Opere di

Patrizia Muraca


Poesie tratte dal libro “Verso il sole”


CAMMINIAMO…

Camminiamo protesi verso il domani,
camminiamo in gruppi dispersi,
e un mondo di spettri ci attende,
ombre allungate di tante illusioni,
che si ritirano piano
e che infine si perdon nel fumo del tempo.
Camminiamo, e sospesi su verdi speranze,
guardiamo nel vuoto
al domani insicuro;
e con forza e  testardi sul filo di sogni,
continuiamo il viaggio tortuoso
verso il vano domani.
Camminiamo assorti, con occhi silenti,
guardando quel mondo che abbiamo creato,
fuggevole e fragile,
come bolla sottile che vola piano,
e scivola innanzi nel vuoto,
lasciando nell’aria che passa
il magico incanto di sogni felici,
assai belli e pur falsi.
E frotte di uccelli migranti,
camminiamo allettati da un sogno,
verso un mondo che appare e riappare,
un mondo entro un pallido alone,
un mondo costruito e lontano,
che è forse impossibile e che pur noi amiamo;
e verso il domani, protesi e testardi,
andiamo noi, fiduciosi,
con l’augurio di un varco nel tempo,
che cambi a noi il volto e la vita,
un ciclone che spazzi quei resti pesanti,
quegli strascichi rotti di vita,
che è stanca e logora ormai,
per le pene e le angosce vissute.
Camminiamo, povera gente da poco,
che stenta a vivere e si tormenta,
e guarda dolente al passato trascorso,
e a quelli che si preoccupano poco,
perché hanno avuto di meglio per sorte.
Eppure un bagliore ci guida,
anche se flebile, fioco,
un raggio di luce sottile,
che porta lontano, nel vuoto.
E opachi spiriti ciechi,
camminiamo, avvolti nel buio,
in gruppi silenti, verso l’ignoto domani.
 


OBLIO

Note nell’aria dall’organo a canne
echeggian flessuose nella chiesa antica
e sembran non voler più morire,
trascinando il loro flebile suono
fin negli angoli più bui e remoti.
Danzano in fuga, in alto,
mentre i raggi allungati del sole
penetrano le grandi, tinte vetrate,
e corrono giù, colorati,
a spezzare l’aria pesante di sepolcro.
E cammini leggero sui marmi
coi tuoi passi attutiti dal suono,
con la musica grave e corposa,
che fluida ti avvolge nelle sue spire,
e le note ti portano in alto, con loro,
ti avvicinano con l’animo a Dio,
nonostante le tue colpe, i tuoi drammi,
regalandoti un istante di oblìo.


TRAMONTO

Nubi lontane, grigie, pesanti,
sospinte dal vento,
coprono il cielo terso,
mescolandosi ai cirri bianchi
che pian piano spariscono.
In alto, specchi di azzurro,
rotti da nubi vaganti,
occhieggiano pacati,
grandi laghi incastonati
tra terre tormentate e brulle.
Stormiscono intorno le foglie,
pian piano s’insinua il nuovo freddo,
ancora leggermente,
ancora dolcemente.
Grigio ormai il cielo
si fonde all’orizzonte
con una rada nebbia,
silenziosa, che avanza da lontano,
incessante, a ricoprire tutto.
Figure scure danzano intorno,
sospese nell’aria,
libellule fuori dal tempo,
che accolgono le tenebre;
ritorna trionfante la notte,
intessuta di silenzio.
Tutto così tace:
il cicalìo dei grilli,
i trilli serali degli uccelli,
il fruscìo delle foglie.


PICCOLA PIOGGIA SOTTILE

Aliti freddi di vento dal nord
s’insinuano lesti tra i rami del pino,
scuotendone gli aghi e le cime.
Romba lontano il tuono possente,
corre tra le nubi sempre più piano
e risuona sinistro a monte della valle.
Un tordo spaurito saltella sui rami,
muovendosi inquieto in cerca di un covo,
e guarda irrequieto tutto quel mondo.
Si espande nell’aria lentamente
l’odore pieno di umido palpabile
e prelude alle piccole gocce di pioggia
che presto, silenti, cadranno.
Eccola, ora, che arriva,
piano, leggera, sul mondo,
piccola pioggia sottile,
che bagna già tutt’intorno.
E cade, fitta, incessante,
sui monti, le valli e sui tetti,
togliendo ad ogni piccola cosa
il suo velo, per giorni raccolto,
di polvere lieve, dal vento portata
e sparsa su tutto
a invecchiare le cose.
E cade, e bagna leggera
anche l’animo stanco degli uomini,
e toglie le ansie e l’angoscia,
lasciando freschezza e rinnovo.


VISIONE

Vedo nel vuoto del tempo
quel giorno in cui tu te ne andrai,
quando i fertili fiori di melo
perderanno i loro petali bianchi
e cadranno su brezze lievi nell’aria,
nell’intorno ricoperto di verde,
di foglie fresche brillanti e di erbe,
al vento votate, sinuose e ondeggianti.
Cadranno questi, obbedienti,
su flussi leggeri, dispersi nell’aria,
piccole lacrime bianche,
che al tiepido sole luccicheranno.
Un tuo sorriso sarà nel cielo
e nell’aria tiepida, intenso,
porterà, per l’ultima volta,
quel dolce messaggio di gioia,
di amore sereno per gli altri,
quel tenuo calore che tu, inconsapevole,
sapevi trasmettere a quelli che ti eran vicino.



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