Comme le son de la brise matinale

di

Francesco Sinibaldi


Francesco Sinibaldi - Comme le son de la brise matinale
Collana "I Gigli" - I libri di Poesia
14x20,5 - pp. 146 - Euro 11,00
ISBN 978-88-6587-1416

Clicca qui per acquistare questo libro

Vai alla pagina degli eventi relativi a questo Autore


In copertina: Voyage © Olly – Fotolia.com


La silloge di poesie e prose, dal titolo Comme le son de la brise matinale, comprende composizioni scritte in quattro lingue: italiano, inglese, francese e spagnolo. La nuova opera di Francesco Sinibaldi rappresenta lo specchio fedele della consolidata visione lirica ad ampio spettro che è diventata la colonna portante della poetica sinibaldiana.
Lirica densa di immagini, pervasa da atmosfere evanescenti e, al contempo, carica di forte energia evocativa, nonché costellata da numerosi riferimenti ed influenze classiche.
La voce che nasce dal cuore diventa “cantico” di emozioni: candido animo davanti al mondo, incanto di fronte alle meraviglie della Natura e sussurro dell’anima al suono delle parole che fanno risplendere la sostanza stessa dell’esistere: “la vita sorge come una goccia di candore etereo”.
La sua poesia rinasce nella “silente nostalgia” e “dona un chiarore” nel “vento malinconico che affligge”: vibrante poetica nell’immensa luce d’un incanto divino che alimenta il “perpetuo canto e l’infinita gioia”.
E Francesco Sinibaldi offre un canto raffinato, immerso nel lirismo magico e in virtuosi recuperi memoriali: la sua Parola, armonia e purificazione, diventa poetica della vita.

Massimo Barile


PREFAZIONE

L’inizio dell’attività letteraria, avvenuto nel mese di luglio 1991 con la stesura del racconto “Quella sera d’Agosto”, trova la sua origine nella situazione emotiva presente nei mesi precedenti e compresi tra il mese di gennaio 1991 ed il successivo mese di luglio.
In quel periodo la tensione interiore ed il relativo travaglio crearono le condizioni più favorevoli per la nascita di una fase impegnativa e decisiva per l’emergere delle circostanze che mi portarono, a metà del mese di luglio, alla creazione del primo racconto dedicato al tema dell’infanzia, ove cercai di trasmettere sensazioni di nostalgia mista a giovanile spensieratezza.
Dopo alcuni giorni dall’inizio dell’attività letteraria, per tutto il mese di agosto, trascorsi un periodo di vacanza al mare.
Tra gli ultimi giorni di agosto e la prima settimana di settembre ripresi la produzione di composizioni proseguendo nel filone dei racconti da poco iniziato e scrissi “Nella grazia dei racconti”, “Con i sensi nel tramonto”, “Il richiamo del verbo sentire” e “Sui pensieri del ricordo”.
A metà settembre mi recai a Santa Maria Maggiore e nel primo pomeriggio di un giorno luminoso
scrissi, su di una panchina del Centro del Fondo situato in pineta, la composizione “Valle dei pittori l’avevan chiamata…”.
Le modalità seguite per la stesura di questo racconto sono state descritte in passato in sede d’Intervento, considerata anche l’importanza che attribuisco a questa composizione dedicata alla Valle Vigezzo ed alla sua storia.
Dopo la prima stesura cambiai alcuni termini utilizzando il dizionario dei sinonimi allo scopo di rendere la composizione più fluente ed armonica.
Il periodo compreso tra la fine di settembre 1991 ed il mese di dicembre segna la preparazione alla fase più importante del primo anno di attività letteraria, con produzione di composizioni di differente impostazione tecnica ma sempre con applicazione della “costruzione sul suono”.
Da metà gennaio 1992 ripresi in modo sistematico la fase della produzione poetica con la presenza dell’atmosfera creata dalle canzoni contenute nell’album “Cold Spring Harbour” di Billy Joel, una musica che mi avrebbe accompagnato sino alla metà del mese di giugno.
Nella seconda metà del mese di gennaio scrissi alcune delle composizioni a cui sono più legato e che si pongono nel momento centrale di produzione poetico del primo anno di attività letteraria; tra queste “Ti prego natura”, “Tempesta”, “La festa dei cuori”, “Cantilena per Elena” e “L’immenso”.
In febbraio mi dedicati alla stesura di sole poesie e scrissi “Ritorno al passato”, “Ritratta in un bosco”, “Io so che sei sola”, “Il suon dell’eterno”, “Tristezze e ricordi”, “Stai pregando bambina”.
Nel mese di marzo 1992 proseguii con la stesura di poesie e di composizioni costruite sul suono, ed in tale periodo scrissi “L’eterno” (3 marzo 1992 ), “A lei”, “Travaglio interiore”, “Mormorio di quiete e stormir d’augelli”, “Eternità”.
Il mese di aprile fu dedicato alla stesura dei racconti, divisi in 4 tipologie (descrittivi, fiabe, racconti storici e descrizioni di città) e composti utilizzando il tempo presente od imperfetto.
Dedicato il mese di maggio all’esercizio necessario per giungere ad una riduzione della velocità delle composizioni, passai alla stesura degli idilli.
Il primo anno di attività letteraria si concludeva pertanto con la produzione di tale tipo di composizioni, scritte tra giugno e luglio 1992, in parte in città in parte a Santa Maria Maggiore.
In montagna e nel corso del mese di Agosto preparai, con le composizioni a disposizione, la mia prima Opera a cui diedi il titolo de “I Pensieri”.


