Abbassa lo sguardo - Vangelo e luoghi comuni

di

Mirko Brugnetti


Mirko Brugnetti - Abbassa lo sguardo - Vangelo e luoghi comuni
Collana "I Salici" - I libri di Narrativa
14x20,5 - pp. 44 - Euro 7,00
ISBN 978-88-6037-9313

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Presentazione

Conosco Mirko Brugnetti, autore di questo libro, da tanti anni e, credo di essere fra le persone, come lui scrive in questo libro, che per vari motivi si allontanano ma con cui si rimane in contatto. I nostri contatti sono principalmente con sms e, con un sms, mi ha chiesto di scrivere la presentazione.
Non sono un’esperta di teologia, ho letto questo “libricino” come l’Autore chiama questo suo lavoro, con piacere, ritrovando descritto, affinché possa essere utile ad altri, lo sforzo che Mirko ha fatto per mediare il suo bisogno di diventare un Santo e la realtà. Mirko è riuscito a trovare tante risposte nelle sue letture di fede, a differenza dei tempi in cui si sentiva molto confuso, ed assume riguardo ai propri limiti, e a quelli altrui, un atteggiamento benevolo e incoraggiante. La dimensione del Sacro e la ricerca di un senso alla propria vita e, più in generale alla vita delle persone con disturbi psichici, percorre tutta la lettura. Fra le righe riesco a vedere i tanti consigli che Mirko cerca di dare a qualche suo compagno che pratica la fede come un rifugio, rifugio dalla malattia e dai propri desideri, in cui i progetti sono messi da parte sperando che, almeno così, ci sarà un po’ di pace e si potranno evitare le crisi.
Alla famiglia Mirko fa un chiaro riferimento quando scrive “un cristiano autentico, non può e non deve sentirsi a suo agio in casa”, mantengo il mio proposito di non commentare le posizioni teoriche che egli assume, ma il recupero della famiglia di origine, l’affetto e il calore familiare sono stati una sponda per Mirko, nei periodi critici: un porto sicuro dove tornare. Mirko ha la capacità di mantenere gli affetti nel tempo. Non ha mai dimenticato, neanche nei periodi più lunghi in cui se ne è allontanato, i suoi compagni di quello che chiama con una certa durezza il “circolo di emarginati”. Ha sempre desiderato portare progetti innovativi, talvolta da lui stesso, dopo il primo entusiasmo, giudicati non realizzabili per limiti, di tempo, economici, di contesto, che la realtà impone.
Con questo libro e con altre iniziative creative (una recente mostra fotografica, la registrazione di vari cd di musica “rock cristiana”) manifesta parti di sé agli altri e le propone come un contesto comunicativo.
Per questo motivo raccomando la lettura del libro.

Rosalba Spadafora
psichiatra ASL RMG – Responsabile del Centro
Salute Mentale di Guidonia
(già responsabile del Centro Diurno
di riabilitazione psichiatrica di Colleferro – RM)


“Non conformatevi
alla mentalità di questo mondo!”

Ho 40 anni, vivo nella provincia di Roma e sono in pensione già da sette anni; ho così molto tempo libero che dedico per la maggior parte a: pregare, camminare, mangiare, suonare ed altre attività artistiche.
Da circa due anni studio il pianoforte e ho fatto solo piccoli miglioramenti (credo di essere negato, e sto pensando seriamente di mollare). Però, da quando ho lasciato il lavoro, ho ripreso a suonare la chitarra, soprattutto quella elettrica, e sono adesso un cantautore di musica rock cristiana italiana (uno dei pochissimi attualmente su myspace!) ma mi sto un po’ scoraggiando perché vedo che nessuno mi vuole affiancare in questa mia “missione”.
La mattina mi alzo con comodo senza nessuna fretta, dico le mie preghiere, faccio la colazione, prendo le mie brave medicine e… e niente! Mi ritrovo nella solita vita nel solito grigio paese di provincia dove non ci sono sbocchi in nessun senso, e così torno a frequentare il Centro Diurno di Colleferro, così almeno sono con altra gente che non è richiesta da nessuno, proprio come me: insomma, un circolo di emarginati.
Ci sono casi più o meno gravi, alcuni di loro sono molto aggressivi e incutono timore, però io non ho altri posti dove andare. Ho provato ad entrare in vari seminari, monasteri e conventi, ma non c’è stato niente da fare: si vede che non era quella la mia via.
Però ho aggirato l’ostacolo quando ho avuto la felice intuizione di scrivere una Regola religiosa su misura per me (approvata dal mio Vescovo), che mi permette di essere sicuro di stare facendo sempre la Volontà di Dio (è questo il mio cruccio maggiore), anche se ogni tanto mi viene voglia proprio di cambiare aria!

L’autore


Abbassa lo sguardo - Vangelo e luoghi comuni

Ai miei nipoti,
Edoardo, Alessia,
Francesco
e Gabriele:
tanta felicità.


