Elogio della Menzogna e del Dubbio - Commedia gradevole in 3 Atti e 2 Quadri

di

Maria Francesca Cherubini


Maria Francesca Cherubini - Elogio della Menzogna e del Dubbio - Commedia gradevole in 3 Atti e 2 Quadri
Collana "Le Schegge d'Oro" - I libri dei Premi - Poesia
17x24 - pp. 120 - Euro 12,70
ISBN 88-8356-429-4

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Elogio della Menzogna e del Dubbio – Commedia gradevole in 3 Atti e 2 Quadri Andante maestosa, allegretta ma non troppo, sufficientemente ironico-fantastico-satirica


Prefazione

Questo mio scritto è in realtà solo una parte di quello che doveva e poteva essere una disamina molto più ampia. Credo non vi sia una sola opera che possa essere compresa nel suo significato più autentico se l’Autore o l’Autrice non ne rivela il motivo che ha indotto o fatto scaturire l’idea di affrontare un simile tema. Se ci troviamo di fronte ad un testo teatrale che ha indubbiamente una valenza filosofica e porta con sé numerose e contraddittorie speculazioni possiamo ben dire che ci troviamo davanti ad una operazione assai ardua. Fortunatamente non sono mai propenso a rinunciare ad una lettura per tentare di capire e offrire alcune osservazioni al lettore. Ho letto numerosi testi di filosofia e non ho mai abbandonato questa abitudine anche quando mi sono interessato di tutt’altro. Ho studiato greco solo per pochi anni e mi sono reso conto che è necessario studiare le fonti perchè le traduzioni non sono mai congruenti con le osservazioni di ordine politico filosofico e per capire un termine greco come logos per la sua complessità la sua evoluzione e le implicazioni di mille anni di riflessione filosofica è davvero una impresa.
In Omero significa discorso, negli stoici ragione e nel Vangelo di San Giovanni il verbo creatore di Dio.
È per questo motivo che quando ho letto l’autentica messe di valutazioni critico letterarie da parte di presidenti di concorsi di poesia e di comitati culturali, direttori di mensili e gruppi teatrali, critici letterari e poeti nonchè il curriculum vitae dell’Autrice che definire esaustivo è dir poco mi sono un po’ allarmato.
Ma non posso far altro che filosofare da modesto critico d’arte e cercare di non lasciarmi fuorviare da altre opinioni o giudizi critici.
In questo testo teatrale ritroviamo una complessa e dotta riflessione filosofica che spazia da Platone con la Repubblica, Ione, Fedro ad Aristotele con la Poetica a Gorgia con Encomio di Elena ad Erasmo da Rotterdam con Elogio della follia.
Per Platone nella poesia e nelle arti, l’amore della bellezza si realizza in modo da impedire l’ascesa alla bellezza intelligibile, perchè poesia e arte costruiscono oggetti fatti a imitazione del mondo sensibile. Poichè questo è a sua volta imitazione del mondo intelligibile si può dedurre che la poesia e l’arte invece di condurre al modello intelligibile di cui il mondo sensibile è imitazione, immergono l’uomo nelle imitazioni dell’imitazione, allontanandolo così dalla verità. L’Arte è quindi illusione, é finzione, è menzogna. L’Arte imita non ciò che é, così come é, ma ciò che appare, così come appare: dunque è imitazione dell’apparenza e non della verità. Il poeta ed il pittore sono imitatori degli oggetti sensibili e l’Arte è produttrice di illusione, è copia di una copia, parvenza di una parvenza. Menzogna.
Ecco allora che Menzogna il personaggio centrale dell’opera di Maria Francesca Cherubini assurge ad essere considerata un tutt’uno con la superba Arte e tale decretazione arriva niente meno che da un pilastro della storia del pensiero umano. Ma Platone non si ferma qui perchè sostiene che i poeti non solo raccontano molte menzogne ma che nelle loro opere la bellezza è il vincolo col quale chiudono l’uomo nel sensibile e non elevano l’anima anzi portano ad una azione deviatrice sull’anima stessa diventando corruttori dell’anima: v‘è da dire che in ogni caso Platone riconosce a colui che genera l’Arte uno stato interiore particolare e nel dialogo “Ione” sostiene che il poeta è tale per divino destino e quando compone è ispirato, invasato dal Dio che per la bocca del poeta stesso parla a noi.
Come dimenticare poi Gorgia da Lentini la cui eloquenza fiorisce in un periodo aureo della letteratura greca e a cui Platone dedica uno dei suoi Dialoghi per combatterne il sofisma: non è un caso se fu decretato che i giorni in cui Gorgia pronunciasse le orazioni fossero chiamati lampades come a significare che la parola può lasciare vivo il ricordo come la luce.
Nella sua orazione “Encomio di Elena” risplendono le luci del suo sofisma, l’amore della bella frase e la cura del sonante periodo: un connubio tra virtuosità stilistica e genialità nel sofisma. Gorgia parla del discorso poetico e lo interpreta come forza che persuade, capace di sedurre, di suscitare piacere e paura, di incantare l’anima con persuasione maligna, di ingannare: insomma una ulteriore convalida del binomio arte menzogna.
Ma finalmente Aristotele con la sua Poetica riporta piena dignità all’arte concepita come un momento positivo dell’educazione dell’uomo alla conoscenza e alla virtù perché l’arte tragica rappresenta la realtà umana non come essa è, ma come essa dovrebbe e potrebbe essere ed ha il potere di produrre la cosiddetta catarsi, la purificazione dell’anima dalle passioni.
L’Arte diventa un mezzo di elevazione dalle passioni umane, sublimazione dell’animo, purificazione e compito del poeta è dire le cose che potrebbero e dovrebbero accadere e le possibili secondo verosimiglianza e necessità.
Questo rapido excursus ha la sola intenzione di rendere onore a Maria Francesca Cherubini la quale attraverso la semplice formula teatrale è riuscita a creare e a dare voce a personaggi che sono menzogna, dubbio, polemica e di ognuno di loro ne ha fatto un Giano bifronte celante una doppia valenza di bene e male ed ha voluto confermare che la stessa menzogna, da sempre caratterizzata negativamente, può riservare un aspetto benefico in quanto invenzione e sogno, anzi può addirittura sublimarsi se si considera il binomio “menzogna-arte”. Al contempo anche il dubbio, se visto come perenne ambiguità, può essere ispiratore estetico artistico dell’arte stessa: tesi sostenuta pienamente dall’Autrice.
Tornando alle mie osservazioni (non essendo possibile fare una disamina degli infiniti aspetti del pensiero filosofico riguardo tale tema) desidero sviluppare alcune idee sorte nella mia mente nella fase di lettura del pregevole testo teatrale di Maria Francesca Cherubini.
Il valore della funzione della critica è la rieducazione alla percezione delle opere d’arte, un aiuto nel difficile processo di imparare a vedere e a udire come ben sottolineato da John Dewey. La funzione morale della critica (se esiste) si compie indirettamente: l’individuo che ha una esperienza pronta dovrebbe fare da sé la propria valutazione. La via per aiutarlo è quella di estendere la sua esperienza per mezzo dell’opera d’arte a cui la critica è d’aiuto. In sintesi la funzione morale dell’arte è quella di rimuovere i pregiudizi, eliminare i paraocchi che impediscono all’occhio di vedere, strappare i veli imposti dall’abitudine e dalle costumanze, perfezionare la capacità di percezione. La funzione del critico non è altro che proseguire quest’opera che l’oggetto d’arte ha compiuto.
Ci impossessiamo della piena importanza di un’opera d’arte solamente quando nel nostro processo vitale passiamo attraverso quegli stessi processi che l’artista ha attraversato nel produrre la sua opera. E’ privilegio del critico contribuire a questo processo attivo: è sacrilegio arrestarsi prima di aver compiuto il lavoro. È gioia poter leggere e sentir vivere sulle tavole di un paloscenico un’opera come l’“Elogio della menzogna e del dubbio” di Maria Francesca Cherubini. Autrice che merita un apprezzamento pieno per la sua ispirazione sicura, per la sua sensibilità, per la sua capacità di percepire l’anelito alla bellezza.

