La Fine per un nuovo Inizio

di

Laura Montrucchio


Laura Montrucchio - La Fine per un nuovo Inizio
Collana "I Salici" - I libri di Narrativa
14x20,5 - pp. 236 - Euro 15,00
ISBN 9791259511980

eBook: pp. 230 - Euro 10,99 -  ISBN 9791259512178

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In copertina: fotografia dell’autrice


Prefazione

Laura Montrucchio, con il suo libro “La Fine per un nuovo Inizio”, propone un romanzo decisamente coinvolgente e capace di toccare le corde più profonde del cuore.
La sua Parola risulta essenziale e precisa, e si può ben affermare che riesce a fissare fedelmente l’intenzione narrativa pur regalando alcune divagazioni.
La narrazione vede come protagonista una donna che si chiama Amelie: intelligente, gentile, empatica, determinata e generosa, oltre a dimostrare di possedere una profonda sensibilità.
La storia prende il suo avvio quando Amelie si trasferisce nella città di Torino e, ben presto, conosce Tota Fiorina, una simpatica anziana signora che vive da sola e gestisce un negozio di lingerie, proprio di fronte all’appartamento di Amelie.
L’anziana signora dimostra subito di apprezzare le qualità di Amelie e diventa sua amica: spesso si ritrovano nel negozio a scambiare qualche chiacchiera insieme.
Purtroppo per Amelie, dopo aver lavorato per alcuni anni come segretaria in una ditta edile, ora, a causa della chiusura dell’impresa, si ritrova disoccupata, ma, grazie alla profonda amicizia che la lega ad alcuni amici riuscirà ad avviare la “sua” agenzia immobiliare, un sogno che si corona.
Durante il processo narrativo si susseguiranno incontri e vicende, relazioni inaspettate ed eventi sorprendenti che vedranno come sottofondo le magiche e misteriose atmosfere torinesi: la stessa “nuova vita” di Amelie sarà pervasa di energia mistica con numerosi riferimenti che ricondurranno al “numero 13” e non solo, attraverso un viaggio che si nutrirà di atmosfere affascinanti.
L’avviamento dell’agenzia immobiliare avrà un esito decisamente positivo ed Amelie riuscirà anche a realizzare il progetto di una Villa di riposo, che si chiamerà “Villa Cortese” e, tra i vari incontri che si susseguiranno nella narrazione, vi sarà quello fondamentale con Luca, titolare di un laboratorio di profumi e cosmesi che, dopo i primi dissidi, riuscirà a farsi perdonare: tra di loro nascerà una profonda relazione sentimentale che condurrà alla gioia del vero amore.
Dopo la morte dell’amata Tota Fiorina, riceverà una cospicua eredità, in segno del grande affetto nutrito per lei fin dal primo momento in cui si erano conosciute, anche se dovrà confrontarsi con l’unico erede della defunta: il cugino si dimostrerà una persona veramente insensibile, preoccupato solo di entrare in possesso dell’intera eredità, ma la questione si risolverà positivamente per Amelie, ed il cugino avido dovrà rinunciare ad ogni velleità.
L’anziana signora Tota Fiorina aveva pensato ad ogni cosa: si era affidata ad un’amica notaio di sua fiducia, inoltre aveva lasciato una mappa, depositata in una cassetta di sicurezza, dove erano contrassegnati tutti i luoghi della casa dove abitava, nei quali era nascosta la sua famosa “riserva aurea”.
Logicamente l’intreccio delle vicende che si susseguono nella narrazione diventa una continua scoperta e motivo di ricerca e disvelamento di gesti ed eventi, tra il misterioso e le molteplici manifestazioni sorprendenti dell’umano vivere.
Come scrive Laura Montrucchio, la protagonista Amelie sentirà il famoso “sesto senso” in una “connessione mistica con l’universo” che regalerà nuove prospettive di vita ed un luminoso “nuovo inizio”.
Lasciando al lettore la volontà di scoprire e disvelare tali evidenze narrative, si può ben sottolineare che, durante la fase narrativa, emerge chiaramente la grande capacità di “raccontare” di Laura Montrucchio che offre una trama ben strutturata e, con la sua Parola, fluida e coinvolgente, riesce ad affascinare il lettore fino all’ultima pagina.

