Autori Vari


Antologia delle più belle poesie del Premio letterario Città di Melegnano 2014


Concorso organizzato con il patrocinio del Comune di Melegnano Assessorato alla Cultura


Indice

Prefazione a cura di Benedetto Di Pietro – Albo d’Oro della XIX Edizione del Premio – Fotografie della Premiazione – Giuseppe Faraone Autore dell’immagine in copertina – Sergio Baldeschi – Biagio Barbero – Vincenzo Bianco – Mariagina Bonciani – Fabiano Braccini – Fabrizio Bregoli – Caterina Caldora – Marco Castelli – Giuseppe Cicero – Giuseppe D’Agrusa – Luigi Di Legge – Vincenzo Filannino – Carlo Frontini – Francesco Gili – Lucia Ingegneri – Generoso Iorio – Pietro Lafiandra – Lia Lafronte – Cesare Marcelli – Dario Marelli – Nicolò Mazza – Isolina Merighi – Romano Napolitano – Liliana Paisà – Maria Teresa Piccardo – Paola Pittalis – Donatella Quintavalla – Irma Rossi – Moreno Rossi – Roberto Scomparin – Maria Soccavo – Gabriella Strepparava – Aldo Tei – Giuseppe Terranova – Enrico Trivoli – Maria Libera Vessecchia


Prefazione

La Poesia è lo specchio dei tempi e questa definizione si conferma ancora una volta in questa edizione del Premio letterario «Città di Melegnano». Il turbinio degli avvenimenti mondiali del nostro tempo è così vasto e repentino che il poeta prova difficoltà ad orientarsi verso un determinato evento ispiratore. Così egli non affronta temi di carattere sociologico, né si sofferma sui disastri naturali, come abbiamo notato nei concorsi precedenti; ora si chiude in se stesso e si interroga sul proprio vissuto, cercando risposte.
I temi maggiormente proposti in questo concorso sono: il senso della vita, il tempo nelle sue manifestazioni e, una scelta abbastanza comune a diversi poeti, il sogno. È questo un fatto notevole e sta ad indicare ancora una volta che la poesia nasce da uno stato particolare della mente, che nella creatività poetica si pone come stato onirico; il poeta si rifugia in una realtà virtuale che è tipica del sogno. È la stessa realtà virtuale che permette alla mente umana di scaricare le nevrosi e le psicosi accumulate per poter affrontare il mondo reale. Il poeta fa un’autoanalisi e ne viene fuori ciò che Pirandello individuava nella maschera di scena nel teatro della vita. Perché se esiste una realtà oggettiva noi non siamo in grado di recepirla, ne consegue che ognuno si crea una realtà soggettiva; ma se vivessimo in base alla realtà soggettiva, gli altri ci abbandonerebbero e ci troveremmo isolati. Pertanto ci tocca fingere, recitando un copione, come si fa nel teatro, ossia assumendo atteggiamenti diversi da ciò che noi siamo, in base alle situazioni contingenti. In altre parole ci comportiamo come se fossimo “Uno, nessuno, centomila”. È uno stravolgimento del modo di pensare di ognuno, che quasi sempre porta con sé la contropartita della convenienza per essere accettati dagli altri. È il prezzo della libertà, anche se “condizionata”, poiché questa nel senso assoluto non può essere praticata e nessuno può fare ciò che vuole perché finisce per ledere la libertà degli altri.
Il poeta conosce queste cose e sa che dire ciò che pensa può renderlo inviso agli altri, ma non accetta compromessi. Allora cerca risposte al suo interno, nella sua mente, arrivando a conclusioni logiche che lo portano molto spesso all’isolamento. È il prezzo che bisogna pagare alla società per esprimere la libertà di pensiero. La poesia è proprio questa libertà, che spesso fa sorridere gli altri, ma è salvifica per chi la pratica.

