Racconti di Isabella Di Marsciano Oral


LETTERA DALLO SPAZIO

Caro Arel,
ti invio questa lettera con l’aiuto del mio coleottero robotico, che è un maestro nel consegnare la corrispondenza da un pianeta all’altro!
Non potevo più aspettare, il mio corpo non me lo permetteva. Ora mi spiego meglio…
…qualche mese fa, nel giardino di tuo nonno, mentre annusavo per terra per fare i miei bisogni, trovai uno strano apparecchio tutto rosso e con una strana luce blu lampeggiante, che fuoriusciva da una estremità appuntita. Nel controllare cosa fosse, mi ci misi davanti per sbaglio e la luce lampeggiante mi colpì improvvisamente! Io non sentii nessun dolore, ma mi spaventai non poco! All’inizio, non successe nulla di strano, ma poi, lentamente mi accorsi che qualcosa in me stava mutando. Stavo ringiovanendo e diventando più forte, tanto che tutti i miei acciacchi da vecchietto ben presto se ne andarono e mi sentii di nuovo come un giovanotto. Ovviamente, ai tuoi nonni non potei far notare nulla e con loro continuai a comportarmi come sempre: zoppicavo, faticavo ad alzarmi dalla mia cuccia-brandina, fingevo di esser mezzo sordo e cieco, ma solo recitavo! Sono davvero bravo come attore teatrale! Ho scoperto doti innate, che non pensavo di avere…
Il giorno, in cui i tuoi nonni pensavano che io fossi ormai alla fine, io mi finsi morto, così loro chiamarono il giardiniere per scavare la buca in giardino e seppellirmi lì. Figuriamoci se io mi sarei fatto rinchiudere per sempre sotto un pesante strato di terra, in mezzo a lombrichi, larve di coleotteri, formiche e chi più ne ha più ne metta…! Il giardiniere, comunque, eseguì gli ordini e, appena se ne andò, io scavai verso la superficie e tornai a respirare aria pura, dopo aver dovuto trattenere il fiato per alcuni minuti. Mi ero allenato a lungo… E, mentre tutti credevano che io fossi sempre sepolto in giardino, grazie all’apparecchio che mi aveva fatto ringiovanire e che, poi, scoprii essere anche un teletrasportatore tra pianeti, mi trasferii su Canais, il pianeta dove ora vivo e che fa parte di una galassia del futuro, da cui è partita questa mia lettera per te, recapitatati appunto dal mio fedele coleottero robotico. Non so se, nei giorni scorsi, hai notato quel piccolo bottoncino verde sulla tua scrivania… ebbene, era lui!
Ti scrivo, finalmente, proprio per rassicurarti del fatto che sono vivo e vegeto, in piena forma e, soprattutto, molto felice qui. Su Canais, pianeta popolato esclusivamente da cani come me, siamo tutti evoluti e originari del pianeta Terra. Grazie, infatti, ad una serie di teletrasportatori ringiovanenti per la mia specie, sparsi moltissimi anni prima da esseri extraterrestri sulla Terra, io e gli altri miei simili abbiamo avuto l’opportunità di vivere questa nuova vita su Canais.
