In copertina: Disegno di Matteo Stracquadanio
Pubblicazione realizzata dal Club degli autori quale premio, in quanto l’autore è vincitore del 1° premio del Concorso Letterario «Il Club degli autori – Trofeo Umberto Montefameglio 2019-2020»
Prefazione
La raccolta di liriche “Respiro il tempo” si impone all’attenzione del lettore perché Macauda possiede il dono della cadenza del verso e della parola che si fa pittura di suggestivi scenari naturali e variegati paesaggi dell’anima.
La lirica “Un altro Eden” è un canto d’amore per la propria terra. L’autore, per esaltarne, ancor più, la bellezza e la luminosità, la specchia, ma solo a farne da contraltare, in un paesaggio di sicuro fascino come quello che si può ammirare percorrendo le rive del lago di Garda.
Il poeta modicano ha pure la rara virtù di saper dare risposte chiare a domande complesse, quando la parola, accuratamente tornita, si fa reminiscenza di inqueti stati d’animo. Esemplare sotto questo aspetto è “Nenie di grilli”, che come un noto refrain macaudiano, se la scrutiamo in trasparenza rivela una filigrana che, sotto figure ed elementi di natura, mimetizza angoli e territori di un’anima tormentata alla ricerca di un conforto, insomma di una “coperta nuova”.
Ma il suo orizzonte poetico va ben oltre i campi di grano e i fiori di sulla del “primo” Macauda. Ora, il poeta vuole levare il suo canto un po’ più in alto e le sue liriche si arricchiscono di improvvise svolte d’angolo sempre convincenti e seducenti. Non è uno sterile esercizio retorico, ma consapevolezza di una acquisita maturità spirituale ed espressiva. Come nella poesia eponima “Respiro il tempo”. Qui i versi colgono l’incidenza dell’attimo, l’ansia dello scorrere veloce del tempo e il frullare disordinato di stati d’animo che tracimano in versi che hanno la cadenza “del tempo che veloce m’insegue” e che finisce per bloccarsi “sul velo dorato dei bastioni di roccia”.
“Non omnis moriar”, dunque, se una rima, un fregio, una frase musicale, uno sbaffo di tavolozza è uscito da noi con il “caldo buono” di un cuore nobile e con la grazia di una cifra espressiva più incisiva.
Il motivo di “Senza sensi” è il felice abbandono della fantasia ad un sogno soffuso, in cui, svaniti contrarietà e limiti, una ristretta schiera di spiriti all’unisono si gode l’esclusivo privilegio di cullare lo spirito e la mente senza < l’amaro limite > che del pensiero, e si accosta alla vertiginosa scoperta della soglia dell’eterno.
Le liriche della raccolta sono piccoli capolavori di grazia e compostezza,
da ognuna traspare l’amore per la vita e l’incanto della natura. Il segreto della loro amabilità è, comunque, racchiuso nel linguaggio, che nella sua trasparente nitidezza non scade mai nella sciattezza del lessico disadorno della grigia quotidianità, ma indossa sempre i panni sobri del poeta di razza, che “sente profondamente” e scrive teneramente.
prof. Vincenzo Trapani