Massimo Barile


Valutazioni critico letterarie

Maria Francesca Cherubini, pur partecipando da pochissimo tempo a “Concorsi Letterari” a carattere Nazionale e Internazionale, può già vantare “Valutazioni critico-letterarie” di notevole pregio, sia per l’intrinseco contenuto delle stesse che vogliono mettere in luce le doti artistiche dell’Autrice (così come più volte è stato sottolineato da diverse Autorità del settore Letterario), aspetti che si evidenziano soprattutto in campo Teatrale ma anche in quello Poetico, sia per la notorietà dei personaggi che hanno apposto la loro firma a tali giudizi’“artistico-letterari”.

Hanno infatti scritto di lei:
Prof. Cav. Enzo Bogazzi, Presidente del “Gran Premio Internazionale d’Arte e Cultura Interart” Carrara-Hallastahammer (Svezia) – “Emerge preponderante la personalità poliedrica dell’Artista attraverso un lirismo che si libra in alto nella trasparenza e nella leggerezza, trasmettendo pensieri che filtrati da una acuta sensibilità, si tramutano in parole sospese, animati da una varietà di stati emozionali, da cui scaturiscono originali immagini – L’espressività dell’Artista, permea le suggestive armonie create, e si trasfonde nelle limpide immagini d’ineguagliabile freschezza ed incisività. – Le vibrazioni emozionali si convertono straordinariamente in accordi cromatici, secondo una costruzione creativa originale, dove sentimento e realtà collaborano alla genesi poetica del significato della rappresentazione”.

E ancora: – “Indagando sulle dimensioni più inesplorate dell’essere, l’Artista offre, con freschezza e originalità, un vasto repertorio di segni simbolo, di chiarezza rappresentativa che purifica la realtà espressa. – Emanando una profonda spiritualità, l’espressione artistica di Maria Francesca Cherubini trasmette intensi sentimenti che permeano ed intensificano la sensazione oggettiva e ne sottolineano ed interpretano l’intima poesia. – L’armonico e vibrante ritmo compositivo, riflette il ricco mondo interiore dell’Artista ed illustra, con vivacità profonde, il perenne divenire, in pregevoli e sofisticate inquadrature. – Attenta e sensibile osservatrice, l’Autrice interpreta i significati e le vibrazioni vitali nelle loro valenze più sottili, in un composito linguaggio ricco di intuizioni, dove l’oggettività sensibile si trasfonde in incisivo lirismo – Nelle immagini rappresentate liricamente, si osserva una limpidezza del costrutto formale, integrata da un’armonica tensione ritmica di fluorescenti sensazioni. – Guardare dentro ed oltre la realtà per evincerne l’essenza con cui confrontare la propria spirituale identità è il fulcro attorno a cui ruota la ricerca artistica di Maria Francesca Cherubini”.
Prof. Cav. Graziano Luigi Vitelli
Presidente di Giuria del Premio Letterario Nazionale “PICENA” di Ascoli Piceno;
Presidente del “Comitato culturale Picena”;
Direttore del Mensile ascolano “Corriere del Cittadino”;
Laureato in Lettere Classiche – Università di Urbino
(Rettore Carlo Bo); Poeta di pregio, pluripremiato:

“Sono molti gli elementi positivi che si notano nell’opera di Maria Francesca Cherubini. Citerei innanzitutto l’inventiva, la straordinaria capacità dell’Autrice di rendere vivi, concreti elementi astratti che, della commedia, divengono i dinamici personaggi.
La scena è sapientemente costruita come una onirica visione kafkiana dove i personaggi si muovono a loro agio: altercano, si azzuffano verbalmente, tentano continuamente di sovrastarsi, davanti ad un pubblico che rumoreggia, contesta, infine applaude; le contraddizioni e i comportamenti del “pubblico-attore” sulla scena disegnano le corrispettive sensazioni del pubblico reale in sala sottolineandone il “pathos” e il continuo “adattamento-disadattamento” alle tesi proposte.
L’impostazione scenica è perfetta, rispetta tutti i canoni della tradizione drammatica.
Tale scrupoloso rigore è elemento significante dell’acquisizione salda di una “vis-narrandi” per un soggetto che non appare facile da trattare e sviluppare.
Personaggi e trama, infatti, non sono esclusivamente frutto di fantasia, ma trovano origine in una lettura, approfondita e colta, di vaste aree del pensiero filosofico che spazia da Platone ad Oscar Wilde, da Aristotele ad Erasmo da Rotterdam, da Gorgia a Konrad Fiedler.
Sono conoscenze, queste, accanto ad un uso forbito e ricercato della lingua, che, al valore scenico dell’opera, aggiungono una convincente validità letteraria.
Nella trama, tra gli applausi del “pubblico-attore” la Verità esce sconfitta da Menzogna e Dubbio, ma la Cherubini ha un mezzo per non far apparire la Verità come una realtà inattingibile o come corrispondenza ad un autentico vuoto metafisico (come, ad esempio, accadeva in Strindberg): il mezzo, la sua arma vincente, è “l’ironia” che tutto afferma e tutto rimette in gioco, con un messaggio positivo per gli “umani”, quello di essere più cristallini nei loro pensieri, nei loro comportamenti, nelle loro scelte”.

