In copertina illustrazione di Mauro Balletti
All’interno fotografie di: Martina Maffi
Pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori in quanto l’Autrice è 2^ classificata nel concorso letterario Il Club degli autori” 2008/2009
PREFAZIONE
“Riflessi di pensiero colorati d’inchiostro”, tutto parte da qui e tutto qui torna. O è un’illusione e nulla è partito e nulla è potuto tornare, perché è tutto qui, perché è tutto. Il pensiero, il pensare, il pensare al pensiero, all’attività della mente che lavorando riflette, crea cioè un riflesso, un’immagine, un altro da sé, un simulacro di carta, un simulacro d’inchiostro. Ed ecco la parola, così colorata nel suo nero più fiero, nel suo nero più nero. Ed eccola, lucida, introspettiva, timida, decisa, malinconica, riflessiva, levigata, chirurgica, tagliente, accomodante ed ermetica nel suo “tentativo estremo di dare voce all’anima”.
“Poesie” è il componimento metapoetico che apre la raccolta, lo si legge ed è come se al primo passo avessimo già scalato la montagna, non resta che ammirare da lì un panorama fatto di parole, che il senso primo è già stato fagocitato, e l’anima è in pace, pronta a seguire il filo di ventidue componimenti introspettivi, levigati e attenti. E nell’indugiare lo sguardo sui particolari di questo panorama, non sarà difficile scorgerlo; ansimante, fiero, ferito, orgoglioso, disilluso, romantico, non sarà difficile scorgere l’IO. Un IO che contempla e valuta, un IO che ragiona e giudica, che cerca disperatamente Itaca e prova pena nel non trovarla. Un IO che ragionando si ribella, che affida tutto al pensiero che a sua volta si affida alla parola, la quale si veste d’inchiostro per dare vita a colori, percettibili nel momento stesso in cui si fanno riflesso, nel momento stesso in cui ritornano pensiero.
Sì, quella di Lisetta è la poesia dell’IO, epicentro di un terremoto emotivo che coinvolge il senso e il verbo. È un IO Lisetta che si fa IO lettore sublimandosi nella catarsi espressivo-sentimentale della parola centellinata, dosata, argutamente e passionalmente somministrata; parola che va a dar vita a un paesaggio interiorizzato, fotografato a milioni di pixel ed esibito a mo’ di sfogo sulla bacheca dell’esistenza. Ed è raro assistere a uno straniamento così lucido, a un’insicurezza tanto ferma da sembrare quasi solida. Nemmeno le poesie dorsali che contrappuntano la raccolta stemperano una tensione che scorre costantemente sottotraccia e che stupisce per il suo trovare espressione tanto chiara ed esposizione così nitida. Siamo quello che leggiamo, si potrebbe dire, e i titoli dei libri che amiamo, combinati argutamente e innalzati a componimento poetico, ci rappresentano tanto quanto i nostri stessi versi in un processo di semicasualità organizzata. Anche questo avviene nella raccolta di Lisetta, e fa parte della scoperta continua che il lettore si impegna a sostenere nel momento in cui prende in mano questo libretto e decide di concedergli l’attenzione che necessita, concedendosi a sua volta il tempo della riflessione, il tempo dell’IO.
Francesco Bresciani