Ora ti racconto… Innanzitutto, non mangio più crocchette e scatolette di cibo umido, ma mi cucino da solo ciò che mi piace nella mia cucina, un po’ simile alle vostre, perché, oltretutto, non sono più un quadrupede, ma sto in piedi solo sulle zampe posteriori; poi, ho un vero letto come i vostri, anche se più duro, e dormo sulla schiena. Quando mi stanco di camminare, giro in una “canimobile”, ossia un’automobile per cani, con un sedile bucato per inserirci la coda, e vado a fare tutte le mie commissioni comodamente e velocemente. A volte, uso anche le ali a propulsione, legate sulla schiena con una cinghia termica, che mi scalda pure se fa freddo! Ma mi fanno andare così rapidamente, che mi fanno un po’ paura. Così, le uso solo quando ho molta fretta e il traffico per le strade è molto sostenuto. Invece, per rilassarmi, mi piace sdraiarmi sul mio comodo divano in salotto, che è un divano “offri-vivande”, pieno di bottoni per ogni opzione: se vuoi la coca-cola, te la porge addirittura col ghiaccio d’estate! Se vuoi un panino, poi, te lo dà col cetriolo sottaceto incorporato! Poi, accendo la “canivisione”, la televisione canina, dove trasmettono solo programmi per cani. Il mio preferito è quello di “Tango”, un supereroe canino, che sconfigge sempre i nemici senza paura e senza pietà. Ha armi super potenti ed indistruttibili e vince ogni duello! Io vorrei essere forte e coraggioso come lui, anche se non mi manca molto! Quando vivevo sulla Terra, durante la mia prima giovinezza, sfidavo spesso i miei avversari e combattevo con audacia. Vincevo ogni volta anch’io con la mia mossa “ribaltone”, che li riduceva a gambe all’aria! Qui, su Canais, vige la pace assoluta ed è vietato combattere. Del resto, per cosa dovremmo litigare? Siamo tutti così sereni e soddisfatti della nostra esistenza che non avrebbe senso litigare per qualcosa! E sappi che ho anche trovato una giovane e bella fidanzata, oltre che molto simpatica ed intelligente! Vive non lontano da me e, a volte, usciamo a cena insieme: andiamo preferibilmente al fast-food in centro città a mangiare hot-dog alla soia. Sono squisiti! Qui, ci sono grandi piantagioni di questo legume, sai, perché il nostro governo sostiene che le proteine vegetali sono molto salutari per noi cani. Anche qui dobbiamo evitare di eccedere con quelle animali per non danneggiare il nostro cuore; difatti, qui ci sono possibilità di una lunga vita: si parla addirittura di una vita senza fine! Ma, speriamo non sia troppo lunga…
Vedi Arel, io spero che questa mia lettera ti basti a perdonarmi per essermene andato senza preavviso. Chissà, forse un giorno verrò a trovarti col teletrasportatore, anche se non so se sarebbe utile… rischierei di essere riconosciuto e, allora, come potrei spiegare ad altri quel che mi è successo? Tu sei l’unico della famiglia informato di ciò. Meglio evitare, direi, senza però smettere di sperare di rivederci un giorno…
Però, io ti posso vedere comunque, riflesso nello specchio “copia-immagine” del mio bagno. La sera, quando vado a lavarmi i denti, prima di dormire, con il dentifricio aromatizzato all’arrosto di vitello, vedo la tua immagine… infatti, tutti noi su Canais possiamo osservare ogni giorno cosa fa il nostro più caro amico sulla Terra. Io, ovviamente, ho programmato il mio specchio per osservare te, che sei stato e sarai sempre il mio amico preferito! Ti tengo d’occhio, quindi fai sempre il bravo coi tuoi nonni e i tuoi genitori, che ti vogliono un bene dell’anima, come te ne voglio io!
A presto amico! T. V. T. B.

