Il peso della vita

di

Mario Ragaglini


Mario Ragaglini - Il peso della vita
Collana "I Salici" - I libri di Narrativa
14x20,5 - pp. 104 - Euro 13,00
ISBN 9791259513526

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Libro scritto a 4 mani da Mario Ragaglini e Alessandro Nicodemi


In copertina: Fotografia di Mario Ragaglini


Prefazione

La gravità, questa forza capace di aggregare i corpi, che filosofi greci hanno cercato di interpretare in vario modo. Platone, riteneva che la materia fosse pervasa da un’energia intrinseca, chiamata dynamis, che spinge corpi simili ad attrarsi; concezione ripresa da Aristotele, per il quale tutto l’universo anela alla perfezione del primo motore immobile (Dio). Ed è questo desiderio che muove l’intero universo. Il 5 luglio 1687 Isaac Newton formulò la legge di gravitazione universale, una legge fisica che afferma che nell’Universo due corpi si attraggono in modo direttamente proporzionale al prodotto delle loro masse e inversamente proporzionale alla loro distanza elevata al quadrato.
Vi domanderete se la storia che stiamo per raccontare è un esposto di fisica o cos’altro; se così fosse, si tratterebbe di un trattato di gravitazione universale. La riflessione che spesso ci troviamo a fare su un diverso tipo di forza che va ben oltre quella di gravità, almeno per il significato che gli attribuiamo, è: “Quant’è pesante la nostra vita?”. Se pensiamo a tutte le cose di cui siamo circondati, che assumono un significato importante nel quotidiano: casa, auto, elettrodomestici, abbigliamento e via discorrendo, e poi passiamo dalle cose materiali alle persone, allora il peso diventa ancora più insostenibile. Pensate agli amici, ai colleghi di lavoro, e a coloro ai quali confidate i vostri segreti: i vostri cugini, zii, zie, fratelli, sorelle, i vostri genitori ed, infine, vostro marito o moglie, il vostro fidanzato o la vostra fidanzata. Pensate a ciò che non siete in grado di vedere ma che diventa un peso troppo grande da sostenere: le colpe, le aspettative elevate e mai appagate, le frustrazioni. Tutti pesi che rendono ancor più difficile sollevarci. Tutte cose di cui non siamo capaci di liberarci perché in un qualche modo sono a noi legate e non possiamo farne a meno, liberarcene ci farebbe sentire vuoti, falliti.
Sono questi i fardelli che dobbiamo portarci dietro e che vanno ben oltre la gravità, dei quali non possiamo separarci perché sono la nostra identità. Ed allora scaricate il vostro fardello, e come il gabbiano che ha fatto presa ad un grosso pesce e non riesce a volare, lasciate la preda per librarvi nel cielo leggeri come farfalle. Calvino scrive: “Esiste una leggerezza della pensosità, così come tutti sappiamo che esiste una leggerezza della frivolezza; anzi, la leggerezza pensosa può far apparire la frivolezza come pesante e opaca”. Interpretando le parole di Calvino, la “leggerezza pensosa” si rivela cioè come uno stato che annebbia la lucidità e fa precipitare nell’incompiutezza, nella confusione assoluta, nell’indecisione, nella pesantezza della vita.


