In copertina: «La sposa di Matera» fotografia digitale rielaborata di Patrizia Ceccarelli

Pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori in quanto la silloge è Segnalata dalla Giuria nel concorso letterario Jacques Prévert 2014

«Leggere queste poesie è un po’ come tirare il fiato dopo una lunga e bella corsa: fermarsi, sentire il respiro che rallenta, assaporare la quieta stanchezza dei muscoli, guardare il cielo che sembra sempre un po’ più aperto, sentire il vento che soffia, anche quando è sottile e silenzioso. Perché sono poesie dallo sguardo ampio e dal fiato lungo, la cui brevità è contraddetta ed espansa dalla lunga eco di ogni parola. Sono poesie armoniose e semplici, che parlano di vita interiore profonda e placata, anche quando vi si affaccia il dolore: che è comunque un dolore rotondo, intero, assaporato dal cuore come una tonda, dolce caramella; un dolore che non lacera ma viene trattenuto affinché, dopo, possa insegnare a ricucire, ricomporre, sanare. Molte cose si possono trovare in questi versi: la ferita e il conforto, la ricerca e la perdita, l’appagamento e la contemplazione dell’assenza. Ma ogni cosa si tiene e ricongiunge in immagini che puntano sempre, diritte e ferme, verso l’essenza del cuore e la pulizia dell’anima».

Olivia Trioschi
Presidente del premio letterario Prévert» sezione poesia

a Osvaldo

mentre brucia

Soffiaci sopra
a questo cuore
che brucia di paura di rancore.
Hai mani bianche
hai mani grandi
abbastanza
per diventare la mia casa nuova
la stanza luminosa
dove alla fine mi ritrova
la speranza.

le notti maggioline

Mi batte nel petto
il tuo cuore.
Mi stendi al sole l’anima
dalle tue mani posso mangiare.
Ogni mattina
intessi
la trama fine dei miei pensieri
un cuscino di sogni prepari
per le mie notti maggioline.

ci scusiamo per il disagio

Noi camminiamo adagio
e non teniamo il passo della vostra indifferenza
disinvolta.
Chiediamo scusa;
noi ci fermiamo
e ritorniamo sempre indietro,
un ricordo alla volta,
noi che inciampiamo
nei fili sfilacciati di pochi sogni
lisi.
Noi che siamo confusi
e le speranze raccattiamo
come le primule sotto la gelata;
le schiene chine
le lacrime ghiacciate sulla faccia.
Noi
che siamo eternamente carta straccia
accanto alla moneta sonante
del vostro appetito indecente.

per Valentina

il richiamo degli Angeli

Stringilo al seno
che sul cuore si ritrovano;
si danno il cambio intorno all’anima
perché non si avvicini la paura.
Poi respira:
si muoverà ogni cosa
solo per il tuo amore.
Prodigi veri
s’incammineranno
incontro ai tuoi spaesati desideri.

appartenenza

Chi mi conosce sa di pietra dura
di rosso granato
di vino
versato senza paura
nel vecchio bicchiere sbeccato.
Sa di sanguigni cerchi
rappresi
sopra tovaglie d’osteria
di carni aperte
ricucite
nelle nottate fumose stordite.
Chi mi conosce
tutte le sere
mi riconduce a una casa
sola.
Rimbocca lenzuola
spenge la luce.

fermare la violenza sulle donne si può

è stato il tappo dello spumante

Troppa vergogna
per la mia pena
la tua…
…come si fa a raccontare
il lampo bestiale negli occhi sbarrati
che chiedono tregua
e mandano a morte
furiosi
perduti.

so

so che è venuto il tempo
di tornare
dentro il silenzio di una casa spoglia
staccare
pure
l’ultimo specchio appeso
abbandonarsi senza peso
sul vecchio letto che aspettava.
Raggranellare pezzi d’ossa rotte
con gesti lenti con una speranza nuova
intorno al cuore.
E buonanotte.

Laurentina

Mi fanno piangere
i papaveri
che brillano la vita sull’asfalto
e con un salto indietro
li vedo ballare nel prato.
Incontro a un orizzonte sconfinato.

notturno

L’unghia della luna
si aggrappa alla notte
per non cadere a capofitto
nel mattino.
Come la tua mano
aggrappata al mio cuscino.

aprile

Cantano per me
le margherite
sullo spartito nuovo della primavera
non aver paura!