Doggy


Bam Bam a rischio estinzione

…Bam Bam… era un orsetto panda… ritrovato tutto solo nella foresta natia e “creduto” orfano, quando aveva tre anni. Viveva a quel tempo nella lontana Cina, dove la sua specie è considerata portatrice di pace.
Appena inserito in uno zoo cinese, si rifiutava di mangiare e si era così notevolmente indebolito, tanto che tutti incominciavano a preoccuparsi. Era controllato giorno e notte e i veterinari cinesi avevano persino provato a metterlo in un altro gabbione con un altro cucciolo e un’altra mamma panda. Ma non ne voleva comunque sapere di mangiare e bere. Non desiderava un’altra mamma, voleva solo la sua! Era sempre più magro e privo di forze. I responsabili dello zoo erano ogni giorno più in ansia per la sua salute… Ma Bam Bam resisteva.
Finché, giunse una giovane veterinaria giapponese, che viveva e lavorava in America.
Il suo nome era Sakura.
Da quel momento tutto cambiò. Il piccolo panda si era sentito tanto solo e privo d’affetto fino ad allora, ma quando la giovane Sakura, recatasi in Cina per fare ricerche proprio sui panda, l’aveva visto così sconsolato, aveva deciso di prendersene cura. Oltretutto, lei sembrava essere stata l’unica ad avergli ispirato davvero fiducia, tra tutti gli esseri umani che gli si erano avvicinati dopo il ritrovamento. Bam Bam era stato proprio fortunato ad incontrare Sakura! Già dal primo momento, quando Sakura gli porse una ciotola di latte, il cucciolo sembrò comprendere che lei era una persona speciale. Così, esso aveva deciso di assaggiare ciò che lei gli offriva con tanta delicatezza… da quel momento provò un sentimento di grande e sincero affetto verso quella creatura umana, spuntata dal nulla.
Essendogli tornato un grande appetito, nel giro di pochi giorni si rimise perfettamente, riacquistando tutte le forze.
Sakura, soddisfatta di essere riuscita a salvare il cucciolo, lo prese a cuore a tal punto che, dovendo ritornare poco dopo negli Stati Uniti, stabilì di portalo con sé e, con il consenso dei responsabili dello zoo, i due partirono insieme. Bam Bam si ritrovò, quindi, in un altro continente, in un ambiente completamente nuovo…
Così, esso cominciò a vivere nello zoo di un parco della California. Ma non era un orsetto qualunque… era un orsetto un po’ speciale e la cosa apparve chiara da subito ad umani ed animali, grazie alla sua grande capacità di sopravvivenza, di adattamento e la sua notevole intelligenza… Bam Bam cresceva in quel luogo, amato e rispettato da tutti, rinforzando sempre più il suo già forte carattere da leader. L’area adibita ai panda era un luogo splendido. Era stata progettata da ingegneri ambientalisti cinesi, che avevano voluto riprodurre al meglio le condizioni di “habitat”...
Passarono settimane, mesi e, poi, anche anni.
Bam Bam non era più un cucciolo, oramai era un adulto. I suoi interessi rapidamente cominciarono a rivolgersi esclusivamente ai problemi relativi al rischio di estinzione della sua specie. Discuteva a riguardo per ore con gli anziani panda, che, però, sembravano avere molte meno idee di lui. Inviava messaggi agli altri zoo, aiutato dagli uccelli viaggiatori, per avere notizie sempre aggiornate sulla situazione di vita in altri luoghi. Riceveva risposte sempre piuttosto deludenti, che lo facevano allarmare ancor più… Ovunque, sia che fosse un giardino zoologico, sia che fosse una qualunque “terra libera”, si cominciava a parlare del “giovane panda che si interessava di politica del mondo animale e di problemi naturali”… Il tutto accadeva all’insaputa degli esseri umani… Bam Bam meditava sulle possibili soluzioni, ma, intelligentemente, anche sulle cause che avevano portato la sua specie ad essere in pericolo… pericolo di ritrovarsi, nel giro di breve tempo, talmente in pochi da scomparire per sempre dalla faccia della Terra.
Dalle informazioni raccolte lì fino a quel momento, si era reso conto che i principali responsabili di tutti i loro problemi erano gli uomini… Decise che avrebbe lottato per tutto il resto della sua vita contro quelle ingiustizie. Ma come fare? Era chiuso lì dentro, nello zoo, e non poteva uscire in alcun modo!
Per giorni si sforzò di trovare un modo di evadere dalla struttura, senza trovarlo. Il luogo era a prova di evasione. Ma lui non poteva più starci!... aveva quasi già perso tutte le speranze, quando giunse inaspettatamente un nuovo ospite, trasferito là dal giardino zoologico di Berlino, in Germania.
Si trattava di Jem, un serpente d’acqua dolce, precisamente una “natrice dal collare”, rettile semiacquatico tipico delle regioni europee… Purtroppo, Jem aveva un carattere molto ostinato e ribelle e non riusciva ad adattarsi in nessun luogo, nonostante fosse nato in cattività. Era stato trasferito già una dozzina di volte, ma la sua ingegnosità e la sua testardaggine gli avevano consentito di fuggire in diverse occasioni da dove si trovava, per poi essere riacchiappato. I responsabili dei vari giardini zoologici, non sopportando i suoi comportamenti, alla prima occasione provvedevano a trasferirlo… Così Jem finì col trovarsi nell’ennesimo nuovo luogo, dove i suoi simili lo informarono sulla storia di Bam Bam.