Comme le son de la brise matinale


Cinguettando pia virtù

Silente e nel sol di candida rima
s’oscura e gioisce come candido
fiore nel passar delle sere: ridono
un candore, d’incanto il sussurro
alla voce del cuor.


A fior de l’ingannevol dì

Il sole nasce nei lumi
dell’immensità che vola
nei sorrisi dell’ampia valle,
amata sin dai tempi della
prima infanzia, e mentre
suoni infiniti e vani vanno
nei larici e nelle fessure di
un campicello ricolmo
d’ingannevoli amori, s’odon
veli di fanciulle vagare nei
barlumi di un’amorevole
canzone, sì che il lume
s’avvia nei meandri del mane.
Man mano che le gallinelle
vengono a velarsi nel mannello
dell’anima mia, nonne e nani
dal cappellino fluente emanano
all’ala della mattinata la neve
dell’estate, stagione amata e
viva voce delle nobili illusioni
dalla serena ed amorevole età,
e il santo dei miei pensieri
s’illude come un birbantello.


And if you wait for a pleasure…

Sometimes, when that moment returns
with the sound of a thoughtless reason,
an absent desire appears in your mind
recalling the strength of eternal illusions,
like a sleeping reserve in a florid idea:
but always remains, if you wait for a
pleasure…


Eternité

Les premières
lueurs du matin
touchent la nostalgie
embrassée par
les souffles du
soleil, comme
le triste sourire
qui rappelle la
douceur de la
mélodie: je vois
une lumière
passere avec toi
où le son de
la neige réside
tendrement en
donnant la chanson
de la vie.


L’indole di un rumore boschivo

Il vociare continuo e imperituro li accompagnava nelle oscurità di quel boschetto ove, secondo i temi paesani, vivevano animali non troppo feroci ed anelanti sapori di quiete e di calma interiore, ed il loro passo, sicuro e poco inquieto, li portava a confrontarsi con la cupa realtà di un vissuto ricolmo di tristezze e di gioie assopite. Nel chiarore sgorgante dalla luminosità del sole pensieroso quel docile ed amoroso gruppetto di bimbi dalle guance rosee e dal suono quieto di un anno di felicità si dirigeva oltre i faggi posti all’inizio del bosco penetrando in silenzio nel cuore della vallata e nei luoghi ove era possibile ritrovare, tra le profonde grinze dell’animo, attimi di solitudine e momenti di beata ed eterna fanciullezza; giunti nei pressi di uno spiazzo attorniato da un gruppo di querce millenarie, essi si adagiavano sull’erba ancora profumata di fresca lavanda formando un cerchio quasi perfetto e che rimembrava i disegni degli uccellini svolazzanti nella infinità dei loro ribaldi sogni, che ora divenivano realtà, tale era la bellezza di quel luogo che pareva soffiato dall’alito di un Creatore sensibile e col cuore baciato dalle più nobili mete. Tutto appariva come una fantasia, ed in quei momenti i loro occhi fuggivano a riempire di gioia le cadenti armonie di un pero infuocato d’orgoglio, mentre il sole, che si intravedeva tra le fessure di una chimera madida d’amore, sbocciava oltre il canto di una collinetta regalando a quei sorrisi splendenti un barlume sospirante, al contempo, affanni e schietti brilli di verità.
Ed allora, nel sospiro dei raggi, essi dimoravano per poi morir di tristezze.


