Opere di

Maria Teresa Vivino


Sei in me

Nemmeno la pioggia può eliminare il tuo odore,
né il vento il tuo ricordo,
perché tu sei in me
radicato
come un albero centenario
che senza timore né rimorsi
conficca le sue radici
nel mio corpo
come se fosse terra,
come se fossi tua,
ancora…


La danza della neve

Pallida come la neve
Se ne andò, prima
Errando per i borghi, e poi si lasciò
Morire
In un vortice
Di emozioni
Oneste,
sotto la neve.


Quando crescerai

A.
Quando sarai
Finalmente grande
Io potrò amarti,
allora sarai pronto.
Non temerai il giudizio
Altrui
Non piangerai le lacrime
Dei tuoi amici,
allora, solo allora,
potrò amarti davvero.
A.
Quando sarai
Grande
Potrò parlarti,
allora udirai
le mie parole,
le comprenderai.
Non penserai
Che ti sto mentendo
Non penserai al tuo passato
Né al mio.
Non avrai traumi
Penserai ad amarmi
E io ci sarò
Allora… come ora.


Non avere pietà

Non avere pietà di quella donna,
perché quella donna non avrà pietà di te.
Non aver pietà di quell uomo
perché quell uomo non avrà pietà di te.
Non aver pietà del mondo
perché il mondo non avrà pietà di te.


A Jacques Prévert

Non fu Barbara
A chiuderti gli occhi,
ma la guerra che sapevi
non poter vincere.


Ai miei nonni

Diventare vecchi
Vuol dire diventare più saggi
O forse, solo, più consapevoli;
Magari più soli,
vuol dire pensare di non
aver tempo…
vuol dire aver visto il mondo
crescere… ancora…


Alla pittura di zio Salvatore

Me ne vo errando
Di campo in campo
Di gente in gente
E l’ arte in me
Continuamente affoga
La sua lama di rosa.


Dimmi che sarà soltanto una notte

Dimmi che sarà soltanto una notte ad unirci
Dimmi che sarà soltanto un letto a tenerci legati,
dimmi che sarà soltanto la tua voglia di sesso
ad unirti a me
ancora,
ma non dirmi mai che mi ami,
perché ogni “ti amo”
fu una nave
che il giorno seguente
ti portò a salpare di nuovo…
Lontano…


Fingere

Pioggia frammentata
Nel cuore di un vecchio
Che né senza pace
Né senza tepore
Scorge nella notte
Una luce
Immensa
Carica di pioggia
Che di nuovo
Cade
Alla sera.
Sorda
Perché tappandomi le orecchie
Posso sentire
Solo da lontano
Una voce
Che in realtà
Non fingerò
Mai
Al mio cuore
Così da proteggerlo
Dalla sofferenza
Che se solo la udisse
Ne morirebbe.


Il tuo bacio

Come il sapor della mano
Che tanto piace, ma poi è salato…
Così il tuo bacio
Gustosa da ferirti l’ anima.


Le parole che non ti ho detto

Quante parole non ti dissi
Per non udir risposta.
Quante gioie e dolori repressi
Per non udir l’ eco dei tuoi gesti…
Ma le più importanti parole sono:
“Oh amore perduto,
io non ti ho mai davvero avuto”.


Lettera a un bambino mai nato

Ricordo quando pensai,
all’ istante perduta,
di averti concepita.

Oh Benedetta,
tu non movevi in grembo
nonostante l’ amore di tuo padre
perché, io, tua madre,
allora
non potevo
amarti…



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