Così le favole raccontano

di

Graziella Parma


Graziella Parma - Così le favole raccontano
Collana "Le Gemme" I libri per l'infanzia
15x21 - pp. 102 - Euro 14,00
ISBN 978-88-6587-7135

eBook: pp.  - Euro 6,99 -  ISBN 978-88-6587-8750

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In copertina e all’interno illustrazioni dell’autrice


Prefazione

Le favole hanno rappresentato un “aspetto importante per la crescita d’ogni bambino” e Graziella Parma racconta il mondo fantastico con l’infinita dolcezza che nasce dal suo cuore.
Il fascino segreto nel raccontare e la gioia di ascoltare le favole ha segnato la vita di tutti noi perché sono state fondamentali per stimolare la fantasia nel periodo dell’infanzia: quando si poteva volare sull’isola misteriosa o in fondo al mare con le belle sirene, infilarsi in un bosco con fate e gnomi o andare alla ricerca della principessa vittima del solito perfido incantesimo.
La forza narrativa di Graziella Parma alimenta il significato dei profondi sentimenti ed illumina l’animo dei personaggi che vengono offerti nelle pagine del suo libro.
Vorrei tralasciare la reiterata polemica che fa riferimento al diverso significato da attribuire alla favola e alla fiaba: la favola è una narrazione con personaggi immaginari come animali, piante, esseri inanimati, che contiene un ammaestramento morale (le famose favole di Fedro); la fiaba è un racconto fantastico, per lo più di origine popolare, in cui agiscono esseri umani e creature provviste di poteri magici (come maghi, fate, streghe e gnomi), animali e cose parlanti (le famose fiabe di Perrault).
La mia idea è propendere, per estensione, a definire come “favola” qualsiasi narrazione di fatti inventati, sia essa favola con morale, fiaba e leggenda.
Le intelligenti favole di questo bel libro sono lo specchio fedele dei nostri sogni, degli amori desiderati, delle avventure immaginate, dei voli in libertà della fantasia e delle speranze che vivono nel cuore dei personaggi di vicende fantastiche: la sostanza stessa della nostra coscienza e delle esperienze vissute.
In molti casi abbiamo condiviso le storie ascoltate e ci siamo immedesimati nel protagonista, abbiamo vissuto con la fantasia le sue mirabolanti avventure e tribolazioni, seguito il suo cammino, accompagnandolo al trionfo del Bene o alla scoperta d’un tesoro nascosto nell’angolo più segreto del mondo.
La forza delle favole risiede nel fatto che nascono e seguono il loro percorso in una dimensione infinita, in una sospensione nel tempo e, per questo motivo, possono, ancora oggi, raccontarci nuove emozioni, impensabili prospettive e fantastiche visioni.
Le sette favole presenti nel libro di Graziella Parma, che sono rivolte a bambini con età superiore agli otto anni, narrano “percorsi di vita” come afferma la stessa Autrice, mettendo in risalto il significato più autentico dei sentimenti, la consapevolezza, la saggezza e l’indispensabile umiltà per poter accogliere i “consigli”, grazie ad un viaggio che offrirà, racconto dopo racconto, la consueta “morale della favola”, che nasconde sempre importanti insegnamenti, dopo aver attraversato situazioni difficili costellate da sacrifici e, seguendo un filo conduttore sotterraneo, aiutando ad accrescere l’autostima e ad alimentare la consapevolezza per vivere una vita migliore.
“C’era una volta…”, il famoso inizio d’ogni favola, viene regalato, con meravigliosa passione, anche in questo libro, nel quale i bambini troveranno la favola della “paperella dalle piume ribelli” che, dopo la fuga dalla serena vita del pollaio, spinta dal desiderio di conoscere il mondo, scoprirà che il luogo più bello dove può essere felice è proprio il Paese del Laghetto, rendendosi conto che la libertà è vivere gli affetti di coloro che ci amano veramente.
Nella seconda storia leggeranno la vicenda di un vecchio gigante, buono e scanzonato, vittima di un incantesimo perché, in realtà, è un principe scapestrato bisognoso di comprendere il vero valore della vita ed il destino lo condurrà nelle braccia dell’amore.
Segue la storia struggente, “Piccoli gnomi dal rosso cappello”, che vede protagonista un bambino che, dopo il bacio della buonanotte della mamma, si tuffa nel suo vecchio libro che lo trasporta nel mondo della fantasia animato da piccoli gnomi dal cappello rosso e, dimostrando il suo coraggio, capirà che solo conoscendo se stessi si può scoprire come vivere al meglio la vita e non lasciarsi attanagliare da desideri impossibili.
Denso di un’atmosfera che si rifà alla tradizione delle fiabe africane si potrà leggere la bellissima favola di un capo tribù che, al calar del sole, raduna i bambini per raccontare la storia affascinante d’un ragazzo che vive nella savana e, per salvare il suo villaggio dalla fame e dalla sete, si mette in viaggio trovando una grande zucca magica capace di regalare continui consigli per farlo diventare un saggio capo tribù.
Altre favole apriranno scenari fantastici, ma lascio alla curiosità dei giovanissimi lettori andare a scoprirli.
Chiude il libro la fantastica storia d’amore tra il giovane Liam e la piccola fatina bionda Eileen, vittima di un incantesimo delle fate che l’hanno relegata in fondo al mare, concedendole di tornare sulla terra solo una volta al mese: per amore, la bella Eileen rinuncerà alla giovinezza eterna per ritornare, dopo lunghi anni d’attesa, dal suo amato.
La vita insegna a riconoscere l’amore e saper guardare oltre le apparenze: perché, fin da piccoli, si deve imparare che “le apparenze ingannano solo chi vive di apparenze”.
Il mio positivo apprezzamento è rivolto anche ai bellissimi e coloratissimi disegni che accompagnano l’inizio d’ogni favola e possono ben considerarsi la ciliegina sulla torta.

