Dove si posano le foglie

di

Giorgio Valdes


Giorgio Valdes - Dove si posano le foglie
Collana "I Gigli" - I libri di Poesia
14x20,5 - pp. 78 - Euro 11,00
ISBN 978-88-6587-1843

Clicca qui per acquistare questo libro

Vai alla pagina degli eventi relativi a questo Autore


In copertina: “Öllampe – Abendstimmung” (Lampada a olio – Serata) © Marianne Mayer – Fotolia.com


La vita ha un luogo che non è solo la cornice dell’esistenza ma il grembo entro il quale essa fiorisce, si sviluppa ed affonda le proprie radici. Ed ha un tempo che non è solamente una finestra sugli anni ma anche un vettore di speranza che può proiettarla verso l’infinito. Una riflessione profonda sulla complessa e misteriosa interazione tra vita, tempo e luogo può aiutare ad attribuire l’esatto peso specifico alle vicende personali e collettive e a ritrovare la strada per riscoprire l’armonia perduta. La vita, come la foglia, respira con l’albero e dona l’ombra al frutto che piano matura. Poi ingiallisce, si accartoccia, cade e si abbandona al vento. La poesia può seguire il percorso della foglia sino ad intravedere il luogo in cui essa alla fine si poserà definitivamente. La vita fugace s’allontana verso il mistero e i luoghi restano nel silenzio custodendo gelosamente lo scrigno della memoria che solo la poesia può sfiorare ed aprire.

L’autore


Dove si posano le foglie


L’anima come per una legge di gravità,
dall’amore è attratta ovunque essa sia tratta.

Sant’Agostino


Tempo

S’avvita tra buio e luce e lontan fugge
e l’impronta nitida è nel cuore
che conta col respiro stagioni e ore
nella scia del mistero che ora sfugge.

La luce dell’aurora sfiora e sugge
e nella notte veglia col dolore
per raccogliere il fiore che pian muore
e per lenir la pena che cuor strugge.

Pulsa nel lento fluire d’aria e d’acque
e l’infinito è sentiero e fonte
entro lo spazio ove la luce nacque.

Pulsa nel sonno del gelido inverno
e cinge il prato ove tenebra tacque
Ed è freccia che corre con l’eterno.


Colle antico

Colle antico che verso mar protendi
ad offrire rifugio a impetuose onde
ed a guidare i venti su alte sponde
con la mano che ad ogni vita tendi.

Sullo scoglio ogni vento ascolti e fendi
e tra i pini col sale tra le fronde
la pace con il sonno si confonde
nella tiepida luce che in ciel prendi.

Nel tuo porto sicuro di gioie e pene
tra fiori senza zolle e fioco lume
la terra copre affanni ore e catene.

E il ricordo diviene luce e fiume
nel vento lieto che nel cuor sovviene
quando seme in tuo grembo divien nume.


Ascesa

V’è un monte per ogni nuova aurora
che accoglie chi dolore e amor traduce
e apre il suo cuore alla candida luce
per cercar fonte antica che ristora.

V’è un volto un ricordo e una dimora
che cruccio affanno e dolore riduce
con la grazia che al perdono conduce
e con la pace che dal buio riaffiora.

V’è un sentiero tra montagne e venti
che insegue l’orizzonte più lontano
dove la vita scorre senza stenti.

E v’è una via tra chi soffre piano
e porge al cielo azioni pene e intenti
attendendo il calore d’una mano.


Passaggio

Vola nei campi lo spirito fiero
tra sole spighe e grano ben maturo
nel tempo nuovo meno amaro e duro
fonte di pace e di riposo vero.

È dissolto l’orgoglio cupo e mero
ed autunno distende il velo scuro
sull’anima divisa dal reo muro
che vola verso l’alba del mistero.

Leggero l’infinito si colora
e svela il piano di virtù foriero
mentre pena svapora nell’aurora.

Sol Colui che nel cuor vive e dimora
salva con il perdono puro e austero
e l’anima slavata infin ristora.


