La nonna racconta

di

Jolanda Fassina Smaniotto


Jolanda Fassina Smaniotto - La nonna racconta
Collana "Le Schegge d'Oro" - I libri dei Premi - Narrativa
14x20,5 - pp. 50 - Euro 7,00
ISBN 978-88-6587-2352

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In copertina e all’interno illustrazioni dell’autrice


Pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori in quanto la silloge è finalista nel concorso letterario Jacques Prévert 2012


La nonna racconta


Opuscolo dedicato ai cinque nipoti,
per rendere (lo spero) più serena la loro
crescita nelle varie fasi della vita!


Mi ha salvato la chitarra

Uomo razionale o macchina?
Ha vinto la macchina!
Quante persone e quanti bambini la macchina falcia al giorno?
Stiamo ai fatti: un incidente vissuto, un altro raccontato.
La macchina infatti ha preso possesso di tutti i nostri spazi vitali; padrona anche delle strisce pedonali. Spesso il pedone non viene rispettato; la macchina gli piomba addosso e quando gli va bene se la cava con qualche frattura, con tanti ematomi curabili con tante terapie.
Ma quando gli va male o rimane invalido per la vita oppure la perde.
Oggi non c’è più sicurezza né sulla strada, né in casa e neppure in treno o in autobus! Forse oggigiorno il mondo è dominato dal dio Pan, cioè dalla paura? In realtà non si esce più di casa a cuore leggero, ma il più delle volte si è presi dal panico. Tuttavia non bisogna lasciarsi vincere dalla paura e reagire, vigilare ed invitare il prossimo a farsi rispettare.
Ecco i fatti nella loro cruda realtà: proprio sulle strisce pedonali due persone investite da una macchina. Una signora anziana ed un bimbo di nove anni. Per fortuna l’una è stata protetta dalla bici e l’altro è stato salvato dalla chitarra che portava a tracolla.
Però le conseguenze sono state dolorose: la signora anziana con contusioni varie ed ematomi difficili da riassorbire se l’è cavata con un anno di terapia ed una lieve invalidità; il bambino invece ha avuto la rottura del bacino.
Immobile per giorni e giorni nel suo lettino, dopo breve degenza all’ospedale pediatrico, non poté frequentare la scuola per più di un mese. Per fortuna c’è stato un periodo di vacanze, così egli se ne stette tranquillo, seppure immobile, coccolato dai genitori, dalla baby sitter, dalla sorellina e dai suoi amici e compagni di classe.
All’apertura della scuola il suo compagno Francy gli fece visita, lo tenne informato sull’iter scolastico tenendogli compagnia.
Infatti quel bambino aveva veramente bisogno di compagnia e di distrazioni; così una signora andò a fargli visita.
Ella s’incamminò verso la casa dell’infortunato, sperando che nella serata di Halloween la luna con i suoi raggi luminosi le indicasse la via, poiché ella proprio non sapeva dove fosse la casa del bimbo Giaky.
In cuor suo pregò l’Angelo dei bambini di indicarle la via e la casa.
“Ecco due case gialle, la seconda è quella che cerchi”.
L’anziana insegnante suonò il campanello, al citofono rispose una vocina. La maestra riconobbe in quella voce una sua ex alunna e la porta si aprì. Davanti alla visitatrice si presentò proprio la sua ex alunna: la baby sitter di Sara, la sorellina di Giaky. Egli era lì, subito davanti, pallido, incredulo, ma attento e curioso.
All’espressione: “Ho pregato per te, devi guarire in fretta la scuola ti aspetta!” ecco fiorire sulle sue labbra strette e mute un timido sorriso! Egli, rivolto lo sguardo verso la sua interlocutrice, rispose: “Sai, mi ha salvato la mia chitarra, altrimenti…”. E si bloccò! Un bacino sulla fronte rianimò ancor di più il fanciullo che si lasciò stampare sul suo visino smunto un’impronta di serenità!

Nel giro di due settimane il babbo di Giaki gli riportò a casa la chitarra riparata. Il bimbo tutto felice l’abbracciò e ad essa sussurrò: “Grazie mi hai salvato la vita!” Il suo babbo, curvandosi sul suo bambino ancora immobile sul suo letto gli sussurrò: “Devi amarla tanto la tua chitarra, pensa quanto ti è stata di aiuto. Veramente ad essa tu devi la tua salvezza. Di tutto il resto, denunce, burocrazia e risarcimento, non me ne importa nulla. Mi basta avere te, bambino mio, salvo, nonostante l’incidente imprevisto, perché proprio sulle strisce pedonali, cavolo! Ma, dai, presto ti rimetteranno in piedi e con tante terapie guarirai e sarai il bimbo sereno di prima. Potrai ritornare alle tue lezioni di chitarra!”
E così avvenne. Giaky ritornò nella sua scuola sopra il monte, non digiuno di lezioni poiché la mamma del suo amico Francy, insegnante di quel plesso scolastico, gli tenne lezioni private durante la degenza, gratuitamente.
Egli ritornò pure alle amate lezioni di chitarra, con più entusiasmo e passione di prima, tanto da esibirsi durante la festa della scuola, con il gruppo amatoriale di strumenti musicali!

(Racconto di una vicenda reale: Novella)


La violetta ed il geranio

Era l’ultima settimana dell’Avvento, faceva caldo, pioveva spesso ed il sole, in certi giorni, era solo un sogno!
Ai piedi del monte San Pietro, sotto il Duomo, un cespuglio di viole se ne stava quieto e bello verde, sotto le rocce di trachite e catturava tutti i raggi del sole, non appena questo s’affacciava, poiché quell’ippopotamo del Bagno Romano s’affrettava a rubarglieli. Tanto era caldo il sole che un bocciolo tenero di viola disse alle sorelline: “Fa caldo, è primavera, io me ne esco!”
Risposero le sorelline: “Ma no, non è vero, è un’illusione, guarda che siamo in inverno, in dicembre, e fra due giorni uscirà Babbo Inverno e allora vedrai che fine dovrai fare!”
Rispose la violetta: “Io esco e, oggi che c’è un bel sole, io metto fuori i miei petali a godermi tutte le carezze ed il tepore dei raggi dorati!” Ed uscì!
Passò di lì un’anziana signora, un po’ triste per le varie vicende della vita e pensando ai fatti suoi; ma venne attirata da quel ciuffo verde là sotto le rocce e in mezzo ad esso faceva capolino una violetta mammola.
“Bene.”, pensò, “La coglierò ed esprimerò il desiderio di Pace nelle nostre famiglie e nel mondo intero e la serenità per tutti, comunque vada!”
Ella raccolse la violetta, l’avvolse nel fazzolettino prezioso lasciatole in eredità dalla mamma sua cara; rincasata, la mise in un bicchierino con lo stemma di famiglia.
Di lì a un giorno, la signora chiese alla violetta come stava, quella abbassò il capino perché si sentiva sola!
Dal davanzale un rigoglioso geranio rampicante scorse la scena, capì il problema della violetta e volle andare a farle compagnia nel bicchierino meraviglioso.
Ed avvenne proprio così: il geranio donò il suo ultimo fiore che andò assieme alla violetta, tutto felice di essere ancora utile benché l’ultimo dell’annata!
Domani inizierà un nuovo anno: ci saranno nuovi fiori, ci saranno nuove viole, l’erbetta, che si è sciolta sotto la neve, riemergerà verde e rigogliosa dalle sue radici; nuova e più verde come le nuove Speranze e nuove Attese!

[continua]


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