“I lavori teatrali di Maria Francesca Cherubini si impongono innanzitutto all’attenzione per l’ottima proprietà di linguaggio che ne sancisce il valore letterario e li rende godibili anche come lettura drammatica.
L’Autrice, dotata di spiccata fantasia creativa, è in grado di originare abile e positiva mistura tra una poderosa riflessione di carattere filosofico e una piacevole ironia.
Sempre riuscita è l’antropomorfizzazione di vizi e virtù, come notevole è la capacità della Cherubini di articolare una costruzione scenica che rifugge da orpelli e astrusità per favorire una osmosi immediata tra pubblico e interpreti”.

Ecco ora un giudizio del Prof. Graziano Luigi Vitelli sull’Atto Unico Teatrale “Essere e Conoscere”:
“Si evidenziano un’impennata innovativa e una notevole dose di fantasia in questo atto unico teatrale giocato, con una certa gradevole ironia, nell’entrare e uscire da due realtà: ESSERE E CONOSCERE.
L’Autrice riesce a coinvolgere il lettore (e il futuro pubblico) sulla problematicità del dubbio su quale delle due tematiche abbia più importanza.
Lavoro ben scritto e costruito, fruibile per una platea”.
Dal Dott. Gabriele Bussolotti (Direttore del gruppo teatrale “Il Palcaccio” di Mantova:

Carissima signora Francesca,
ecco alcune mie riflessioni sulle due opere che ha voluto gentilmente inviarmi.
Come le dicevo per telefono, è sempre molto difficile dare un giudizio in quanto è frutto di soggettività e lei, da buona filosofa, potrà darmene atto.
Il Teatro è in costante evoluzione ed unitamente fatica a stare al passo con i tempi.
Cambiano i linguaggi, cambiano i ritmi, cambiano le mode e cambia “l’essere”, ma una cosa sono sicuro, non cambierà mai: l’Artista, colui che crea l’opera d’Arte.
Lei, signora Cherubini, è un’ “Artista” e la prego di accettare questa mia affermazione come un “Elogio della Verità”.
Per quanto riguarda il creare opere per il Teatro, un bravo autore dovrebbe sempre vivere l’esperienza del Teatro, la vita del Teatro, vedere come si fa Teatro e come nasce un allestimento teatrale.
Si imparano tante cose che pur tuttavia non devono ingabbiare o mistificare la “Vis Creandi”.


Commenti:

1. “Elogio della menzogna e del dubbio”: – Creazione di notevole spessore filosofico – Capacità di aver poeticamente materializzato il sottile linguaggio dei pensieri che diventano protagonisti di un dialogo astratto ed avvincente – Immagini ricche di suggestione
2. “Essere e conoscere”: – Di impronta più teatrale: quadri nitidi e ricchi di carica evocativa.

Nella speranza di leggerLa ancora e anche di poter rappresentare una sua opera, Le auguro buon lavoro e La saluto di tutto cuore.

Dal critico letterario Dott. Giovanni Di Girolamo, Presidente di Giuria del Concorso Letterario Internazionale “Città di Avellino – Gran Trofeo Verso il futuro” organizzato dalla “Casa Editrice N. Menna”, è stato emesso il seguente giudizio sull’Atto Unico Teatrale “Essere e Conoscere” Anno 2000:

“Commedia simbolica, tra mitologia (in riferimento ai nomi dei personaggi: Mercurio, Èro, Leandro, Niobe, Egèria) e realtà “virtuale” dei tempi moderni, dove il concetto filosofico del “conoscere” viene sviluppato in tutte le sue sfaccettature. Per certi aspetti richiama – con le dovute proporzioni, ovviamente – il Pirandello di Così è (se vi pare).
Interessanti i “lamenti”, costruiti in forma poetica.
Senz’altro un impegno lodevole, e l’Autrice dimostra mano ferma, conoscenza dell’Arte Teatrale (un po’ surrealista) e grande proprietà di linguaggio.
Un voto meritato”.
Il Dott. Nello Tortora, fondatore e direttore del Mensile Satirico, Umoristico e Culturale “Brontolo” di Salerno così si esprime nei confronti di Maria Francesca Cherubini:

“L’autrice ha partecipato al nostro Concorso con l’Atto Unico “Laudatio Mendacii” a carattere ironico-satirico.
Il nostro giudizio sul suo lavoro è il seguente:
“Opera singolare, densa di considerazioni filosofiche espresse con una calma da consumata narratrice”.
Il “Trofeo Brontolo” (1° Premio) se lo merita proprio!!!
Il Testo presuppone una più che buona preparazione culturale e una adeguata esperienza artistica!!”
Dal Critico letterario, Giornalista, Poeta, Drammaturgo Nunzio Menna oltre che Titolare della Casa Editrice “Menna” di Avellino:

“Chi iniziando la lettura della Commedia gradevole in 3 Atti e 2 Quadri “Elogio della Menzogna e del Dubbio” pensasse di trovare il solito lavoro tra il comico e il drammatico si sbaglia.
Questa Commedia della Cherubini è assolutamente fuori dell’ordinario sia nel contenuto che nella tecnica.
E incominciamo dai personaggi: Menzogna, Dubbio, Pubblico; sì, questi sono i personaggi. Nel primo atto “Polemica” fa l’analisi tra menzogna e verità e afferma: “Menzogna con le sue parole e gesti melliflui in fondo “ama”, laddove Verità uccide come lama tagliente.
E appare Dubbio.
La lotta tra Menzogna e Dubbio diventa sempre più forte; ora prevale l’una ora l’altro.
Nel terzo atto riappaiono Menzogna e Dubbio ma questa volta la prima in un atteggiamento diverso tanto che il secondo rimane meravigliato.
Menzogna, la grande regina del Bene e del Male, siede sul trono mentre Creatività le fa da ancella.
L’Autrice, per bocca di Menzogna, si dilunga sul concetto di “Arte” che in definitiva è figlia della Menzogna e a giustificare tale asserzione cita Platone che scrisse: “L’Arte è illusione, è finzione, dunque è menzogna”.
Come si può notare questa Commedia della Cherubini ha un suo contenuto profondo, un’interpretazione particolare, ma intelligente della Menzogna e del Dubbio.
Inoltre l’Autrice dimostra di conoscere a fondo i filosofi classici, interpretando a suo modo il loro pensiero.
Dal prof. Antonio Malmo
Presidente del Concorso Nazionale di Letteratura e Poesia “Città di Livorno 2002” che ha assegnato all’Autrice
il 1° Premio il 12 agosto 2002 per la Saggistica.
Critico-Esperto d’Arte Moderna – Pittore
Corrispondente de “Il Pungolo”
Corrispondente Nazionale dell’Associazione Storica del Medio Volturno di Piedimonte Matese
Membro Giornalista, Membro della Redazione della Rivista “Accademia di Firenze”
Maria Francesca Cherubini: Saggio critico “Sulla nascita della Tragedia Greca” di Friedrich Wilhelm Nietzsche.

