premi Letterari
15,5x21 - pp. 60 - Euro 18,00
ISBN 978-88-6037-8705

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MARCO BORRUTO CARACCIOLO

Opera Segnalata dalla Giuria

L’anima profonda del mondo

Hanno detto…
che un mondo ha molte facce,
ma c’è quello che ti passa accanto
e di mistero è segnato il suo volto.
Hanno detto…
che la via del futuro è insidiosa
ed in ogni istante,
un lampo di paura
si frapporrà
nel tuo cammino.
A lungo ho pensato…
mille mondi col mio cuore ho cercato.
Camminando dalla vetta originaria,
inchinandomi davanti al tempio dell’aspetto,
sino alla culla più profonda del desiderio,
non un attimo di vita
ho bruciato
seguendo quanto di soave lasciava
la tua scia.
A lungo ho pensato…
non un mondo dorme sotto le radici della ragione.
Quando ti accorgi
che il mondo che ti arde dentro
è pura illusione,
ricorda quello in cui da sempre
ho creduto:
Un mondo…
Una vita…
Un solo cuore.


ELISA BRASCA

Premio Speciale della Giuria

I cocci di una vita

I cocci di una vita
la loro forma riprendono nell’al di là
ma ad occhi chiusi guardo indietro
e ti ritrovo.
Quante parole sembrano vuote
quanti pensieri si rincorrono
senza dare tregua ad un corpo inerte.
Solo lo spirito combatte
una realtà non voluta.
L’animo si strugge
per i sentimenti mai confessati
per i baci mai dati
per i sogni passati irrealizzati
per i sogni futuri inesistenti
per quell’attimo in cui tutto era perfetto
che solo il ricordo può mantener vivo.
La nebbia non deve scendere ad ovattare
ciò che fa male di questo passato
ci dà un motivo per lottare
affinché il rimpianto non vinca sulla vita.
Quanta fatica per accettare
ciò che a noi non è dato cambiare.
Solo il monito rimane.
I cocci di una vita
la loro forma riprendono nell’al di là.
Ma apro gli occhi
e so che sei qui
presente ma assente nella vita.
Ma tu sei qui.
A farci ricordare.


PAOLO CASTAGNO

A R.

Ricordi quante navi
salparono dalla tua bocca?
eppure nessuna poté
dire l’indicibile, evadere
dai campi odorosi del papavero…
nell’oblio delle tue acque
si svolse tutta la storia
che aprì le ali per nuove fughe…
ed io, lontano dalle tue strade,
per sempre chiamo il tuo nome,
sino alla fine delle dune
e dei gigli d’acqua.


Primo Maggio

Primo Maggio. Perdono peso
anche le cose più leggere, come le mie parole.
Il demone Machlat danza sui tetti
per paura di specchiarsi nel canale
e ritrovarsi più bello.
Ed io mi trovo sospeso a metà,
tra l’imbecillità del voler conservare,
ed il piacere, sottile, del poter rivedere.


VALERIA DONNO

Opera Segnalata dalla Giuria

Amare…

Vorrei cancellare il tuo passaggio
come su un foglio un errore di ortografia…
… ho accolto te… stanco
di un cammino senza meta…
girovagare alla ricerca continua
di un essere riflesso…
immagine che sbiadisce tra le
le pagine del tempo…
vita irrequieta e, … scaltra…
Ho preparato cibi speciale
per nutrire l’anima…
e, alla mia tavola imbandita a festa
giocavi a piegare i sogni…
costruivi, progettavi e, stringevi mani
aperte a domani… seppellite già a ieri…
la tavola è ancora apparecchiata
resti, avanzi… rovine… cuore… storie…
briciole naufragate… e, tu
via… come una giostra alla prossima festa!…


La nostra storia

Sguardi rubati
ad una vita che non m’appartiene…
carezze trafugate ad un vento di primavera…
dolcezza infinita…
nel pensiero altri volti…


LUISA FODDAI

Volo spezzato

Chi ha mai detto che gli angeli
aleggino solo in celesti dimore?
Qui sulla terra io ho incontrato il mio
Non aveva ali, ma volava alto.
Troppo alto!!
Dove nessun nibbio potrà mai arrivare
Non aveva veste aurea e impalpabile
ma si copriva di utopici sogni
trasparenti ideali
limpide speranze,
temute
rinnegate
offese!
Occhi ciechi, orecchie sorde
menti e cuori affetti dall’antico male
non hanno visto
non hanno udito.
Deboli braccia ferite non l’hanno saputo
tener stretto e piangenti han sciolto l’abbraccio
lasciandolo volar via…
Un cielo orfano stillerà infinite lacrime di rugiada,
un Sole offeso negherà il suo calore
Una terra sterile e avara partorirà
fiori neri, inodori,
frutti eternamente acerbi
L’amaro profumo della sconfitta ci inonderà
e tu…
mia eterna compagna sarai…
struggente nostalgia!


MARGHERITA NAZZARRO

1943-1953: Gli anni contati sulle dita

In scarponi larghi di misura, tessute d’ortica le calze pungenti
Alla guerra in piazza ci uccidevamo con acqua di fontana.
Noi fiori selvatici come di cicoria venuti su in aiuole sfatte
Eravamo madri di bamboline rotte avvolte in fazzoletti rossi partigiani.
Fiabe di vecchi a parlarci di bandiere,
Bandiere sconosciute come il mare,
Come voce di qualcuno che non tornava…
Non tornava mai!…
tra neve e fieno nello scandire di stagioni
Seduti sulla panca i vecchi ancora,
Ancora a raccontarci fiabe di bandiere nuove
Che noi avremmo sventolato un giorno.
Nel vestito della festa striminzito, contando gli anni sulle dita,
Venne quel giorno e non fummo più bambini.
Noi nati nella guerra: fummo mai bambini?


1960: Profumava d’erba e muschio quel tempo indefinito – Quando di sera il cielo si fa rosso – Tu m’insegnavi vecchio…
E l’abito dimesso che indossavo
Come piume sgualcite d’un triste merlo
Abbellivo di foglie: Le più belle erano rosse.
Profumava d’erba e muschio quel tempo indefinito…
Tu mi dicevi vecchio… poche parole appena,
Colmavo lunghi i silenzi di rime sdolcinate
Lo sguardo di colore acceso
Ed ombra improvvisa di cui meravigliarmi,
Solo di grigio smorto era la tua barba vecchia
E l’abito dimesso che indossavo.


MASSIMILIANO SONSOGNO

Opera 8^ classificata

AAA Cercasi genitori

(a M., dopo l’aborto)

Vittima ancor prima di essere giudicato;
alato prima di aver fatto il primo passo;
amato prima di aver mosso
medici e dottori
per metter fine ai dolori
dei più egoisti tra tutti i genitori.
In alto,
con il cielo fra le mani
e negli occhi i sette mari.
Vincitore di un appalto
per trovare l’amore di Dio
dove ormai la “d” è scomparsa
perché rimanga solo “io”


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