Marco Finco, Ingegnere Chimico, aspirante musicista, maratoneta.
Il suo amore per la musica ed in particolare per il jazz si è sempre più legato a quello per altre forme di espressione artistica quali la fotografia, il cinema e naturalmente la letteratura.
La passione per la scrittura è una folgorazione recente, parallela a quella per la corsa: le due cose sono sicuramente collegate. Costituiscono entrambe un passaggio ad un’altra fase della vita, proprio ad una nuova pagina interiore.
Attratto dall’infinitamente piccolo e dall’infinito che riescono a manifestarsi nella vita quotidiana, nel singolo gesto, nel simbolo più semplice: la sua è una continua ricerca per fissare l’esatto fotogramma. Ogni movimento, ogni azione, ogni pensiero, ogni oggetto racchiude in sé l’istante di magia, di spiritualità, di trascendente.
Tempo (passato e futuro), ricordi, sogni si dilatano o stringono a seconda delle necessità. I silenzi, le parole non dette si caricano di significati. Come nella musica, i silenzi non sono spazi vuoti ma parte integrante della stessa composizione. Da questa idea deriva la sua scrittura: spezzata, proprio a far pesare lo spazio, la pausa, l’attesa, la pace.
Il suo mondo è la città, all’alba e di notte. Luoghi in cui persone si incontrano in modo diverso dal giorno: dove le differenze sociali possono enfatizzarsi o appiattirsi, dove il dolore e la gioia del vivere assumono più peso. Le zone industriali e le città moderne attraversate per lavoro e come volontario della Croce Rossa gli hanno cucito sulla pelle il suo modo di guardare al mondo.
Ultima corsa, è il suo primo romanzo. Nato inizialmente come insieme di racconti alternati, contrapposti, cadenzati, molti capitoli possono essere letti in autonomia, come singolo racconto. Ma un filo sottile insegue tutta la storia.
Il suo sito internet è www.marcofinco.it