Piergiorgio Bortolotti - Sottovoce
Collana "Le Schegge d'Oro" - I libri dei Premi - Poesia
14x20,5 - pp. 38 - Euro 5,50
ISBN 978-88-6037-417-2

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In copertina fotografia di Attilia Franchi


Prefazione

Piergiorgio Bortolotti, nella silloge “Sottovoce”, rivela una continua tensione a rappresentare un superamento lirico delle formulazioni che nascono da un attento sguardo rivolto alle vicende della vita, una propensione a focalizzare i “momenti sospesi nel vuoto” e, in ultima istanza, a fissare le illuminazioni nel trascorrere “gelido” del tempo.
I pensieri diventano “colori sparsi su una tavolozza”, grigio le speranze deluse, verde le speranze, giallo la luce dei nuovi giorni, rosso il calore d’un sentimento, nero la notte profonda: a volte, quegli stessi pensieri si fanno “pesanti” e assale la sensazione di sentirsi “sommersi” dalle cose e dagli accadimenti, quasi non rimanga che avvinghiarsi “al nulla di un ricordo” mentre i giorni “stanchi” attanagliano sempre più la mente.
Nel silenzio soffuso si ricerca la quiete, emergono i ricordi della luce che “accarezzava il volto” mentre ora è solo oblìo, dopo la continua lotta contro i travisamenti delle parole, perenne ingaggio per sconfiggere l’indifferenza e le derisioni.
Il buio della notte fagocita il grido e il dolore “muto” si spande dentro il corpo, la gioia è sospesa all’interno come in una implosione non ancora avvenuta eppure è presente e preme incessantemente: per cercare la pace, disperatamente, occorre fermarsi a osservare la vita, tentare di cristallizzare le figure autentiche e abbandonare quelle “distorte” mentre le “ombre coprono il cuore” e il silenzio “fascia” ogni cosa.
Nella poesia di Piergiorgio Bortolotti un ruolo fondamentale occupa la figura simbolica dell’“Uomo sospeso”, come “funambolo” in perenne lotta con il vuoto della vita dove tutto è appeso ad un sottile filo: un minimo gesto, un lieve errore, uno spostamento incauto ed è subito spezzato.
La vita comporta dover fare i conti con le speranze deluse, con le ferite subite e inferte, con gli abbandoni e i sogni “sconfinati”: occorre gettarsi nel profondo delle cose nascoste per farle emergere, immaginare lampi di luce dentro gli sguardi opachi.
Un tempo si poteva guardare il mondo con gli occhi spalancati, il sorriso sulle labbra e si poteva fantasticare ma ora, davanti agli sconvolgimenti vissuti, v‘è solo la speranza di vita anche se esiste sempre la consapevolezza che è l’uomo che perde quando non si ferma e instaura il terrore, quando non si interessa al dolore d’un bambino, nella tragicità della guerra, nella solitudine degli ultimi e dei più deboli.
Ecco l’amplificazione del faticoso cammino dell’Uomo lungo sentieri sconosciuti eppure sempre portatore d’un desiderio d’amore, d’una possibile parola liberatoria che superi la notte che accoglie e seduce.
La vita si rinnova di continuo e possiamo ben immaginare le molteplici emozioni e visioni d’un percorso umano come quello di Piergiorgio Bortolotti che riesce a riportarle, con genuinità e convinzione, in questa raccolta poetica: gli incantamenti, le suggestioni, il misterioso emozionante smarrimento davanti a qualcosa di indefinibile, la ricerca d’una essenza delle cose quasi a renderla taumaturgica.

Massimo Barile


Sottovoce

Piccola fiamma

Infiniti momenti
sospesi
nel vuoto.
Buio profondo
dentro le viscere
nel solco
tracciato
di fresco.
Ancora:
lento germogliare
al primo sole
di primavera.
Sarà fiore
e poi frutto
e poi ancora
autunno
perché è così
che la vita
si rinnova.
E poi sarà
l’alba perenne
senza lacrime
senza più sera;
sarà la pace
senza tramonto.


Bambini di guerra

Non chiedermi perché,
non ho risposta.
Né ti so dire
se un’alba
sorgerà
senza cannone;
se mai sarà possibile
che giochi ancora.
Fermati e osserva:
riempiti di me
la mente e il cuore:
questo mio strazio
questo dolore.
Poi, chiediti,
se ti sia lecito
chiamarti
fuori.


Depressione

Pensieri
pesanti
come macigni.
Sommerso
da un cumulo
enorme
di terra
nerastra,
mi avvinghio
al nulla
di un ricordo
remoto
di luce.


Inverno

Il sole
farfuglia
pochi timidi
raggi di luce,
tra gli alberi
scossi
dal vento,
in questo gelido
inverno.


Come i colori l’autunno

Tavolozza di colori
sparsi
ovunque:
sono questi
i pensieri miei
stasera.
Il grigio
di speranze deluse,
il verde
di aneliti
profondi,
il giallo di luce
dei tuoi occhi,
il rosso
di un calore mai pago,
poi il nero,
come notte profonda,
con macchie argentate:
sono le stelle
del giorno
che viene.


Burnaut

Stanchezza
insolente
villana.
Indifferenza
per tutto;
ripulsa
violenta
per quello che amavo.
Mi ingiuriano
deridono
Travisano le mie
parole;
non pensano che
a farmi del male.
Sono
come
in mezzo a leoni.


Profughi

Sputati
dal mare
come
vuote
conchiglie,
s’ammassano
stremati
su spiagge
deserte.
Son figli
perduti
per causa
del Drago:
il neoliberismo.


Addio

La nebbia
che copre
il mio cuore,
è più fitta di quella
che è fuori.
Come è stanco,
questo giorno
che muore.


Ricordo

Questo tiepido
tenero
raggio di sole,
che accarezza
giocoso
il mio viso,
è ricordo
di un volto
riflesso,
che brillava
un dì
nei miei
occhi;
poi è stato
l’oblio.


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