Gocce d’amore

di

Letizia Vitale


Letizia Vitale - Gocce d’amore
Collana "Le Schegge d'Oro" - I libri dei Premi - Poesia
14x20,5 - pp. 32 - Euro 6,30
ISBN 978-88-6037-9719

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In copertina: Dew (rugiada) @Pajus – Fotolia.com


Pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori in quanto la silloge è finalista nel concorso letterario J. Prévert 2010


Prefazione

Poesie per un Amore perduto: “Gocce d’amore”, stillate dalla Poetessa Letizia Vitale. Ed eccomi, ancora, a ringraziare, come sento di fare per ciascun poeta che mi richiede una recensione al proprio poetare poiché mi si consente di accedere al più profondo sé di altre “monadi”, confidato senza remore, senza nulla celare, rivelando con generosità, il magma che ribolle, segreto, in ogni essere umano. Questo donarsi agli altri, richiede fiducia, coraggio di mettersi in gioco, a volte spietato, non essendo comprensibile a molti, come possa esserci questa necessità di comunicare il proprio aspetto più intimo.
“Ancora non conoscevo/ il soffio d’emozione/ il sospirar dell’anima.”
Si nota, in questo breve ed intenso verseggiare, quasi lo struggimento petrarchesco, la levità delle cose perdute ed impossibili. Infatti, dal momento del vero innamoramento, voluto dal caso o dal “fato”, nulla, per la poetessa, è più stato come prima e la sua vita è completamente cambiata. Conoscere l’amore, quello che ingabbia anima e corpo, è una fortuna o un tormento continuo?
La storia della poesia insegna: ci ha sempre rivelato anime sconvolte da questo sentimento primordiale e determinante per dare un senso al vivere, ad iniziare dalla poesia greca, con la disperata Saffo.
Perché l’amore, in fondo, è crudele se giunge nel momento sbagliato o verso la persona sbagliata ; si evince, così, che vivere un amore ricambiato, è veramente un caso eccezionale.
“…ti agiti in me come un fantasma…” Commuove, allora, questo dire dignitoso, conciso, intenso, elevato, senza ingiurie o escandescenze: soltanto lievi rimproveri emergono, a volte, nella consapevolezza che, se l’altro sfugge, nell’indifferenza, la speranza di nuovi incontri non muterà la triste realtà e lei resterà sempre “un fiore in cerca di luce”
Lei ed il DOLORE, compagno inseparabile, procedono in danza di “pas de deux”, avvolti soltanto nell’olezzo di rosa, unica nota sensuale che non vuole ancora svanire.
Le immagini, le metafore create dall’Autrice, sono lievi come fiato di brezza, levitano come in perpetua esalazione, lasciando dolcezza e rassegnazione per l’allontanamento della persona tanto amata. Ma esiste uno stratagemma per simulare la sua desiderata presenza: raccogliere in uno scrigno ideale, tutti i momenti belli, le ore felici, i ricordi preziosi e poi, in riva al mare, tra conchiglie, stelle marine e sassi, abbandonarsi all’intensità rievocativa dell’amore: la sofferenza, allora si potrà sublimare, stemperandosi, nel “fuoco ridente” della memoria, con la speranza, almeno, che ne resti un “sentimento senza tempo”, cioè ETERNO, come il vero amore richiede.
Forse, soltanto l’Amore Universale, da cui l’Amore Terreno procede e gli è “fratello” se corrisposto, potrà attenuare sofferenza e desiderio nel tempo futuro, quando di tutto questo, resterà soltanto “un volto riflesso” che segue “in silenzio la vita / che se ne va.”
Poesia delicata e sognante, supportata da bella ed elegante strutturazione metrica, armoniosa e limpida che rende alla perfezione, la struggente storia infinita degli amori perduti e mai scomparsi dalla memoria, fino all’ultimo respiro.

Novella Torregiani
Porto Recanati, 9 maggio 2010


Gocce d’amore


Bacche d’usignolo

Cuore d’usignolo
nell’alchimia d’amore
tua eletta virtù
gorgheggi melodie
baciando l’universo
e… tutto il dolore curi
nell’eco del tuo canto.


Con la spada nel cuore

Con la spada nel cuore
ho logorato l’esistenza
amori folli, persi, disperati
d’inferno poi dannati,
ancor non conoscevo
il soffio d’emozione
il sospirar dell’anima.
Ora la forma insegue
l’armonia e le parole
come ombre escono
dal cuore, più forte
canta l’anima
non è “l’eco”
ma voce viva.


Fantasma d’amore

In una sera che ho smarrito
mi hai rubato l’anima,
ora inquieto e taciturno
ti agiti in me
come un fantasma.
Senza poterti stringere
vedo svanire giorni nuovi
in vecchi
e il tuo profumo
affiora in superficie
mentre io piango d’amore.


Parole rubate

Ladra di parole
frugo nei tuoi scritti,
un momento giubilo
perché l’io si compiace
nel credersi amato,
un momento piango
perché leggo e comprendo
che il tuo amore
non appartiene a me.
Resta solo l’ardire
dei miei sensi
e questo protendermi a te
come un fiore
in cerca di luce.


Pas de deux

È danza in duetto,
intrecciati nella ghirlanda
di rose rosse
il dolore ed io
volteggiamo nell’aria
tra una foglia e una spina
e l’una cede il passo,
mentre l’altra toglie il respiro.
Solo il profumo delle rose
ci ricorda
quanto è dolce l’amore.


In riva al sogno

Di questa vita amara
non un solo giorno vada perso
ogni respiro, ogni palpito di cuore
ogni alito di vento
oro prezioso del morire quotidiano.
Vagabondi i pensieri
spaziano sinuosi tra cielo e terra,
sogni disillusi di occhi aperti
eppoi richiusi… a quell’aurora
che per noi mai nascerà.
Divagare di ricordi
peregrinando ore, giorni,
attimi lieti in confidenza,
il tuo cuore l’ho sentito
mi ha parlato e l’ho seguito,
era un canto melodioso.
Tra conchiglie stelle marine e sassi
in riva al sogno mi sono abbandonata.


Voluttà e purezza

Bruciano i sensi di voluttà,
muore la passione
nel suo fuoco ridente,
ma… se l’amore
nel suo stellato manto
giungerà all’aurora,
vinto sarà il fuoco
dell’inferno.
Ed io
cingerò per sempre
il tuo cuore
di un sentimento
senza tempo.


Colibrì

Sono io
il tuo fiore profumato…
nella corolla odorosa
hai centellinato il nettare
per le ultime albe.
In un battito d’ali
mentre raccoglievo
lacrime di sofferenza
sei volato via.
Senza un bacio
senza un addio
mi hai lasciato
a sfiorire.


Un orologio senza tempo

Lancette ferme
di un orologio vuoto
memoria di ore
senza tempo.
Giorni dimenticati
tra passato e futuro
in tempi grammaticali
annientati nel presente.
La fame d’amore mai sazia,
l’arsura d’affetto,
e il bene ancestrale
scivolato via,
senza un perché
all’improvviso…


Luce di colore

Di te
unica luce di colore
tingo l’infinito
dei miei giorni
e nel tuo sguardo
l’iride si perde
lasciando impronte
sature di vita.


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