L’ombra del vento

di

Natascia Milani


Natascia Milani - L’ombra del vento
Collana "I Gigli" - I libri di Poesia
14x20,5 - pp. 88 - Euro 9,50
ISBN 9791259512093

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In copertina: «One blue rose lies on a windowsill on a light background color 2020» @ Tatiana Bobrova – stock.adobe.com


Pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori per il conseguimento del 2° posto nel concorso letterario «Poesia a Chiaromonte 2022»


Prefazione

Natascia Milani offre la silloge di poesie, dal titolo emblematico “L’ombra del vento”, che diventa rappresentazione lirica dell’universo emozionale della poetessa che percepisce, vive e penetra il profondo mutare dell’anima.
La visione poetica di Natascia Milani si nutre del simbolico “respiro” della vita stessa e le manifestazioni del mondo naturale assurgono ad una dimensione lirica che conduce all’immensità, all’atmosfera d’un silenzio abissale e, infine, al senso dell’Eterno.
Durante il processo lirico si avverte chiaramente che la poetessa desidera penetrare la sostanza profonda dell’umano sentire: da tali evidenze ecco illuminarsi il sentimento d’amore che diventa universale ed abbraccia la substantia stessa della vita; si rievocano i “sogni” ed i “riflessi” delle molteplici manifestazioni dell’esistere e, attraverso la visione pervasa d’un “armonico infinito”, viene esplorato il mondo interiore, costellato di malinconie celate, di “leggere fragilità” e d’inquietudini.
Nel divenire della visione poetica ecco allora che la ricerca d’un “porto sicuro”, nell’abbraccio dell’amore e nel cuore della persona amata, ritrova luminosità dopo aver oltrepassato il simbolico “crepuscolo silenzioso”, ed il pensiero della poetessa si apre al senso d’infinito e sente, nel profondo dell’anima, la lenta dissolvenza del mondo apparente, mentre i colori della vita si “oscurano”, i giorni si velano d’ambiguità, ed ogni labile percezione genera una miscela di “oscurità nel cuore”, tra paure inconsce, “abissi di vuoto e silenzio” e la “voce dell’oblio”, fino a condurre la poetessa all’amara constatazione “triste è il silenzio/in questo abisso di vita”.
Nella visione poetica il “cupo pensiero” pare, infine, lasciarsi trasportare dal vento come a voler “osservare l’immensità d’un attimo eterno” ed il cuore è pervaso da un “dolce muto sorriso”: nel profondo di tali stati d’animo emerge la percezione lirica di Natascia Milani che offre una simbolica figura del poeta che “ruba l’attimo” e “smembra apparenze”, che “scivola d’invisibile” e affonda gentilmente i versi nel cuore.
La sua poesia diventa allora un canto lieve della vita rivolto all’Infinito, la voce del cuore che deflagra nella dolcezza dell’anima, tra incanto che rinasce e luce infinita, tra i riflessi dell’anima che si sofferma a “coltivare i sogni” e “sopiti ricordi”, nel declinare di “lacrime di solitudine” nelle stagioni della vita.
La sua Parola lirica è intensa e vibrante, fortemente percepita in ogni poesia e v’è da sottolineare che le volute reiterazioni, che fanno riferimento ad alcune parole chiave della sua visione poetica, evidenziano la necessità vitale della poetessa di “insistere” su alcune evidenze liriche che rappresentano l’immagine fedele d’una donna costantemente immersa nel magico canto davanti alla Luce infinita.
Le sue parole, come “foglie al vento”, alimentano l’universo emozionale d’una donna capace di scrutare nel proprio mondo interiore grazie alla sua Parola, sempre sincera e penetrante, e capace di catapultarsi nel travaglio del cuore: sarà immancabile il lirico atto salvifico che regalerà la stupenda visione della poetessa.

Massimo Barile


L’ombra del vento


DEDICA

Essere nessuno
e avere l’immenso.


