Opere di

Vincenzo Elefante

Silloge L’Ultima Luna

1° premio Concorso letterario Jacques Prévert 2002 – sezione poesia – Il Club Autori


L’ultima tromba

(dedicata a tutti i martiri della guerra jugoslava)

Tra poco suonerà l’ultima tromba
e più non sentiremo
il galoppo del Tempo nelle ossa.
E allora verrò a stringerti la mano,

tra scheletri di case, col segno dei Risorti.
Potrà bruciare l’erba come paglia!...
Io getterò il fucile per chiederti perdono,
camminando sui morti.
E tu mi ascolterai,
perché saremo uniti nella morte.
Non sentiremo raffiche di spari,
la grandine che batte gli avamposti.

Insieme ce ne andremo, tu ed io,
come nuvola, all’alba,
che scivoli tra i rami. Come un sogno.

Tra poco suoneranno

le trombe del Signore.

Anno 1995


Lo sfratto

O Signore dei poveri, mio Dio,
un giorno Tu verrai.
Tu verrai per riscuotere l’affitto
di questo corpo e mi darai lo sfratto.

E forza non avrò per replicare!
Ti guarderò in silenzio.
Consegnerò il mio rotolo al Tuo Angelo,
sigillato col sangue del tramonto.

E non sarò che un nome per le foglie
dei platani e le vecchie campane.
Un nome da scordare.

Ore 15,20 – 30/11/95


L’attimo bruciato

Singhiozzi di porte che si chiudono,
scricchiolii sulle scale
dei lacché del rimorso,
quando, in punta di piedi,
cuore in gola trasali,
nei corridoi dell’anima.

E da finestre lampi
di foreste incantate
ci raccontano
l’attimo bruciato
tra l’Inferno e l’Altare.

Ore 11,51 – Sabato 14/11/96


Fiori neri

I ricordi sono
i fiori neri
del desiderio.

Di alberi maledetti.

Alberi
che patiscono le arpie
dal cuore freddo.

I ricordi?
Scintille nella cenere.

Ore 23,00 – 19/06/1997


Sulamite

(A mia moglie Giovanna, nel giorno di San Valentino)

Quando gli innamorati
si parlano coi fiori,
hanno radici proprio come gli alberi,
si guardano negli occhi come Angeli:
non vedono le nuvole.
Condannati alla fossa dei leoni,
gli innamorati sognano:
ai loro sogni spuntano le ali.

Ma Sulamite è bella!
Dice il Poeta. “ Sulamite è vera,
come un campo da arare,
terra da seminare.”

“Vento!..” dicono gli alberi
che mi offrono fiori,
“perché ha bevuto il sangue delle fonti,
tra torrenti di baci.”

Ore 12,07 – Martedì 14/02/98


A mia madre

(In occasione della festa della mamma)

Davanti a me gomitoli di giorni.
Ma se mi manca il filo del sorriso,
come un figlio monello,
io spalanco gli armadi

della povera infanzia
e frugo nei cassetti del tuo cuore.
Porgimi ancora il filo della gioia!
Nella tua terra tu mi ricamavi

e già parlavi a tutti i miei mattini.
E io sognavo questi cieli azzurri,
innamorato pazzo, come l’albero
che parla al vento con le sue radici.

Ore 14,31 – Domenica 10/05/98


Acqua e vento

Mi sono inginocchiato sotto il cielo,
laggiù, tra i tigli in fiore,
mi sono ubriacato del profumo
della campagna giovane, ho sentito,

sopra di me, cantare l’usignolo:
“Chi conosce il segreto
di questa primavera
per raccontarlo agli alberi?”

Non c‘è nulla di nuovo sotto il sole.
Noi che siamo venuti come l’acqua,
un giorno,ce ne andremo come il vento.

Anno 1999


Vivere

Non vivere per vivere, ma vivere
come se ogni giorno fosse l’ultimo.
Veder passare gli anni al finestrino,
tra una stretta di mano e un sorriso.

Come la principessa, prigioniera
nel Castello stregato, la mia anima
aspetta che il suo Angelo la liberi
con un filtro di Luna,

vorrebbe volar via, essere aria,
spiccare un salto nella trasparenza,
essere come il cielo per le rondini,
come vento di mare per le vele.

Anno 1999


Anni di passione

E, un giorno, nel bicchiere della vita,
appare lei, la morte,
come una medicina necessaria,
come la pilloletta che si scioglie

in tre dita di lacrime e che dona
finalmente la pace a chi si parte
e sereno cordoglio a chi rimane,
che in lunghi amari anni di passione,

camminerà tra queste grigie case,
col solito fardello sulle spalle
e il desiderio di spiccare il volo
verso cieli lontani.

Ore 10,50 – Sabato 09/12/00


Uno starnuto

Uno starnuto! E il tempo non c‘è più.
Morti non finiremo di morire:
l’erbaccia cresce in fretta sulle tombe.
Ma Dio pesa la polvere dell’uomo!

