Opere di

Vittorio Carlo Redaelli


Da: Ai confini dell’immaginazione


Lo Specchio

Nella sala principale di un palazzo dell’ex dittatore, deposto dalla rivoluzione, c’erano cinque uomini, Diaz il capo guerrigliero, Pedro l’ideologo, Garcia e Leon.
I due gregari e l’amico fidato Ramon, in un ipotetico Stato del Centro–Sudamerica.
Stavano festeggiando la fine della rivoluzione dopo essere stati acclamati dalla folla al balcone. Diaz fece chiamare l’ex dittatore.
Il dittatore si presentò tutt’altro che remissivo, allora Diaz disse.
– Non ti fucilerò come gli altri oppositori ma ti farò morire a poco a poco, ti cospargerò di miele e ti farò divorare dalle formiche perché ti sei dimostrato un dittatore che ha affamato e usurpato il popolo –
Egli pieno di orgoglio e dignità replicò.
– Vedrai che non andrà tutto bene anzi ora comincia il difficile per te, guarda quello specchio, me l’ha regalato una vecchia, dove chi si specchia potrà vedere chi sarà che potrà tradirti e ucciderti. –
Diaz allora disse – Portatelo via da me –
Passò qualche ora e Diaz incuriosito dalla predizione si specchiò e subito vide Pedro con in mano una mitraglietta che lo stava uccidendo.
Si voltò tutto era calmo, allora si avvicinò a Pedro e lo condusse sul balcone e lo buttò giù.
Gli altri guerriglieri dissero – Era un amico –
Diaz si avvicinò di nuovo allo specchio e vide che Garcia e Leon avevano in mano dei coltelli pronti ad ucciderlo.
Si voltò tutto era calmo e disse a loro di andare alla prigione per vedere se le esecuzioni procedevano contro gli oppositori.
Quando se ne andarono Diaz prese il telefono e chiamò la prigione e disse
– Appena giungono Garcia e Leon fucilateli poi fate sapere –
Dopo un’ora dalla prigione giunse la notizia che Garcia e Leon erano stati giustiziati.
Non era rimasto che Ramon che disse – Ora siamo rimasti in due a spartirci il potere, brindiamo –
Ma Diaz oramai non si fidava più di nessuno e si avvicinò ancora allo specchio e vide che Ramon gli stava versando un bicchiere di vino avvelenato.
Si voltò ed effettivamente Ramon stava versando un bicchiere di vino e glielo porse.
Diaz che stava impazzendo buttò via il bicchiere prese una pistola e sparò a Ramon.
Ramon prima di cadere a terra morto disse – Sei rimasto solo –
Diaz allora prese la pistola che aveva in mano e la lanciò verso lo specchio, che si frantumò in mille pezzi.
Passò una settimana in cui Diaz rinchiuso nella stanza stava impazzendo.
Si sentivano solo i crepitii delle mitragliatrici e dei fucili che giustiziavano gli oppositori, quando bussarono alla porta.
Era un prete che entro e disse – Basta esecuzioni il popolo è stanco e lei è rimasto solo –
Diaz allora lo cacciò dalla sala.
Ma il prete non fece a tempo a chiudere la porta per andarsene che dopo un minuto si sentì uno sparo.
Riaprì e vide Diaz a terra morto; si era sparato un colpo alla tempia.


Il bigliardo

In una sala bigliardo di uno stato americano c’era un uomo che si chiamava James e viveva quasi tutti i giorni fino a tarda ora nella sala.
Era quasi mezzanotte di un giorno di agosto e James che si considerava il più grande giocatore di bigliardo faceva delle considerazioni ad alta voce e disse:
– Sono io il più grande giocatore – Era convinto.
Ma la sala era tappezzata di quadri di un altro giocatore morto da poco che era considerato lui il più grande.
Non si dava pace e buttò i quadri in terra, che andarono in mille pezzi; quando ad un tratto apparve George che gli disse.
– Facciamo una partita per vedere chi è il più grande giocatore; le condizioni sono la posta a 300 punti, se vinci vivrai se perdi morirai –
James orgogliosissimo accettò subito e incominciò la partita.
Furono messe le palle colorate e numerate sul bigliardo e iniziò George.
Durante la partita parlarono del più e del meno della loro vita e George disse:
– Che vita hai fatto sempre chiuso in questa sala almeno io ho vissutolo amato ho viaggiato, mi sono divertito e tu? –
James scocciato rispose brutalmente – Non mi confondere, vedremo! –
Erano arrivati alla fine: George a 296 punti, James a 298.
George che aveva compreso James tirò per primo e sbagliò apposta per farlo vincere.
James tirò a sua volta e butto le palle in buca e conquistò la posta dei 300 punti.
Aveva vinto era il più grande e vivrà.
Quando si voltò George era scomparso.
Diventò il più grande giocatore di bigliardo d’America.