Il peso della vita


I

– Anita, hai provveduto a prenotare il biglietto per Milano?
– Ho fatto tutto professore: biglietto e taxi. Ho già avvisato i pazienti che rimarrà fuori tutta la settimana.
Squilla il telefono: – Francesco, in clinica ho saputo che sei ospite privilegiato al congresso di bioetica, mi piacerebbe venire con te.
– Se ci tieni tanto, farò in modo di farti avere il pass come mia assistente.
– È meraviglioso! Chiederò un permesso al direttore, non credo mi faccia difficoltà. Allora ci vediamo alla stazione, grazie Francesco.
– Aspetta, aspetta, non avere fretta. Hai pensato dove pernottare?
– Sì! Naturalmente, con te, come sempre.
– Già, scusami, mi sfuggiva questo particolare. Non aspettarmi alla stazione, passerò domani a prenderti.
Al congresso di bioetica non poteva mancare il neuropsichiatra e psicoterapeuta dott. Francesco Ferrara, noto per il suo lavoro pionieristico nella ricerca di nuove metodologie e tecnologie robotiche, dedicate a indagare i meccanismi neurobiologici che guidano lo sviluppo precoce della mente e del cervello umano. In particolare, si concentra sulle funzioni motorie, percettive, relazionali e cognitive fin dai primi giorni di vita. L’obiettivo principale della sua ricerca è la diagnosi precoce di eventuali disturbi neurologici nei bambini, mirando a potenziare le loro funzioni attraverso innovativi modelli riabilitativi. In questo campo, Francesco si afferma come un leader e la sua expertise è molto attesa e apprezzata.
– Francesco, sono curiosa di vedere come affronterai il congresso, sapendo che nell’ambito della ricerca e della pratica medica, pur di raggiungere lo scopo, non ti sei mai posto limiti di liceità.
– Vedrò al momento. Chiara, voglio proprio sentire questi cervelloni: c’è chi propone un’etica che si evolve insieme alla società, riflettendo così la cultura e i costumi del momento. Altri, invece, sostengono che l’azione morale debba orientarsi verso il conseguimento del piacere, una posizione che richiama alla filosofia nietzschiana. Infine, c’è chi afferma che appartenere semplicemente alla specie umana non sia più sufficiente per avere diritto alla vita e alla cura; per questi, è necessaria la presenza di specifiche caratteristiche funzionali e relazionali nell’individuo. Capisci, cara, che tipo di confusione si sta generando attorno al concetto di bioetica?
Arrivati all’Hotel Mediterraneo, situato a San Donato Milanese all’incrocio tra la tangenziale est e ovest, all’interno del centro direzionale “Metanopoli” sede dell’ENI, Francesco e Chiara sono accompagnati nella suite.
– Francesco, seguirti nei tuoi viaggi culturali fuori dalla clinica e dalla sofferenza, mi fa rinascere, inoltre, con te la comodità non è certo obsoleta.
– Chiara, sei troppo bella perché possa rinunciare alla tua compagnia. I pazienti, quando percorri la corsia, nevrotici o psicotici che siano, hanno lo stesso comune sentimento: vorrebbero saltarti addosso. Non ti fa riflettere? Sembra che la libido, disorientata in questi pazienti, al tuo apparire ritorni nel suo alveo naturale. Forse, per questa povera gente, una buona terapia sarebbe passare una notte con te.
– Sarai pure un grande scienziato, ma sei fuori di testa!
Tra battute e un pizzico di ironia i due trascorrono la notte, e il giorno seguente si avviano al congresso. 
Gli interventi si susseguono tra esponenti dei diversi orientamenti: socio-biologista, liberal-radicale e utilitarista-contrattualista. Ciascuno esponendo i progetti di ricerca con maggior valore traslazionale. La mattinata si conclude con il solito buffet, per riprendere nel tardo pomeriggio, mentre Francesco e Chiara abbandonano la sala per recarsi al ristorante.
– Senti, ho voglia di mangiare della buona carne, altro che buffet, andiamo in piazza della Repubblica, là sicuramente troveremo una bisteccheria. – E Chiara: – Io vado dove mi porta il cuore.
Nel pomeriggio prosegue l’alternanza delle varie personalità, ma l’attesa è soprattutto rivolta al celeberrimo dottor Francesco Ferrara che ascolta con interesse i diversi paradigmi. Il giorno successivo il presidente del congresso invita Francesco ad esprimere le sue riflessioni sull’argomento del dibattito.
– Stimatissimi colleghi, abbiamo l’onore di avere tra noi una delle massime autorità nel settore della bioingegneria. Come ben sapete, i risultati della sua ricerca sono stati pubblicati su riviste internazionali ad alto impatto, che ne hanno dimostrata l’efficacia nella promozione dello sviluppo psicomotorio. Invito ad intervenire il Professor Francesco Ferrara. – Un lungo applauso lo accompagna mentre si appresta a salire sul palco e a prendere la parola.