Massimo Barile


La Fine per un nuovo Inizio


I personaggi e i fatti contenuti nella presente opera e i nomi e i dialoghi ivi contenuti sono unicamente frutto dell’immaginazione e della libera espressione artistica dell’autrice. Ogni similitudine, riferimento o identificazione con fatti, persone, nomi o luoghi reali, è puramente casuale e non intenzionale.


PERSONAGGI

Alberto (dottor Prola): volontario nella C.R.I. e commercialista
Alina: la governante della mamma di Amelie
Amelie: la protagonista
Armando: agente immobiliare
Emma: amica del cuore di Amelie
Fiorina, la Tota: ha il negozio di lingerie
François: marito di Noella
Gianni: ex-compagno di Amelie
Giulia Levato: il notaio di Marco
Gloria: figlia del “Geo”
“Il bastardo”: cugino di Fiorina
Il “Geo”: ex datore di lavoro di Amelie
Ing. Sciacca: inquilino di Fiorina
Leonardo (Leo): Ten. Col. dell’Arma dei Carabinieri
Luca: il profumiere, attrazione fatale per Amelie
Lucio: giardiniere di Villa Cortese
Luisa: moglie del professor Cortese
Madre di Amelie
Marco: imprenditore edile amico di Amelie
Noella: la ragazza adottata a distanza da Amelie
Nonna Rita: la nonna balia di Amelie
Olga: mamma di Luca e cliente di Amelie
Padre di Amelie
Padre Honoré: insegnante di Noella
Pia Azzaldone: il notaio di Fiorina
Professor Cortese: il neurologo, cliente di Amelie


