Antologia del Premio Città di Melegnano 2008 Sommario Prefazione di Benedetto Di Pietro – Albo d’Oro dell’edizione 2008 del premio – Ida Acerbo Rossi – Rossella Arena – Maria Clara Bagnobianchi Poggioni – Sergio Baldeschi – Francesco Bargellini – Elisa Bassi – Giuseppe Bellisario – Wilma Bertasi – Mauro Bertozzi – Giancarlo Bortot – Marco Botta – Bruno Bracchi – Amedeo Enrico Branca – Michele Cappetta – Simonetta Capponi – Antonio Capriotti – Anna Maria Cardillo – Paolina Carli – Monica Castagnotto – Antonino Causi – Carlo Collacchi – Gianna D’Andrea – Sergio Da Palma – Luigi Di Legge – Mauro Domenella – Luca Falchi – Giuseppe Falzone – Fiorenza Fanicchi – Angelo Fanoli – Riccardo Fedeli – Yuri Fenili – Rina Fiumana – Daniela Frignani – Gabriele Gabbia – Roberto Gennaro – Nando Giangregorio – Francesca Giona – Patrizia Gori – Simonetta Gravina – Damiano Gregnanin – Claudio Guardo – Pellegrino Iannaccone – Margherita Leka – Claudio Malatini – Christian Manzini – Claudia Manzoni – Chris Mao – Fulvia Marconi – Gilda Mele – Laura Molina – Maurizio Alberto Molinari – Papa Amadou Ndao – Carla Noro – Gaia Ortino Moreschini – Maria Piera Pacione – Eleonora Paoletti – Irene Pazzaglia – Vincenza Prada – Marisa Provenzano – Alberto Rovelli – Carmela Russo – Ornella Sala – Maria Grazia Saviola Galli – Maria Celeste Scrufari – Salvatore Scuderi – Jolanda Serra – Camilla Stalfieri – Giuseppe Terranova – Ilaria Tomasi – Stefano Tonelli – Alice Trabucco – Petra Trivilino – Giovanni Valastro – Luciano Valera – Giovanni Vanni – Mario Vierucci – Werther Zabberoni – Simonetta Zana Prefazione Altre volte ho avuto modo di rilevare che nei concorsi di poesia vengono fuori le problematiche predominanti del momento storico contingente. Anche questa edizione del Concorso «Città di Melegnano» rispetta questa regola: emergono le tematiche sociali di sempre ma se ne affacciano anche di nuove come quella dell’immigrazione. Il tema della solitudine diventa sempre più esteso e la poesia religiosa è in aumento. La perdita dei valori materiali porta alla ricerca di quelli spirituali, perduti o relegati nella soffitta della memoria. Non manca qualche lirica celebrativa, ma il poeta preferisce rifugiarsi come sempre nel mondo dei ricordi. Pacifista per natura, ritiene necessario estraniarsi dall’assedio continuo fatto di notizie che abbondano di morti e feriti, di ruberie da parte di malfattori nazionali e d’importazione, ma anche e principalmente di furti da parte di enti legalizzati. Il poeta si rifugia nei luoghi a lui cari, quelli della memoria, dove è sicuro di ritrovare la serenità di una volta. Il meccanismo della mente è tale da ripresentare facilmente i momenti belli, relegando quelli tristi nel profondo. La rappresentazione della natura diventa compulsione che tutto avvolge e diviene grembo materno. Il risultato è sempre lo stesso: un rimpianto per le persone e le cose perdute che sfocia in un pianto liberatorio. Un pianto che è acqua lustrale che deterge l’io profondo di ogni individuo, e per il poeta è anche l’essenza stessa della poesia, in cui la tensione interiore si manifesta, e si conclude, con l’atto della materializzazione delle parole sulla carta. Benedetto Di Pietro Albo d’oro della tredicesima edizione del Premio Città di Melegnano 2008 La Giuria della tredicesima edizione del Premio Letterario Città di Melegnano presieduta da Benedetto Di Pietro per la Sezione Poesia e da Alessandra Crabbia per la Sezione Narrativa, ha decretato la seguente classifica finale relativa alla sezione poesia: Opera 1^ classificata: «In questo mondo» di Rossella Arena, Messina. Questa la motivazione della Giuria: «L’anomala