Opere da pubblicare


Dal testo “Il Capocella”

Racconto ispirato alla fantasia dell’autore, stimolata da particolari smagliature del sistema carcerario italiano.

…Detenuto da qualche anno, la vita cominciò a mostrarsi alquanto normale, nella sua condizione detentiva. Claudio conseguì l’attestato di partecipazione al corso di artigianato, così si affrettò a presentare una nuova Domandina per partecipare a quello di scuola media superiore. La sua scuola dell’obbligo si era fermata alla quinta elementare; in seguito, scappato dall’orfanotrofio, il suo obbligo fu solo quello di rincasare ogni sera presso una famiglia del quartiere che mostrò una certa sensibilità nei suoi confronti. Quegli adulti non posero però mai attenzione su come il giovanotto trascorresse il giorno. Viveva di espedienti, ma nel rispondere alla sua coscienza ogniqualvolta fosse interrogato era consapevole di sbagliare.
«Prima o poi cambio vita, ammesso che la vita me ne dia la possibilità» diceva, pentendosi di aver truffato o scippato il malcapitato di turno.
Era chiara in lui una consolidata voglia di migliorare, caratteristica che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita.
«Devo necessariamente migliorare, approfittare di questo tempo a disposizione per imparare» quella voglia di cambiare rappresentava un serio stimolo. L’obiettivo principale, in quel momento della sua vita, era tornare a vivere da uomo libero, soprattutto morire da uomo libero
La buona condotta e la dedizione allo studio rappresentavano ponti per scavalcare i giorni detentivi, senza contare che conducevano allo sconto di pena.
Claudio era consapevole del tempo perso, un tempo che non sarebbe più ritornato, un tempo non vissuto con suo figlio…


Dal testo “Che bello lavorare!”

Romanzo ispirato ad una vera storia di mobbing.

…I tre Giudici del collegio, si «sostituirono» a quella ventina di medici, che supportavano la vittima. Solo grazie a loro Marirò riusciva ad andare avanti. Nel Tribunale di Napoli, ben sei Giudici, asserirono il contrario di quanto invece asseriva il Giudice dott.ssa Vincy, la quale accogliendo il ricorso di Marirò, scrisse a chiare lettere che esisteva il «periculum in mora», giustificando il ricorso, considerate le condizioni di salute della ricorrente. Il motivo dei provvedimenti di urgenza è proprio questo. Altrimenti non avrebbero motivo di esistere. Marirò ancor prima del primo ricorso, seppe, attraverso alcuni amici avvocati, che il Magistrato, era incorruttibile. Con molta fatica cercò di metabolizzare il colpo. Con quel pizzico di serenità conseguente alla speranza che il giudizio finale era riposto nelle mani del Magistrato di cui si fidava, decise di andare in giro per gli acquisti natalizi. Al ritorno in azienda, fu convocata da Concy nell’ufficio di Risorse Umane, le fu ufficializzato a mezzo lettera di dover ritornare al Customer Care…


Dal testo “Una vita fa”

Romanzo ispirato alla realtà di una vita “particolare”.

…Zoppicando raggiunse disperato le mimetiche amiche, frastornato da una “lingua” sconosciuta,
s’avvicinò al fumante pentolone. Non occorreva parlare la stessa lingua, lo sguardo di quel bimbo affamato intenerì Frank, soldato americano dedito alla distribuzione dei pasti. L’uomo gli fece cenno con il capo di avvicinarsi; con entrambe le mani Gennarino afferrò la scodella, trasformando all’istante quelle lacrime di tristezza, in gioia infinita. Lo sguardo tenero di quell’uomo d’oltre oceano, non lo abbandonò fino a quando ebbe terminato. Ripose la scodella vuota accanto a quelle dei soldati. Quella sera s’addormentò soddisfatto, l’indomani sarebbe andato a trovare la nonna.
«Nonna va meglio», l’abbracciò. Amalia gli mostrò i calzini, «Con questi non andrai in giro a piedi nudi». Il fanciullo strinse forte tra le mani quel gesto d’amore. Pianse quando fu costretto a barattarli per un pezzo di pane, nel panificio in Via Cavalli di Bronzo.
Quel giorno, accanto al fumante pentolone del rancio, non c’era Frank, non ci sarà per lunghe settimane, il suo alleato tra gli alleati. «You dare bread me, io portare seniorita per fare fic…fic…» accompagnando l’espressione con il gesto della mano. Qualche volta, il corruttivo tentativo produsse gli sperati frutti, ma quando le truppe costatarono che Gennarino mentiva, niente più bread end chocolate. «Fagoff you…»…



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