Antologia del Premio letterario Il Club dei Poeti 2025

di

Autori Vari


Autori Vari - Antologia del Premio letterario Il Club dei Poeti 2025
Collana "Le Schegge d'Oro" - Le Antologie dei Premi Letterari
15,5x21 - pp. 48 - Euro 12,00
ISBN 9791259513885

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Antologia del Premio letterario Il Club dei Poeti 2025


In copertina: Foto di Hannibal Height – Pixabay License Libera per usi commerciali


Antologia spedita dal 21-11-2025 al 05-12-2025


Antologia del Premio letterario Il Club dei Poeti 2025


**Sergio Baldeschi*

Opera 5^ Classificata

Intelligenza artificiale

Sotto un cielo di silicio,
dove i pixel non osano tacere,
scorrono frammenti di un’eternità artificiale.
Ecosistemi di calcoli crescono
tra le vene di un cuore metallico.
L’intelletto non è più carne,
ma respiro di un cifrario che danza
nella vastità di un’illimitata memoria.
Sognatori del nulla,
affondiamo in logiche distorte,
dove il pensiero
è solo un lampo di luce senza volto.
Ci stiamo perdendo
nel cosmo di un algoritmo,
tra i cavi intrecciati di un’illusione,
dove l’esistenza diventerà il riflesso
di un sogno mai nato.
Non sarà la paura di perdere il dolore,
quanto quello di perdere l’amore,
che potrà uccidere quest’umanità
sempre di più alla deriva.
Ogni giorno, è un passo verso il vuoto,
verso l’assoluto che non esiste.
Forse, tutto è già nascosto
dentro ognuno di noi, o non c’è.
Le meraviglie del tempo,
non si possono nascondere
nello specchio di un computer,
perché nell’invisibile scintilla di Dio,
c’è creazione d’infinito
che non è solo materia,
ma va oltre ogni logica comprensione.
E così, in quest’immensità virtuale,
naufraga l’uomo che crede di essere,
mentre l’intelligenza si restringe
tra le braccia di una stella… che non brilla più.


Mariateresa Biasion Martinelli

Opera 7^ Classificata

Domani sulla soglia

Domani ritornerò
sulla soglia del tempo
nel vuoto di strade orfane di passi
ormai avvolti nel silenzio.
Domani varcherò
la soglia della mia vecchia casa
vuota di voci conosciute.
Domani attraverserò
la soglia dei ricordi per ritrovare
le mie stagioni fanciulle
i miei anni giovanili
la mia età matura.
Domani oltrepasserò
quel cancello per entrare
dove regna il silenzio
e soltanto la preghiera
unisce le anime terrestri
a quelle che si affacciano
sulla soglia del cielo.
Domani mi chiederò
se la mia coscienza
potrà ancora riflettersi
dentro la cornice di uno specchio
senza timori e senza vergogna…
Domani troverò sulla soglia
del mio piccolo borgo natio
tutto il passato ammantato
da un velo di colpevole nostalgia.


Maria Cristina Cavallini

Opera 1^ Classificata

Del nostro tempo

Che rimarrà di quei nostri giorni,
di quei pensieri: frammenti di colori
di un vetro soffiato come alito di vento.
Che rimarrà di quegli sguardi
di lacrime e sorrisi scroscianti q
come acquazzone estivo sulla nostra pelle?
Mi penserò fradicia
di respiri e sospiri
e annuserò il profumo intenso della quiete
dopo che la burrasca del tempo
avrà cancellato
come onda sulla spiaggia
le nostre impronte
e di noi rimarrà
solo lo sgomento dell’assenza.
Diverremo l’eco
di una voce che non disperderà
nulla di ciò che è stato.
Saremo il fruscio
di quella carezza fuggente
che si poserà sul ricordo di te e di me.
Saremo lo specchio di quel nostro tempo
dove si rifletteranno
i mille istanti, gli infiniti sogni
a cui il nostro cuore
si è dissetato per sempre.
E di questo tempo
che si consuma inesorabilmente
noi saremo gocce di cera:
sigillo dello scrigno
ove i nostri occhi chiuderanno il sipario
al riparo dal nulla, al riparo dal niente!


Lucia Lo Bianco

Opera 2^ Classificata

Cosa rimane tra gli squarci

Ci sono attimi di pelle sulle ossa
tirata a forza su cigolii d’anima
in giorni sempre uguali e spenti,
scatti di pensieri che vacillano
sull’orlo di buie cavità disperse
sopra cupi precipizi d’alta quota.
Eppure ci sei ancora tra le crepe,
tra intercapedini fisse macerate
ma ringhia forte il getto di violenza
che fionda netto braccia doloranti.
E resti esanime, a vacillare invano
sul limitare di abissi incandescenti,
a misurare attimi di luce intermittente
mentre regala la notte i suoi fantasmi.
Cosa rimane oggi tra gli squarci
di ansie spalancate sopra il vuoto,
cosa ci lasciano i giorni senza tempo
che rigano la pelle all’infinito:
solo le rughe a colorare un volto
e due occhi scuri che attendono la sera.