A vederlo non vale più di un passero,
spaventato dal primo filo d’erba

Ore 8,15 – Mercoledì 20/12/00

Tr. 8054 – Saletta P.D.M.


I milioni di Arlecchino

Eccovi un uomo solo,
il viaggiatore
del paese dei sogni.

Un abito per tutte le stagioni,
al polso un orologio
di contrabbando
che cammina coi battiti del cuore.

Eccovi il clandestino
scacciato dal paese della vita.
Dove lo porteranno
le scarpe della nascita?

Eccovi il cantastorie
che, a notte, nelle piazze addormentate,
conta i milioni di arlecchino
alle stelle lontane
che tremano d’amore.

Ore 12,15 – Domenica 23/01/00


Per non dimenticare

Dovremmo, forse, appendere le cetre
alle fronde dei salici e tacere,
Gerusalemme, terra senza pace,
in quest’ora di morte, per cadere,

sopra il filo spinato dei ricordi,
sotto la fredda luna dei rimpianti?
Dimenticar la Notte dei Cristalli,
i fumi dei camini della morte?

Dimenticar le rive del Giordano!
E poi, che ne faremmo della vita,
che domani daremmo ai nostri figli,
popolo senza terra e senza onore,

come un’ombra ramingo per il mondo?
Si inaridisca pure la mia destra
e si attacchi al palato la mia lingua,
ma sia squillo di tromba la mia cetra!

Ore 11,41 – 30/12/00


Soldatino di pace

E adesso, chi si ferma ad ascoltare
il grido del tuo sangue?
Quelli che ti insegnarono a sparare,
quelli che ti addestravano a uccidere,

ti cucirono addosso una divisa.
Li senti? Adesso sparano sui morti,
uccidono perfino la memoria
di quelli che mandarono a morire.

Ma chi ti piange adesso?
O chi si getta ai piedi del tuo Dio
e li bacia e li asciuga coi capelli?
Chi ti diede la vita!.. E può lasciare

sulla tua bocca l’ultimo respiro.

0re 11,35 – Venerdì 05/01/01


Illusione

Passa il povero odore della vita.
E se la vita è il sogno di una notte,
a chi al risveglio lo racconteremo?
A me basta sognare questo sogno,

correndo, col mio sogno incontro a te,
prima di scomparire come un vecchio
racconto nello specchio
o come l’ombra di uno stormo bianco

di là dalla finestra…

Ore 12,19 – Venerdì 09/02/01


L’ultima luna

Il tempo è questa immensa margherita
che sfogliamo, sognando – non scordarlo!
I giorni sono petali bugiardi
sparsi sopra un altare sconsacrato.

Ma.. accarezzami, tempo di acque chiare.
Uccidimi, sorella di erbe amare!
Hai fatto di un poeta un mendicante?
Rispetta la consegna del silenzio.

Salvati dalla terra delle stelle cadenti,
fuggi l’ultima luna – non amarmi!
Chi ha insegnato ad amare un filo d’erba,
sa cogliere i suoi fiori con dolcezza.

Anche nella tristezza,
è l’unico che sappia accarezzare,
senza fare alcun male.

Ore 19,45 – Giovedì 26/04/01


Angelo di Dio

Angelo di Dio che mi guardi,
tu che recidi il filo della vita,
pietà di questo giorno che precipita,
che rotola ai piedi della Croce.

Anche noi siamo angeli!
Angeli prigionieri della carne,
angeli che bruciarono le ali,
sorvolando le fiamme dell’Inferno.

Quest’Inferno si chiama Palestina.
Questo paese, guarda, è il mio paese.
Un deserto di cenere, mio Dio!...
Ma quando sulla bocca del cannone,

fiorirà il gelsomino?

Ore 13,45 – Mercoledì 22/05/01


Anni di rotaie

(Al mio indimenticabile amico e collega, Dotto Gianni)

Malinconia, acqua del mio dolore,
cieli chiusi su anni di rotaie,
gelido abbraccio di città straniere,
è tempo di ascoltare

la ruota dei ricordi,
di metterci allo specchio, tu ed io,
di tirar fuori dalle nostre tasche,
ahimè! – tutta la sabbia accumulata,

fino all’ultima goccia di sudore,
fino all’ultima lacrima, per noi,
che sempre ci levammo con le stelle,
che fummo i primi a salutare il sole,

e che versammo l’oro del tramonto
nelle mani del vento che manovra
il sipario dei giorni nel teatro
delle nostre marine.

Ore 5,00 – Venerdì 31/05/02

Deposito locomotive Salerno


Il tuo abito bianco

(A mia figlia Antonella, nel giorno del suo matrimonio)

Raggi di luna gli Angeli filavano
questa notte tra gli alberi.
Cantavano e filavano
gomitoli di sogni.

Ed ora, al primo chiaro,
sì come in una favola orientale
di fontane e di Uri innamorate,
laggiù, nella penombra della stanza,
sulla tua sedia d’ambra,
la biancheria dell’anima,
il tuo abito bianco.