condizione dell’uomo moderno emerge già dalle prime battute. La solitudine in cui versa non gli dà scampo: in opposizione al televisore acceso c’è l’individuo col suo sguardo spento. Smarrito vive rinchiuso nelle case, come un insetto rinchiuso dentro una bottiglia. Il messaggio poetico, nonostante tutto, intende mettere l’uomo davanti ad una realtà molto semplice, quasi perduta: quella che si oppone allo stress continuo generato dalla ricerca del proprio successo per dimostrare agli altri le proprie capacità straordinarie. Tale realtà è costituita da elementi che dovrebbero fare apprezzare la vita: il buon odore del pane appena sfornato, il rintocco allegro delle campane ed altre umili cose che provengono dall’età della fanciullezza. Una proposta che sottintende la francescana letizia». Benedetto Di Pietro Opera 2^ classificata: «Danza di nuvole» di Giuseppe Terranova, Muggiò (MI). Questa la motivazione della Giuria: «Attraverso un percorso che passa dalla spensieratezza giovanile – età nella quale la vita è pensata essere molto diversa da ciò che è nella realtà – per approdare ai bilanci della maturità. Ci si accorge di essere naufraghi sull’isola della solitudine e dell’incomunicabilità. È proprio quest’imprevedibile esercizio giovanile che permette all’adulto di apprezzare ogni attimo della vita. “Carpe diem!” è un suggerimento da prendere in buona considerazione». Benedetto Di Pietro Opera 3^ classificata: «Quartiere» di Antonio Capriotti, San Benedetto del Tronto (AP). Questa la motivazione della Giuria: «L’ambiente di questa lirica è il quartiere di qualsiasi città. Il frastuono tende ad essere escluso restringendo l’area urbana ad un’unità più semplice, quale può essere il quartiere. Ma ci si accorge che questa cittadella diventa un luogo coatto in cui le persone cercano altre persone di altri quartieri e nell’isolamento l’uomo, che per definizione è un animale sociale, diventa un soggetto che parla da solo. Eppure nel regno animale ogni specie ha modo di comunicare con i suoi simili e il poeta non esita a dichiarare il suo desiderio di relazione e che ogni sera vorrebbe raggiungere un fosso “paradiso di batraci… a rubare umidi bisbigli, segreti di giaciglio ed esalanti sogni alle rane“». Benedetto Di Pietro Opera 4^ classificata: «Ricordi» di Claudio Malatini, Cremona. Questa la motivazione della Giuria: «Il poeta ritorna ai luoghi dell’infanzia. L’approccio avviene in punta di piedi affinché l’orda dei ricordi non si svegli e lo sommerga. Sarebbe troppo pesante da sopportare. Ogni cosa è ferma nel tempo e ogni persona trapassata ora si presenta e scompare, e con essa anche il poeta muore “troppe volte in attesa dell’ultima”. Il legame col proprio passato è inscindibile. Adombrato dall’eracliteo “panta rhêi”, il poeta fa un bilancio della propria vita. Si protegge dietro al vetro della finestra, di là del quale vede “navigare” il suo trascorso e con un metaforico gesto lustrale apre l’imposta affinché le cose che possiede vengano purificate dalla luce dell’ottimismo e della speranza». Benedetto Di Pietro Opera 5^ classificata: «Il dado da trarre» di Pellegrino Iannaccone, Bologna. Questa la motivazione della Giuria: «Ogni individuo che nasce ha già la sorte segnata che l’accompagnerà per tutta la vita. Ogni scelta che lo riguarda è determinata da un “alea”, un dado, che di volta in volta viene lanciato in aria. Il discorso si sposta sugli “incerti fantasmi del mondo (e tu fra loro col dado)”, dove tutto è ignoto. Il poeta riscontra che la vita di ognuno è divisa in quattro quarti, come le fasi lunari, dove l’ultimo quarto è conclusivo, ma non risolutivo, perché dopo di esso ricomincia