Storie d’altri tempi - diario di un giramondo

di

Giovanni Tini Brunozzi


Giovanni Tini Brunozzi - Storie d’altri tempi - diario di un giramondo
Collana "I Salici" - I libri di Narrativa
14x20,5 - pp. 152 - Euro 12,00
ISBN 9791259511676

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In copertina: “Banana plantation Organic Crop. Rural landscape banana palm field” © Emoji Smileys People- stock.adobe.com


Non so se riuscirò a pubblicare ancora altri libri dopo di questo, lo spero, anche perché il materiale non manca. Ma la mia età ha raggiunto una vetta dalla quale è difficile fare previsioni attendibili, non solo, ma continuando a vivere c’è da sperare che certe capacità psicofisiche mi assistano per poter portare avanti la trama dei miei desideri. Nel presente libro i racconti sono stati separati in tre diverse sezioni: nella prima parlo dei miei viaggi all’estero dove ho cercato di mettere in risalto i momenti degni di essere raccontati, perché è naturale che ce ne siano stati altri di duro lavoro, di sacrifici e la personale provata capacità di operare sempre sotto stress ed adattarsi ad usi, costumi e lingue diverse. Nella seconda parte troverete i ricordi di momenti vissuti rimasti vivi nella mia mente. Un solo racconto, Matteo, mi è stato trasmesso dalla narrativa locale. Nella terza parte invece ci sono storie di pura invenzione da non avvicinare assolutamente ad avvenimenti che potrebbero avere riscontri nella realtà. Spero che la lettura di queste poche pagine riesca a suscitare il vostro interesse.