Il verbo del Simurg è sulla bocca
di tutte le campane.
Cielo e terra si incontrano e si baciano.
Tenerezza di vento sfoglia i petali
delle pallide dalie…

Ore 18,40 – Sabato 25/06/02


Marinai dell’eternità

Noi ci siamo svegliati come naufraghi
sopra lidi stranieri.
Noi, marinai dell’Eternità,
finimmo sugli scogli della vita,

sull’isola pietrosa della nascita,
senza saperne niente. E, ogni giorno,
scaliamo le Montagne della Luna,
per scrutare dall’Alto l’Orizzonte

delle nostre illusioni. Come bimbi,
per aiutarci a vivere,
ecco, ci divertiamo a costruire,
con tutto ciò che il Mare porta a Riva,

Castelli di sabbia.

Ore 8,00 – Domenica 12/08/01


Erba di gioventù

Dove vai, vita mia?
Tu, fresca erba della gioventù,
insegnami il sentiero delle nuvole
ed io mi aggrapperò

a un filo di vento per raggiungerti.
Camminerò perfino sulle onde
delle stelle cadute,
scenderò nell’Averno per contendere,

come il giovane Orfeo,
all’Angelo crudele degli Abissi,
là, nella fredda valle dei rimpianti,
la tenerezza delle rose bianche

e la passione delle rose rosse.

Ore 11,44 – Martedì 14/08/01

In cucina


Lo straniero

Io sono uno straniero,
come tutti i poeti in questo mondo,
un cavaliere errante, senza onore.
Mi guadagno la vita, mendicando

un po’ di cielo per le mie canzoni.
Ma dove sei, Signore? Se mi gela
il silenzio dei pesci o sopravvivo
alla corte degli alberi, mi ascolti?

Grazie per la Parola che riponi
sulla bocca dei fiori.
Tu sei l’ombra del Vento che accarezza
i miei sogni d’amore.

Ore 13,06 – Lunedì 20/08/01


L’angelo dimenticato

Era l’angelo dimenticato
quello che vidi in sogno,
che vive tra gli ulivi del mio avo,
i capelli d’argento di mio madre

e i sassi insanguinati del paese.
“Ce n’hai messo”, mi disse, “a ritornare
tra i giocattoli rotti
della povera infanzia!
Pègaso, guarda, è dove l’hai lasciato.
Qua… l’arco per la caccia agli Unicorni
E la spada del grande Sigfrido,
terrore delle streghe della vita
che spaventano passeri e bambini.”

Mi guardai nello specchio.
Sì!.. Questa odiosa maschera di vecchio
era, infine, caduta dal mio viso.
E l’angelo del sogno sorrideva.
“Non esiste più il Tempo, mi diceva,
perché il Tempo è un giocattolo
nelle mani di Dio.”

Ore 23,15 – Venerdì 24/08/01


Vento d’amore

Io sono qui, sospeso, come un albero,
in un presagio di vento.
Io non conosco l’ora, né il momento,
ma so che Tu verrai.

In silenzio, l’orchestra delle foglie
ti aspetta, non tardare,
balsamo del mio cuore solitario,
mio istante fragrante.

Ore 9,20 – Sabato 25/08/01


La forza del silenzio

(Dedicata ai tre minuti di silenzio del 12/09/01, in memoria delle vittime delle Torri Gemelle)

Si può morire di silenzio o vivere.
Del silenzio di Dio si può morire
o vivere di ogni sua carezza
all’ombra del Risveglio,

soltanto con la forza del Silenzio,
lontano dal fragore delle armi,
guardandoci negli occhi per capire
il silenzio degli altri.

Ore 16,09 – Domenica 16/09/01


L’aquilone della libertà

(Ai bambini afgani, ai quali il regime di Kabul vietava di far volare gli aquiloni)

E adesso costruite l’aquilone più bello
con i colori della vostra terra!..
Sulle ali scrivete i vostri nomi,
scrivete i vostri sogni…

Poi, fatelo volare sopra i nostri paesi,
riempite i nostri cieli,
portateci le attese della povera gente,
dite al mondo che freme
per le Torri Gemelle,
che ascolti la Rivolta delle Pietre,
tutto il sangue di Abele
che grida dalla terra.

Dite cos‘è la guerra.

Ore 13,16 – Giovedì 22/11/01


Come nascono gli angeli

(A Vincenzo, al fresco germoglio della nostra vita, nel giorno della sua nascita)

Non sapevo come nascono gli Angeli.
Ascoltami, non ero ancora asceso
al sacrario dell’Alba – non potevo!
Quando nasce un bambino, non sapevo

che il Cielo si innamora della terra
e che lassù, si accende un’altra stella,
sull’abito ineffabile di Dio.
Poi, arrivasti tu,

fresco germoglio della nostra vita,
per la gioia degli alberi e dei prati.
E, adesso, so che gli Angeli son fiori
del pensiero di Dio, sono scintille

di verità e di pace.

Ore 5,50 – Lunedì 16/06/03


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