Opere di

Rosa Maria Corti


SUNÈT DA PRIMAVERA

Mi sóta ʼna pianta da sciréés
a rimirà la sua grand fiurìda
in mèz a un praa föra paées
ancamò bagnaa de la rusàda.

Un’oltra primavera l’è rivada
fiuriss primul, viulett e piltuchìn
sa cunsuma l’amur in la niada
intant ch’el barinöö fà ʼl sò giravultìn.

Anca ʼl vent la faa la sua giràda
e adèss ghè ʼna grand paas
che paar che la medèga ogni ferìda.
L’è propri un mument d’òr
ca sgrìnfia e zànfa ʼl mé pòr cör.
cumè ʼl réfét d’un alzapé, d’una tirèla1.


SONETTO PRIMAVERILE

Io sotto un albero di ciliegio/ a rimirarne la maestosa fioritura/ in mezzo a un prato fuori paese/ ancora bagnato dalla rugiada.// Un’altra primavera è arrivata/ fioriscono primule, violette e bucaneve/ si consuma l’amore nel nido/ mentre l’agnellino fa le capriole.// Anche il vento ha fatto il suo giro/e adesso c’è una gran pace/ che sembra medicare ogni ferita.// È proprio un momento d’oro/che ghermisce e allaccia il mio povero cuore/ come lo spago sottile che impiglia l’uccello nella trappola.


1 Alzapé, tirèla, archét: trappole costruite sul posto con legni e spago e collocate lungo i sentieri nei boschi, o nei pressi di pozze d’acqua, per catturare gli uccelli che li percorrono saltellando o quando si recano a bere.


ELISABETH D.

Non posso prestarti la voce2,
troppo roca e strozzata
per lo sconvolto passato.
È l’acqua a parlare,
a tratti increspata
da un brivido, ricorda
rumore là sui binari
e ad un tratto gli spari.
Muggiva il Mistral
nella macchia, fra i limi,
nel fitto bosco, in brughiera.

Si mossero nuvole
a velare le stelle,
spiovvero fiochi raggi
sui piedi nudi, sui neri capelli,
sul viso candido e chiaro,
sul timo, sui cardi spinosi,
su una pozza di sangue.

Aveva dieci anni,
uccisa col calcio di un fucile,
il cranio come un sacco di noci.
Forse urlò, prima di morire,
e corse sui cardi, sui timi,
sui cartami alti e spinosi.

Troppo presto terminò il suo viaggio
a piedi nudi in un paese selvaggio,
finì in una pozza di sangue,
di notte, vicino all’acqua
luccicante che scorre.

Due famiglie,
duemila chilometri lontane.
In mezzo uno stretto
e pianure e montagne da attraversare.
Per una, la vacanza sognata,
il sole, gli amici, le cicale ed il mare,
a Digne, la corsa dei tori,
a Lurs l’oscuro destino.
Chi sarebbe andato a pensare?

Per l’altra, oscuri valloni,
fieni rossi e pascoli magri,
querce nane e mandorli neri,
più tardi i campi da coltivare.
Una notte d’agosto l’incontro:
una famiglia per sempre scompare.
Rimane l’enigma,
in questa terra che croce non sana,
ieri il sangue, oggi un fango mortale3.

Non posso prestarti la voce,
eppure ti penso e mi chiedo
il senso del dire, se sia meglio tacere
ora che il tempo è lontano.
Ma l’acqua tutto ricorda:
lebbrosi, briganti e refrattari,
streghe, disertori e pastori solitari,
quella famiglia unita e l’innocenza
di chi si apriva alla vita.

Aveva il viso candido e chiaro,
Elisabeth,
dieci anni e neri capelli.
Ogni anno qualcuno lascia una rosa
sulla sua tomba priva di orpelli.


Nota dell’autrice


2 Elisabeth Drummond. Figlia di Jack e Ann Drummond, inglesi. Aveva dieci anni e frequentava una piccola scuola nei pressi di Nottingham (Gran Bretagna). Con i suoi genitori si stava recando in Costa Azzurra per una vacanza estiva, in una casa affittata a Villefranche-sur-Mer, dopo aver assistito a una corsa con i tori a Digne-les-Bains. All’alba del 5 agosto 1952 il suo corpo venne ritrovato col cranio massacrato a qualche centinaio di metri da una fattoria alla “Grand-Terre”, nel territorio di Lurs (Basses Alpes, oggi Alpes-de-Haute-Provence, Francia). Il padre e la madre erano stati uccisi prima di lei a colpi di fucile. Il proprietario della fattoria, Gaston Dominici, di origini italiane, riconosciuto colpevole, dopo un processo durato due anni, fu condannato a morte. Graziato dal Generale De Gaulle, fu posto in libertà nel giugno del 1960.

3 Ci si riferisce alle scorie radioattive non smaltite correttamente dalla Isotopchim, un’azienda specializzata nella marcatura chimica del C14, fondata nel 1987 sull’altopiano di Ganagobie, nei pressi della “Grand-Terre”, dove è rimasta attiva fino al 2001.


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