Storie d’altri tempi - diario di un giramondo


prima parte

Viaggi all’estero

IL VIAGGIO PIù BELLO DELLA MIA VITA

Se dovessi elencare tutti i viaggi che ho dovuto affrontare nel corso della mia vita alla ricerca di quello migliore, sarebbe cosa piuttosto difficile. Per circa ventiquattro anni, un terzo del mio tempo lavorativo l’ho speso viaggiando, prima in Italia, poi per il mondo. E quando dico mondo, è perché ho calpestato ricche porzioni di questo meraviglioso globo che gira intorno al sole. Presi il mio primo aereo per l’Estremo Oriente il 5 febbraio 1962 e quello che mi riaccompagnò in Italia dall’Isola Caraibica di Trinidad and Tobago con la famiglia, avvenne intorno alla fine di aprile del 1984. Ma i miei viaggi, seppure affascinanti ed istruttivi, erano viaggi di lavoro, e siccome non sono venuto mai meno al mio impegno dedicando tutto il tempo possibile alla mia attività, le conoscenze che ho acquisito sono solo geografiche, antropiche ed anche politiche, ma non turistiche; Geografiche, perché il mio lavoro mi portava a girare il paese della residenza temporanea in lungo e in largo.
Antropiche, perché dovevo gestire una media che si aggirava intorno ai duecento uomini e qualche volta un po’ di più.
Politiche, perché ho avuto a che fare anche con politici e senza volerlo, un paio di volte, mi son trovato in situazioni di vera e propria lotta armata.
Come ho già anticipato, i miei erano viaggi di lavoro e la macchina fotografica la usavo solo per documentare l’avanzamento dell’opera.
Nel 1962 mi trovavo in Thailandia per la costruzione di un elettrodotto che dal Nord del Paese arrivava fino a Bangkok. Era un progetto molto impegnativo anche per una serie di problemi derivanti dal disconoscere completamente il Paese, la gente e la lingua. Fummo quindi costretti ad assumere un interprete per ogni squadra e a me capitò uno spagnolo, certo Luis Serrano che fu accolto nel nostro campo centrale. A Luis, che aveva avuto una vita abbastanza rocambolesca, piaceva raccontare le sue avventure di guerra, di viaggi e di donne incontrate durante i suoi spostamenti. Sapemmo così che giovanissimo, nel 1936 aveva partecipato alla Guerra Civile Spagnola con il battaglione “Garibaldi”, creato dagli antifascisti italiani prima, e con la “Brigata Internazionale” poi, formata da volontari arrivati da molti Paesi ivi compreso, un certo numero di istruttori militari Russi. Con la caduta di Madrid nel marzo 1939, e l’ascesa al potere del generale Francisco Franco, pensò bene di emigrare in Russia per evitare possibili gravi conseguenze derivanti dalle sue scelte politiche. Aveva allora ventitré anni.
Rimase in Russia e combatté con l’Armata Rossa contro l’Esercito Tedesco guadagnandosi anche una medaglia al valore. Finita la guerra, entrò a lavorare nel complesso Statale “Strade Ferrate della Russia” ed ebbe modo così di percorrere più volte la famosa ferrovia Transiberiana che con i suoi 9.198 chilometri collega Mosca alla città di Vladivostok.
“Era un percorso con un paesaggio molto suggestivo, un territorio immenso innevato d’inverno, una tavolozza di colori in primavera ed estate. Ma era soprattutto un lavoro pesante e mal pagato e a parte l’entusiasmo delle prime volte, a lungo andare il tragitto divenne terribilmente pesante e noioso. È vero, avevamo un cambio ogni mille chilometri circa e c’era una mensa con dormitorio nelle stazioni dove avvenivano i cambi del personale. Ci spettava così un giorno di riposo che dedicavamo alla scoperta della città e spesso, per avere un incontro galante con qualche cameriera dell’organizzazione ferroviaria che ci ospitava. Ecco perché conosco i centri urbani disseminati lungo il tracciato della ferrovia. Col tempo però, non sopportando più quel lavoro e l’oppressione del sistema, approfittando di una sosta a Vladivostok, nel 1954 presi il largo. Fui accolto clandestinamente su una nave Norvegese che faceva scalo a Bangkok e da allora non ho più lasciato la Thailandia.”
Invogliati dai racconti fantastici del signor Serrano, che riusciva a descrivere in modo colorito ambienti e personaggi, assieme ad un collega progettammo di non rientrare in Italia via aerea una volta terminati i lavori, ma di intraprendere un avventuroso quanto meraviglioso viaggio via mare, che doveva portarci da Bangkok alla città di Vladivostok, porto Russo sul Mar Giallo, e da lì, attraversare la Russia fino a Mosca in treno, percorrendo la ferrovia Transiberiana. Poi da Mosca a Vienna con una sosta di qualche giorno a Praga, chiudendo il viaggio a Milano. Facendo i conti, in questo giro, avremmo consumato tutte le ferie di nostra competenza ed anche il denaro guadagnato.
Sedotti da questo meraviglioso sogno, con l’aiuto del signor Serrano e con la carta geografica, cominciammo a studiare l’itinerario di un viaggio che doveva rivelarci una parte di mondo a noi completamente ignota. Scoprimmo così, arcipelaghi e mari con i loro porti operosi e formicolanti, città dai nomi esotici e dalle locali fantastiche architetture.
Saremmo partiti da Bangkok navigando fino al Porto di Hong Kong su una “Giunca”, nave tipica cinese dalle vele colorate e fisse sulle nervature, simili ad ali di drago. Poi, sempre in nave, risalendo il Mar Cinese Orientale ed il Mar del Giappone, avremmo fatto tappa a Kagoshima, porto Giapponese nell’isola di Kiushue. Qualche ora per visitare la città con il suo vulcano attivo e da Kagoshima con una imbarcazione di fortuna verso Vladivostok. Secondo il signor Serrano Vladivostok, oltre ad avere uno scalo navale militare e commerciale importante, per la sua posizione geografica, è anche una città multietnica piena d’intrighi e di misteri, di situazioni avventurose, spesso pericolose, dove le varie culture, libere dai vincoli delle proprie tradizioni, si armonizzano in una unica voce alla ricerca dei piaceri istintivi della vita. Dopo la sosta a Vladivostok, ci aspettava la Transiberiana, la ferrovia più lunga del mondo, che doveva portarci fino a Mosca. Non c’erano soste in programma, questo dipendeva dalla stagione e dalla resistenza fisica. Nel tragitto avremmo attraversato una quantità di città e luoghi dai nomi impronunciabili come Krasnorsk, Novosbrsk e tanti altri. Sulla nostra strada c’erano anche importanti corsi d’acqua come i fiumi Ob e Volga. Il signor Serrano ci consigliò di visitare Ekaterinaburg, città situata sul lato orientale degli Urali all’incrocio di due continenti, Europa ed Asia. È il capoluogo della regione Sverdlovsk, ricca di laghi fiumi e stagni, con scorci fantastici ed una architettura unica nel suo genere. Ultima tappa di questo lungo viaggio Mosca. Città incantevole in ogni periodo dell’anno, con la sua piazza Rossa che ospita Cattedrali e complessi ricchi di storia e cultura. Il Mausoleo di Lenin, il Cremlino, la Cattedrale di San Basilio ed altro. È la città più popolosa della Russia, centro economico e finanziario, lambita dal fiume Moscova che ne esalta la nobiltà. È anche piena di locali notturni che offrono allo spettatore le loro tradizionali danze, e di famosissimi teatri attivi tutto l’anno, dove la danza classica viene elevata ad una eccelsa raffinatezza. Ci saremmo fermati almeno una settimana con la speranza di fare qualche incontro interessante. Da Mosca sempre in treno avremmo attraversato la Russia Bianca con una breve sosta a Minsk e quindi via Varsavia a Praga. Praga, definita città dell’oro, con i suoi castelli, i suoi giardini, il meraviglioso Ponte Carlo sul fiume Moldava. Immaginavamo questa città sognante e tutte le altre che avremmo dovuto visitare al di là della cortina di ferro, come bellissime donne malvestite e mortificate dalla morsa del socialismo reale.
Gli ultimi giorni di ferie e gli ultimi soldi li avremmo spesi a Vienna, città romantica per eccellenza, capitale del Sacro Romano Impero per più di quattro secoli. Passare per le sue strade e ammirare i suoi monumenti, edificati anche con il contributo di artisti italiani, sarebbe stato come rivivere importanti tappe della storia Europea. Ascoltare il mormorio delle acque del Danubio che nei secoli ha ispirato poeti, scrittori e musicisti, sarebbe stata la conclusione più bella di un così lungo viaggio.
Purtroppo, le cose difficilmente seguono il corso progettato dall’uomo, e spesso, si è costretti a seguire la strada che ci impone il destino. Infatti, il mio collega prima che si concludessero i lavori, fu trasferito in Pakistan ed io dovetti rientrare anzitempo per motivi di salute. Al momento provai un grande dispiacere e ancora oggi rimane il rimpianto per un sogno irrealizzato. Forse per questo acquista la fisionomia del VIAGGIO PIù BELLO, senza sbavature e inconvenienti, senza ritardi né soste penose. È stato semplicemente l’itinerario della fantasia.

[continua]


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