El sol silente de la vida

Cuando el sol regresa y una hoja duerme
en la inmensidad de la nostalgia escucho
el eterno, el canto perpetuo que nace en
el sueño y en fin la dulzura, el triste pasar
de una mágica rima.


La musica dai ribaldi tramonti

Vestito con una tunica dai colori intensi e dal magico luccichio, ed incantato nel vedere i purpurei tramonti colorarsi in un’atmosfera dai profili pacati, ecco un musicante passeggiare lungo le sabbie di un sentierino portando al collo un piccolo flauto, da sempre amico anche negli attimi di maggiore spensieratezza e nelle stagioni ove i mattini ritornano a sognare.
Pervenuto nel luogo ove frotte di uccellini dal crine colorato ed emananti suoni dolorosi sono soliti accomiatarsi, e mentre i brilli del laghetto poco lontano iniziano a girovagare nell’aria alla ricerca di un appiglio alle incertezze egli, rimembrando il tempo illusorio del suo passato in cui la vita gli pareva la culla dei miraggi ed il cantore dei sogni, inizia ad intonare melodie appartenute ad ottocentesche ere, e la memoria corre a ridipingere, mediante musicalità, i contorni di un paesaggio baciato solamente dal mattutino raggio del sole; le ultime ombre della giornata mormorano intensità giacenti al chiaro di un cadente cipresso, e tutto ciò che circonda la sua armonia si vela di un chiarore infinito e fuggente sino al limite di un poggio ancora dipinto di verdicci riverberi, tra il sapore della quiete effimera ed il luccichio dei primi lampi apertisi nel centro del paesello.
Il flauto, cantando, pare in realtà gemere, tale è la sofferenza donata da quei suoni quasi soffocati dal mutismo dominante nell’intera e sconfinata campagna, e pervenuto alla fine della musica si nota il tramonto adagiarsi tra i boschi ombrosi e le illimitate vette di una candida e lieta montagna.
Tutto tace e si rivela: le anitre giacenti lungo le castane chiarezze del lago si conciliano, palpeggiando il futuro, nell’intensità d’uno scampanio che nasce proprio nell’attimo degli sguardi confusi e nel luogo ove tutto pare sbocciato dal soffio dei sentimenti, mentre lontano, oltre il tetto scosceso del casolare aggrappato alla montagna, un fascio di rosea lavanda si diffonde ovunque regalando agli ultimi rossori un novello alone di spontaneità.
Ed al culmine di tale prodigio della natura, odo provenir dal fondo dell’animo un sospiro d’amore.


La parole est à l’éternité

Je chante dans l’éternité, comme un
petit oiseau qui rappelle la première
chanson de la jeunesse: et quand le
son du matin revient dans un souffle
de lumière ici, dans mon coeur, une
triste mélodie encore disparaît…


Il cantico delle dolci emozioni.

Questo è il cantico delle emozioni dolci come
il soffio del sole quando nasce l’eterno, nel vanto
d’un fiore, nei suon dell’immenso che fulge e
gioisce dimorando in silenzio.
Torna mia dolce canzone, dona a quel giunco
l’amor che risplende nei suoni perpetui dei
caldi mattini ed al fine, spossato, un lieve fiatar
donerà dei ricordi.