1

Non è facile riuscire a mantenere lo sguardo fisso negli occhi di chi ci odia (di chi ci guarda male), perché loro sono disposti anche a ferirti mentre tu, da buon cristiano, non arriveresti mai a tanto; per questo bisogna imparare ad essere miti, umili e in pace, per non sentirsi degli sconfitti, riconoscendo vere e giuste queste virtù. In fondo Gesù proclama giusti i più miti, poveri, deboli, insomma i piccoli. Purtroppo la società odierna ti spinge a pensarla all’opposto di quello che dice il Santo Vangelo, per cui è una società DISUMANA, non a misura d’uomo, ed ecco spiegati i tanti problemi e ingiustizie che ci sono.


2

Da parte mia ho capito che non solo non bisogna fare il male, ma anche che bisogna fare il bene, anche se richiede uno sforzo perché noi siamo inclini al male e, se non esercitati, fare il bene ci costa fatica, soprattutto all’inizio. Quindi non bisogna starsene con le mani in mano ad aspettare la morte, ma bisogna usare i talenti che Dio ha dato a ciascuno di noi per il bene comune e la propria realizzazione (cioè la propria santificazione). Provare e cercare, cercare e provare, meglio se seguiti da una buona guida spirituale (non i guru indiani per carità!), anche se bisogna ammettere che oggi sono molto rare queste guide. Non cercare di fare un lavoro solo perché non è faticoso o perché porta un buon profitto, perché col tempo ti potrebbe stancare e non darti la soddisfazione che speravi: cerca invece un occupazione in qualche modo utile al prossimo perché solo nel bene puoi sperare la tua realizzazione; infatti il Vangelo dice “cercate prima il Regno di Dio, e il resto vi sarà dato in sovrappiù”.


3

Ci sono persone con cui dividi parte della tua vita, e fai con loro delle esperienze più o meno importanti. Poi però arriva il giorno della separazione per vari motivi: alcuni riescono ad accettare facilmente questo fatto, ma altri non del tutto, e cercano di tenersi in contatto come possono, con telefonate, sms e lettere (e-mail), per sentirsi ancora vicino. Ma in fondo che male c’è? Anche se i più ritengono questo atteggiamento alquanto infantile, non ha detto forse Gesù che “per entrare nel Regno di Dio è necessario farsi piccoli come bambini”?


4

Al momento a me non manca niente, e mi ritengo un privilegiato (e spero che duri), ma capisco che, ognuno con i suoi tempi, bisogna imparare a “rinnegare se stessi”, per piacere a Dio, anche se così si va inevitabilmente controcorrente e si incorre nell’astio da parte del prossimo: “rallegratevi ed esultate, perché hanno trattato così anche i profeti” e anche: “hanno odiato Me, e odieranno anche voi”; questo sarà il vero campanello d’allarme che ci indicherà che siamo sulla buona strada. Poi, quando arriva qualche sofferenza o tribolazione, bisogna benedire Dio ed offrirGli queste prove, per i bisogni che più ci sembrano urgenti per i nostri cari, la Chiesa, il mondo ecc…, a piacere!


5

In una famiglia, quali sono i figli che giocano, pensano a divertirsi, non si occupano dei vari problemi familiari? Certo i più piccoli, mentre i più grandi devono lavorare per contribuire al mantenimento dell’intera famiglia e vengono messi al corrente dei vari problemi di questa, e di altre cose importanti…, per questo dico che non bisogna cercare i piaceri e i divertimenti, ma bisogna impegnarsi nelle cose più serie, quali ad esempio la salvezza propria e altrui, e la santità di vita. Lascia pure che gli altri si divertano; non ha forse detto Gesù: “beati gli afflitti” e anche: “guai a voi che oggi ridete…”?


6

Ritagliarsi dei tempi (anche al mattino presto se necessario), in cui fare silenzio, per far tacere il caos del mondo che ci circonda con i suoi cattivi messaggi, e far emergere la voce della coscienza (di Dio), è molto utile perché ci mette in grado di fare luce sullo svolgersi della nostra vita e capire ciò che è più importante da fare, per poi metterlo in pratica però, anche facendo semplicemente il nostro lavoro come per il Signore, con l’energia ricevuta da Lui.


7

San Pio da Pietrelcina diceva in proposito che il lavoro è sacro come è sacra la preghiera, e questo è utile per capire che il cristianesimo non è una “spiritualità disincarnata”, ma deve sfociare necessariamente in azioni concrete: “chi non vuole lavorare, neppure mangi!”.


8

Ci sono stati Santi nel corso dei secoli (nella Chiesa), che hanno fatto stupire Cieli e terra per i prodigi che operavano, e per le opere da loro scritte in cui spiegano con termini accessibili, le verità sui misteri di Dio, ma io credo che non bisogna imitarli, perché si corre il rischio di vivere la fede non come la si sente, ma come la si sente dire, e questo fa apparire ridicoli, perché si vede che questa spiritualità è solo una sbiadita imitazione di qualcun altro che non siamo noi, e quindi non si è profondamente sinceri e autentici. Non è che dobbiamo diventare per forza tutti dei fondatori di ordini religiosi ecc., ma, delle varie spiritualità e movimenti che sono all’interno della Chiesa, noi dovremmo usarne come dei trampolini di lancio e metterci qualcosa di nostro per arricchire noi e la comunione dei santi.

[continua]

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