Opere di

Manuela Olgiati


NELL’ABBRACCIO DEL GOLFO

Specchi d’acqua
specchi dell’anima e dei sensi
ove affiora tumulto di sentimenti
sotto una superficie appena increspata dai venti.


SILENZI

La vita è un susseguirsi d’irricreabili momenti
riempiti da musica e parole,
intervallati da lunghe pause di silenzio:
sono piccole perle preziose
che ci vengono donate
per permetterci di ascoltare la nostra voce
e per udire il suono di quella altrui,
che troppo spesso
giunge a noi solo in guisa di flebile eco
trasportata da luoghi apparentemente sconosciuti
sulle ali del vento.


IL NILO RACCONTA

Volti di uomini con sguardi persi alle foci del silenzio
Buoi ed asini consunti che trascinano vecchi carri troppo carichi
Contadini affaticati sotto i raggi di un impietoso sole
Cani randagi che vagano tra modeste dimore in cerca di cibo
Stormi di uccelli in migrazione che trovano riposo tra i canneti.
Storie di bambini che giocano lungo le generose rive
Storie di adolescenti che sognano il mare
Storie di donne che vedono la vita attraverso un velo
Storie di vecchi con volti scavati
che non possono far altro che aspettare, aspettare
di consegnarti la loro storia da raccontare.
Storie
dalle tue acque custodite
e di fertile limo nutrite.


CIO’ CHE RESTA

Ciò che resta del giorno
è arsura di terra solatìa
Ciò che resta della notte
è umidore dissetante di rugiada.


NUVOLE DEL MIO CIELO

Le mie nuvole
A volte somigliano a quelle
d’un tranquillo cielo d’estate:
bianche, spumeggianti e rassicuranti.
Sono quelle dei giorni di speranza,
quando la vita scorre in attesa del domani

Altre volte sono grigie e minacciose,
messaggere d’un imminente temporale.
E quando i fulmini incombono,
è sempre una sfida
non farsi soggiogare dagli avversi eventi.

Altre volte ancora
le mie nuvole hanno sembianza di lievi striature,
che velano il prepotente azzurro del cielo:
sono i giorni della malinconia e delle disillusioni.

Non c‘è mai dì
che si protrae sereno da mane a sera,
senza alito di vento
e senza cirri di passaggio…
Dispiaciuta? No, perché VIVO
e vivere non può mai essere
un perfetto cielo turchino
imprigionato in una cartolina.


ROGO THYSSEN

Torino brucia
e l’aria già carica del dolce profumo
di un Natale ormai prossimo
s’impregna di acre odor di fumo.
Sotto la cortina grigiastra
bruciano i volti
solcati da lacrime salate,
bruciano le coscienze
di chi forse poteva prevenire,
bruciano le mani
di chi scava tra le macerie ardenti,
bruciano le ferite
di chi è riemerso dall’inferno,
bruciano i sogni
di chi non ha più un avvenire…


FERMO IMMAGINE

Istanti.
A volte densi come melassa
in cui sentirsi invischiati
come mosche senza via di fuga;
a volte leggeri come soffio di brezza,
così fluttuanti
da non lasciare ricordi nella mente;
altre volte interminabili
nei lunghi silenzi di pensieri senza voce;
a volte ancora fugaci,
ma tanto intensi
da lasciare imperitura traccia
nei solchi della memoria
e giorni interminabili di illusioni
nell’anelito di nuovi istanti
per cui abbia valore
la nostra strenua attesa.


SOGNI INFRANTI

Si affacciano alla vita
come un’alba carica di speranze e di promesse
Prendono forma nella frescura del mattino
per emergere in tutta la loro bellezza
sotto la luce sfolgorante del mezzodì
Resistono illusoriamente alla calura del meriggio
per poi avvizzirsi all’imbrunire
e morire riarsi ormai dal sole
sotto la luce fioca di una luna imperturbabile
nell’indifferenza delle creature
che brulicanti popolano la silenziosa notte.


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