“Ho avuto modo di analizzare ed esaminare le interessanti e valide conclusioni a cui è giunta la scrittrice, saggista, Maria Francesca Cherubini, dissertando sull’opera:
“La nascita della Tragedia Greca” di Friedrich Wilhelm Nietzsche.
A giusta ragione, con linguaggio chiaro, stringato, ella ha sviluppato le varie tesi – all’origine contrapposte – ed ha chiarito l’etimologia dei vari termini e le contraddizioni del sistema di vita, delle opinioni, dei miti, con molti ed utili riferimenti agli usi e costumi, ai riti, alle credenze popolari e alle “teorie” degli Aristocratici al potere nell’ Antica Grecia di Omero, in senso lato.
Ha ripercorso, con forza espressiva, i passaggi di storia e di cultura, perché si potesse pervenire ad una “filosofia” di vita che permettesse loro di accettare l’esistenza con tutti i suoi traumi di finitezza, di limiti, di subordinazione alla volontà degli Dèi dell’Olimpo.
La sublimazione della vita, l’accettazione del dolore e delle sofferenze può avvenire attraverso l’Arte, sia scenica che plastica.
La vita, pertanto, risulterà come “momento” vissuto, necessario per l’attuazione pratica, concreta dei propri ideali e dei propri sentimenti, proprio grazie all’Arte, nell’accezione più ampia del termine.
Maria Francesca Cherubini è Autrice molto attenta, versatile ma sagace, profonda nelle sue ricerche storiche ed è quindi ancora più degna di nota la sua riuscita analisi sul dualismo “Apollineo” (ApollÎnioj) e “Dionisiaco” (ionusiac’j), tra spiritualità “Classica” e spritualità“Romantica”, ovvero tra “Arte per l’Arte” e “Arte per la Vita”, in ultima analisi.
Ciò, Lei aggiunge, spiega perché il Saggio del filosofo tedesco fu violentemente osteggiato dalla critica del tempo.
Ma la Storia e le acute osservazioni di Maria Francesca Cherubini hanno rivalutato l’Opera di Friedrich Wilhelm Nietzsche i cui principi ancora oggi risultano quale “pietra miliare” per comprendere la “nascita” della Tragedia, comunemente intesa”.
Con stima

Prof. Antonio Malmo

Dal Presidente del C.I.R.A.L.S. “Centro Internazionale Ricerche Artistiche, Letterarie, Scientifiche “Pietro Gorgolini”“ Anna Maria De Vito Scheible di Roma:

Gent.ma Scrittrice, Maria Francesca Cherubini,
prima di tutto complimenti per la sua attività di Scrittrice!
Bravissima!
Le scrivo anche per invitarla ad avere un profilo della “Critica Svizzera” sulla Rivista Letteraria “Areopago Cirals”. Mi dovrà inviare altro materiale letterario …
......................................................................................................
Cordiali saluti


Premi

QUESTO TESTO TEATRALE SI È AGGIUDICATO I SEGUENTI PREMI

· 1° Premio per il Settore “Teatro Inedito” nel Concorso Lett. Internaz. “Lev Tolstoj 2002” di Roma.
· 2° Premio per il “Teatro Inedito” nel Concorso “Italo-Svedese” “Gran Premio Internazionale d’Arte e Cultura InterArt – Carrara (Italia) Hallstahammer (Svezia)” il quale prevede 3 Giurie: Italiana, Italo-Svedese e Internazionale.
· 2° Premio per il Teatro Inedito nel Premio Lett. Internaz. “Omaggio a Dante 2002” di Roma
· 3° Premio per la Sezione “Testo Teatrale” nel XXIII Premio Letterario Internazionale “Città di Moncalieri – Torino – 2002”
· 3° Premio su una selezione di 300 concorrenti nel Concorso Letterario Nazionale “C.A.R.M. Centro Arte Ricerche Meridionali, Premio di Cultura 1985 della Presidenza del Consiglio dei Ministri” di Cosenza.
. 3° Premio nella XIII Edizione del Concorso Letterario Nazionale “Kalendimaggio” indetto dalla Associazione Culturale “Borgo degli Artisti” di Milano, fondata da Franco Sapi.
· 5°Premio nella Sezione “Varia” e che risulta essere un 1° Premio per il “Teatro Inedito” nel Conc. Lett. Internaz. “Città di Avellino – Gran Trofeo verso il Futuro 2002” su una selezione di più di 100 concorrenti.
· “Diploma di Finalista” (e inserimento dell’Opera in Internet) nel prestigioso “PREMIO NAZIONALE FIRENZE EUROPAFIORINO D’ORO 2002” presieduto dal noto Poeta VITTORIO VETTORI (ritenuto il 2° Poeta vivente dopo Mario Luzi)
· Segnalata:risulta tra i primi tre segnalati su più di 100 opere partecipanti nel prestigioso Concorso per Opere Teatrali “Ombra di Peter 2002” indetto dalla’“Prospektiva” Editrice di Siena
· Segnalata per la sezione Teatro Inedito nella 10° edizione del Premio Letterario di Poesia e Giornalismo “La Fonte-Città di Caserta 2002” indetto dal Movimento di Cultura “Fulvio Nuvolone”.
. Selezionata tra 213 opere concorrenti ed inclusa nella ristretta rosa della “Cinquina dei Finalisti” del Premio Lett. Nazionale “Costa Viola” 2002 della Casa Editrice “Lo Faro” di Roma, ed avente diritto quindi alla pubblicazione dell’opera stessa.
· Segnalata nel Concorso Letterario Nazionale “L’Inedito 2002” indetto dalla Casa Editrice Delta 3 di Avellino.
· Segnalata nel Concorso Letterario Internazionale “Jacques Prévert 2002” indetto dalla Casa Editrice “Montedit”.
· Finalista nel Concorso Lett. Nazionale indetto dalla Casa Editrice “Italia Letteraria 2002”, concorso che prevede un solo vincitore e 2 finalisti.
· Finalista nel Concorso Lett. Nazionale Inediti (Premio della Critica Svizzera). “Areopago Cirals” organo di stampa del “C.I.R.A.L.S.” Centro Internazionale Ricerche Artistiche Letterarie e Scientifiche “Pietro Gorgolini 2002”. La Premiazione è avvenuta al Lido di Roma

