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Stefania Clerici - Zubi zuri - Poesie 2003-2008
Collana "I Gigli" - I libri di Poesia 14x20,5 - pp. 136 - Euro 8,50 ISBN 978886037-7081 Clicca qui per acquistare questo libro In copertina e all’interno fotografie di Fernando Mattaboni Ringraziamenti Questo libro è nato grazie al contributo dell’Amministrazione Comunale di Lurano, alla sensibilità del Sindaco Dimitri Bugini e della bibliotecaria Alessandra Rabaiotti, che fa fiorire di cultura le biblioteche da lei curate come giardini.
Introduzione In un periodo in cui a “vincere” sembrano essere i reality, le fiction e le soap-opera, incontrare una giovane poetessa convinta assertrice del “bello della parola” può essere considerata una fortuna. Bugini Dimitri Prefazione Non pesa la materia in queste poesie di Stefania Clerici, dove l’esperienza personale è trasfigurata in una raffinata stilizzazione cromatica e musicale. È come se la vita, quella reale ed oggettiva cioè, ed il vissuto, vale a dire la vita come la percepisce la coscienza, venissero trasferiti e proiettati in un altro piano, non dico astratto (ché la poetessa non perde mai la densità figurativa), ma certamente più ideale e trascendente. Un meccanismo da poesia pura ed ermetica, insomma. Non mancano difatti i correlativi oggettivi, capaci talora di antropomorfizzarsi, e neppure un certo gusto per il gioco verbale e fiabesco, un po’ palazzeschiano e lamarquiano, per non parlare poi di alcuni esiti surrealisteggianti; per fortuna, leggeri e agili, non pesanti e forzati, come nella poesia eccessivamente orfica. Si vede che Stefania Clerici conosce bene l’indole sperimentale e fondamentalmente colta oltre che metaletteraria della poesia moderna, da lei attraversata e assimilata prima di tutto come lettrice e poi come autrice. La parola più ricorrente è “sogno” e questo è una spia interpretativa che rivela la vocazione visionaria della poetessa, portata ad evadere subito in una dimensione parallela dove l’esperienza si trasfigura e si stilizza, nobilitandosi esteticamente grazie a parole, sonorità ed immagini opportunamente scelte e calibrate. Questa soluzione è tipica di chi a livello esistenziale non accetta ancora la realtà nel suo darsi immediato e nella sua drammatica interezza e deve quindi continuamente correggere e rimodellare la percezione delle situazioni. Tutta colpa di un certo Petrarca che ha insegnato ai poeti a selezionare la materia ispirativa e a raccontarsi attraverso eleganti maschere. Niente di male in ciò: questa scelta è senza dubbio illustre e condivisa, ma ha i suoi limiti. Il passo successivo sarà allora scrivere una poesia meno lirica e più prosaica, non tanto nell’aspetto, ma nello spirito. Non aver paura, cioè, di raccontare la reale rerum natura, di dire le cose come stanno, liquidando quelle seducenti e irresistibili maschere che sono le metafore. La grande risorsa della poesia di Stefania Clerici è l’occasionalità delle sue liriche: luoghi, viaggi e persone, spesso dedicatarie dei componimenti. Trovo che l’occasione sia la forza sincera della poesia perché la redime dalle forzature intellettualistiche di raccolte a tesi o “a programma” con la linfa di un vissuto radicato. Una genesi così della poesia riconduce la scrittura ad un mondo autentico di relazioni e di incontri, tutta una rete di esperienze decisive, dove le emozioni dei contatti fanno sentire la propria energia irraggiandola tra le righe. L’urgenza del dialogo pervade e motiva la poesia di Stefania Clerici, persona cara a chi la conosce proprio per la sua luminosa cordialità. Luigi Picchi Zubi zuri - Poesie 2003-2008Apparizioni e incontri
A Fernando Sulle scogliere dei prati Agosto 2003
A Giovanna Il tuo maglione Agosto 2003
Dove vai in vacanza Agosto 2003
Ad Alessandra Svetta di mistero 9 settembre 2003
Cristalli di rocca 9 settembre 2003
A Francesca Scolpite nell’aria e nell’acqua 10 settembre 2003
Tra ostinazione e dolcezza Novembre 2003
Ho inseguito la strada 27 dicembre 2004
In giorni nuvolosi Dicembre 2003
Mi hai raccontato 2 febbraio 2004 Contatore visite dal 23-02-2009: 4816. |
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