Opere di

Piero Selmi


…terremoto, Emilia maggio 2012,

STRANE OMBRE

Non è più casa mia, mentre cerco anche un solo ricordo nella via.
Non sono più le mie strade, dove gioca il bimbo col pallone ora?
Quel rumore strano e quel vento, un momento e così sia..
ci siamo cercati e rincontrati, manca qualcuno, tu chiamalo ancora.

Il sole , hai visto è tornato, quasi meravigliato, e ti cercava
in mezzo alle nuvole, in mezzo agli antichi viali riprovava
ma non era la sua città, qualcuno ha spaccato forte il cuore
ma non fu amore, fu la paura a dare quello strano sapore.

Verrà ancora la notte, intorno a luci dal sapore del sale
eppure il bimbo riprova a ridar coraggio al suo piccolo cuore
mentre un vecchio si attarda a guardare la sua casa senza scale..
vedrai ce la faremo, quando anche le bugie hanno ancora valore.

Ci riprenderemo per mano, contro una terra che urla e muore
mentre ancora il sole dipinge strane ombre su pietre rotolate
ma ho visto una rondine tornata in cielo, le ali spalancate
a gridare a quel Dio lontano, vieni, aiutaci a ricominciare,

a sperare, vieni, lasciaci pregare, stanotte ti prego, lasciaci sognare.


HO VISTO LE PAGINE VOLARE
Brindisi, 19/05/2012 a Melissa


Quando i sogni finiscono su un lato della strada senza nome
e gli angeli si spaventano per un tuono senza nuvole in cielo
tu pensi a lei, quel giorno poteva dormire oppure solo tardare
e quelle lacrime ormai troppo tardi, il fuoco non sanno fermare.

Quando il giorno esplose fu un momento e poi riprese a passare,
un momento e il sorriso si spense nel vento, lo vidi volare
ma quella mano che ha ucciso possa da oggi solo soffrire
perché nessuno uccide i sogni a la sera sereno ancora dormire.

Ora è freddo, quella strada nessuno riuscirà davvero a lavare
si chiamava Melissa, qualcuno , lontano, la continua a chiamare
mentre guardo il cielo che piange, io parole non so pronunciare
ricordo solo i visi e cartelle con speranze, quei nostri figli a studiare

poi quel vento e le pagine di scuola per un attimo, nel cielo, volare.


IL BAMBINO, SOTTO IL SOLE

Altalena, bimbi e vociare, mamme e nonne guardare
vedo un bimbo che stringe in mano un grande gelato,
e rivedo in lui l’antico piacere di quel sapore già andato,
tre o quattro colori, il migliore ricordo era il cioccolato.

Bisogna far presto, sotto il sole poi cola, scende veloce
sporca la mano, stai attento lo sai non ti devi sporcare
poi i suoi occhi nei miei, un attimo solo, non disturbare,
facemmo finta di nulla, un lampo, poi lui riprese a mangiare.

Me ne andai girando le spalle a quel viso dolce incantato
sotto il sole di maggio, mi voltai una volta, per salutare
ma era tutto sparito, altalena, bambino e la sua gioventù:
ero io quel bimbo, col gelato che cola, che ormai non c’é più.


TI VEDI SOLA STASERA

Camera in penombra, aria solita e rumori in lontananza
mentre guardi l’armadio pieno di opportunità, molti capelli
da ripettinare, pochi gioielli da custodire, segreti nel cuore
e una foto antica che rispecchia un sorriso troppo dimenticato.

E quei mille visi che cercavano conferme e quelle solite parole,
convenienze e ripetizioni che facevano ragnatela sugli occhi,
quasi voler nascondere almeno una parte del tuo corpo,
quella da tenere pura per un amore che ancora stai cercando.

La sera non ti è mai stata amica, un processo già perduto,
anche se l’avvocato garantisce la libertà dell’anima,
anche se ci sono attenuanti al tuo darsi a mani fredde,
mentre le parole di tua madre incorniciano quadri sbagliati.

Ti vedi sola stasera e ti viene in mente una piccola preghiera
e non rispondi al telefono ma decidi che ce la farai comunque
dovrai farcela, chiedendo al sonno di non risvegliarti presto
ed ai sogni di rivederti fanciulla con l’abito a fiori, sbocciati

e seccati per scelte tatuate nel cuore ma ti prego dormi, ora,
voi lasciatela incantarsi e magari riprovarci,forse domani, ancora.


