Opere di

Ugo Berardi


Ouverture

Assisto ad una carenza di poiesis, considerato l’audace battere del tempo. Calcolato lo scherzo diseguale della temporalità, il fatto comprensivo dello scambio di merci, rischio come Sara di essere tramutato in sale.

(da “Tavola degli esercizi”, 1996)


Dio è quel sospetto
che s‘è insinuato
tra le coperte
e il materasso.
E sei già a letto.

(da “Tavola degli esercizi”, 1996)


Il cristallo che brilla
di sola luce propria
nella notte di pietra
è il verso che più soffre.

(da “Tavola degli esercizi”, 1996)


Scaldare le mani
prima dell’atto.
Quello che esce
dall’inchiostro
andrà rivisto
tante volte quanti
sono i dubbi.

(da “Tavola degli esercizi”, 1996)


Si  tirano giù le righe.
Le parole sono zolle
che non si sfaldano mai.

(da “Tavola degli esercizi”, 1996)


Portavo un invisibile
cilicio,
che graffiava la pelle e favoriva
il sudore; l’ira di un esercizio
di bestia.
Mi affina ciò che si chiama
sacrificio.

(da “Tavola degli esercizi”, 1996)



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