In copertina: fotografia dell’autrice
Prefazione
La silloge di poesie “(S)punti di Vi(s)ta”, di Sarah Baciocchi, è fedele espressione di una visione poetica intensa e profondamente “sentita” nell’animo.
Nel processo lirico, sempre intessuto con versificazione nitida e limpida, l’universo emozionale fluisce libero e la sua poesia dimostra di possedere la forza dirompente capace di scatenare le vibranti sensazioni del percorso esistenziale della poetessa che, come a confermare tale volontà, scrive: “imprigionata in un eterno movimento, / mi nutro / delle mie vibrazioni”.
La sua poetica è permeata di questa energia che alimenta la vitalità delle composizioni, quasi a voler “inghiottire la vita”, fagocitare le metamorfosi dell’esistenza, ben sapendo che il percorso di ricerca sarà costellato da “delicati equilibri” e dall’incombere delle contraddittorietà e delle dicotomie della vita stessa, fino a confessare: “Sono contraddizione / che si nutre di regole / …sono labirinto/di proposte disattese / …sono l’idea / che si trasforma / in vuota opportunità / lasciando solchi / tra pensieri confusi”.
Lo sguardo di Sarah Baciocchi scandaglia le molteplici manifestazioni dell’umano vivere e sottopone al vaglio critico il travaglio interiore, che viene scrutato attraverso una personale lente di osservazione, conducendo la poetessa verso una poetica dell’anima, che si espande, tra vibrazioni e “solitudine di parole”, tra illusioni e un velato senso di vuoto sovente percepito, ed infine, offrendo continui rimandi alla personale visione lirica, sempre attenta a fissare, nel miglior modo, ogni più labile percezione dell’esistere.
Emerge la consapevolezza d’una necessità vitale di “cambiare prospettiva” e tendere ad una dimensione superiore, come ad immedesimarsi “nell’acqua, nella terra, in un fiore”, in totale fusione con il mondo naturale, seguendo l’intima propensione a percepire la vita “attraverso il silenzio” e a vedere “attraverso le lacrime”, per dissolvere le incertezze e le fragilità che soffocano il cuore.
La polvere del Tempo inesorabilmente si deposita su ogni cosa: le emozioni scorrono via, difficile far rivivere i “ricordi consumati”, arduo ricomporre i “pensieri frantumati” e scavare tra la “sabbia” della memoria.
La costante ricerca tende a superare le limitazioni di spazio e di tempo, al contempo, a ritrovare le giuste direzioni per uscire dai “labirinti inespressi” e fare risplendere la sostanza stessa della sua concezione poetica, per non sentirsi più “il nulla”, per creare spiragli luminosi “nell’abisso della coscienza” e del “suo” senso di vuoto interiore.
Nel divenire della sua poetica, Sarah Baciocchi offre i frammenti esistenziali con la volontà di riproporli sotto una nuova veste e in una dimensione che superi le stagioni della vita ed il tempo stesso, innalzando la sua visione a simbolica luminosa fioritura dell’anima.
Tutto diventa lirico specchio esistenziale d’una poetessa sempre fedele alla sua Parola, pulsante e penetrante, meravigliosamente sincera nella sua voce recitante.
Massimo Barile
Introduzione dell’autrice
Sento attraverso gli aculei di un riccio.
Vedo attraverso le lacrime
di un fiore strappato alla sicurezza
di una zolla
che inghiottita da un’onda
scava tra le pietre
rimaste incastrate
in filamenti
sbiaditi
di un arcobaleno
che grida il suo vuoto
lasciando scorie
di me,
cocci in bilico
tra diamanti di vita.
Percepisco attraverso il silenzio timido
di un orso
che non ci sei più!
Solo vibrazioni di te
in un puzzle
scomposto
appeso alle pareti
della mia incoerenza.
Una bolla di sapone
insegue una trottola
che incide nel fango
un germoglio di ingiustizia.
Passo dopo passo
lascio
tracce di me
in una città dove l’edera
si ancora a muri di nulla
tra l’equilibrio
di un’illusione
che maldestra mi ferisce
straziando
il mio mondo
senza confini
perché
la Trinità
è ovunque
in ogni punto di vista!
Tempi diversi
di una clessidra
che come un uovo
racchiude vermi
in una pozzanghera di città
dove nella firma di un’ombra
si nasconde
un obiettivo di contraddittorie casualità.
Soffi di note
lasciano che le interferenze
cavalchino
l’inesperienza bruciata
di una Verità di strada!
Scritti atemporali
narrano
di prospettive inusuali.
Ma tu,
dove sei ora?