Tale Testo Teatrale, rivisitato e ridotto a 2 “Atti Unici” per essere ammesso nei Concorsi Letterari Nazionali che prevedono la sola partecipazione di “Atti Unici”, ha vinto altri Premi:
· 1° Premio “Trofeo Brontolo 2002” nell’ VIII Concorso Nazionale “Brontolo” indetto dall’omonimo Mensile Satirico, Umoristico, Culturale di Salerno.
· 3° Premio nella 17° Edizione del Concorso Letterario Nazionale “Picena 2001” di Ascoli Piceno
· Gran Premio Speciale della Giuria nella 18° Edizione del Concorso Letterario Nazionale Ascolano “Picena 2002”


Presentazione dell’opera

Ho voluto ironicamente sottotitolare la mia commedia
“Elogio della Menzogna e del Dubbio” nel seguente modo: “Andante maestosa, allegretta ma non troppo, sufficientemente ironico-fantastico-satirica”, poiché ritengo che queste varie sfumature siano, quale più ... quale meno …, abbastanza presenti in essa.
Ma al di là del suo dispiegarsi fantastico … satirico … ecc., il “fulcro” attorno al quale la Commedia ruota e si impernia è, al contrario, “serio” volendo provare ad essere uno scritto … a sfondo “filosofico”!!!

Il personaggio centrale è “Menzogna” osservata e valutata nelle sue più inconsuete angolature.

Ogni “ente”, sia reale che astratto, nasconde infatti in sé stesso, una doppia valenza:
“Bene” e “Male” ... ed anche “Essere” e “Apparire”.

Quindi, persino la “Menzogna” che potrebbe assurgere, secondo gli stereòtipi della morale, a “simbolo” stesso, a “paradigma” del “Male”, può invece riservarci inaudite sorprese!!!
Infatti:
1) proprio in virtù della sua antiteticità alla “Verità-Realtà”, può inaspettatamente ricoprire un ruolo “benefico” e “solare” nei confronti degli “Umani” in quanto:
Irrealtà ... Invenzione … Immaginario … quindi Fantasia e Sogno
Può elevarsi cioè a “Depositaria dei Sogni” più azzardati e bizzarri, ma soprattutto “salvatori” dell’umano animo.
Ma principalmente:
2) la “Menzogna” può sublimarsi fino a supreme vette, se la si ravvisa quale imprenscindibile termine del grande binomio:
“Menzogna = Arte”
Il “Dubbio”, per parte sua, se interpretato nella sua veste di “perenne ambiguità”, può rivelarsi il fondamentale “ispiratore estetico-artistico” dell’ “Arte” medesima, e dunque … suo strettissimo parente!

Per sostenere tale tesi, verissima a mio modesto avviso, sono state lette e “incomodate” “Opere somme” della “Storia del Sapere Umano”, quali ad esempio:

“Platone”: “Repubblica”
e i dialoghi “Ione” (o “Del Furor Poetico”)
e “Fedro” (o “Della Bellezza”)

“Aristotele”: “Poetica” Titolo originale “Perà-Poietikøj”
“Gorgia”: “Encomio di Elena”
“Oscar Wilde”: “La decadenza della Menzogna”
“Erasmo da Rotterdam”: “Elogio della Follia”
“Konrad Fiedler”: “Aforismi sull’Arte”“

L’autrice


Elogio della Menzogna e del Dubbio - Commedia gradevole in 3 Atti e 2 Quadri

SUGGERIMENTO

IL PUBBLICO – Nota assai importante

Ai fini della rappresentazione effettiva di tale Commedia (qualora si avesse beninteso il coraggio di rappresentarla!!!) il ruolo del Pubblico che qui ricopre una funzione piuttosto rilevante nei confronti dello stesso significato globale di tale scritto, può essere sostenuto da una piccola platèa simbolica:
uno sparuto gruppetto di persone sedute in tre file di poltroncine rosse, tipo Teatro, situate in uno dei due lati del palcoscenico, rappresenteranno il “Pubblico”.
La presenza del “Pubblico” infatti in questa Commedia assume particolare rilievo, poiché con essa si intende non solo porgere, come di solito avviene, un testo da sottoporre al giudizio della vera grande Platèa, ma anche si desidera far emergere in che modo tale testo potrebbe essere recepito da una qualsiasi assemblea di uditori ovvero da un qualsiasi gruppetto di “Umani”, qualora si andasse a toccare, a solleticare, a pizzicare corde fondamentali della loro stessa “Umana natura”.
In altre parole si vuole (o si tenta di farlo) evidenziare, facendoli recitare entrambi, (ognuno nella sua precipua maniera)
“I due veri grandi protagonisti costituenti il Teatro”:
ATTORI ... da un lato …
e PUBBLICO ... dall’altro …
Stuzzicando e pizzicando infatti alcuni sensibili tasti costituenti la “natura umana” e sottoponendo il tutto alla valutazione del pubblico medesimo, sia pure ricostruito simbolicamente su di un lato del palcoscenico, potremmo osservare il tipo di ricettività e di risposta che ne potrebbero scaturire: anche se solo ipoteticamente.
Risposte che, altrimenti ci rimarrebbero del tutto sconosciute nascoste e perse come sono nell’ oscurità della Sala, protette dalle nebbie dell’anonimato in cui si cela e si cala costantemente la Vera Platèa.
Operando diversamente, seguendo cioè tale piccolo suggerimento, potremmo avere invece, in un qualche modo, un campione di pubblico osservabile da vicino, il quale metterà in atto almeno “alcune” delle tante possibilità di reazione provocate dall’incalzare dello spettacolo.
Sfilerebbero così via via, come su di una passerella ideale, i vari comportamenti umani, espressi dalla piccola platèa inserita di proposito: vale a dire alcune delle infinite possibilità di “umana risposta” ad un determinato testo.
Ed ecco quindi infilare e percorrere l’intera passerella …
la vanità ... la permalosità ... la collera …
l’ironia … l’amor proprio … il motteggio … l’ira … ecc. ecc.

e ancora …: i Sogni nascosti … la tendenza a seguire superficialità ed esteriorità ... il rispetto umano e delle apparenze,

ed anche e soprattutto … : la paura della “Verità”, della “Realtà”... il bisogno di sottrarsi ad essa tramite la dimensione del “Sogno” ... il rifugiarsi nella “doppiezza” ... e nella “Menzogna”.

