La voce della pietra

di

Marinella Terragni


Marinella Terragni - La voce della pietra
Collana "I Gigli" - I libri di Poesia
14x20,5 - pp. 32 - Euro 7,50
ISBN 9791259511782

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Pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori in quanto l’opera è finalista nel concorso letterario Jacques Prévert 2022


La voce della pietra


Nuvole sfilacciate
ondeggiano
giocano con il vento.
Come aurore boreali.
Qualche foglia secca,
dorata,
volteggia.
Ad imitare le rondini.
Lieve sentore di legno.
Qualche camino acceso,
parla con piccole lingue di fuoco,
dà il benvenuto
all’inverno.
Eppure conosco le meraviglie
che il tempo offre,
sempre uguale,
come se non trascorresse.
Ma lascia impronte nell’anima.
Eppure conosco i pensieri
che fuggono dal tempo
come se non trascorresse
ma colorano il tempo.
Eppure cammino,
sola,
e non sola,
e conto i miei passi,
(per non contare i tuoi)
e seguo il volo delle foglie,
la danza delle nuvole,
ma ignoro
volutamente,
il tempo.

Che mi ama.
Che mi tradisce.
Che mi lusinga.
Che è il mio bugiardo padrone.


Muri antichi,
allisciati,
calcinati da mille soli,
vivi di immagini.

Parla il tempo
annidato tra crepe
e muschi
e mi afferra,
rapace,
con i suoi suoni noti.

Antiche frasi,
storie che leggo
su pagine di pietra.


L’acqua
di una gelida pioggia invernale
invade i vetri della mia finestra
con arrogante violenza.
Accompagna,
quasi ironica
echi di pensieri e immagini
(anch’essi arroganti).
che invadono me.

bq.Caos discordato
graffiante risonanza,
irrisiva,
fantasma tattile
di una cinica pervadente ansia.

Lascio che i pensieri corrano,
fuggano,
si inseguano da sé
e spero che la pioggia
dolcemente
si trasformi in neve.


Foglie di mare
scintillano
tremolando,
nella luce ramata
della tard’ora
Fiori d’acqua
sbocciano
sull’asfalto tempestato di pioggia.
Si arrotolano,
come liane,
bianche spume cattive
tormentate dal vento.
E la distesa è unita,
e oltrepassata
da suoni simili
dalla comune voce umana
dal greve scorrere
di ore uguali
dal lieve trascorrere
dei giorni diversi
bq. Ma unico è l’azzurro pensiero.


Accarezzare
un soffio di vento,
come un ciuffo ribelle,
afferrando
attimi di gioia.


Gressoney

Notte:
il gelo canta tra i rami dei pini
e forma note sonore
dei magici echi.

Canta la luce,
fatata,
sui campi di neve

candidi,
duri,
intoccati.
Cantano i passi,
solinghi,
sulla gelida erta.

E canta la gioia
serena
di chi,
nel buio,
torna a casa.


Foglio bianco
di parole, e segni
vogliosi di emergere.
Sillabe volteggiano
e si inseguono le parole
come foglie
nel vento di tempesta.
Si inseguono i pensieri
e li lascio correre
sui sentieri astratti,
per le aree vie
del sogno.

[continua]


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