Pensieri presenti

di

Maurizio Paganelli


Maurizio Paganelli - Pensieri presenti
Collana "Le Schegge d'Oro" - I libri dei Premi - Poesia
14x20,5 - pp. 56 - Euro 8,50
ISBN 978-88-6587-2703

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In copertina fotografia dell’autore


Pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori in quanto la silloge è finalista nel concorso letterario Jacques Prévert 2012


Prefazione

La profonda umanità di Maurizio Paganelli si evince dalle parole che si possono leggere nella presentazione quando afferma senza esitazione: “sarò grato a chi darà un po’ del suo tempo alla mia poesia”.
È questa propensione ad essere umile che fa apprezzare la sua poesia.
La sua generosità nell’offrire le proprie emozioni, senza false maschere né infingimenti, si miscela al desiderio di valorizzare il senso autentico del significato della vita, oltre alla volontà di riscoprire la gioia dell’esistere: la sua intenzione poetica mette in primo piano la capacità di confrontarsi con il mondo circostante e di prendere in considerazione la quotidianità, che viene innalzata a paradigma dell’esistere, dimostrando la fondamentale importanza della capacità di saper rivolgere lo sguardo sulle “cose semplici” della vita.
La semplicità avvolge tutta la sua poesia e, grazie ad essa, la sua Parola è lieve ed ammantata di spontaneità.
Un percorso lirico che conduce nel profondo del proprio Essere, cercando di penetrare le molteplici emozioni che, sovente, sono custodite nelle zone più segrete e la volontà di riportare alla luce frammenti esistenziali che hanno contribuito al percorso umano e poetico.
Nella sua poesia ritroviamo i sommessi ricordi e la profonda attenzione al senso del Tempo; la concezione dell’amore “vero e puro” e la costante attenzione alla figura della donna ed al suo ruolo; gli incantamenti della vita e i costanti riferimenti al mondo naturale; le immancabili speranze e smarrimenti; le inevitabili inquietudini ed il grave peso del dolore da sopportare.
Nella sua concezione, scrivere poesia è una necessità vitale e, per il poeta, è un dono poter vivere, e riportare nei suoi versi, le esperienze della vita e le buone vibrazioni: “la vita può incantare l’anima”, scrive Maurizio Paganelli, che aggiunge di avere il timore di non poter “assaporare ciò che meraviglia” nell’esistenza, perché “la vita avanza… la vita fugge”, inesorabile come il tempo che scandisce i suoi battiti.
Dalla sua poesia emerge, inoltre, un profondo senso religioso che si accompagna ad un attento scandaglio interiore: ecco allora che le difficoltà della vita e la paura di perdere coloro che amiamo, avvicinano alla vita e fanno capire quanto sia importante assaporarne ogni istante, cercare di viverla con gioia, di offrire il dono dell’amore con la felicità nel cuore.
Nella spirale dei ricordi, sempre seguendo il ritmo delle sensazioni, la voce di Maurizio Paganelli testimonia la vita attraverso pensieri vibranti, come a navigare nell’oceano delle emozioni, senza temere il buio né il senso del vuoto, ma illuminandosi alla sorgente della poesia.

Massimo Barile


Pensieri presenti


“Perché le donne nell’amore nel dolore,
nella vita sono un sorriso più avanti.
Anche se difficile, è ammetterlo.”

Ai bimbi, Lucia, Francesco,
Amelia e Marco, miei vicini.


Poterti Trovare

Sui miei passi,
troppi sassi
mi sono rotolati addosso.
Un tuono rompe colà,
verso l’inizio dell’estate,
scheggia il silenzio
e una falce di luna
miete l’ansia del giorno.
Per la curva della sera
fin là, dove scorgo verdi cipressi
già carichi di nidi d’amore,
rivedo i tanti massi
avviati dal mio Io.

Ora Angelo tu, sai che a questa chiesa
è stato affidato il figlio di Dio
mi insegnerai a leggere,
così capirò i miei sconquassi.
Passate le bravate
e l’attimo di piangere,
adesso resta soltanto
placido e invitante,
un tempo lungo di silenzio,
ove poterti trovare,
o mio Signore.

25 giugno 2011


Cimitero

Un filo di nebbia
trancia l’aria immota là,
la strada sulla E 45.
Le auto prive di pensieri
tagliano la carreggiata
ognuno (ognuna) ha una sua meta.
Voi ci avete preceduti
in cielo per promuovere

l’Amore

e noi indaffarati nel

nostro ego…

Un clacson ci richiama
al fare vissuto,
guardiamoci un attimo
di più
scambiamoci una stretta
di mano,
poniamoci nuovi quesiti
per l’avvenire,
mentre un cinghiettio di grilli:
penetra nel muro
la mia ombra.

