Opere di

Vincenzo Cusimano


Attraversavi ponti abbattuti (contro tutte le guerre)

Attraversavi ponti abbattuti
foglie bagnate
le pieghe delle pietre
spaccate dai cannoni
i fori di piombo tra le edere
rullare di coorti
malvagie
singolar tenzone con il bene
ed anime spolpate
dalla guerra.
Attraversavi ponti abbattuti
foglie bagnate
da nebbie impellenti
mani d’alabastro protese
occhi di bracia spenta
e quei fanciulli
quei fanciulli
immemori di gridi
orfani di sospiri.
E ancora passavi
sopra a ponti abbattuti
foglie bagnate
torbide catene intrecciate
senza proferire parola
con tremore
di rabbia
elevando al cielo
mille maledizioni o
forse preghiere.
Camminavi su quei ponti di macerie
su spume d’autunni infiniti
su cuori di vapore
passavi su ponti abbattuti
in ginocchio
cullando il fucile
barattando le lacrime
per i tuoi ricordi
di girotondi
e giardini
e fluide carezze
dalle tue donne
perdute.

3/10/2011 da “Cuore perduto, cuore ritrovato”


Crociera degli infelici

Miscuglio di pelle, nera, liscia sudata
occhi imploranti, mani protese preghiere smunte
labbra rinsecchite dalla polvere e sole e sale.
Donne (mestamente) belle racchiuse in turbanti magici
così femminili da trascendere tutti gli orizzonti.
proteggono bambini, più forti dei loro padri
più determinati di ogni leader ipocrita.
Ecco, sono prossimi i deserti
dove il fuoco prevale sulla terra,
lava virtuale invece che acqua e nutrimento
scarso come l’oro.
Hanno marciato insieme, tra i flagelli di schiavisti orrendi
falsi fratelli,
percorrendo, intemerati, strade di pietra e fango e sabbia.
Prede innocenti, violenza mostruosa su di loro
E gli schiavisti eterni, padroni della morte
che sghignazzano pregustando già sbronze e lascivia
alla faccia dei versetti del loro profeta.
E guatano gli infelici ancora all’orizzonte
col sole immanente alle loro spalle
luce implacabile e ghiaccio nelle notti desertiche.
Ed ecco il mare ma prima, ancora patimento
prigionia, violenza ancora risa sadiche.
Gridano “vogliamo partire” “vogliamo il mare”
ma la paura è ineffabile.
Cosa è questo mare?
cosa è nuotare?
Com’è immenso in confronto ai rigagnoli scuri
e denutriti della loro terra.
Giorni e notti nella tempesta, sciabordio incessante e terribile
non certo una ninna nanna,
eppure i bambini
sempre più coraggiosi, consolano i padri e le madri.
Nuove creature arrivano nel viaggio, altre se ne vanno
in un paradiso che, anelo tanto, esista davvero.
Ora, forse non ci sarà più cattiveria,
non ci sarà più infelicità, le donne così belle nella loro passio
gli uomini ora miti, i bambini orgogliosi.
Oggi allora forse ci sarà speranza non saremo mai più infelici
Si scorge un tricolore all’orizzonte,
poi una nave bianca e rossa all’orizzonte
di uomini buoni.

1/8/2017


Cuore liquido

Oggi sento il mio cuore liquido ed i suoi battiti
come sgorgare da una sorgente nascosta
agli occhi del mondo.
Un flusso incessante di gente s’accosta a me
e si discosta
pare voglia parlare ma poi non articola suoni
come un “sta scrivendo” di WhatsApp
ed io piego il capo guardo in alto
mi scuro la vista perché voglio solo i suoni
amo i suoni
come li ama lei.
Oggi ho un cuore liquido e il sangue di pietra
che si frantuma in mille rubini
senza valore.
Il firmamento è un grande album candido
dove puoi scrivere di tutto
musiche parole o pennellarvi su
un nuovo Giudizio universale.
Ho parlato con te oggi Vincenzino
ti ho scritto tante cose
ma non ho capito
se mi hai capito
perché sei così piccino
così ingenuo.
Ti dono allora il mio cuore liquido
per farlo diventare trasparente e forte
come un diamante
col tuo intenso amore.

15/7/2019


Il Cammino delle intemperanze

Ho intrapreso un cammino
delle intemperanze
dote ancestrale sospesa nel tempo
e riscoperta nell’evo eterno
tra favole incomprensibili
grida di menzogne antiche
pallidi ideali risibili
e abbacinanti commedie
infinitamente recitate
nel palcoscenico del multiverso.

Guardavi fuori alla finestra
legata alle tue dolci paure
in una continua attesa di ore
lente come una vita.
Ma hai tu intrapreso il cammino
delle intemperanze?
Hai giocato con te e i tuoi patimenti?
Perché il cielo
si apre al tuo sguardo
sbocciano le camelie
in una primavera nuova
e senza tempo.

E allora
il perpetuo amore d’un poeta
trascendendo il dolore
spezza i vincoli perenni
alla tua felicità.

13/2/2019


Il gioco (Nadir)

Pensieri crudeli come manticore
si avviluppano incontrollabili
e restano lì come fiamma incovata
sotto le braci
offendendo il mio e il tuo passato.
Ho soppresso amicizie, estinto amori
planati sotto il Nadir
scritti sulle effemeridi
tra fumi di d’essenze misteriose
e circondato dai fiori di giralda.
Immaginavo me stesso immobile
nella posizione Kapalabathi
come fulcro dell’energia piena
dell’intero universo
romito solitario, sciamano
dello stesso mio animo.
Prima eravamo giovani e innocenti
ingenui bimbi intenti al loro gioco
semplici cerchi sulla terra polverosa
tra ammiccamenti incolpevoli
alle fanciulle in fiore
mentre tutto scivolava via.
Fin’ora un gioco è stato tutto questo
senza vincitori senza perdenti
durato poco più di un sospiro
di palpiti ardenti
poco più di uno zefiretto
sperdutosi in una tempesta
senza quiete.