PRIMA PARTE


CAPITOLO 1

Sarebbe stato l’ultimo messaggio d’auguri che avrebbe inviato quella mattina, la malinconia con un po’ di tristezza si facevano sentire, così decise di fare una passeggiata per respirare un po’ d’aria fresca. Era il primo giorno dell’anno, quasi mezzogiorno e un gatto nero davanti a lei attraversava la strada soffermandosi su ciò che rimaneva dei bagordi di qualche ora prima. C’era silenzio. Pensò alle dicerie sui gatti neri ma all’improvviso venne distolta da un forte boato. Che cosa era stato? Poteva essere un botto di capodanno ma non ne era convinta. Amelie iniziò a camminare nella direzione da cui sembrava fosse arrivato quel rumore. Quando raggiunse l’incrocio con la piazza, vide un’auto divelta contro il pilone della Madonnina. Con il cuore in gola cercò il cellulare per chiamare un’ambulanza, ma si accorse di averlo lasciato a casa e non c’era nessuno a cui chiedere aiuto. Allora si avvicinò all’auto, la porta era aperta e all’interno scorse una giovane ragazza che stava cercando di scendere. L’aiutò ad uscire, sembrava indenne, aveva una piccola ferita sulla fronte e lamentava un dolore a un ginocchio.
“Come è successo, come hai fatto a finire fuori strada?”
La ragazza era spaventata e tremava, aveva occhi grandi e azzurri come il cielo terso nelle giornate di vento.
Nel frattempo era arrivata un’ambulanza che fortunatamente qualcuno aveva chiamato, scese un uomo che si avvicinò alla giovane e guardò Amelie con aria interrogativa. Lei disse: “Non so come sia accaduto, appena sono arrivata l’ho aiutata ad uscire dall’auto!”
Era visibilmente preoccupata e lui la rassicurò: “Adesso ci pensiamo noi stia tranquilla!”
Osservò la ragazza con attenzione, chiedendole il suo nome ma senza avere risposta.
“Sembra miracolosamente illesa! La Madonna l’avrà protetta!”
Amelie replicò: “Forse è solo stata fortunata.”
Il soccorritore agiva con sicurezza ed era molto attento e delicato nel suo operare. Indossava la divisa degli operatori volontari della Croce Rossa, era alto, robusto, con lineamenti fini un po’ femminili. Amelie comprese che la giovane era in buone mani, così decise di rincasare.
In lontananza vide, che davanti al portone del palazzo dove abitava, c’era un uomo alto e longilineo con un cappotto lungo ed elegante. Era girato di schiena ma Amelie lo riconobbe subito e lo chiamò.
“Marco, che bello vederti! Immaginavo fossi in qualche meta caraibica, fatti abbracciare!”
Sapeva di buono e il tepore del suo abbraccio accogliente fece svanire la preoccupazione per la ragazza che aveva incontrato poco prima.
“Starei delle ore abbracciata a te, sono veramente contenta di vederti, ma che ci fai qui?”
Marco appoggiò la fronte contro la sua e le sorrise… i denti bianchi e le labbra carnose che sembravano dipinte, donavano al suo viso un’espressione sensuale e rassicurante.
“Che sorpresa! Dai entriamo in casa!”
Amelie aiutò Marco a togliersi il cappotto e gli servì un tè con una fetta di Strudel ancora caldo, che, con il suo profumo, diffondeva nel soggiorno una nota di festa.
“L’ho cucinato questa mattina, mi sono alzata presto, e siccome non ero di buon umore mi sono messa ai fornelli… lo sai che mi piace cucinare!?” Poi cambiò discorso: “Quest’anno le feste natalizie mi danno un senso di tristezza!”
Marco l’ascoltava e la guardava con affetto apprezzando quel suo fare semplice, spontaneo e un po’ infantile.
Lei continuò: “Allora a cosa devo questa visita inaspettata, che mi racconti?”
“Cara mia, ho cercato di chiamarti per avvisare che sarei passato ma… come al solito non rispondi al telefono! Chissà dov’è il tuo cellulare, forse nel cesto della biancheria!”
Lei rise per quella battuta, sapendo che lui poteva aver ragione.
“Ascolta Amelie ho saputo da Emma che il tuo titolare è andato in pensione, che a fine anno ha chiuso l’impresa edile e tu adesso sei disoccupata! Io ho iniziato da qualche mese la ristrutturazione di un palazzo in centro a Torino e siccome ho bisogno di tre collaboratori che si occupino della vendita degli appartamenti, ho pensato che tu potresti essere una di loro. Mi avevi detto che in passato hai anche lavorato in un’agenzia immobiliare e forse la mia proposta potrebbe interessarti.”