1° novembre 2011


Briosa

Fino a ieri ti pensavo, non osando.
Rischioso era il rivederti, così briosa
adesso che arrivano corte le giornate.
Non pesa più il cuore, anche se sei un pesce.
C’incanta l’anima e si ridesta
e il vento che sfiora, s’unisce al canto,
s’intrufola lieve il tuo profumo
c’accompagna l’autunno, la sera come Vivaldi,
anche le voci flebili, s’apprestano al sogno.

15 ottobre 2011


Chiusura

E quando l’armonia muta
dell’universo
avrai appeso col mazzo
di chiavi
al chiuso
della tua porta
e sarai nebbia nella valle,
tornerà il silenzio
dei cipressi,
di quei sempreverdi
appesi alla finestra,
sullo scorrere bruno
dell’acqua
tra due argini raccolto…
io non sarò più.

aprile 2010


Insieme

Ero solo scappato,
scappato da te.
Dalla felicità
forzata, velata.
Evaso dal maniero
che la mia paura
di amarti nel mondo,
nel modo vero, grazie a te
è divenuta prigione.
Sono fuggito per esser libero
di vivere, di respirare
di assaporare me stesso
e per far sì che anche tu,
vivessi respirassi,
ritrovassi te stessa.
Poi…
Ancora una volta
hai colpito, esagerato,
ho voglia di dirti basta,
basta per tutto, per tutti.
“Meglio così per tutti e due”.

Ma…

Sono tornato sorridente
pronto ad amarti
non contro il mondo ma nel mondo.
Ed ora so che posso amarti
non nascondendomi
fra le tue braccia,
ma con te camminando,

liberamente per mano,
storditi dalla meraviglia
di esistere.

Insieme.

24 agosto 2009


Minatori

Vanno viandanti,
scendono piedi sulla soglia
i minatori.
Appena dopo l’ora
a volte contro voglia
col canto del gallo.
Camminano avanti e indietro,
partiti con la luna
scavano ancora,
magari ad altra rotta.
Glielo dici
e già quel dire, non li tocca.

Tornano viandanti, col muso giallo
e nella gola d’acetilene
al bettolino*
con la cicca in bocca,
giocano la morra
e ingoiano un quarto di vino.

Per loro

nell’ora dei gatti abbracciati,
il sogno è coperta troppo corta,
col pensiero rivolto alle case
per i loro cari, mai tanto amati,
augurandosi, la nuova giornata non storta,
paura al sangue e nelle vene
portandosi addosso lo zolfo, fin sulle cimase.

* Bettolino, sorta di spaccio (e ritrovo)

agosto 2009


Nottata

Ho una malattia
temo che la mia vista
non trattenga le cose che meravigliano.
I colori, i prati, la rugiada
le stelle, i fiori l’alba.
Oppure il tuo volto…
Allora negli occhi
velocemente
ho stampato il viso tuo,
era appena ieri sera.

16 settembre 2000


Operazione

Domani
sarà un pomeriggio intenso,
con taglio e cucito.
Stenta su di me questa primavera,
poco sincera, fra 48 ore
ancora non volerà rondine,
di sicuro la felicità
camminerà con me…
Solitaria e tranquilla.

2 marzo 2010


Ad una mora

Chiedimi sagittario perché ho nell’animo sto lampo
ripenso a te, mora, semplice, sorridente.
Io, solo con lo sguardo, ancora indugio
sento un battito al cuore irriverente
tieni fermo nei tuoi colori il giallo, verde,
i miei vestiti accanto a te, in silenzioso rispetto
non per segreto, certo un po’ vergognandomene
ancora spero d’invitarti fra fiori di campo…

dicembre 2010


A Paolino

Sul ciglio di un fosso
cantava un grillo,
scolpiva i suoi giorni nella terra,
il cielo leggero era vicino,
arsa in volto la ruga
pregava col sudore.
La vita avanza, così i suoi
– Pensieri Presenti –
le parti del mondo
sono a dimora degli infermi,
e la primavera valica
finestre e valli
e non porta conforto alcuno:
questo è un pianeta senza orizzonte.
E il topo nell’orto a sera,
coi suoi denti incide l’ombra
già bruciata.
La vita che fugge
quale preda inseguita…
ora il rintocco della pieve
che osserva avulsa,
pare dire di tempi scaduti.

Ma Dio… dov’è?

9 giugno 2012


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