Dopo una breve pausa riflessiva: – Carissimi colleghi, ho avuto l’onore di essere tra voi, e ho assistito con interesse al dibattito, ed è stato motivo di maturazione, come si conviene ad ogni partecipazione a forum di questo livello. Molto c’è ancora da sapere e da imparare, e le nozioni e i proponimenti scaturiti da questo congresso devono essere da stimolo per la ricerca, ponendosi obiettivi ambiziosi e realistici. Ho sempre sostenuto che ogni fenomeno, entità, che presenta un certo grado di organizzazione strutturale, costituisca un sistema. Watzlawick, famoso psicologo e filosofo, da poco scomparso, ha sempre sostenuto che un sistema è un insieme di oggetti e di relazioni tra gli oggetti e tra i loro attributi. Questo significa che ogni comportamento è responsabile dell’informazione che veicola e di conseguenza la sua risposta, ciò comporta, sostituire i nessi causali lineari con nessi circolari. Il fenomeno della retroazione, noto anche come feedback, rappresenta un pilastro fondamentale della cibernetica, mirato a imitare le funzioni del cervello umano. Posso affermare con certezza che, pur essendo ancora nelle fasi iniziali di questa disciplina, sono stati compiuti progressi significativi. È importante sottolineare il paradigma sistemico relazionale, un sistema aperto caratterizzato dal costante flusso di informazioni ed energia, sia interne che esterne, che ci consente di raggiungere obiettivi simili partendo da situazioni diverse. Durante questo congresso, ho avuto l’opportunità di apprezzare questa sintesi, che definirei equifinalità, offrendo sollievo a quel disagio soffocante sempre più comune, derivante da un pensiero intrappolato all’interno delle singole discipline. Con questa convergenza si sono superati i confini di una conoscenza monodisciplinare. Tra le discipline che stanno attualmente catturando l’interesse di studenti e giovani ricercatori, spiccano la robotica e l’intelligenza artificiale. Attualmente, si sta sviluppando un sistema innovativo concepito per facilitare l’apprendimento degli studenti, sfruttando le loro motivazioni e reazioni emotive. Vi starete chiedendo come ciò sia possibile. Il sistema in questione è in grado di raccogliere dati biometrici legati alle risposte emotive. Esso analizza un vasto numero di informazioni per determinare se un soggetto è coinvolto nell’argomento di studio, se si sta distraendo, se si sente scoraggiato o se, al contrario, è soddisfatto dei progressi raggiunti. Non si può escludere la possibilità di sviluppare una relazione empatica tra il sistema e l’utente, il che comporta il rischio di un investimento affettivo nei confronti di quest’ultimo. È naturale considerare come una simile situazione possa essere sfruttata a fini manipolatori, senza che l’utente ne sia consapevole. Pertanto, è fondamentale riflettere su quali siano le circostanze in cui la raccolta e l’elaborazione di dati personali da parte di tali sistemi software siano legittime, altrimenti potrebbero ledere la privacy, la sicurezza o la libertà degli individui. Attualmente, il dibattito si concentra principalmente su Internet, e in questo contesto la bioetica trova un ambito privilegiato di applicazione. Mentre i sistemi robotici dedicati all’assistenza e alla collaborazione rappresentano un ambito di studio particolare. Tra queste innovazioni, gli arti artificiali in grado di collegarsi al sistema nervoso periferico sono stati progettati con l’intento di sfruttare sia i segnali nervosi efferenti per il controllo motorio, sia gli stimoli sensoriali afferenti per ripristinare la sensibilità nei pazienti. Inoltre, tali dispositivi possono anche contribuire a correggere eventuali errori nel controllo motorio. Tali ricerche mirano a recuperare funzioni fisiche perdute e a potenziare apparati sensomotori che funzionano in modo adeguato. Onorevoli, potrei approfondire ulteriormente, ma credo che i temi trattati siano già sufficienti per una riflessione significativa.Vi ringrazio e vi auguro buon lavoro.
Un lungo applauso saluta l’uscita del dottor Francesco Ferrara, che stringendo la mano ai convenuti che si sono avvicinati per compiacersi, riprende posto a sedere, e Chiara rivolgendosi a lui: – Sei stato bravo come sempre, gli sguardi erano tutti su di te, sembravano ipnotizzati.
Terminati i lavori congressuali, Francesco e Chiara si preparano al rientro.
In treno lei fa un’osservazione: – Francesco, hai una barca di diciotto metri che non ho mai visto uscire dal porto, perché non ci facciamo una bella vacanza come fanno tutti i tuoi colleghi?
– Tesoro, ho tanto di quel lavoro che non so dove rigirarmi. I miei colleghi non hanno la responsabilità di una clinica da portare avanti, io devo pensare ai loro onorari. Sarebbe la mia grande passione, sto sempre aspettando il momento per mollare gli ormeggi e portare “Camilla” a cimentarsi in acque agitate per valutare le sue qualità nautiche e le mie residue capacità; prima o poi voglio farla un’impresa in solitario e godere del magnifico spettacolo che offre una notte stellata lontano da tutto e da tutti.
– Quel giorno mi porterai con te, vero?
– Allora non hai capito! Se non fossi solo come potrei assaporare il linguaggio ermetico della natura, il lamento voluttuoso dell’onda che accarezza Camilla, e il scintillio delle stelle che si specchiano sul mare!?
– Tesoro, avresti la compagnia del mio amore. Pensi non sia sufficiente a renderti felice? Eppure a letto sembra ch’io riesca a farti provare emozioni ben più forti di un cielo di stelle!
– Quello che tu mi proponi è un elettroshock che azzera ogni mia altra sensazione, e non è ciò che cerco. Con questa esperienza voglio sentire la vita in ogni mia cellula, la tua presenza non la renderebbe possibile. Esiste una totale contraddizione tra erotismo e controllo cosciente delle vitali energie praniche del nostro corpo
– Francesco, queste parole mi disorientano. Mi domando come sarà la donna che ti farà felice.
Con queste ed altre disquisizioni a carattere scientifico i due psichiatri rientrano in città per ritrovarsi nelle corsie della clinica.

[continua]


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