Ma comunque, al di là e al di sopra di tutto questo, si vuole dimostrare …: l’enorme difficoltà che si incontra nell’essere “Umani” ... la sofferenza insita nello stesso appartenere alla “razza umana” ... dilaniata com‘è da :
“dubbi” ... “certezze non certe” ... “menzogne mentitrici” ...

... e mostrare così ... da ultimo … (alla fine di tutto il percorso) come, nonostante tutto ciò, gli “esseri umani” coltivino segretamente nei loro animi, tenendolo ben nascosto nel profondo …: l’unanime collettivo anelito … alla “Bellezza” ... all’ “Amore” ... , alla “Comprensione” e … alla “Speranza”!!!

L’autrice


A mio padre


PREMESSA AL I ATTO

Il nome “Polemica” viene dal greco “Pòlemos (P’lemoj) e Polemikòs (Polemik’j) e significa “Guerra”.
La “Polemica” infatti quando è fine a sé stessa è unicamente distruttiva e non è amante quindi né della Pace né della Verità, essendo quest’ultima per sua natura “stabile e una”.
La Polemica perenne si lega di conseguenza al momentaneo, all’effimero contingente, alla “Verità parziale” che può diventare “non-verità” (quindi Menzogna) se vista nell’ottica della Verità assoluta.
Anche il Dubbio, protratto senza soluzione, si lega molto bene alle continue oscillazioni di una Polemica a oltranza e inconclusiva e diventa così “avversario” della Verità, stabilità, Pace.

Questo I Atto, nella sua brevità, vuole sottolineare che né gli “Umani” né la “Polemica” (qui antropomorfizzata), desiderano o amano la “Verità”.
Ma, mentre la “Polemica” apertamente ammette di legarsi spesso alla “Menzogna”, gli “Umani” non brillano neppure per cristallinità e franchezza.
Infatti, apparentemente si mostrano “strenui difensori e paladini di Verità”, quando in realtà e soprattutto nascostamente con ostinazione perseguono gli oscuri meandri di “Menzogna”.
Desidererebbero oltre tutto che nulla si intuisse o trapelasse di questa loro (naturale ?) predisposizione e occulta “attività”, ed a tal fine attuano atteggiamenti di chiaro rifiuto ed avversione contro tutti coloro i quali vorrebbero porli di fronte a tale loro “dualismo” o più precisamente (innata ?) “doppiezza”.


Omaggio

Il riferimento, sia nel titolo stesso di questa “Commedia” che nella struttura del breve e modesto I Atto presentato, alla celeberrima opera “Elogio della follia” di “Erasmo da Rotterdam”, non è casuale ma vuole rappresentare un deferente, sia pure infinitesimo, “omaggio” alla statura del grande filosofo e insigne umanista olandese.


PERSONAGGI

MENZOGNA
DUBBIO
POLEMICA
PUBBLICO funge da 2° personaggio oppure 3°, in relazione all’Atto in cui è inserito.
Le sue azioni sono sottolineate dal “Personaggio narrante” e dai “due Fàuni”.
PERSONAGGIO NARRANTE sottolinea le azioni di “Menzogna”, del “Dubbio” e del “Pubblico”.
Evidenzia le varie emozioni e descrive scena e personaggi.
PRIMOUNO
SECONDOUNO

Nota: Per quanto riguarda il “Pubblico” vale, in tutti e tre gli Atti, la Nota assai importante (o Suggerimento) posta all’inizio della Commedia.


ATTO I

(Si apre il sipario)
(Sullo sfondo e sui pannelli tutt’intorno sono disegnati volti umani, tanti volti umani, un’immensa folla di volti umani … di tutti i tipi e in tutte le fogge.
Entra lentamente di lato una donna alta e ossuta, dagli occhi fondi e scuri ma soprattutto vivacissimi, mobilissimi che sembrano sprizzare lampi di fuoco ad ogni sguardo.
Indossa una tunica bianca assai drappeggiata e ornata di cappuccio. Dalle maniche sbucano lunghissime mani parimenti ossute.
Entra con grande lentezza quasi strisciando i piedi sul pavimento e va a fermarsi al centro del palcoscenico.
Tace e guarda la platea attentamente, muovendo la testa dall’ultimo spettatore di sinistra fino all’ultimo spettatore di destra e viceversa, come a voler penetrare nel fondo dei loro pensieri.
E fa questo più volte.
Il palcoscenico è ben illuminato … ma su di lei c‘è una luce ancora più potente che la pone bene in risalto.
Tace e pensa… pensa e tace … poi si fa più avanti e parla con voce decisa, con tono sicuro, fortemente ironico, a volte sprezzante).

Polemica: “Immagino che tutti gli astanti, nella loro qualità di miseri Umani, appena oserò pronunciare l’ “Elogio” che da tempo vado elaborando, vivacemente reagiranno contro me e quanto esporrò.

Fors’anche perché, azzardo … , le mie parole suoneranno strane e incomprensibili per le loro orecchie e menti omologate. (insinua con sottile ironia…).
A diversi livelli di stile, dal più contenuto ed elevato al più grossolano, coloro che udranno daranno luogo a chiari segni di disapprovazione.

Il bello è che ciò avverrà non perché asserirò cose lontane dal vero, ma perché (... un eloquente sorriso ironico le appare sulle labbra…) gli astanti si muoveranno sul piano dell’emotività che comporta reazioni incontrollate ossia prive del conforto di ragionamenti ben vagliati. (Si odono serpeggiare tra gli spettatori vaghi mormorii di protesta…)
Credo che essi non abbiano mai prima d’ora riflettuto su quanto andrò asserendo, il che dà adito a pensare, e qui introduco una mia piccola malignità, (sogghigna un po’...) che anche per altre opinioni pedissequamente accettino quanto altri per loro, hanno stabilito.
(ridacchia malevola … Riprovazione in sala…)
Da questa non identità di vedute dunque, prevedo sorgeranno manifestazioni di aperto disaccordo.