Amelie era sorpresa, in effetti il settore immobiliare le era sempre piaciuto ma aveva abbandonato quel lavoro perché a lei toccava sempre reperire gli immobili e poi altre persone provvedevano a venderli o affittali accaparrandosi il guadagno migliore. Nell’impresa edile invece, si era sempre occupata della vendita degli immobili che venivano costruiti, e anche se non aveva provvigioni, era ben pagata e stimata. La proposta di Marco l’allettava, ma essere nuovamente assunta come ‘collaboratrice’ non era proprio il suo obbiettivo. Sorseggiò il suo te con calma, Marco la osservava dalla poltrona ma lei non si mise fretta, lasciò che il silenzio creasse la giusta attesa e dopo un po’ disse: “La cosa mi lusinga, però sono stufa di essere sempre solo una ‘collaboratrice’, vorrei gestire le vendite come mediatore autonomo, anche con altri colleghi, ma non a busta paga… insomma vorrei lavorare a provvigione, vorrei aprire una mia agenzia immobiliare ed occuparmi della vendita di uno, due o tre dei tuoi appartamenti con incarico in esclusiva. Che ne pensi?”
Considerata la posizione in cui si trovava in quel momento, senza lavoro e quindi senza stipendio, avrebbe dovuto accettare la proposta di Marco senza pensarci un attimo, ma lei sapeva quanto valeva e non intendeva scendere a compromessi. Intendeva mettersi in proprio e se Marco non l’avesse assecondata, lei avrebbe continuato per la sua strada da sola.
Adesso c’era di nuovo silenzio ed Amelie percepiva una sensazione di leggerezza ed euforia. I loro sguardi si incrociarono, gli occhi castani di Amelie erano radiosi e Marco, che la conosceva bene, sapeva che quello sguardo non dava diritto di replica: avrebbe dovuto dirle di sì.
“D’accordo, so che non mi deluderai… è così?”
Amelie era al settimo cielo, credeva di sognare! Si alzò dallo sgabello e con un balzo saltò in braccio a Marco che era ancora accomodato sulla poltrona.
“Grazie Marco, sei un tesoro, ti voglio bene!” Intanto lo baciava sulle guance, sulla fronte, lo spettinava… “So che mi stai dando una grande opportunità, mi hai fatto il regalo più bello che potessi desiderare in questo momento! Finalmente avrò un’agenzia tutta mia!”
Marco le bloccò le mani con forza, la guardò serio e disse: “Calma, calma, ci sono tante cose di cui dobbiamo parlare, non è così semplice! Dovrai trovare la location, calcolare i costi per allestire l’agenzia e probabilmente dovrai chiedere un finanziamento per sostenerli.”
Lei lo ascoltò, come una bambina quando ascolta una favola, e poi piena di entusiasmo gli rispose: “Non preoccuparti farò tutto il necessario senza stancarmi”. Poi, seria chiese: “Ma quale sarà la mia provvigione sulle vendite?”
La sua spontaneità era disarmante a tal punto che lui rimase per un attimo senza parole.
Si alzarono, rimasero l’uno di fronte all’altra, Marco riprese il discorso con voce calma e decisa: “L’investimento di denaro su questa operazione immobiliare è importante, nei prossimi mesi non potrò essere in cantiere tutti i giorni perché ho preso un altro impegno edile a Nizza, quindi devo poter contare su tre persone capaci e di cui mi fido e tu sarai una di queste. Funzionerà così: stabilirò il prezzo di tre unità immobiliari del cantiere, il super-attico e due monolocali, che riserverò esclusivamente a te per la vendita senza sconti e ti corrisponderò il 2% su ogni trattativa conclusa. Tieni conto che parliamo di immobili di altissimo livello, quindi molto costosi, e che, se sarai ‘brava’ a vendere i tuoi, poi avrai la possibilità di collaborare anche alla vendita degli altri. Credo che per iniziare possa andarti bene!”
Gli occhi di Amelie parlavano senza che lei proferisse parola e Marco percepì immediatamente che l’accordo era preso. Le chiese il cappotto, lo infilò e disse: “Ci vediamo dopo l’Epifania così andremo in cantiere per vedere come ho organizzato l’ufficio vendite e poi ti accompagnerò da un mio caro amico, il Dottor Prola, che ti darà qualche informazione sulle tipologie dei finanziamenti che l’Unione Europea offre all’imprenditoria femminile. È un esperto in materia, vedrai che saprà aiutarti.”
Si diresse verso la porta per uscire ma Amelie gli prese la mano e gliela strinse in segno di riconoscenza… poi lo lasciò andare e sussurrò ancora: “Certo che potresti darmi l’esclusiva su tutto!”
Lui la guardò alzando il sopracciglio e, a quell’insolente sfacciataggine, rispose con una sonora risata affettuosa.
Prima di dormire Amelie pensò ad Emma, a quanto le volesse bene e si preoccupasse per lei, ricordò il gatto nero che a mezzogiorno aveva attraversato la strada dove stava passeggiando, ricordò la giovane dell’incidente, il signore che l’aveva soccorsa, e pensò che quel primo giorno dell’anno era stato generoso e che forse quel gatto nero le aveva portato fortuna.


