Incantesimo
	
	Sdraiati sull’erba 
guardavamo i larici tremolare verso il cielo
mentre i cirri nuotavan nel vento
e i giunchi lungo il fiume intonavano un canto.
Il vento si fermò
lo spazio di un respiro
e sentimmo la paura della vita
e sentimmo la paura della morte
ma quando distogliemmo gli occhi
il tempo era già andato.
	
	
		Le rotte del cuore
	
	Il mio pianto sprofonda nella carne
cuore divino, sussulto che come velluto 
s’adagia sul tappeto della terra.
Un miele dolce-amaro
stillato da corolle di fiori
goccia sulla mia bocca arsa 
mentre il sangue scivola dentro il corpo 
e lungo i chiodi del tempo. 
Il frastuono del mondo
vento caldo, polla di sudore 
sfiora la mia fronte dissolvendosi
e lo sguardo, faro d’inquietudine, 
segnala rotte impenetrabili per deserti mari. 
E il rogo del mio cuore, in eterno, 
ascende in spire verso l’infinito.
	
	
		Sono nuda
	
	Sono nuda come i silenzi tra le parole d’amore
ed ogni mia ferita s’è incarnata nell’anima;
ho trascinato questo corpo sperduto attraverso 
oceani di tempeste 
esplosioni di vulcani
ed il suo frantumarsi è stato il segreto 
di questa densa esistenza 
perché da ogni gracile frammento 
ha fatto sorgere un sole.
	
	
		Percorso 
	
	Nessuno ha segnato la strada che devo percorrere
verso l’incerto
verso l’ignoto.
E’ la mia strada
solo io posso percorrerla senza poter tornare indietro
perché il vento avrà disperso le mie impronte 
sulla cima deserta.
	
	
		Questo modo di esistere
	
	Il gemito del sole sottratto all’abisso del tramonto
avvampa come il fervore di una voce 
sotto la corteccia della vita
o come un groviglio di vene 
che per sorreggere il cuore scoppiano di grida.
Questo modo di esistere 
nel sangue che straripa e esplode 
è la mia via di scampo.