LUCE MERAVIGLIA

Luce meraviglia, mentre mio figlio mi tiene la mano,
dolcemente vellutata, e mi chiede d’improvviso perché
quel bambino ha il ventre gonfio ed occhi amari?

Sono bimbi come te, ma lontani molti mari,
mentre tu hai fiori da scegliere, il pane da avanzare,
forse tu sei un bambino coi capelli anche più chiari …

ed in quella luce dalle cose da scegliere e buttare
io ripenso a quando parlo di miseria, da immaginare.

Nella sera mi addormento penso a lui, sembra un giglio
che ha visto il sole, luce meraviglia negli occhi di mio figlio.


LO SPAVENTAPASSERI

La mia ombra si allunga su quel campo dorato
ma l’alba è troppo nascosta non mi son mai voltato,
verrà il sole più caldo, resterò solo a guardare
mille voli nel cielo, sarò attento lo sai, a non farli posare.

Mi hanno detto: sei brutto, ma non ti devi agitare
passerà un altro giorno, la luna poi ti verrà a salutare
come un vero soldato mi hanno messo uno strano vestito
ma di questo lavoro, davvero, non mi son mai pentito.

Mi hanno messo anche in croce, come figlio di Dio
ma vi svelo un segreto un gran cuore l’ho anch’io,
lei è passata un giorno poi si è fermata a guardare,
ricordo un cappello di paglia, proprio uguale al mio.

Mi hanno detto una sera ritorna, tu rimani a sognare
in quel campo perduto intanto continua a sperare.


QUALCHE PAROLA SULL’AMORE

Il suo andare, il suo tornare, quel doversi poi lasciare,
il suo viso, quella voce, le parole non perfette, da scusare.

Il regalo della pelle, da fuggire per poi andarlo a ricercare.
Io tanto attesi, tempo, dicono che non torni quasi mai,
perché il tempo svanisce o non guarisce, io di te l’ immaginai.

Scrissi che l’amor migliore va a finire, continuare non può mai
per non languire sai, non invecchiarsi o ammalarsi, io pensai.
Così amor migliore forse è non trovarlo mai, nei sogni ricercare
come aspettar nel vento un suono che sia luce, io sempre ricercai

e dell’amor aver la nostalgia come perduto, mi vide ancor sognare
come bella stagione, in mezzo al freddo, rivederla ancor tornare


PORTARITRATTO

E’ sempre stato lì, appoggiato ai miei ricordi, lì..
su quel mobile di nessuna importanza, appoggiato
da tempo, immobile con quel sorriso dimenticato
che traspariva ogni tanto, sotto la polvere, era lì …

poi un raggio di sole, una luce clandestina intorno
in un mattino ancora buio, come colpirlo, un giorno
che il cuore non aveva voglia di rispondere, era lì
a ricordarmi un tempo che non ricordavo più, era lì …

a farsi riprendere in mano, farsi pulire da una lacrima
a riparlarmi con quel sorriso, come un amico ritrovato
era lì, forse a ridarmi la forza per uscire, per riprovare…
un attimo, ma io sorrisi, ci riuscirò, giuro a ricominciare.


MIA FIGLIA ESCE DA CASA

Ecco, piove, prendi l’ombrello.. stai attenta.. vai piano
e faccio finta di niente, faccio il distratto con il cuore in gola:
lei è mia figlia, un piccolo dono al mondo, col cuore in mano
come parlare ad un passero per la prima volta.. lei vola

mentre lei prepara il suo vestito, mi dice tranquillo, va bene
nulla mi farà male, tra strade e aereo, treni e genti che vanno
io nascondo in cuore tutto, e la vedo volare ora non m’appartiene
l’ho donata agli altri, a tanti e non tutti il cuore in fondo poi hanno..

poi la macchina parte, piove e la sento girare, luci accese, attenta
e poi faccio finta di nulla, mi accorgo di avere uno strano pensiero
ma è nulla, solo un momento, qualcuno la guardi qualcuno mi senta
quella è una bimba, mia figlia, la amo.. lo giuro.. la amo davvero…

fuori strade di gente, pensieri e anche dolore, lo so, non devo pensare
loro, i figli del mondo, e tu che passi comprendi, io lei so davvero amare.


IL PITTORE

Dipingerò il mio corpo con i colori dei tulipani e delle viole
sfumando le braccia con la lavanda e le alghe del mare lontano,
unendo il profumo dei campi di grano tra sorrisi tenuti per mano,
per attraversare il cammino delle zolle appena arate nel sole.

