Metamorfosi di un amore

di

Maurizio Sgarro


Maurizio Sgarro - Metamorfosi di un amore
Collana "I Gigli" - I libri di Poesia
14x20,5 - pp. 50 - Euro 7,50
ISBN 978-88-6037-8941

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In copertina “Percorso” di Stefano Cirillo


Prefazione

Può capitare che alcuni eventi, positivi o negativi che siano, possano cambiare la prospettiva della propria vita, possano condurre ad una totale rivisitazione del proprio esistere, ad un completo ripensamento del modus vivendi.
Nella silloge di poesie “Metamorfosi di un amore” di Maurizio Sgarro, ritroviamo lo stesso seme di questa metamorfosi, di questa continua ricerca sulle ragioni del proprio vivere: la parola conduce alla sostanza stessa della vita, strenuamente ricercata, faticosamente vissuta, cercando di dominare lo “sgomento del nulla”, lottando coraggiosamente per “non naufragare” nell’oceano dell’indifferenza di questa esistenza.
Maurizio Sgarro, dopo un travaglio interiore, ha intrapreso un percorso esistenziale di avvicinamento alla fede che è stato affiancato dalla poesia, diventata uno strumento dello spirito grazie alla quale ha potuto fissare nelle parole di questi componimenti, il mare magnum di emozioni, inquietudini e tormenti, aspettative e speranze.
La profonda riflessione interiore ha fatto emergere il desiderio di ricercare il senso autentico della vita, avvicinandosi alla fede, attraverso una conversione segnata da una costante inquietudine e, al contempo, da segnali, espressi chiaramente, di un forte anelito di speranza.
In questo processo trova un caposaldo l’intenzione di “liberare il cuore”, di ritrovare l’omogeneità di valori, di illuminare il proprio cammino con l’amore di Dio, l’Infinito amore.
Ecco allora che, nel percorso spirituale, senza pregiudiziali o artificiosità, vengono in superficie le fragilità dell’essere umano, le contraddizioni che l’Uomo porta con sé e le immancabili inquietudini: eppure domina la consapevolezza che la speranza nella fede può aiutare a risolvere il dissidio con “se stesso”.
La poesia di Maurizio Sgarro è profondamente sentita, vissuta sulla propria pelle, estrapolata dalle zone segrete che sono state indagate, dalle oscurità delle visioni che possono offuscare la mente.
Le parole delle sue poesie sono riemerse come sostanza stessa della vita e delle sue manifestazioni, si sono incarnate nel sudore e nel pianto del vivere quotidiano: rappresentano la traccia chiara e precisa della straordinaria esperienza esistenziale di Maurizio Sgarro.
Come afferma l’Autore, v’è un sotterraneo filo conduttore che unisce i suoi componimenti, che pervade l’intera silloge: la speranza come spiraglio di luce divina e vitale che può sciogliere “l’antica angoscia che opprime il cuore”, ed è la speranza che conduce all’amore, l’unica sostanza invisibile che possa dissolvere i “dilemmi”, che possa colmare il “vuoto di silenzi”, il dolore straziante ed il “pianto che non si ferma”. L’umano dolore può allora essere sconfitto.
Maurizio Sgarro sa bene che v’è il “tempo per disperarsi” ma, poi, giunge sempre il “tempo di rallegrarsi”: tra gioie e dolori, dolcezze e disperazioni, tormenti ed estasi, si snoda la vita ma il compito dell’uomo è riconquistare la “propria identità” per incontrare finalmente la “gioia di vivere” ed inebriarsi della vita stessa, abbandonando la solitudine che consuma, il ritmo assordante dell’esistenza, l’alternarsi dei “giochi assurdi del perdersi e del ritrovarsi” e seguire finalmente la “scia dell’amore”, la fede nell’amore che “gioisce d’aver amato”.
La poesia della vita conduce a dimenticare di “celare la nudità”, a non vagare nell’intricato dipanarsi dei giorni come esseri umani “ciechi”, a liberare la mente ed il cuore: il fardello dell’esistenza può allora essere messo davanti a tutti, in modo autentico, puro, meraviglioso.
Il “desiderio affannoso della ricerca” e la necessità di trovare risposte ai numerosi interrogativi, incontra la carità, “essenza delle essenze”, sintesi dell’amore eterno, il sacrificio di Colui che è “morto per amore” nei confronti dell’Uomo.
Maurizio Sgarro sottolinea fermamente questa visione. Non è facile comprendere il significato delle scelte, la decisione di intraprendere un percorso al posto di un differente cammino, ma, in un canto della vita o in una preghiera che diventano umile voce rivolta al cielo, tutto si illumina.