Massimo Barile


Introduzione dell’autrice

“C’era una volta…” così la nonna cominciava le sue favole che così continuano ad incominciare ancora oggi. Quanto sono state importanti per la crescita di ogni bimbo! E perché no, anche per quella di qualche adulto!
Nei racconti delle favole gli eventi che si sgranano tra le righe in sogni realizzati, amori desiderati, nostalgie ritrovate, libertà felici, ci riportano i semi della nostra coscienza ed il vissuto della nostra psiche tra stralci di vita, di storia, di culture, di tradizioni.
Spesso ci immedesimiamo nel tracciato, ne condividiamo i percorsi, ne comprendiamo le motivazioni.
Tanto ci hanno raccontato le favole nel percorso di un tempo infinito, e tanto ci possono ancora raccontare oggi avvicendando situazioni e stati d’animo a significati di vita.

Nelle favole qui narrate seguiamo dei percorsi di vita. Ne cogliamo la speranza e il valore degli affetti. Ne scopriamo la saggezza e l’umiltà nell’accoglienza di buoni consigli.

Ci accompagneranno, tra le righe, buone morali, sacrifici premiati ed insegnamenti nascosti. Impariamo che autostima e consapevolezza aiutano a vivere meglio.

Età indicativa di lettura: da 8 anni. È auspicabile una lettura assistita in famiglia. Ciò consentirà una ottimale e significativa condivisione dell’area comunicativa della favola.


