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Valzer per un amor perduto Coi nostri genitori viviamo sempre un rapporto conflittuale. L’abito bianco, lungo ed abbondante. I capelli castani, lunghi, raccolti in una splendida acconciatura. Quando conobbe Roberto, Paola sentì altro che le campane! Però… a nessuno della famiglia era molto simpatico; dicevano tutti che erano incompatibili. Lei, giovanissima, così posata e sognatrice, che doveva ancora terminare i suoi studi; lui, molto più grande, così pragmatico e schietto da rasentare l’impertinenza. Il padre aveva provato ad impedirgli d’incontrarsi in tutte le maniere: segregandola in casa, inventando pettegolezzi sconvenienti su di lui; dandole anche un paio di schiaffi! Per il suo papà Paola doveva concentrarsi solo sull’università, che a farsi la famiglia c’era sempre tempo. Ma lei aveva lottato con le unghie e con i denti per averlo, sicura di quell’incontro magico tra opposti… Poi lei, quasi per partito preso, aveva sempre fatto il contrario dei suggerimenti paterni. Peccato che, su molte cose, il tempo aveva sempre dato ragione a lui. Ma no, questa volta non sarà proprio così… Nel giorno magico delle nozze, come se tutto il passato non esistesse e i loro rapporti iniziassero da lì, riscoprì il vero piacere della famiglia e del tepore di quei sani sentimenti. Paola stava capendo solo allora che stava per diventare anche lei madre che per un genitore, i figli rimangono sempre dei cuccioli da coccolare e proteggere. Dal mondo intero. Che i litigi col padre erano qualcosa di ordinario e naturale. Il famoso “scontro generazionale” che le sembrava solo una cosa sulla carta con cui si riempivano la bocca i pedagoghi. Il problema era solo il padre e le sue proibizioni. Paola rimase a dir poco stupita quando il suo papà, così geloso e austero nei suoi riguardi, al momento delle congratulazioni alla fine dell’emozionante cerimonia, praticamente con le lacrime agli occhi, sussurrò a quello che era diventato da pochi minuti suo genero: Il lancio del riso, la corsa al ristorante, il banchetto abbondante. E poi, i balli sfrenati. Il primo, di rito, degli sposi… Poi tutti in pista, nonostante i tacchi vertiginosi di cui tutte le invitate si lamentavano fino a un istante prima. Dopo alcune musiche, un valzer. Il padre aveva tentato innumerevoli volte d’insegnarglielo, ma Paola si era sempre rifiutata. Stava per allontanarsi per evitare la figuraccia, quando le si avvicinò proprio il suo papà. Con un sorriso tra l’orgoglio e qualche effetto del vino, le prese la mano e, avvicinandosi: Paola riaprì gli occhi. Era nel suo letto. Accanto, il marito da solo un mese. Era tutto un sogno. Suo padre non era stato con lei lì, sul portale della Cattedrale. All’altare c’era andata da sola. Non aveva ballato con lui quel valzer, il giorno delle nozze. Non è stato proprio suonato. E, soprattutto, non c’è stato quel calore tra loro. Contatore visite dal 03-04-2012: 5990. |
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