Opere di

Laura Guerra


Abbandono

Il buio il silenzio la notte
Ti lasciano senza respiro
Il mondo è svanito lontano
Sei solo non c’è che un sospiro.

Non vedi nel fondo del pozzo
Ma scivoli dentro lo stesso
Ti aggrappi ma scivoli ancora
Ti arrendi, precipiti adesso.

Il fondo è raggiunto, lassù c’è la luce
Risali alzando il tuo viso
Mi tendi la mano,
È quasi un sorriso.


Risveglio

Un’alba si schiude nel cuore
In un gioco sottile di luci
Un chiarore è apparso lontano
Ascolti pian piano le voci.

Chi tende la mano a te che sei solo
Chi ascolta il tuo pianto, il tuo grande silenzio
E’ forse una luce soffusa nel vento?
E’ forse il tramonto che accende la sera?
Cascate di fiori nei prati sereni?
L’argento del cielo che guida il tuo viso?

No! Il tramonto, una voce, un prato,
Lo sguardo che vedo in un volto non mio
Son solo strumenti venuti dal cielo
In un grande disegno voluto da Dio.


Ascolta

Se al tramonto
Un sottile pensiero di me ti sfiora
Non fuggire via, resta,
accetta quel pensiero
avvicinalo al tuo cuore
sentirai la mia voce che ti chiama
sentirai la mia mano che s’intreccia con la tua
e sentirai più intenso il profumo della notte che viene
i ricordi passati saranno presenti
per riportarti anche emozioni;
non saremo più soli ma insieme.


Tramonto

Silenzi di luce
Bagliori d’autunno
Cammino nel triste giardino
Di foglie
Ingiallite rossastre

Il capo abbassato
Lo sguardo sognante

Non penso ma vedo
Non parlo ma sento
Io vago ma meta non ho,

Le lacrime vanno su gote ingiallite
Mi stringi la mano, lo so che sei tu

Mi parli del tempo presente di te

Del tuo motorino
Di amici e canzoni

Ti guardo sorrido
Sorrido sorrido
Chissà chi sei tu.


Quando il cuore, la mente, l’anima
S’incontrano, nasce la poesia

E Sarà vino

Era d’autunno,
quando le verdi foglie
si trasformavan in oro
e i grappoli pesanti d’uva nuova
traboccavan dai carri,
voci e risate si sentivan in coro.

E il torchio
Che come a un’altalena
Noi restavamo appesi
Intanto che il buon Bepi
I grappoli pigiava
Il vino nuovo usciva nella tina
E profumava.

E profumava il mosto
Che dolce ribolliva,
di effluvi, di promesse vaghe,
maturerà sincero, genuino
e presto, già domani sarà vino.

E noi con lui.
E gli anni ci sospingono
Nell’intricato mare
E la Babele,
che senza sosta ci travolge
e fragili,
ci lascia qui impotenti ad osservare.

Un pianoforte, un salice, un cortile,
s’affacciano ora nella mente
giochi, libri, scampagnate liete,
cari ricordi dell’età ridente.
E quando all’ombra della luna piena
L’aria avvolge la notte silenziosa
E’ dolce e triste a ritroso andare
Con gli occhi lucidi pensi a chi riposa



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