Massimo Barile


Metamorfosi di un amore


A tutte le straordinarie persone non credenti
incontrate nella mia strada.


IL MALE

Il male si compone di poderose funi
che legano le mani
protese all’infinito amore

Lo sgomento del nulla
i miti dell’ego
straziano orizzonti mai esplorati


VIVREMO

Noi vivremo!

Brancolando nelle fitte nebbie di Novembre
nelle gelide sere invernali
melanconiche
assonnate
tra il rombare dei motori impietosi
negli improvvisati autodromi cittadini

Ma noi vivremo

Tra gli sguardi curiosi della gente
o la glacialità della sua indifferenza
nel mito delle vetrine lucenti
che incantano la noia
la malinconia

E noi vivremo

Vivremo la vita che muore
come lotta disperata al naufragare
come cadenti foglie ingiallite
pietosamente cullate dal vento
sparse negli inferi della solitudine


ROCCE TAGLIENTI

Ho camminato tra rocce taglienti
lentamente il mio sangue
su di esse è scivolato

ed è cresciuto l’odio

l’odio
per questo orrendo vivere
con spade sguainate


DISPERAZIONE E TORMENTO

Chi accoglierà la mano tesa
chi mai la stringerà?

Disperazione

Tormento

Ecco lo strazio della madre per il figlio morente

Ecco la preda nel mirino violento del cacciatore
che semina sterminio


AI VOSTRI OCCHI

Se mi sottoponessi ai vostri occhi
avrei mille volti discordanti

Se penetrassi con arte il vostro cuore
acquisirei la certezza di una mia identità sperata
ma non vera

Ma se sfuggissi al canto della vita
sarei commiserabile per viltà


INNAMORARSI

Innamorarsi è come cogliere una rosa
come luce improvvisa
che abbaglia
come la melodia
che accompagna la mite stagione dei fiori

Allora tutto ami
tutto credi
tutto speri

Poi giunge l’inverno
l’intensità dell’amore si fa flebile
e ad una nuova aurora
è riposta la voce del cuore

E in questo dolce remare
solcando ogni volta mari sconosciuti
sognare la libertà del canto


LA MIA STAZIONE

La mia stazione

Luogo di gioie e di dolori

Il tempo di rallegrarsi
per un arrivo felice

Il tempo di disperarsi
per una triste partenza

Ed ogni volta
ritrovare al mio fianco
una valigia di ricordi
confusamente riposti

solo

oh! mio Dio quanta sete di pietà


CITTA’ DI ZUCCHERO

Distruggerei l’aberrante città
di zucchero filante

lo squallore della sua asfissiante dolcezza
mèta di piccole e fugaci
ricercate felicità


LA GRANDE MACCHINA

Distruggeremo costruendo l’indistruttibile

La grande macchina
veloce
si compone


E IL GIORNO MUORE

Un triste uomo di paglia
consuma la sua solitudine
tra le bionde spighe di grano

Statico
inavvicinabile
la sua ombra assume vaghe forme
al diverso batter del sole

e il giorno muore

sorgerà nel fresco chiarore del mattino
profumato di rinata speranza


MENTRE LA NEVE

Il mio lamento

Si confonde tra il mormorio
di mille pensieri
e lieve
s’acquieta

Mentre la neve
lenta
si posa


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