(S)punti di Vi(s)ta

di

Sarah  Baciocchi


Sarah  Baciocchi - (S)punti di Vi(s)ta
Collana "I Gigli" - I libri di Poesia
14x20,5 - pp. 64 - Euro 9,00
ISBN 978-88-6587-8422

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In copertina: fotografia dell’autrice


Prefazione

La silloge di poesie “(S)punti di Vi(s)ta”, di Sarah Baciocchi, è fedele espressione di una visione poetica intensa e profondamente “sentita” nell’animo.
Nel processo lirico, sempre intessuto con versificazione nitida e limpida, l’universo emozionale fluisce libero e la sua poesia dimostra di possedere la forza dirompente capace di scatenare le vibranti sensazioni del percorso esistenziale della poetessa che, come a confermare tale volontà, scrive: “imprigionata in un eterno movimento, / mi nutro / delle mie vibrazioni”.
La sua poetica è permeata di questa energia che alimenta la vitalità delle composizioni, quasi a voler “inghiottire la vita”, fagocitare le metamorfosi dell’esistenza, ben sapendo che il percorso di ricerca sarà costellato da “delicati equilibri” e dall’incombere delle contraddittorietà e delle dicotomie della vita stessa, fino a confessare: “Sono contraddizione / che si nutre di regole / …sono labirinto/di proposte disattese / …sono l’idea / che si trasforma / in vuota opportunità / lasciando solchi / tra pensieri confusi”.
Lo sguardo di Sarah Baciocchi scandaglia le molteplici manifestazioni dell’umano vivere e sottopone al vaglio critico il travaglio interiore, che viene scrutato attraverso una personale lente di osservazione, conducendo la poetessa verso una poetica dell’anima, che si espande, tra vibrazioni e “solitudine di parole”, tra illusioni e un velato senso di vuoto sovente percepito, ed infine, offrendo continui rimandi alla personale visione lirica, sempre attenta a fissare, nel miglior modo, ogni più labile percezione dell’esistere.
Emerge la consapevolezza d’una necessità vitale di “cambiare prospettiva” e tendere ad una dimensione superiore, come ad immedesimarsi “nell’acqua, nella terra, in un fiore”, in totale fusione con il mondo naturale, seguendo l’intima propensione a percepire la vita “attraverso il silenzio” e a vedere “attraverso le lacrime”, per dissolvere le incertezze e le fragilità che soffocano il cuore.
La polvere del Tempo inesorabilmente si deposita su ogni cosa: le emozioni scorrono via, difficile far rivivere i “ricordi consumati”, arduo ricomporre i “pensieri frantumati” e scavare tra la “sabbia” della memoria.
La costante ricerca tende a superare le limitazioni di spazio e di tempo, al contempo, a ritrovare le giuste direzioni per uscire dai “labirinti inespressi” e fare risplendere la sostanza stessa della sua concezione poetica, per non sentirsi più “il nulla”, per creare spiragli luminosi “nell’abisso della coscienza” e del “suo” senso di vuoto interiore.
Nel divenire della sua poetica, Sarah Baciocchi offre i frammenti esistenziali con la volontà di riproporli sotto una nuova veste e in una dimensione che superi le stagioni della vita ed il tempo stesso, innalzando la sua visione a simbolica luminosa fioritura dell’anima.
Tutto diventa lirico specchio esistenziale d’una poetessa sempre fedele alla sua Parola, pulsante e penetrante, meravigliosamente sincera nella sua voce recitante.

Massimo Barile


Introduzione dell’autrice

Sento attraverso gli aculei di un riccio.
Vedo attraverso le lacrime
di un fiore strappato alla sicurezza
di una zolla
che inghiottita da un’onda
scava tra le pietre
rimaste incastrate
in filamenti
sbiaditi
di un arcobaleno
che grida il suo vuoto
lasciando scorie
di me,
cocci in bilico
tra diamanti di vita.

Percepisco attraverso il silenzio timido
di un orso
che non ci sei più!
Solo vibrazioni di te
in un puzzle
scomposto
appeso alle pareti
della mia incoerenza.

Una bolla di sapone
insegue una trottola
che incide nel fango
un germoglio di ingiustizia.

Passo dopo passo
lascio
tracce di me
in una città dove l’edera
si ancora a muri di nulla
tra l’equilibrio
di un’illusione
che maldestra mi ferisce
straziando
il mio mondo
senza confini
perché
la Trinità
è ovunque
in ogni punto di vista!

Tempi diversi
di una clessidra
che come un uovo
racchiude vermi
in una pozzanghera di città
dove nella firma di un’ombra
si nasconde
un obiettivo di contraddittorie casualità.

Soffi di note
lasciano che le interferenze
cavalchino
l’inesperienza bruciata
di una Verità di strada!

Scritti atemporali
narrano
di prospettive inusuali.

Ma tu,
dove sei ora?


(S)punti di Vi(s)ta


Sono

Sono contraddizione
che si nutre di regole
coerentemente contestate.
Sono labirinto
di proposte disattese.
Sono fucina
di vigliacche idee
lasciate macerare
in una bieca disperazione.
Sono desiderio
di morbosità soffocate,
immerse nella palude
della mia reticenza.
Sono l’idea
che si trasforma
in vuota opportunità
lasciando solchi
tra pensieri confusi.


Una bolla di sapone

Sono una bolla di sapone
che tremolante vaga
tra le strade della mia incertezza.

Progetti non ne ho più
mentre sospinta dal vento
rifletto
la luce di nuove opportunità
che la mia fragilità
non sa contenere.

Lucida follia
il mio tentativo
di passar indenne
tra la pioggia della mia disperazione.

Nel silenzio della tempesta
inghiotto la vita
esplodendo.


L’orso

Sono un orso.
Perso nella mia immensità,
esco di rado
anche se del letargo
conservo un flebile ricordo.
Vago
stanco
nella vastità del mio bosco
e nella perplessità
di sguardi impauriti
colgo
l’inadeguatezza
del mio agire.
Temo
la compassione
che nutrite per me.
Non saprei
resistere a lungo
ammirato
in una gabbia.


Il riccio

Chiuso in me stesso
respiro a fatica
la polvere delle mia insicurezza.

Sbircio il mondo
attraverso il musetto,
della realtà conosco
solo l’odore.

Gli occhi miei paurosi
non osano sfidare l’ignoto.
Possiedo soltanto
la sicurezza della mia morbidezza.

Fuori,
un mondo di aculei
che non mi appartengono.


Il verme

Sono un verme
ormai vecchio,
stanco mi trascino
tra la polvere
della mia delusione.
Ebbi paura
di solcare la Terra,
così restai solo
dalla parte sbagliata
del recinto.
Sono un verme
senza più aspettative.
Schiacciatemi senza rimorso
perché io non ho più rimpianti.


Un uovo

Un uovo
sodo
son diventato.
Non c’è più spazio
per nulla,
solo un unico pensiero
mi attraversa
il guscio scheggiato.
Vorrei navigare
nel candore
di infinite possibilità
irradiato da un sole
che mai si spegne.
Ma sono un uovo
sodo
imprigionato nel vuoto
della mia debolezza.


[continua]

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