Guarda caso, vedi il destino a volte…, la vasca delle natrici era proprio adiacente all’area dei panda e, sempre guarda caso, l’acqua del piccolo ruscello, che scorreva nel settore dei simpatici orsetti, andava ad alimentare in parte l’acqua della vasca dei rettili. Insomma, le due aree erano in qualche modo collegate e l’astuto Jem non ci mise molto a capirlo…
E proprio quando Bam Bam stava pensando di rinunciare, nella sua vita apparve Jem. Il nostro paladino era intento a darsi la sua solita lisciatina mattutina, quando si vide apparire il rettile strisciante proprio dalla riva del torrentello… I due rimasero per lungo tempo a parlare e, alla fine, divennero amici… si incontrarono diverse volte per mettere a punto il piano di fuga nei minimi dettagli, finché giunse il giorno di passare all’azione!... il piano consisteva proprio in un’evasione attraverso i tubi della canalizzazione dello zoo…
… dopo un bel po’, sbucarono, distrutti sulla riva, infreddoliti e fradici. Ce l’avevano fatta! Erano liberi… al porto… due scaricatori… parlavano della nave mercantile, che stava per salpare dal molo numero cinque, e che avevano appena terminato di caricare. Dicevano anche che essa si sarebbe diretta verso l’Oriente e che la traversata sarebbe durata molti giorni con qualche scalo in alcuni paesi non ben determinati. Udite tali importanti informazioni, i due nostri amici pensarono che il fatto rappresentasse un’occasione da non perdere, forse la loro unica occasione di fuggire lontano, e di raggiungere i luoghi natii di Bam Bam…
Il viaggio durò un tempo interminabile per i nostri due amici. Non sapevano neppure quanti giorni fossero effettivamente trascorsi… Alla fine, comunque, dopo numerosi scali, il mercantile raggiunse la sua destinazione finale: la Cina!
Che emozione per il nostro Bam Bam! Ci aveva sempre sperato… Si dice che la fortuna è degli audaci e forse è vero!...
… i nostri due protagonisti,… cercavano di raggiungere la foresta cinese… Mentre riflettevano, invece, si avvicinò loro uno strano uomo… Era semplicemente un monaco buddhista: indossava un saio lungo e rosso, che copriva solo una spalla e un braccio. Il capo era rasato e i piedi scalzi. Sembrava un uomo senza età. Aveva l’aria molto simpatica però. Raggiunti i due fuggiaschi, cominciò a parlar loro così...: “… io sono qui per aiutarti… Prima di tutto, devi seguirmi al centro della foresta e, giunti lì, ti consegnerò qualcosa: l’essenza dell’Albero Primordiale. Questa essenza è custodita dai noi monaci in piccole quantità. Ciascuno di noi ha la sua dose, che può usare a suo piacimento per salvare una specie in via d’estinzione, che sia animale o vegetale. Io ho deciso di donare a te la mia dose per permetterti di salvare la tua specie. Vi ritengo animali degni di sopravvivere sulla nostra Terra”... il panda aveva compreso meglio tutta la storia e il problema della sopravvivenza della sua specie. Il monaco gli aveva spiegato molte cose e, soprattutto, gli aveva indicato come utilizzare l’essenza dell’Albero Primordiale… una goccia della sostanza doveva essere ingerita da ciascun panda ancora vivente nella foresta. Ciò avrebbe rafforzato la specie, rendendola più forte ed intelligente, così da permetterle di salvarsi. Alla notizia, però, Bam Bam si chiese come mai il monaco avesse aspettato lui e non avesse potuto agire da solo. Hōnen chiarì che dai suoi sogni era evidente che solo Bam Bam avrebbe potuto convincere i suoi simili a bere tale essenza. Il monaco precisò anche che non si può contraddire ciò che il destino ha già stabilito: Bam Bam era il solo predestinato a compiere la missione!... Alla fine, dopo alcune ore, giunsero in un posto splendido e, con al centro, un tempio buddhista, con una sala principale stracolma di fiori, incensi e doni vari sparsi sotto una statua di Buddha, un reliquiario e la pianta di fico sacro, sotto la quale, si dice, Buddha raggiunse il Nirvana con la meditazione. Bam Bam e Jem rimasero incantati di fronte alla bellezza del luogo. Gli alberi erano altissimi, tanto da sembrar toccare il cielo con le loro chiome verdissime, la luce del sole filtrava a malapena. Sembrava di essere su un altro pianeta… Ripresero il loro cammino… erano stanchissimi, ma una grande forza d’animo li incitava a proseguire. Bam Bam aveva avuto dal monaco tutte le istruzioni precise su dove dirigersi e su come evitare i bracconieri. Insomma, non potevano sbagliare! A Bam Bam, inoltrandosi sempre più nel suo luogo natio, riaffioravano i ricordi sulla sua infanzia e si sentì davvero felice. Cominciò a narrare vari episodi al suo amico Jem, che ascoltava con interesse. Quell’esperienza stava cambiando anche il carattere egoista del serpentello! Finalmente, giunsero al luogo indicato da Hōnen e, mentre in un primo momento non sembrava esserci alcuna traccia di presenza di vita, tanto da creare un po’ di sconforto ai due amici, che credevano addirittura di essersi smarriti, all’improvviso videro comparire alcuni panda dalle cime degli alberi, prevalentemente pini…

Speriamo che questa storia narrata
non sia solo leggenda inventata,
ma anche presto una realtà verificata!
…che un Bam Bam possa prima o poi
davvero essere tra i suoi
per salvare la sua specie
da una fine che non le si addice!


Tale racconto, in fase di pubblicazione, ha ottenuto il Premio Assoluto al Concorso Nazionale “Scrittura Fresca 2014”.



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