Ma non dispero!! (Asserisce con energia!!!)

Penso che in un futuro essi si soffermeranno più a lungo su quanto da me esposto e si troveranno nella condizione di non potermi non dare importante riconoscimento.

Mi baso su fatti, aspetti e moti interiori osservati con grande attenzione in me stessa ed in altri, e quindi sarò difficilmente confutabile. (sottolinea con sussiego e altezzosità...)

... Ciò detto, aggiungo che non intendo prendere in minima considerazione le eventuali insignificanti, quanto rumorose e arruffate, reazioni emotive che, come ho anticipato, potrebbero verificarsi …”

(...e all’improvviso volta sdegnosamente le spalle al pubblico!!!
E il pubblico reagisce rumorosamente con fischi e lazzi… Ma Lei resta ferma, fissa … riflette … pensa ancora, sempre volgendo le spalle alla platèa … che non smette di fischiarla … quindi girella un po’ su sé stessa con la fronte corrugata di chi sta ponderando intensamente …
Infine si volta di scatto verso l’assemblea che di botto si zittisce … e cammina fino all’estremo bordo del palcoscenico guardando con fare ardito gli spettatori con quei suoi occhi che sembrano sprizzare faville in ogni dove … e dall’alto della sua posizione sopraelevata dice con tono deciso…)

“Ecco quanto ho da dire …” inizia la Polemica
“Vivevo tra le fitte pieghe del mantello di “Menzogna” (ed emette un grosso sospiro…), là dove difficilmente giunge la luce di “Verità”, ma questo buio era nèttare per il mio cuore. (sottolinea con soavità e accompagna le parole con delicati gesti delle lunghissime mani che esprimono stucchevole dolcezza…)

È duro ma necessario riconoscere che spesso “Verità” è più crudele e aspra di quanto non lo sia “Menzogna”.
(La platèa ondeggia carica di disapprovazione … Ma la Polemica imperterrita prosegue…)
“Menzogna” con le sue parole e gesti melliflui in fondo “ama”, laddove “Verità” uccide come lama tagliente.
(Il pubblico protesta vivacemente scuotendo con forza la testa…)

Vivevo nell’amore, e nella tenerezza. (sospira ancora…)

(Di botto però stizzosamente batte un piede a terra asserendo con impeto…)
Sia pure … lo ammetto … questi sentimenti erano tutti frutti di “Menzogna”, della grande e da me amata “Menzogna” ... ma per me che li rendevo verosimili nella mia mente, erano dolcezze che facevano vivere!!! (Si odono “vocine” di derisione … ma la Polemica non le cura affatto…)

Perché porgermi la “Verità”? (si guarda intorno profondamente corrucciata…)

Perché profanare la mia casa, la mia vita che scorreva serena, lieta come gorgogliante fiume nel suo letto?
Profanare tutto questo con “Verità”...!!!
Malvagi e invidiosi della mia felicità!!! (fissa quasi con odio la platèa … che nuovamente invia sibili e fischi…)

Fui così strappata a forza dalle tenere braccia di “Menzogna”, della adorata “Menzogna”!!!
Con lei io vivevo bene … la mia anima si pasceva delle sue squisite lusinghe, dei deliziosi suoi inganni! (E giù ancora dileggi e scherni provenienti dalla sala…)

Ora invece non potrò più mentirmi né illudermi!
Ora, conosco “Verità”! (desolata abbassa la testa…)

Oh tristi giorni verranno!!! (Afferma con voce cupa … e protendendo in avanti il braccio destro come a prevedere il futuro…)

Tremenda “Verità” che fa stringere il cuore come un uccellino ferito in trappola, che lacera l’anima, che preme alla gola, che soffoca, che uccide! (Dice con un singhiozzo e in un crescendo rabbioso…)

“Menzogna” avevo invece, la tenera compagna che rasserenava tutti i miei crucci con il suo tocco leggero, che mi blandiva soavemente … (Risate tra il pubblico…)

Sì, “Menzogna” mi amava!!! Lo confesso!!! Lo ammetto!!! (Batte di nuovo il piede a terra in modo assai stizzoso!!!)

E amandomi adornava di cento blandizie, di mille delicati gesti, anticipati nella mia mente o ripercorsi a ritroso nella memoria, tutta la mia vita.

Grandi e tenere attenzioni mi provenivano da “Menzogna”, (ricordando, la voce le si addolcisce…) che faceva così della mia piccola casa la “Reggia di Re” ...
e di me, spesso ricusata e invisa ai più, (... e guarda di sbieco gli astanti…) la protagonista assoluta di un grande Sogno … che si sviluppava giorno dopo giorno … ora dopo ora … donandomi la sensazione di esser baciata in fronte da un Nume!!! (esplode con veemenza!!)

Ora tutto è finito!!! (singhiozza e di nuovo abbassa la testa…)

Triste giorno oggi: ho “Verità” con me.
E cosa ne faccio di questa “Verità” così chiara e squillante, così tremendamente indubitabile??? (squadra duramente la platèa … che però questa volta resta silenziosamente pensosa…)

La Trista “Verità” che mi guarda con quei suoi occhi fondi e fissi nel volto grigio, occhi che non permettono dubbi …!!!” (Afferma con grande potenza … e un forte brivido corre fulmineo lungo le braccia degli uditori …!!!)

Singhiozza la Polemica, ma prosegue:...
“Oh sublime “Dubbio”!!! (invoca con voce quasi mielosa…)
Oh raffinata squisitezza nella quale sogliono crogiolarsi, dilettarsi soltanto pochi eletti animi umani!!!

Soave parola e insuperabile sentimento che permette di far “tua” la versione di fatti più confacente al tuo cuore … di scegliere una ipotesi e subito dopo mutarla con un’altra che ti appare, nel successivo momento, più congeniale al modo di essere, ma soprattutto al bisogno di sopravvivere! (... di nuovo alcuni mormorii e motteggi arrivano alle sue orecchie…)

“Verità” l’ha ucciso! (sentenzia con malcelato odio!!!)