Benedetto Di Pietro
Presidente della Sezione Poesia del Premio «Città di Melegnano»


Albo d’oro della diciannovesima Edizione del Premio Città di Melegnano 2014

  • Opera 1^ classificata: «Al capolinea dei sogni» di Sergio Baldeschi, Montecerboli (Pisa).
    Questa la motivazione della Giuria: «“Fermati figlia / non avere fretta di crescere”: sono versi che un padre dedica alla propria figlia che al compimento del diciottesimo anno di età si sente già donna matura. Il poeta Sergio Badeschi si spende nell’ammonire la giovane affinché non abbandoni l’adolescenza, lasciando i sogni e l’ingenuità, per sostituirla con la certezza adulta che ancora non ha, perché “in fondo la vita / è la semplice somma di tante piccole dolcezze”. I suggerimenti educativi ammoniscono che non serve darsi certezze di vita vissuta perché “esistono mille ritratti di Dorian Gray / ma nessuno che mostri / come veramente sei.” Allora vale la pena mettere in conto che ogni esperienza ha un suo corso e che la conclusione è uguale per tutti: “il capolinea dei sogni”. Una bella poesia di argomento pedagogico». Benedetto Di Pietro
  • Opera 2^ classificata: «Il mimo di Crikvenica» Fabrizio Bregoli, Cornate d’Adda (Mb).
    Questa la motivazione della Giuria: «La visione dei mimi che spesso troviamo nei centri delle città è lo spunto che permette al poeta Fabrizio Bregoli di proporci questa poesia. Vista con gli occhi del mimo, la maschera e l’immobilità lo obbligano a estraniare la mente da ciò che gli gira attorno. Così, quasi sdoppiando se stesso, ripercorre con la mente sentieri, spiagge e altri momenti di vita vissuta. L’ultima parte della lirica svela il momento in cui il mimo depone il travestimento per andare via di fretta, ma ci lascia un messaggio di ciò che farà domani, quando individuo sconosciuto indosserà la maschera di turista qualunque. C’è una contrapposizione tra maschere comportamentali: quella di mimo voluta liberamente e quella pirandelliana che invece è obbligato a portare nei rapporti con la società e che ognuno di noi porta nel teatro della vita». Benedetto Di Pietro
  • Opera 3^ classificata: «Ti osservo» di Biagio Barbero, Fossano (Cuneo).
    Questa la motivazione della Giuria: «La storia di un amore difficilmente può essere dimenticata. I momenti che ci hanno arrecato gioia e serenità debbono servire par farci accettare anche il dolore che la vita ci riserva. Il poeta Biagio Barbero si sofferma sul fatto che l’amore nasce dal dolore e che da giovani possiamo anche superare con una certa facilità. Diversa è la situazione quando si è avanti con gli anni, definiti dal poeta con la metafora dell’inverno che avanza e che riporta alla mente eventi dolorosi, ma accettati e superati. Emerge il messaggio che anche nella vecchiaia bisogna avere un comportamento di speranza nel futuro e il ricordo della giovinezza servirà per la sua accettazione». Benedetto Di Pietro
  • Opera 4^ classificata: «La mia casa» di Liliana Paisa, Fabriano (Ancona).
    Questa la motivazione della Giuria: «Con una visione di architettura, moderna la poetessa Liliana Paisa immagina di stravolgere i canoni costruttivi della sua casa. Ha le finestre sotto il livello della campagna in modo da vedere la parte nascosta del terreno. È fornita di pareti mobili e gira attorno ad un fulcro costituito dai dipinti appesi alle pareti. Ha le porte di vetro chiuse che non permettono ai sogni di entrare. Ovviamente, questa strana casa è costituita dal corpo fisico e l’autrice ci informa così di sentirsi stranamente diversa e di avere una visione onirica della vita. D’altra parte, non è una novità: “la vita è sogno!” scriveva Calderòn de La Barca (1635)». Benedetto Di Pietro
  • Opera 5^ classificata: «Dormivi» di Isolina Merighi, Cremona.
    Questa la motivazione della Giuria: «Sappiamo che l’amore di mamma è grande. La poetessa Isolina Merighi in questa poesia ci pone davanti al problema della simbiosi madre-figlia. La contemplazione della bambina che dorme e sorride diventa per la madre momento di gioia ed apprensione; vorrebbe entrare nella testa della figlia, se fosse possibile, e vivere la stessa esperienza onirica di questa. Ma c’è un altro aspetto che spesso turba ogni madre quando vede il proprio bambino dormire: il sonno è parente della morte, come dice un antico broccardo, così diventa motivo di tristezza e necessità di risveglio. Quindi è logica la conclusione della lirica “svegliati che io possa così / tenerti per me” sottraendoti a quel sonno che mi preoccupa». Benedetto Di Pietro