1/3/2019


Istanti

Che l’esistenza sia fatta di istanti
è cosa risaputa
ma quanto durano questi istanti?
Durano un attimo un’eternità o chissà quanto?
Alcuni certo si ricordano
come l’ultimo pianto mentre nell’oblio
finisce il sorriso
allora io spero tanto di vivere
in un istante indiviso
sognare da sveglio ed eludere le mie suggestioni
come in un grande circo di allucinazioni.
Istanti cosa siete? atomi del tempo
o piuttosto faville schizzate dai crateri incandescenti della storia?
E allora io io non vorrei più memoria
dell’inopinatamente vivere e
del tempo trascorso e del divenire
ma crogiolarmi placido come un gatto
al sole dell’amore che mi fai sentire.

14/7/2019


Non chiedere al tempo

Non chiedere al tempo ciò che il tempo non può darti
l’unica risposta sta in due corpi
avvinghiati insieme sulla sabbia
sensualmente catapultati in mondi immaginifici
dopo lunghi viaggi siderali.
Non chiedere alla luce ciò che la luce non può illuminare
la risposta è la declamazione di poemi irrituali
da pulpiti ancestrali persi tra le nubi
dove i versi si mescolano al volo alato
degli arcangeli.
Non chiedere al destino di mutare il tuo destino
la risposta è nelle sinfonie magiche
composte prima del tempo e con gli stessi suoni
che sono le nostre anime e che ascolti infinitamente
nei tuoi sogni.
Non chiedere al tempo una risposta che non c‘è
la risposta è dentro di te, dentro di me
ed è scritta nelle candide pagine di libri
e di spartiti ancora da scrivere
infinite volte perduti e infinitamente ritrovati.

9/7/2019


Ora lu viu ‘stu mari

Ora lu viu ‘stu mari
doppu tantu pinari
lu viu ‘stu mari.
Sentu lu mari ca fruscìa
supra li scogghi
lu sentu finarmenti
doppu tanta strata fatta
dalla muntagna avita.
Me patri mi cuntava
ogni siratina dû mari:
tanta acqua dicìa, accussì tanta chi la Sicilia
ci putissi affunnari.
E ‘nta l’acqua ci sunnu
armaluzzi nichi e culurati chi si chiamanu pisci,
e pari ca volanu commu i passiri ntô cielu».
E mi ricìa puru:
Ntâ lu mari ci su pisci accussì granni
ca si putissiru manciari puru a tia e a mia ‘nsemulla.
Ci nné unu granni e grossu
ca c’avi pur una spata supra u nasu e cu chidda
battagghìa a li cristiani.
Navutru gigantescu, ricìa,è fieru ed è lu martiri
dû mari e ntâ la vasca unni veni rinchiusu
iecca tuttu ‘u sò sangu prima dell’anima sò
mannàri a Nettunu ‘u diu dû mari.
Mi cuntava me patri di li varchi,
carretti senza roti e cu un linzuola
pi camminari supra all’acqua
comu pi maggìa.
E accussì beddu ‘stu mari eppuru,
mi ricinu li piscaturi, ca ‘nta stu mari
ci persiru la vita tanti cristiani.
Ma chi bieni a ddiri?E mai possibili?
Picchì è tantu bieddu ‘u mari
accussi azzurri comu l’occhi dû Signuri
accussi limpidu e trasparenti
comu a biddizzia ra me zzita.
Evvabbè, ora lu viu ‘stu mari
e lu cori mi scoppia picchì è troppu nicu
pa’rricogghiellu tuttu.


Tre azzurri

Oggi l’azzurro del cielo si è confuso coi miei occhi
e quello delle acque mi è esploso dentro:
crespe ondate come suoni armonici
densa spuma come universale brindisi.
Scrutare il mare dall’alto è vivere la propria vita
ancora e un’altra volta ancora
flussi di correnti blu levanti e andanti
alte maree e i suoi opposti
una mano che ti tira su all’aria
come un nuovo parto quando oramai
ti sei rassegnato ad annegare
e con magica metamorfosi divenire
una creatura marina e fatata e nuotare
per sempre negli abissi con sirene ed ondine.
La vita d’altronde non è che una tempesta perfetta
dove barchette-anime lottano pervicacemente
per approdare ove possibile
nella speranza di scoprire un paradiso in terra.
Oggi tre azzurri si sono mescolati ed allora
ho chiuso i miei occhi per serbare mare e cielo in me.

30/6/2019


Un nonnulla

Ti ho indicato la Luna
col mio dito inanellato
così alta così lontana
eppure oltre lo sguardo oltre il cielo
c’è un cuore palpitante
su un veleggiante veliero
perdutosi nella follia
ed abissato
in un’effimera armonia
Una vita un sentimento
un nonnulla ho immaginato
come tutto sia
un sogno scordato
che sguscia via che salpa
verso astri mulinati.
Ho atteso troppo e tanto
la ricapitolazione della vita
ho amato e amato amando
ho affrontato la risalita
scoscesa del mio destino.

14-15/2/2019



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