CAPITOLO 2

Diceva la voce soave: “Fortuna… fortuna… fortuna” mentre un cantiere edile spuntava dal nulla accanto alla Mole Antonelliana rischiarato da un’aura luminosa e bellissima… un gatto nero guardava la stella in punta alla Mole e come per magia diventava bianco, poi la voce soave sussurrava ancora: “Ti guiderò, splenderò per te e quassù sempre mi troverai.”
All’improvviso Amelie sentiva il suono di un campanello, non capiva cosa stava accadendo, il sogno la confondeva. Poi, di nuovo quel suono e lei finalmente si rese conto che era il campanello di casa sua. Si catapultò giù dal letto, infilò l’accappatoio, andò verso la porta, prese il citofono e ancora mezza addormentata chiese: “Chi è?”
“Sono Emma, aprimi che qui fuori si gela!”
Aprì e come per magia l’amica era già entrata. Aveva un mucchio di volantini e giornali pubblicitari in mano che posò sul tavolo dicendo: “Non svuoti nemmeno la buca delle lettere! Certo che sei proprio una bella tipa, sono le 11 del 2 gennaio e tu dormi ancora! Dovresti inviare dei curriculum per trovare un lavoro e invece che fai, dormi! L’affitto mica si paga da solo! E poi cosa pensi, che il lavoro venga a cercarti a casa? Ti chiamo al cellulare ed è spento, ti scrivo una mail e non rispondi, sei veramente una… una… ah lasciamo perdere!”
La voce squillante di Emma aveva riportato Amelie con i piedi per terra, il suo sogno era ormai un ricordo ed ora stava osservando l’amica senza proferire parola… Non era molto alta, capelli castani lunghi e ricci con delle sfumature color rame, un piccolo naso lentigginoso e occhi nerissimi. Si era sottoposta ad un intervento di ortodonzia che dopo mesi di sofferenze le aveva donato un sorriso strepitoso. Era responsabile di una grande catena di ipermercati nell’area del nord Italia ed era supervisore alla gestione contabile. Quel lavoro la faceva viaggiare spesso, così arrivava a casa di Amelie sempre all’improvviso e a qualsiasi ora. Quando era agitata diventava particolarmente ridicola per i gesti che faceva e per la mimica che il suo viso assumeva. Erano come sorelle… Poi, con ironia replicò: “Emma cara, se hai finito la paternale ti aggiorno sugli eventi accaduti ieri primo gennaio… dunque… il lavoro è venuto a cercarmi a casa e sai grazie a chi? Grazie a te che non ti fai mai i fatti tuoi!”
Emma sgranò gli occhi.
“Non dirmi che Marco ti ha già contattata?”
“Sì, è stato qui ieri, me lo sono ritrovata davanti al portone verso mezzogiorno. Ero andata a fare una passeggiata e…”
“Dai Amelie, lascia perdere i dettagli e dimmi invece che cosa ti ha proposto.”
Amelie raccontò dell’offerta che lui le aveva fatto e che per l’entusiasmo del suo nuovo lavoro aveva passato la nottata ad elaborare progetti per la sua futura agenzia immobiliare, disse che si era addormentata quasi all’alba sognando il cantiere di Marco e poi aggiunse: “E grazie a te ho avuto un risveglio da incubo!”
Emma scoppiò in una sonora risata e per farsi perdonare le propose un cappuccino con brioche nel bar-panetteria che c’era all’angolo della via. Amelie notò che l’orologio segnava mezzogiorno e pensò che il giorno prima, alla stessa ora, Marco era con lei. Percepì che quel momento derivasse dall’operosa amicizia di due persone che le volevano molto bene, Marco ed Emma, che erano sempre stati fondamentali nella sua vita ed ancora una volta gliene stavano dando prova.
“Altro che cappuccino, qui bisogna festeggiare come si deve!” poi aprì il frigorifero e tirò fuori una bottiglia di Prosecco DOCG che teneva in fresco per le occasioni speciali.
“Ecco qua amica mia, brindiamo al mio futuro nuovo lavoro!”
Si accomodarono sul divano gustando il Prosecco in silenzio, Emma pensò alla loro amicizia che, nata durante gli studi di Ragioneria si era consolidata nel tempo rendendole unite indissolubilmente.