Perché “Verità”, “Dubbio”, “Menzogna”, pur essendo parenti, (dice sottovoce e guardando con occhi pungenti uno ad uno gli spettatori…) è bene che tutti lo sappiano, sono tra loro acerrimi nemici. E dove vive l’una, non può sussistere l’altro.
Ve lo dico in gran segreto: si odiano e rabbiosamente si contendono, rendendolo a brandelli, l’animo umano!!!
(Dichiara con vigore!!!
... E le sue parole sembrano rotolare…
... scivolare dall’alto … giù ... sempre più giù ...
... nel largo mare aperto della platèa …
... libere di espandersi … e dilagare …
... nel silenzio improvviso … e totale …
... fattosi in sala…)

Amato “Dubbio”, (torna ad essere sdolcinata) solo con aspra fatica e di malavoglia mi sono a volte allontanata dai tuoi lussureggianti giardini per scegliere una qualsiasi definitiva posizione. Riducendo in tal modo, ahimè, di colpo tutte le versioni che quel fatto stesso proponeva… ad una, unica, angusta, miserevole certezza. Cosa ben squallida e limitata rispetto ai vasti spazi in cui sei solito muoverti ed operare!!!
E talmente squallida in effetti era la certezza che, via via, verso essa perdevo interesse… e nel tempo… veniva da me accantonata.

E a te, “Dubbio”, raggiante tornavo!!!

E avevano un bel dirmi che “finalmente” ero stata brava nel prendere una posizione definitiva!!!
Il risultato altro non era che una limitazione alla mia “libertà di non scegliere!!! (spalanca gli occhi quasi scandalizzata al solo pensiero di una azione così ardita verso la sua persona!!!)

Gran parte degli Umani, miseri e angusti (sottolinea sprezzante guardando fiera gli spettatori che a tali parole si agitano e rumoreggiano vivacemente…), non ha la più vaga idea di cosa sia la sublimità dell’eccelso divino “Dubbio” ...!!! (la voce le si fa tenera, quasi leziosa…)

Dell’aristocratico “Dubbio” che con estrema eleganza, senso della misura e del garbo, pone innanzi, in sconfinati vassoi che sfiorano gli orizzonti, la sterminata gamma di possibilità, angolazioni, punti di vista molteplici, di cui ogni evento, anche il più piccolo, può disporre …
Il “Dubbio” dona spontaneamente infatti, da squisito raffinato qual è, un’immensità di varianti, di opportunità, sia pure virtuali, enormi spazi mentali, innumerevoli possibili azioni future …
(Scherni, lazzi e dileggi brulicano in platèa…)

Opportunità, futuri sviluppi … che … ovviamente … rimarranno virtuali … che non dovranno mai essere prescelti … perché ciò rappresenterebbe operare una preferenza … e quindi attuare una limitazione alla smisurata varietà che il Dubbio nella sua magnanimità e magnificenza offre …
... suonerebbe quindi come ricusa, poco cortese, del Dubbio medesimo e dei metodi suoi…” (...e assume il tono di chi non ammette repliche convinto di affermare cosa scontata e logica…)

La Polemica conclude:
“Questa lunga esternazione, questo “Elogio” ritengo fosse doveroso nei confronti di “Menzogna” e “Dubbio” in quanto meritori di consensi, in virtù delle innegabili ed eccellenti qualità dei medesimi … qualità che, tra l’altro, pochissima gente è disposta a riconoscere … (L’Assemblea ascolta attentamente e tace … e in quel cristallino silenzio la Polemica prosegue…)

Indubbiamente … schierati quali strenui paladini e difensori a spada tratta di “Verità” ... risultano essere i più ... la stragrande maggioranza … (sogghigna e gli occhi le sprizzano lampi di malcelata ironia…)

Ma voglio aggiungere: “Ufficialmente”!!!
(sghignazza senza ritegno alcuno all’indirizzo dei presenti …
E il pubblico a questo punto si alza in piedi agitandosi paurosamente … ... ma Lei imperturbabile incalza più decisa che mai…)

Poiché ritengo che nell’ombra dei loro operati… (ridacchia…)
... nei silenzi delle loro azioni …
... nei meandri delle loro vere opinioni … (trattiene a fatica il riso)
... essi ammontino a cifre di gran lunga più modeste … (ride a crepapelle…)
... se non addirittura esigue … (ride … ride … ride … buttando la testa all’indietro…)
... e sono arcisicura che in segreto … (e mette l’indice della mano destra sulle labbra … come ad indicare “silenzio”)
... e mai lo confesserebbero apertamente … (ride in maniera insolente …)
... prediligono e scelgono …
... senza esitazione alcuna …
... le potenti attrattive …
... le enormi seduzioni …
... di “Menzogna” ...!!!
(... detto questo … sbertuccia e schernisce l’intera Assemblea … roteando gli occhi in qua e in là ...
e muovendo in modo provocatorio le lunghissime mani …
E la platèa che già era in piedi …
è ora completamente in subbuglio …
e la dileggia … la fischia … la motteggia
con tutto il fiato che ha in gola …
Biasimo, proteste, sibili, rumoreggiamenti …
esplodono all’unisono e piovono dappertutto …
ricolmando di cieco odio … e acerrimo livore …
l’intero palcoscenico …
Ma la “Polemica” non arretra di un passo …
e per nulla impensierita da quanto sta accadendo …
anzi quasi rinvigoritane…
... rincalza con più foga…)
... e nascostamente la rincorrono …
... la corteggiano …
... la perseguono …
... ed infine la attuano …
(ride sguaiatamente in un crescendo spasmodico…)
... per poi ricusarla …
(... dice e poi tace di colpo.
E come colta da fulmineo stupore …
spalanca quegli occhi a lama di fuoco …
quasi a voler trafiggere gli astanti…) – ambiguità dell’animo umano!!! (Tuona sprezzante…) – ambiguità dell’animo umano!!! (Ripete piena di astio…)
(... Astio contro il pubblico …
che Lei per un attimo squadra …
in modo fortemente interrogativo …
... dopo di chè ...
allarga le braccia come chi rinuncia a capire…)
... per poi ricusarla … (ripete con alta voce)
... di fronte agli occhi del Mondo…!!!”
(... tuona … ... e poi … urla … e … inveisce … contro gli “Umani” ...sghignazzando e sbeffeggiando sguaiatamente …
ormai senza più freni …
... indicando con l’indice alzato l’intero uditorio …
che ora ondeggia spaventosamente …
come … “vero mare in grande tempesta” ...
... piegandosi in avanti più volte sopraffatta …
dalle sue stesse incontenibili risate …
... che riempiono di scherno e pirotecnico furore … la platèa tutta …
...sovrastandola …
... e poi avvolgono …
scoppiettanti …
e beffarde …
... l’intero Teatro …)

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