Così le favole raccontano


Tindy la paperella dalle piume ribelli

C’era una volta una paperella dal nome Tindy. Sarebbe stata molto carina Tindy se non avesse avuto tutte quelle piume sempre spettinate che le davano un’aria tanto ribelle.
Era nata in un pollaio chiassoso che le stava, come si suol dire, ‘un po’ stretto’. Proprio così: ‘stretto’. Tindy si annoiava in fretta. La vita di tutti i giorni non le dava più emozioni. La passeggiata al laghetto era sempre la stessa, gli amici quelli di sempre, i discorsi sempre uguali. Tindy si sentiva molto amata e coccolata da tutti nella fattoria, ma questo a lei non bastava più.
Sentiva un gran desiderio di libertà ed una gran voglia di conoscere il mondo. Un giorno, passeggiando nel frutteto scoprì un grosso squarcio nella recinzione. “Un segno del destino” pensò. Era sola in quel momento. Gli altri abitanti della fattoria si crogiolavano al sole dell’aia in quel pomeriggio d’estate.
Non disse niente a nessuno, uscì passando dalla rottura del recinto e s’incamminò lungo il sentiero polveroso che si srotolava innanzi a lei. Le sembrò di essere padrona del mondo e della sua vita. Si sentì felice. Era ansiosa di vivere le sue nuove scoperte.
Il sentiero sbucava su una grande via trafficata: auto in corsa, clacson, rumore. Intorno case, negozi, gente. Quanta confusione! Ma quanto erano belle le vetrine dei negozi! Le luci delle insegne invitavano ad entrare nei locali. Ne scelse uno, quello con l’insegna più colorata.
C’era molta gente, e un po’ timorosa si mise in un angolo ad osservare.
“Non ti ho mai vista qui” l’apostrofò una vecchina “Da dove vieni?”
“Dal Paese del Laghetto” rispose Tindy “È la prima volta che vengo in città”.
“Io invece vivo qui” replicò la vecchina “Vivo sola e sto spesso qui delle ore in cerca di un po’ di compagnia. Poi torno a casa e non esco più fino al giorno dopo. Beata te che vivi in campagna!”
“Povera la mia nonna” pensò Tindy “non vorrei mai si dovesse ritrovare un giorno così sola”. Scacciò il triste pensiero, salutò la vecchina ed uscì.
Seguì lungo il marciapiede la gente che, come mossa da una poderosa spinta, si dirigeva verso un alto palazzo a vetri. Così incredibilmente alto che Tindy non riuscì a vederne la fine. “Deve essere un grattacielo” pensò facendo appello a delle foto che aveva visto su un grosso libro colorato alla fattoria.
E che belle le macchine parcheggiate davanti all’ingresso!
“Certo con delle auto così chissà quante belle città potrei raggiungere in poco tempo!” Fantasticò un poco Tindy prima di partire alla scoperta di quell’immensa casa di cemento.
La grande porta a vetri del palazzo si aprì non appena Tindy si accostò all’ingresso.
Meraviglia delle meraviglie! E pensare che il recinto del suo pollaio si chiudeva e si apriva a fatica! Le persone si accalcavano davanti ad una porta che si apriva e si chiudeva in continuazione con tanti numeri colorati che si accendevano e si spegnevano. Eh sì, era un ascensore. Ma Tindy non osò salirci. Prese le scale e si fermò incuriosita al primo piano. Tante le porte. Tutte uguali, affacciate su un lungo corridoio.
Ogni porta con una targhetta indicatrice ‘Ufficio Commerciale’, ‘Ufficio Acquisti’ e tante altre ancora.
“Oh! Questo deve essere il motore degli affari: qui si compera, si vende, si guadagna” commentò tra sé e sé.
Aprì piano una porta. Tante persone sedute dietro la loro scrivania lavoravano davanti a dei computer.
“Vieni avanti!” la voce dell’uomo al centro della stanza risuonò per Tindy come un tuono di temporale.
“Sei nuova? Vieni. Ti mostro il tuo lavoro. Vedi questi documenti? Li devi archiviare mettendoli in ordine alfabetico. A fine giornata avrai lo stipendio”.
E fu così che Tindy si ritrovò a lavorare. Con i primi stipendi si pagò l’affitto di una camera dove dormire comodamente. Si comperò dei vestiti nuovi e come primo regalo per sé acquistò un biglietto d’aereo per il suo primo bel viaggio nel Nord dell’Europa. Aveva sempre pensato che girare il mondo e vedere ciò che aveva sempre letto sui libri sarebbe stata la cosa più importante.
Fu entusiasmante per lei visitare i ghiacciai del Polo, poi le sabbie dei deserti assolati, le foreste tropicali. Il suo sogno si era realizzato e questo avrebbe dovuto renderla felice.
Ma più i mesi passavano, più Tindy capiva di non stare bene. Spesso la sera tornava a casa stanca e si addormentava senza cenare. Le persone che aveva conosciuto non si erano poi rivelate amiche come lei avrebbe desiderato.
Invidia, cattiveria, gelosia avevano portato Tindy a diffidare sempre di tutto e di tutti.
Cominciò a pensare che c’erano delle cose che né il lavoro, né i soldi, né la libertà che stava vivendo le avrebbero mai dato. Capì che tutto ciò che possedeva non bastava.
Doveva fare qualcosa. Lasciò tutto. In fondo un lavoro l’avrebbe trovato anche al Paese del Laghetto, e lì non sarebbe stata sola. La sera tornando a casa avrebbe trovato tutti gli altri abitanti del pollaio, i suoi fratelli e gli amici di sempre.
Avrebbero cenato insieme ed insieme chiacchierato fino a tardi.
E cosa importante, al pollaio del Laghetto le nonne papere non avevano problemi di solitudine.
Sarebbe stato bello ascoltarle mentre raccontavano di momenti vissuti e di buoni sentimenti. Tindy pensò anche che qualche bel viaggio l’avrebbe sempre potuto fare e di certo l’avrebbe apprezzato ancor di più sapendo che in molti avrebbero atteso a casa il suo ritorno.
Fu così che Tindy tornò al Paese del Laghetto. Venne accolta con un calore inimmaginabile.
Tindy aveva ormai capito che la sua libertà era nel vivere gli affetti di chi l’amava.

Ora Tindy era felice. Era cambiata, ma… le sue piume continuavano ad essere tanto arruffate!… e le davano un’aria così ribelle…


[continua]


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