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Giuseppe Terranova - Mosaico lirico
Collana "Le Schegge d'Oro" - I libri dei Premi - Poesia 12X17 - pp. 32 - Euro 5,50 ISBN 978-88-6037-8187 Clicca qui per acquistare questo libro In copertina illustrazione di Luigi Seregni Questa pubblicazione è stata realizzata dal Club degli autori quale terzo premio al Concorso Letterario Jacques Prévert 2009 sezione Poesia. La collana editoriale “Le schegge d’oro” rappresenta un simbolico scrigno letterario nel quale vengono custodite le opere degli Autori che hanno meritato riconoscimenti e affermazioni nei numerosi concorsi letterari. Mosaico liricoMotivazione del Terzo Premio a Giuseppe Terranova per l’opera “Mosaico lirico” «Questa raccolta del poeta Terranova si presenta con un linguaggio aulico ed uno stile molto controllato, con diversi riferimenti alla classicità: Medea, Narciso, Pizia. La spersonalizzazione dell’uomo moderno è stigmatizzata nel verso “Questo ed altro c’è nella mia lirica erranza, proteiforme e indefinita” (Non so) e questa sua affermazione diventa anche il proclama della sua poetica. Il futuro della vita di ognuno è ignoto ed il ricordo deve essere considerato la metamorfosi della vita stessa “per non soccombere / agli artigli del rimorso” (Novella Pizia). Il rimpianto dell’infanzia siciliana “prima del mare delle nebbie [padane] [...] Vibra ancora oggi il ricordo” (Scampolo d’infanzia). Sull’argomento ritorna in “Medea”, dove l’effetto della diaspora si manifesta come nostalgia: “fiorisce la mia angoscia / in questa nicchia senza amore [...] Tutto perso ormai, / ma non il rimpianto” (Medea). Qui le parole messe in bocca a Medea sono applicabili al poeta stesso e a chi come lui ha dovuto lasciare la propria terra per altri lidi. L’imperativo della vita moderna è “devi!” (il “must” degli inglesi) fare questo o quello; tutto ci è imposto dall’alto e ci rende “stranieri a noi stessi”. Riuscire a svincolarsi da tale obbligo è grande fortuna, ma non è cosa facile e “Senza Assoluto, ormai, / anche noi, a volte, / ci aggrappiamo all’ultimo strillone” (Neri corvi). La protesta contro gli imbonitori della televisione è esplicita: prima attacca il potere e chi si fa suo servitore e poi i conduttori dei programmi televisivi “Ciarlatani catodici / e profeti di sventura / le brame di bambole di stagione / animano” (Scavata è l’anima). Il poeta è un uomo libero in tutti i sensi e la poesia è anche protesta contro i soprusi e le ingiustizie, cosa che ha dato sempre fastidio ai potenti». Benedetto Di Pietro Presidente del Premio Poesia Jacques Prèvert Contatore visite dal 13-02-2010: 2867. |
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