Innocenza

Tu che del mondo vero mal ignori
diafane ali tra i venti distendi
per cercar sui petali altri colori
e per sfiorare luci che comprendi.

Rimuovi gli spigoli in tristi cuori
e come dono gioie limpide rendi
mentre nel bel giardino degli amori
a candida innocenza aspiri e tendi.

L’animo tuo la pace dona e infonde
e chi distratto e stanco pian t’ignora
infin t’ascolta e seren si confonde.

Sei un cuore puro che dal grigio affiora
e che sorriso pianto e pace fonde
e sei luce che svela vera aurora.

A Gloria Demeglio


A Monica

Piccolo fior reciso nell’aurora
portato dal reo vento di maestrale
per mostrare l’amore che ciel sfiora
con l’innocenza che nel cuor è strale.

Nei tuoi occhi neri luce si colora
e lacrima dal cuor pian risale
rivelando il dolore che dimora
nell’animo tuo bianco come sale.

Il tuo soffrire ancora ci confonde
ma sana animo cupo reo e ferito
con la speranza che la pace infonde.

Or riposi nel bel giardin fiorito
dove pace e letizia sono sponde
del nuovo tempo che ti ha rapito.


La caduta

Fende la luce e l’aria ormai ferito
l’uomo che gravità or più non teme
e verso morte va sereno e ardito
serbando in cuore amore e vera speme.

Tela di morte follia ha infin ordito
e nell’orrore trova campo e seme
ma entro il calice l’uomo va spedito
a trovare la pace che in cuor preme.

E mentre egli nell’aria pian si arrende
lo spazio si ritira e poi scompare
lasciando il vuoto che ancor l’aria fende.

Ma quando terra egli sta per toccare
il velo di speranza si distende
e nasce un nuovo fiore per amare.


La Roccia

Ancora il gregge guidi sulla sfera
nell’inverno che piano il cuore cinge
con le spine e l’affanno della sera
che di rosso le stanche membra tinge.

È tremula la tua voce che spera
nel vero amore che umanità stringe
con un soffio di pace pia e leggera
che sana chi alla Sua fonte ora attinge.

Il capo e le pie mani son tremanti
e il cuore accoglie lieto prova e pena
mentre porti la croce ancora avanti.

Quando vita di luce sarà piena
e sulla stella poserai ogni istante
siederai alla Sua mensa nella Cena.

A Karol Wojtyla


San Francesco

Sulla polvere cade l’armatura
e pian s’aprono i tristi occhi sgomenti
per scoprire dell’odio la misura
nel sangue nelle pene e negli stenti.

Il cuore liberato dalla paura
consola vite perse tra vie e venti
e risplende l’anima santa e pura
germoglio di speranza in cuori spenti.

Tra gli oppressi semini gaudio e pace
innalzando la croce grave e dura
come l’umile servo che ama e tace.

L’amore che diventa gioia e premura
è sigillo di vita vera e audace
e via santa per pace duratura.


Pastori

È nel lento e sereno vostro andare
ch’odo l’eco di pace e di preghiera
che l’antico mistero vuol svelare
all’anima che ascolta nella sera.

Ed è il desiderio di trovare
la lontana dimora santa e austera
a donare l’ardore per cercare
quel segno che salva chi prega e spera.

Dinanzi alla mangiatoia v’inchinate
e al bambino porgete ogni gioia e pena
d’una vita che in Lui santificate.

Quando si spezzerà ogni catena
vi seguirò lontano ovunque andiate
oltre ogni bigia verità terrena.


Se sei interessato a leggere l'intera Opera e desideri acquistarla clicca qui

Torna alla homepage dell'Autore

Il Club degli Autori - Concorsi Letterari - Montedit - Consigli Editoriali - Il Club dei Poeti
Chi siamo
La Rivista
La voce degli Autori
Tutti i nostri Autori
Per iscriversi
ClubNews
Il notiziario gratuito
Ultimi inserimenti
Homepage
Per pubblicare
il tuo 
Libro
nel cassetto
Per Acquistare
questo libro
Il Catalogo
Montedit
Pubblicizzare
il tuo Libro
su queste pagine