Sparirò nelle foreste o mi nasconderò tra glicini in fiore,
sorridendo ascoltando i canti degli abitanti di mondi lontani
poi ingannerò i tuoi occhi e sarò arcobaleno dopo piogge e dolore
per sfuggire ai ricordi , alle ferite e a quel solito freddo domani.

Poi rinascerò più nuovo a primavera, dopo stagioni, sai, anche avare
gridando al cielo l’urlo della mia vita, che rimbombi e sia eco nel mare
rubando comete, stelle e anche altri colori per farmi ancora provare.
poi sfinito e ripreso dall’essenza e dall’inizio ricomincerò a colorare

e lavarmi dal viaggio per tornare da te a parlarti del quadro migliore
mentre i colori si scioglieranno come sorrisi e ti riavrò: terra son io
sono tuo figlio, inizio e partenza, viaggio e ritorno, un figlio di Dio.


HO IMPARATO A VOLARE

Il sole ha un calore più strano, mentre uccide onde sul mare
guardavo auto di lusso passare e una banca di nuovo riaprire
mentre tutti veloci, muti, mentre io decidevo poi di morire
questo giorno, lo sai, mai pensato non doveva mai arrivare.

Tu che passi potresti fermarti e uccidere questo momento
ma vai via, io ti capisco, era tardi è soffiava ancora quel vento
mentre la casa si rompe, lo so, domani io non la posso pagare.. a mia figlia una scusa voi dovete trovare, nel mare non deve annegare

Solo il sogno è finito, stamattina era presto, mi hanno voluto svegliare:
era bello sorridere insieme, erano tempi del nostro migliore avvenire,
te lo giuro, ti ho detto, ancora un giorno e poi mi saprò sollevare
ma il freddo ha coperto quel sole, non posso, mia cara, adesso restare.

Racconta a chi ride che è stato un momento, ero matto decidi parole,
un altro diranno, troppo stanco, lo so era stanco si doveva capire
ora sai saranno righe che nessuno leggerà nel vecchio giornale..
tu sorridi, mia cara, domani andrà meglio non farti del male

adesso la luce mi avvolge, nello spazio profondo, non parole amare,
sono un uomo che ha perso, tra i tanti, amore, ma oggi io ho imparato a volare


RIVIERA di PONENTE

Sole di ferie, ombrelloni, lettini, sabbia, dopo c’è il mare
e mille gambe sulla schiuma , qualcuno grida cocco bello
sotto un sole che chiude gli occhi, qualcuno stringe un giornale.

Passeggiata, palme, gelati , bambini da non calpestare,
milioni di persone quasi sconosciute che ti sfiorano, soliti
discorsi mentre nuovi tatuaggi si nascondono nei corpi.

Poi le carrozzine dei bimbi diversi, una dopo l’altra, un corteo
di movimenti strani e lei, come farfalla con ali che non
si apriranno mai, assente, mentre fissa il chissà dove.

Ed io che avrei voluto accarezzarla, darle il volo, anche per
un giorno solo mentre incontro il suo sguardo che mi parla,
solo fantasia forse, e mi domando perché , se è giusto così…

io di lei non ho saputo neppure il nome, ma mi lasciò un sospiro,
lì, nella riviera di ponente, dove puoi incontrare anche la noia
sotto un gabbiano che urla sul mare, spezzando il solito pensare


LAVORI IN CORSO (un amore)

Le due strade divise da cartelli, rumore, tanta polvere:
dovevo rinunciare a passare, quando la vidi dall’altra parte,
dopo circa mille anni, uguale, come l’ultima volta e corsi
per superare le barriere e per raggiungerla, salutarla
con il cuore che prese a battere forte, come un tempo.

E parlammo delle nostre famiglie, dei nostri figli, stranamente
con il cuore in gola, ed io le confessai il mio amore nascosto,
quello di mille anni fa, quello lasciato cadere nei sogni migliori,
e vidi i suoi occhi aprirsi, come una ritrovata giovinezza, lei già
divisa da me da antichi lavori in corso e dopo un saluto lei

si voltò, come aver dimenticato qualcosa, e mi disse: sai,
anche quel giorno la strada era piena di rumori e polvere, ed
io ti aspettavo dall’altra parte, ma tu non attraversasti mai.



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