  • Opera 6^ classificata: «L’artista» di Pietro Lafiandra, Lambrugo (Como).
    Questa la motivazione della Giuria: «Il poeta Lafiandra inizia questa poesia con le parole pronunciate da Gesù morente sulla croce: “Padre, Padre, perché mi hai abbandonato!” In opposizione a tali parole, l’artista si ribella “Non ora / né mai”, ma sa di dover pagare la sua scelta. E lo dichiara “La nascita artistica / genera / autodistruzione”. L’artista è consapevole di essere spesso abbandonato dagli amici e da chi gli sta attorno; è questa la sua pena; ma lui sa bene che è il prezzo della sua libertà creativa e che non deve seguire l’onda del momento. Egli è alla ricerca continua di mezzi espressivi, che deve dosare con sapienza, per avere un risultato armonico e questa sua ricerca lo porta alla meditazione e alla sofferenza, in breve: all’isolamento e all’abbandono da parte degli altri. È il prezzo che tocca pagare a chi cerca la libertà di pensiero». Benedetto Di Pietro
  • Opera 7^ classificata: «Di ben altra linfa» di Giuseppe Terranova, Muggiò (Monza e Brianza).
    Questa la motivazione della Giuria: «Con questa poesia, Giuseppe Terranova ci riporta agli anni Sessanta del secolo scorso, visto in contrapposizione col periodo attuale. Allora la natura aveva le stagioni abbastanza lineari, oggi le piante producono “fiori d’utopia”; ovviamente ci troviamo di fronte ad una metafora sulla vita. In quegli anni i giovani sognavano un mondo nuovo, cercavano di abbattere i simboli della tradizione e aspiravano a divenire importanti. Portavano con sé le poesie di Lee Masters (Antologia di Spoon River) e cantavano le canzoni di Bob Dylan contro la guerra. Poi, le idee di libertà propugnate dai figli dei fiori sono svanite e ci si è trovati irreggimentati negli schemi dello Stato, con le sue leggi e le sue imposizioni. I sogni della giovinezza sono diversi dalla realtà, anche se con il rimpianto di quel tempo». Benedetto Di Pietro
  • Opera 8^ classificata: «Il cuore del mare» di Dario Marelli, Seregno (Monza e Brianza).
    Questa la motivazione della Giuria: «Il mare è sempre fonte d’ispirazione: con la sua immensità e con le sue manifestazioni di quiete o di tempesta. In questa lirica il poeta Dario Marelli si affida al mare, ora con atteggiamento di sfida, ora con intendimento di abbandono tra le sue onde. Il mare sembra invitarlo a rilassarsi tra le sue braccia equoree e il poeta lo segue. Così può notare il respiro del mare che è armonia e origine di vita. L’elemento acqua diventa culla e pace, perché in essa l’uomo trova l’ambiente in cui ha fatto i primi movimenti nel seno materno». Benedetto Di Pietro
  • Opera 9^ classificata: «Senza titolo» di Nicolò Mazza, Reggio Calabria.
    Questa la motivazione della Giuria: «In questo quadretto il poeta Nicolò Mazza ci presenta un ambiente marino, probabilmente in una notte estiva, con visibilità del cielo stellato, cui fa da contraltare il faro che proietta il suo fascio di luce intermittente. La presenza di una conchiglia sulla spiaggia è vista come un’assenza, in quanto soltanto esoscheletro, ma ha ancora qualche funzione in quanto il vento riesce ad utilizzarla per emettere dei suoni. Cambia semplicemente di stato, portando con sé il segno del mare e delle tempeste. La riflessione del poeta ritorna alla notte come momento in cui la necessità poetica l’assale “prima che l’alba si dilati al cuore / e torni a cantare le sue rime”, prima che arrivi il giorno e il vento delle preoccupazioni dell’esistere cominci a soffiare». Benedetto Di Pietro
  • Opera 10^ classificata: «L’irrequieto vagare dello sguardo» di Fabiano Braccini, Milano.
    Questa la motivazione della Giuria: «Il poeta Fabiano Bracini ci descrive un “viaggio” veloce fatto dallo sguardo. Prima si sofferma sopra un cipresso solitario all’orizzonte, poi passa attraverso le colline e si ferma sopra un bianco paesino situato sulle pendici. Prosegue sopra un campanile e sembra voler leggere l’ora segnata dalla meridiana. Lo sguardo continua il suo viaggio concentrandosi sopra un casolare in cui si notano i segni del tempo e dell’abbandono. Segue un’occhiata alle nubi del cielo e alle foglie che il vento strappa dagli alberi. Sappiamo che la vista è uno dei sensi del corpo umano e quindi dietro il viaggio effettuato dallo sguardo sta l’uomo con la sue necessità di esplorazione e di rimembranza». Benedetto Di Pietro



Antologia del Premio letterario Città di Melegnano 2014


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