Opere di

Mihaela Simion


Con questo racconto è risultata 10^ classificata – Sezione narrativa alla IX Edizione del Premio di Scrittura Creativa dedicato a Lella Razza 2013


Donne diverse

Sono le sette del mattino, Clara ferma la macchina, spegne il motore e si appoggia al volante guardando in giro per riposare gli occhi. Di fronte a sé, la montagna le dà il benvenuto. Dal finestrino aperto entra l’aria pulita e frizzante. Tira un respiro profondo, le narici si riempiono dell’odore di erba e di rugiada. Ancora un minuto di pace. Guarda dietro e il viso le si illumina in un grande sorriso. Simona e Sara stanno ancora dormendo ignare dalle meraviglie che le circondano. Quanto bene vuole a queste due! Il verde smeraldo dei suoi occhi si accende in una fragorosa risata mentre mille ricordi prendono vita. Quante volte ha svegliato le sue amiche a ore impossibili per andare a fare una gita improvvisata all’ultimo momento? Quanti posti hanno scoperto insieme, quanti cocktail hanno bevuto, quante risate si sono fatte?
Era sempre stata lei a prendere l’iniziativa ed è lei a tenere insieme questa strana comitiva che risulta bizzarra a occhi estranei. Scaccia i ricordi con un movimento brusco della testa che fa muovere i ricci neri e tintinnare gli orecchini pendenti che, secondo il suo compagno, sono esagerati ed eccentrici per l’impresa che l’aspetta. Che cosa ci può fare? Per lei la sciarpa e gli orecchini molto colorati sono d’obbligo in ogni occasione, sono il suo grido di libertà. Non rinuncerebbe a questa stravaganza nemmeno se ne dipendesse la vita. Lei è la sognatrice del gruppo, quella che idealizza tutto, che crede fortemente che basti il pensiero per realizzare qualunque cosa.
Simona comincia a svegliarsi. Com’è imbronciata! La ruga in mezzo alla fronte è ormai bella profonda: ma perché non si rilassa mai? Lei è la parte guerriera del gruppo, o forse sarebbe meglio dire la parte collerica. Sprizza rabbia da tutti i pori, anche l’abbigliamento è aggressivo, per lei la vita è solo o nero o verde mimetico come i suoi pantaloncini. In piedi ha degli anfibi pesanti, come se andasse in guerra e non in montagna, i capelli raccolti in una coda di cavallo sono tesi al massimo, come anche i suoi muscoli, sempre pronti a scattare. Va sempre di fretta, sembra che non le importi mai del viaggio, dell’esperienza che sta facendo, ma solo di arrivare alla fine. È sempre stato così in questi trentacinque anni di amicizia. Clara è una delle poche persone che sa vedere cosa c’è dietro alla maschera: un essere sensibile che soffre anche per delle parole dette a caso, una donna passionale che abbraccia e difende anche ideali assurdi se il cuore le dice che è giusto così.
Cosa le tiene insieme? La vita. Ormai sono tutte sveglie, fuori dalla macchina, preparano gli zaini e stanno valutando se fare o no colazione al bar.
Il vero problema non è Simona. I suoi attacchi d’ira sono come i fuochi di paglia, vengono all’improvviso, sono intensi e finiscono in un attimo. Sara è quella che complica le cose. Lei e i suoi continui sensi di colpa, il suo esagerato senso di responsabilità, le sue ossessioni. Come se tutto questo non bastasse, è anche indecisa e disponibile al volere altrui, per poi pensare che forse sarebbe stato meglio il contrario. Una persona così non poteva che essere perfetta da capo a piedi. I codini perfettamente intrecciati, le scarpe da trekking giuste, il pantalone marrone intonato con lo zaino che contiene tutto l’occorrente, dalla copertina impermeabile al libro indispensabile in caso di noia. A metà salita sarà l’unica che, invece di godersi il panorama, chiederà a tutte se sono sicure di aver chiuso a chiave la macchina e tirato il freno a mano.
La salita è faticosa, ma bella. La prima a salire è Simona che va sempre di fretta e non ha la pazienza di stare al passo con le altre. Segue Sara che non smette di lamentarsi e tormentarsi per tutto il tempo. Chiude la fila Clara, che ogni tanto si ferma per ammirare meglio il panorama.
Sono qui a scalare questa montagna perché hanno smesso di comunicare, la loro amicizia così forte è in pericolo e Clara non si vuole arrendere senza lottare. Non riesce a ricordare che stupido evento, che battuta infelice le abbia fatte allontanare. Sa solo che ad un certo punto hanno smesso di parlarsi, di incontrarsi, di raccontarsi stupidate alla fine di una giornata pesante. Non hanno nemmeno litigato, no, solo che non si sono più cercate. Clara non si sente completa senza le sue amiche, per questo ha organizzato la gita in montagna. Un tentativo disperato per ritrovare quel qualcosa che le teneva insieme.

Infatti, man mano che la cima si avvicina, la stanchezza fa rallentare Simona, Sara smette di lamentarsi e Clara rinuncia a farle parlare del loro problema. La salita si fa ripida, l’aria diventa rarefatta e piano, piano le anime diventano più leggere. Arrivano in cima, sono sopra le nuvole. All’ultimo tratto si sono date la mano per aiutarsi a vicenda. Sulla cima una accanto all’altra guardano il sole che si insinua piano piano tra le vette e manda via le poche nuvole rimaste. È bellissimo, si vedono solo delle cime maestose. Tutte hanno la sensazione di essere le imperatrici del mondo, se si buttassero sarebbero sicure di riuscire a volare.
Mentre godono in silenzio, succede una cosa strana. Qualsiasi fosse il problema non sembra più cosi grande, anzi, è sparita. La soluzione è cosi evidente, basta solo prendere una decisione. La ruga in mezzo alla fronte di Simona si distende e al posto della coda di cavallo spuntano due codini perfettamente intrecciati. Da dove sono apparsi gli orecchini colorati e la sciarpa? Le tre donne diventano una, Simona Sara e Clara spariscono e al loro posto compare Joy che ride come una pazza. Ecco, in cima alla montagna sta la soluzione al grosso dilemma che la divideva. Le sorride un immenso SI stampato nell’azzurro del cielo.
Tutt’a un tratto dei lampi di luce la obbligano a ripararsi gli occhi e a cercare un nascondiglio. Ma che è?! Protestando e coprendosi gli occhi si sveglia. Davanti a lei, Luca ride mentre la sta fotografando. “Sei venuta a pensare da più di due ore e ho sentito l’impulso di farti delle foto, pensavi così profondamente!”
Joy ride e lo bacia. Si chiede come possa aver mai avuto dei dubbi. Certo che vuole un figlio da quest’uomo!

Mihaela Simion



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