Delle tue parole, delle mie paure

di

Mariangela Panzarino


Mariangela Panzarino - Delle tue parole, delle mie paure
Collana "I Gigli" - I libri di Poesia
14x20,5 - pp. 40 - Euro 8,00
ISBN 9791259511218

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In copertina: «surreal moment of a small woman resting inside a light bulb» © Cristina Conti – stock.adobe.com


“Delle tue parole, delle mie paure” parla di cosa vuol dire essere giovani oggi: il rapporto simbiotico con la tecnologia, la precarietà sul lavoro, il continuo senso di urgenza, di fretta, che permea ogni aspetto della vita e l’avvelena, fino all’alienazione, alla dimenticanza della propria umanità che confligge con un tormento interiore incessante.
Da questa crisi scaturisce la necessità di cambiare, di reinventarsi una morale, più sentita e meno imposta, che possa soddisfare la voglia di giustizia e calore, rimasta illesa, nonostante le aggressioni subite nel tentativo di seguire le regole della società contemporanea.
Comincia, quindi, un viaggio interiore, privo di filtri esterni, alla riscoperta dei sentimenti, dove la curiosità fa da guida nel caos primordiale di istinti ed emozioni. Quella che all’inizio può sembrare un’esplorazione dell’Inferno, però, a metà percorso comincia ad assomigliare più alla scoperta di un Paradiso perduto che, per quanto sporco ed imperfetto, è reale almeno quanto la sofferenza provata per arrivare fin lì.


Delle tue parole, delle mie paure


Alienazione


Scrolling

Strizzo gli occhi.
Schiocco le dita.

Il volto
illuminato
è una stanca
luna
nella stanza
buia
senza luce
di stelle.

Un suono
solitario
rimbomba
negli orecchi:
è un fracassarsi
di snack fra i denti.

Altri cinque minuti.


Smartphone

Rovinano
i sensi
nella mente lontana.
Rovina
la mente
nei sensi spenti.

Rido e piango
ad occhi aperti.
Parlo e canto
a bocca chiusa.

Penso in tondo,
penso a caso:
riflessioni di specchio rotto.

Guardo il vetro
oltre la foto.
Scorro ancora
su, giù e su.

Il fumo
soffoca la fiamma.

La scintilla
si getta in mare.

Germoglia
l’angoscia
nel cuore.

Ho paura di tornare.


Il senno di poi

Avrei dovuto prevederlo.
Ora lo vedo:
limpido specchio d’acqua
riflette luce e ombre,
il presente.
Vorrei immergermi
eppure già scorgo
le nubi arcigne
sulle creste in arrivo
e i fulmini
cadere fra le rocce
e il vento
soffiar via
il tepore del meriggio.
Resto qui
sotto il sole
a bagnarmi i piedi.
Aspetto
una ragione
per non tuffarmi
per dirmi
“Hai fatto bene”.
Tanto verrà.
E se non verrà
non avrò perso nulla.
Solo un presente
che non ho avuto mai.


Di fretta

La fretta è pigra:
non crea
non si prende cura
non ha a cuore
non vede oltre.

La fretta è testarda:
non si pente
non si scusa
non porge la mano
non ascolta.

La fretta è bugiarda:
promette la libertà
ai suoi schiavi,
ti assicura più tempo
se gliene concedi.
Finge di andarsene
quando sei stanco
e invece si fa piccola
e si siede sul tuo petto
e aspetta paziente
che il tuo cuore ceda
sotto il suo peso.

Che fretta c’è?


Studente universitario

Fluido
vischioso,
attrito
al sentirsi vivi,
la paura di fallire.
Sabbiose
le aspettative
di un giudizio
perfetto.
Si spegne
la voglia di sapere.
La mano
aperta
duole:
brama e non afferra.
Carnefice
l’ansia,
tensione di vita frenata.
Il petto
gonfio
di sogni
soffoca il respiro.
La bufera
degli eventi,
unica fonte di ossigeno.
Sradicati
cartelli e segnali,
l’anima
perde
il sentiero.
Il caos
del dolore,
il vero insegnante.


Straordinario

Trenta minuti alla sveglia.
Urla lo smartphone.
Solo il cuore
è già desto.
La mia presenza è certa
per ogni altrui assenza:
uno straordinario quotidiano.
Ma il mio tempo
è tempo di sacrifici
e pane:
lo riavrò tra un anno
di inchiostro
su fogli.
E con la speranza
arriva quel giorno
di sorrisi di circostanza
e mani tremanti.
– Sei un’ottima risorsa,
ma non ci sono fondi.
Buona fortuna
per il futuro –

Quale
Futuro?


La crisi


La scelta

Potessi scegliere
come vivere,
sceglierei
un’esistenza noiosa.
Invece è la vita
a scegliermi.
E io mi lascio scegliere.
E soffro.
E rido.
E brucio.
Ma vivo.


Il mio Dio

È un Dio senza pretese, il mio.
Io non lo adoro, eppure mi segue.

È il Dio degli appassionati,
degli artisti,
degli scienziati,
di chi fatica a prender sonno.
È il Dio degli atei,
degli scettici,
degli anarchici,
di chi cerca se stesso.

È un Dio molto paziente, il mio.
Ma per dare la vita, non aspetta la morte.

[continua]


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