Oltre la morte

In un seminterrato di un palazzo fatiscente e vuoto, come tutti i palazzi intorno, viveva da parecchi anni un’anziana donna forse troppo vecchia per andarsene, che aveva paura della morte.
Non apriva a nessuno neanche a chi le portava da mangiare.
Un giorno fu svegliata da un trambusto sulla strada e sentì un colpo di pistola, un uomo cadde davanti alla sua porta.
L’uomo si lamentava, era ferito e continuava a chiedere aiuto: era un poliziotto.
La vecchina allora si avvicinò alla porta e disse:
– Non apro a nessuno e poi chi mi dice che lei è veramente un poliziotto? –
Il poliziotto che continuava a lamentarsi disse:
– Non abbia paura di me sono ferito non le farò del male. –
La donna allora convinta gli aprì e lo sdraiò nel suo letto.
L’uomo ferito disse: – Chiami un dottore non vede che sto male? – ma la vecchina rispose che non aveva un telefono e che non usciva mai dal seminterrato.
Allora mentre lo curava incominciò a raccontargli la sua vita che era stata molto bella da giovane e amava il sole, ma ora aveva solo paura della morte.
Gli raccontò di anni prima; sapeva che la morte era in giro per la città, si presentava sempre con personaggi differenti: un giorno da operaio con la barba un giorno da giardiniere grasso e così via e chi toccava poco dopo moriva.
Il poliziotto allora disse – Ma come fa a mangiare – ed ella rispose che metteva i soldi con la lista della spesa fuori dalla porta, veniva tutte le settimane il garzone a servirla sempre senza vederla.
Il giorno dopo si sentì a bussare violentemente alla porta e un vocione disse:
– Sono il capo demolitore di questi palazzi apra – ma la vecchina disse che non apriva a nessuno.
Allora l’uomo butto giù quasi la porta entrò e disse – Deve andarsene entro stasera il palazzo dovrà essere demolito domani, se dice di no chiamo la polizia o il comune.–
La donna allora rispose: – Ma qui c‘è un poliziotto, è coricato nel mio letto ferito. –
Ma il capo demolitore non vide nessuno e replicò: – Deve andarsene al più presto – e se ne andò.
Stupita riguardò il suo letto e rivide il poliziotto che la invitò a guardare lo specchio; infatti la vecchina non vide nessuno: solo lei lo vedeva realmente.
– Allora è lei la morte – disse.
– Sì sono io – replicò – non abbia paura.
Si alzò dal letto le offrì la mano; ormai rassegnata gli diede la mano e si voltò verso il letto e si vide morta; gli tese il braccio e tutti e due se ne andarono su per le scale verso l’aldilà.


Obsoleto

In un tribunale di un ipotetico stato del 2150, si svolgeva un atto accusatorio, c’era un giudice, un pubblico accusatore e una giuria mista di uomini e donne. Il giudice disse: – Si faccia accomodare l’accusato –
Da una porta centrale entrò un uomo; si chiamava Gionas e si mise ad ascoltare il giudice.
Subito il giudice disse. – Si presenti –
L’uomo replicò. – Mi chiamo Gionas e sono un ex bibliotecario – Allora il magistrato sentito il pubblico accusatore disse: – In questa società fatta di giovani, tecnologia, computer e scienza lei è OBSOLETO e in qualità di giudice la condanno a morte – Anche i giurati dissero è OBSOLETO la condanna è a morte. Il giudice alla fine disse. – Le do 48 ore per morire – L’uomo pieno di dignità replicò:
– Voglio una cosa sola che sia scelto da me il modo di morire e voglio una telecamera nel mio appartamento per far far vedere a tutti in diretta la mia morte–
Il giudice acconsentì e Gionas s’avviò verso casa. Ormai quando mancava mezz’ora al compimento, fece chiamare il giudice. Il giudice giunse subito e suonò alla porta di Gionas, che lo fece entrare e lo fece accomodare sul divano dicendogli:
– Ora chiudo la porta a chiave e alla 48esima salterà tutto in aria compreso lei; ho messo una bomba; così voglio morire.
Si mise a leggere ad alta voce la Bibbia affinché anche il giudice ascoltasse e aspettò la fine.
Quando mancarono 3 minuti, il giudice diventò paonazzo e incominciò a sudare freddo; scattò in piedi e disse:
– Mi apra subito la porta – mentre la telecamera filmava tutto in diretta dove migliaia di persone vedevano e ascoltavano. Gionas allora raggiunto lo scopo aprì la porta e lo lasciò andare. Il giudice scese le scale di corsa e quando fu fuori dall’abitato si sentì un gran botto; era saltato l’appartamento con Gionas dentro.
L’indomani in tribunale c’era un altro giudice che disse: – Fate entrare il vigliacco –
Il giudice precedente, quello di Gionas, si fece avanti e subito fu accusato di vigliaccheria e condannato a sua volta a morte.



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