SILENZIOSAMENTE

Senza sforzo
il peso di una vecchiaia.
S’incrina il giorno
con la gravità della notte.
Leggera fragilità
di un uomo e di un’alba.
Un mondo affonda
la sua anima nel vento.


IL LIMITE, LA VIA E IL POETA

Si perdono nel tramonto
le ombre del giorno.
Si allunga la notte
inclinando l’Eterno.
Si affanna l’anima
nel soffio di un lungo respiro.
Infermità beata e radiosa
del viver breve mortale
che quieta stringe
il vento e dorate illusioni.
Acerbo è l’essere umano,
in stagioni mature,
che privo di rugiada,
in un bocciolo marmoreo,
turba e s’inaridisce tingendo
i suoi occhi d’oscurità;
e rende l’inasprito profondo.
Immortale il Dolore del poeta
che inganna deserti pensieri
con la brezza di un fiore.

Appaiono immutabili Inverni
nella loro luce totale.

E trema e muta
il sussulto
in questo scollinare
suo d’Infinito.


UN SENSO

Equilibrio di un fiore
dietro la notte
e nell’incerto domani
che lascia il compiuto.
Struttura di un eterno.
Armonico infinito.
La bellezza di un respiro
e il suo sublime.


IL PAESE DELLA CREANZA

Ha la luce dell’alba
nel suo lusinghiero vanto,
all’attimo di un eterno.
Dimora un lago
in calme acque
aspettando il suo risveglio,
mentre esplora nella notte
ancora un cielo,
fra la bellezza di stelle,
alla ricerca di un sogno.
Sul promontorio senza veli,
tra il bianco candore
di vecchi sentieri,
il suo imminente spirito, domato
dalla ridondanza selvaggia
di limpidi echi,
bacia la rugiada di segrete stagioni,
arrossendo nell’azzurra sua anima
come rosa d’immortale leggenda.


ACQUARELLO

Una messa
e il rintocco della vita.
Un rosario
e l’Eterno.
Una piazza
e il suo silenzio.
Un settembre senza fede
e l’autunno che sospira.


PORTAMI

Portami
in riva al mare
perché possa ascoltare
l’immensità
e il tuo amore.
Inabissare il dolore
nel blu della notte.
Portami
in un porto sicuro,
tra le onde dei tuoi baci.
Toccare
spazi insormontabili.
Sentire
il domani.
Nel tuo cuore
ritrovare il mio cielo
in questa naufragata notte.

(A mio marito Fabio)


UNO SGUARDO

Una donna e le sue labbra.
Il suo amore e il desiderio.
Nell’aria, sensualità
di un pensiero segreto.
Ha il silenzio
e occhi che raccontano.
Osa il suo cuore
far tacere il livore.
E, dentro sinuosi suoi sorrisi,
gentile arbitrio dell’anima sua.


CAPIENZA

C’era tanta rabbia
in un uomo solo.
Evitava l’amore
abbracciando il silenzio.
Parlava di oceani
e di sentieri.
Parlava di naufragi
e del suo regno.
E, nell’odio,
confidava la sua solitudine.


RICUCIRE

Misero giorno totale,
di sole e di azzurro.
Essere
nella mano del crepuscolo silenzioso.
Si apre il pensiero
e, dentro, sentire
il tormento profondo.
La luce sul mare.
L’aria si addolcisce
sulla soglia del cielo.
Parliamo alla notte
delle ombre
e degli spazi.
E ci sembra di morire
in un credo di attese.
Nel respiro
si affretta la memoria.
Di un soffio,
ha già l’Eterno
il suo momento.
La vita
si riduce a un sogno.
Al Domani
il dipinto e la tela.
Riflessi d’autunno.


PASSI

Nella notte, il pensiero.
Oltre il buio, il profondo.
Parole
come foglie al vento.
Leggera alba
sul giaciglio dell’orizzonte.
Una luce
nel compiaciuto respiro.
Sensazione.
E periva nell’ombra
l’assoluto dell’uomo.
Si muoveva il totale Eterno.

[continua]


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