una nuova fase. È una concezione della vita che muore e rinasce, ma quella dei trapassati continua ad aleggiare impedendo ai nuovi nati di essere totalmente liberi perché i fantasmi dei pregiudizi ne condizionano il loro futuro». Benedetto Di Pietro Opera 6^ classificata: «Vita spezzata» di Gilda Mele, Foggia. Questa la motivazione della Giuria: «Con afflato celebrativo e dietro una serie di opzioni stilistiche, questa poesia parla della vita di un lavoratore che vendeva la sua merce “per comperare sogni”, per realizzare i suoi progetti. Fu colpito dall’indigenza e con serenità affrontò il dolore. Quando si presentò la morte esternò un unico rimpianto: non essere riuscito a concretizzare un sogno a cui teneva tanto, quello di poter studiare. La sua fierezza di uomo che, pur “colto d’esperienza e d’umiltà”, non volle mai piegarsi davanti a nulla e alla fine dei suoi giorni “concesse al dolore, / il privilegio di una lacrima”. Un ritratto di “un uomo senza tempo”. E in un mondo fatto di individui che sembrano arrendersi davanti ad ogni ostacolo, c’è bisogno di eroi moderni che facciano da battistrada». Benedetto Di Pietro Opera 7^ classificata: «L’immenso mare» di Luca Falchi, Castel Mella (BS). Questa la motivazione della Giuria: «Fin dalle prime battute della lirica si evince la fugacità della vita. L’uomo è in balia delle forze della natura e la sua stessa interiorità è assediata dal turbinio dei sentimenti davanti al quale non è possibile sottrarsi. Non resta che attendere la luce dell’aldilà, ma la sua incognita “ci porta a vagare in questo mare” e il dubbio e la paura dell’ignoto, per dirlo con Shakespeare, ci rendono “codardi“». B. Di Pietro Opera 8^ classificata: «L’amore talvolta» di Carla Noro, Vicenza. Questa la motivazione della Giuria: «Un invito a godere le bellezze della natura ci è suggerito da questa poesia. Le pene dell’amore sono note, ma poi tutto si placa. Il dolore è fertile se esistono “ponti agganciati a sostegni di speranza”. Una rosa, ancora fiorita d’autunno, che si “inchina al cielo” è un bel omaggio d’amore per la vita». Benedetto Di Pietro Opera 9^ classificata: «Sinapsi nei contrasti metafisici» di Ilaria Tomasi, Padova. Questa la motivazione della Giuria: «Il tema della non comunicabilità ritorna sovente. Qui la poetessa attraverso un giro di termini scientifici ci pone davanti alle problematiche della vita moderna. La uomo-monade vive chiuso nel suo io col risultato di una “frustrazione palpitante”. Tutti gli elementi che costituiscono la sua razionalità sono interrotti, mancano proprio di quella sinapsi (collegamento) che gli permetterebbe di vivere meglio». Benedetto Di Pietro Opera 10^ classificata: «Attraverso te» di Daniela Frignani, Stellata (FE). Questa la motivazione della Giuria: «In un tempo contingente in cui tutto sembra improntato alla rincorsa per conquistare un gradino più alto nel consesso sociale, c’è che si ferma e si guarda attorno, estraniandosi dalla buriana quotidiana che tutto sommerge e trascina a valle. In questa poesia la poetessa parla con un “tu” che è il centro stesso del suo credo religioso. Ne emerge il sentimento convinto della sua fede». Benedetto Di Pietro Opera Segnalata dalla Giuria con Attestato di merito: «Polvere di cosmo» di Mauro Domenella, Castelfidardo (AN). La cerimonia di premiazione si è tenuto il 31 gennaio 2009 e si è svolta con il Patrocinio della Città di Melegnano, presso il Teatro San Gaetano. Presenti l’Assessore alla Cultura della Città di Melegnano Denis Zanaboni, il Vice Sindaco della Città di Melegnano Enrico Lupini e il professor Benedetto Di Pietro.
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