Chris Mao

Opera 4^ Classificata

Notturno

Sotto gli alberi-vedetta
del mio percorso terreno
ho imparato a guarire
sopportando il peso di ogni giorno
toccato dall’intima bellezza delle cose,
e ora i miei occhi appena schiusi
si consolano al piccolo sole
di questa torcia assetata di luce.
Avevo cercato tra le bruciature del gelo
i segni della tua scomparsa,
l’alone di quel mattino avvelenato.
Dormivo per non liberare stormi
di parole dissennate, inutilmente sonore
dentro le rotaie celesti di un fragile vento.
Vagavo su letti di foglie morte
dove decomponevo i pensieri
distillati dal mio rancore.
Tornavo nella memoria
alle tue ossa franate sul lenzuolo,
incagliate al bianco disadorno
del tuo ultimo giaciglio.
Eccomi ora ridestato
in questo piccolo ventre notturno,
a lenire la carne erosa
dai battiti irregolari del dolore,
a percepire ancora un alito
della tua esistenza, per mutare
il verso alla mia corrente vitale,
per acquietarmi sulle sponde
della mia luminosa rinascita.


Anna Gioia Paris

Opera 9^ Classificata

Nell’armonico limbo di un sogno

Stupefacente
come il sole a mezzanotte,
il tuo radioso volto.
Frammenti di antica lietezza
vinta da rumorosi scuri dolori.
Io, come un pugile, resisto
aggrappandomi alle forti corde del desiderio,
per non lasciarti
nell’infinito buio del tuo nuovo cielo.
Felicemente muta,
mi specchio nel tuo ambrato sguardo
carezzandoti il braccio,
con te che gioconda sorridi.

Dischiudo gli occhi e
si cela l’ombra tua.
È il restituito inverno alla primavera,
quando raffiche di grecale
spogliano dai vellutati petali
ingenue rose appena schiuse.

Meste lacrime
irrorano la speranza di riviverci,
felicemente sospese,
nell’armonico limbo di un sogno.


Marilena Parro Marconi

Opera 6^ Classificata

Ciò che rimane

Ciò che rimane
è l’accogliere muto
nel calore dell’animo…
È l’aroma di caffè
che si spande
nel tepore di casa.

Ciò che rimane
è quel sorriso
che irradia amore
nel vuoto del cuore.
È il ricordo di parole
sussurrate
al chiaro di luna
e rubate dal vento,
d’un abbraccio sincero
che racconta l’affetto.

Ciò che rimane
è l’incanto della notte,
quell’infinito silenzio
d’un cielo di stelle
in cui tintinna la dolcezza
d’una nenia
e si perde l’eco
della mia preghiera.


Franco Prevete

A futura memoria

La Luna, oscurata da uno stormo
di uccelli portatori di morte,
pare voltare lo sguardo, per non vedere
oltre.

Riecheggiano avvolte nella polvere,
dolenti note in un gemente teatro, dove
padri e madri, come scudi umani,
difendono il loro domani.

Dove prima abitava la pace,
adesso si ode il sibilo della falce,
adesso tutto tace.

Non sarà immemore il ricordo del dolore,
vivrà per scolpire nei bianchi marmi
la strada della Pace e dell’Amore.


Maria Ranalli

Opera 8^ Classificata

Pensieri di Mare

Non mi avventuro mai nell’acqua alta,
dove le sfumature verde blu
si confondono con i tuoi occhi verdi
e rischio di annegare nei ricordi
al cammino di fredde onde di passaggio.

Io rimango a riva,
dove il fuoco del mio vero amore
filtra attraverso gli ombrelloni,
regalando gocce d’oro ai pensieri.
Dove la sabbia brucia sotto i passi
e si fanno più vivide
le scintille della sera.


Monica Sambo

Opera 3^ Classificata

Vestimi

Vestimi solo
del tuo respiro
in una nudità
ben nutrita
da sbuffi,
sospiri
e accenni d’alito
sul cuore.
Soffiami altrove
ovunque la pelle
divenga d’oca
e nel brivido,
immagine di te.


Marco Sotterra

Opera 10^ Classificata

La goccia

Abiti in quel di me che non è altro,
d’un luogo solitario dove io sono,
e più non mento,
e posso amare,
stando al gioco degli inganni,
che a quel cuore che catturi,
così tanto piace fare.
E confondi i lunghi istanti,
d’angoscia e di silenzi,
col pensiero perturbante che tu sola,
quegli stessi sai ascoltare.
Questo tempo mi ha ferito,
attentando alla mia fede,
lesionando tutti i sogni,
e marcando il mio presente,
con speranze vulnerate,
in un lampo mi ha tradito,
col veleno che possiede,
anche se te ne vergogni,
non v’è nulla d’indulgente,
per le anime annebbiate.
E ritorni al mio sentire,
come il sole al suo splendore,
come il cielo alle sue stelle,
come il mare sulla roccia,
come l’aquila alla rupe,
e ritorno alle tue spire,
come preda di un dolore,
che produce cose belle,
come quest’ultima goccia,
nelle notti mie più cupe.


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