D’un tratto, un vociare animato che arrivava dalla via sempre più forte, destò l’interesse di Amelie che decise di aprire la finestra per capire cosa potesse causare così tanto trambusto. Scorse un’auto lussuosa in sosta davanti al portone del suo palazzo e vide un gruppo di ragazzini intorno che curiosavano. Nel frattempo Emma rispose al telefono dicendo: “Esco subito!” aveva già indossato il suo pellicciotto, mise guanti e cappello in borsa, si diresse verso la porta e guardando Amelie le disse: “Devo scappare, ho un evento importante a Milano e sono passati a prendermi. Ci sentiamo quando rientro, dopo l’Epifania.”
Amelie le diede un bacio, chiuse la porta ripetendole quanto bene le volesse, poi ritornò alla finestra per salutarla ancora una volta, ma lei non c’era più… l’auto era già partita.
Pensò alla vita frenetica che la sua amica faceva ormai da una decina d’anni, era sempre in viaggio tra un ipermercato e l’altro, praticamente non aveva una vita privata perché ogni sera dormiva in un hotel diverso, quindi, per lei avere un compagno era assurdo! Quando incontrava un uomo che le piaceva ed era ricambiata, passava una serata o anche una notte con lui, poi, il giorno dopo era già altrove. Aveva il dono di essere sempre allegra e sapeva fare dello humor anche nelle sue giornate peggiori.
Loro due erano sempre state molto diverse, sin da ragazze: Amelie alta con capelli a spazzola, Emma più bassa e con una cascata di riccioli; se Amelie aveva un fidanzato fisso, Emma li cambiava spesso perché sosteneva che dopo un po’ l’annoiavano… era uno spirito libero, fumava e ogni tanto alzava anche un po’ il gomito, decideva dalla sera alla mattina di prendere il treno per andare al mare e nessuno poteva farle cambiare idea. A scuola era come i gatti, in classe faceva le fusa per accaparrarsi il voto migliore e poi, appena uscita dall’aula gonfiava la ‘coda’ con aria di sfida si sedeva sul largo corrimano delle scale e si lasciava scivolare giù con il grembiule che svolazzava a più non posso… Apriti cielo! Le suore andavano su tutte le furie ma lei se ne fregava e rideva divertita. Era figlia unica, un po’ viziata, ma stare con Amelie l’aveva resa migliore. Spesso d’estate passavano il fine settimana dalla nonna di Amelie, nella casa di campagna e si divertivano a portare i materassi sul terrazzo per poi dormire lì tutta la notte.
Amelie si distolse da quei pensieri leggeri volti a tempi lontani e con un po’ di nostalgia decise di fare ordine in casa. Mentre toglieva i volantini pubblicitari che Emma aveva lasciato sul tavolo, un libricino di annunci immobiliari attirò la sua attenzione. Iniziò a leggere la rubrica dedicata ai locali commerciali in affitto sperando di trovarne uno adatto dove aprire la sua agenzia immobiliare. Aveva deciso di cercare nella zona “Gran Madre” di Torino, perché era un posto a lei famigliare e poi si trovava ai piedi della collina torinese dove c’erano imponenti ville signorili abitate da persone facoltose. Trovò un annuncio interessante per un negozio posizionato su corso Moncalieri, così, nonostante fosse l’ora di pranzo, provò a telefonare. Rispose un gentile signore che dopo averle dato ancora delle informazioni, le fissò un appuntamento per mostrarglielo già nel pomeriggio.
Amelie si preparò: prima con un po’ di “restauro”: matita nera agli occhi, ritoccatina con il piega ciglia per risvoltarle all’insù, niente rimmel perché la faceva lacrimare, un po’ di fard e un po’ di gel ai capelli cortissimi. Poi infilò i jeans, il maglione dolcevita rosso, gli stivaletti Camperos, il cappotto, la sciarpa ed uscì con il suo solito passo “militare”. Le piacevano scarpe e lingerie, ma non amava comprarsi capi d’abbigliamento perché era negata negli abbinamenti dei colori. Anche con i collant non aveva un buon rapporto e indossava calze autoreggenti perché molto più comode da infilare. Nonostante tutto, non si sarebbe mai messa un reggiseno spaiato dallo slip, sua madre le aveva insegnato che la casa e la persona “devono essere sempre in ordine perché non si sa mai chi può arrivare o cosa ci può accadere” e lei, aveva imparato quella lezione.

[continua]


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