POESIE DI ELENA SEGATO
L’ARITMETICA DELLA VITA
Sento, non sento, risento.
In questo mare di stelle
scoppiano coriandoli di felicità o amarezza,
si manifesta l’epifania della vita,
intuiti scavalcano la logica,
infine resto con tra le mani solo me stessa
spoglia, unita, rigenerata.
Sento.
Sento finalmente nitido, non amplificato,
sento l’equilibrio dell’esistere,
una serenità in escalation,
anche se a volte torna roboante
qualche briciolo di eccesso,
ma che amalgamo e gestisco.
Sento e risento.
È questo che voglio, che desidero:
sentire il reale,
scalfire la fantasia,
obliterare sogni oblunghi,
obliterare incubi.
Coi piedi a terra
camminare nella linearità della vita,
nella sua complessa semplicità limata.
Perché non è vero che vivere
a volte è difficile o impossibile,
ma bisogna capire la sua
aritmetica, per sentirla senza spigoli.
Due più due uguale quattro:
la soluzione infine ti si svela,
all’improvviso, meravigliosa e così ovvia quasi,
come non averci pensato prima!
Misteri del cuore umano.
(19 gennaio 2024)
SIAMO CRESCIUTI
Siamo cresciuti,
plasmati figli di un mondo centrifugo.
Scappati altrove,
fuggiti tra nubi e sole,
cielo e gabbiani,
diventati adulti
rimanendo forti e fragili al contempo.
Siamo così,
con la natura nel petto
e la verità oltre l’ombra di ognuno,
inafferrabile incolmabile
struggentemente dolorosa.
Angeli ossuti senza ali né orgoglio,
diavoli campestri che ridono all’angolo
dietro la tempesta.
Siamo voli di rondini
che durano una stagione.
La giovinezza vive in un soffio,
poi ognuno si ritrova a dialogare
con la propria maturità.
Siamo soli,
e in questa solitudine
c’è chi si nasconde le rughe
e chi le mostra senza timore,
c’è chi ha sempre coltivato l’intelletto
e chi ha pensato solo alla propria immagine
e ora si scopre vuoto e impaurito.
Siamo umani,
siamo gracili al tocco
e friabili nel cervello.
L’amore talvolta salva,
talvolta marcisce nello stomaco,
inespresso.
Ognuno a modo suo avrà
trascorso il suo viaggio.
Ma alcuni ricorderanno con lietezza
quel granello di memoria
che rimane stretto in loro
e ne faranno un dipinto di orchidee,
altri avranno giocato di continuo
ripetutamente ostentatamente
beffardi e arroganti,
e in vecchiaia non ricorderanno,
si corroderanno tra lacrime e odio.
Ringrazio un dio forse
o forse solo il caso
per avermi dato tra le dita
un granello di sabbia,
e averlo trasformato in fiore
anche nel dolore.
Rinasco ogni giorno
e ogni giorno più luminosa
tra le mie rughe
levigate di vita.
(1 settembre 2013)
IL GATTO
Il gatto
in equilibrio tra le punte
della ringhiera,
con le zampe s’ingegna
a voler camminare da acrobata.
È buffo, è testardo,
è come ognuno di noi,
che c’incaponiamo sui nostri obiettivi,
e non ci basta saper la cosa ardua
dobbiamo provarla ugualmente
tentando l’impossibile.
Il gatto
in equilibrio tra le punte
della ringhiera,
è Arlecchino
e Superman insieme.
Tra il gioco e la sfida,
infine vince la nostra
voglia di vivere
nel modo migliore che conosciamo,
per ognuno differente.
Perché noi siamo gatti
che facciamo sorridere e stupire
per le nostre capriole di parole
e le nostre acrobazie di azioni.
Ridicoli e stimabili,
vogliamo talvolta raggiungere la luna
per sentirci appagati.
(1 luglio 2011)