In the sweet memory…

Beautiful moments
and the breath
of a thin intuition,
when a picture
appears near
a velvety curtain:
I see the footprint
of a burning idea
returning alone
while a winding
desire discovers
the light replaced
in the sunshine,
and here is my
sadness, the tender
pretence on the
white sensitiveness…


Il cipresso dei mille sospiri

Ombreggianti ed oscure
atmosfere giacciono nel
cuore della profumata
mattinata, coi galletti
canterini che passano
nell’orlo dei ruscelli ad
inventare sogni e richiami
fluenti nel grembo
dell’infinita vallata; la
gallina canta, rumoreggia
il sospiro di una capretta
belante tremori ed antichi
passati, passeggia col fischio
di sempre l’artigiano abituato
a mirare le trecce delle
giovani ed amate fanciulle
di paese, luogo adagiato
al pensiero di un’età mirabile
e nascente al morir delle
fronde nei cespugli; la vita
sorge e gioisce come una
goccia di candore etereo,
ed in mezzo al leggiadro
prato dal cuore baldanzoso
odo vociare il canto del
cipresso e gli amori dei
mille amati sospiri.


Perhaps in your eyes…

It’s easy to find sensibility where a
passing behaviour appears in your
mind, with a tender delight and the
sound of a strong intuition: it’s easy
for me to recover a white star in the
light of your eyes…


Una antigua memoria…

En la fría
atmósfera de una
mañana de septiembre
escucho el canto
de un sombrerero
que dulcemente
recuerda el pasado,
como un niño
feliz en la inmensidad
de un juego infinito.
Un pájaro vuela
en el cielo regalando
a los ojos la triste
ilusión y la luz
de la esperanza
y entonces, en
la voz de los deseos,
siento el canto
afortunado de una
joven suavidad.


Un giorno di Giugno
(Composizione scritta in data 23/6/1993)

Dorme l’armonia di questa valle inquieta, col
soffiare del vento che s’adagia tranquillo nella
pace dei sensi e nel suon dei castani; lumicini
di un ricordo ormai sopito nel nulla fan mille
chiari, ancor rimembrando magie festose di un
tempo passato tra i fulgori del sole ed i canti
infiniti de li augelli ridenti.
Posandosi ove i cuori dimorano gioendo d’amore
ride il fanciullino, ed il suo palpitìo fugge sin a
giungere tra i pallori di un’alba morente e incantata
dal cader delle fronde impaurite, che ancor ora mi
chiaman.
Codesta è la melodia di un giorno di Giugno, un
mese amato.


The sun in your smile

There’s the sound of a sunshine
on your delicate smile, there’s
a little desire and a sincere design;
there’s a pure intuition where a
fine bird escapes like a fugitive
thought…


Il sussurro dei tempi

Il sussurro dei tempi e il sapor delle
dolci cantilene, nel luogo dei vivi
pensieri e dei soffi beati che fuggon
gioiosi a mirar dell’eterno la perenne
canzone: e quivi, nel sole, della luce
il candore…


Le son de l’éternité

Dans le souffle de l’aimable soleil, et
quand le chant des âmes désolées
décrit la lumière qui reflète un instant
silencieux, je sens l’éternité: les ombres
de la nostalgie couvrent les profils
d’une confuse émotion, et le chant
disparaît comme oiseau solitaire dans
le son de la neige.
J’attends le matin, l’amour et la pluie…


The song of the blessed leaves

In a glimmer
created by the
sun there’s an
harmony, sweet
and refined like
a gasping behaviour,
the typical gesture
that always remains
in the prudent
desire of a lovely
dream; I hear,
in the sunset,
soft atmospheres
and beautiful sounds,
a delicate hand
touching the sigh
hidden alone
near the song
of my pain.


The song of my pain

This is in
abstract the song
of my pain: this
is the glimmer
that always appears
like a frightened
eye in the deep
of a night, this
is my fear, the
sorrowful singing
and the inner
lament.


La prigione dei possenti
(Composizione scritta in data 23/6/1993)

Le libellule con le ali svolazzanti nell’immensità del
cielo dipingono, adagiandosi sul soffice cuscino formato
dalle nuvole, un profilo ricco di nostalgia, con sapori
purpurei e ricordi morenti.
Luci soffocate e barlumi di una quiete infinita fan mille
giri pur rimembrando i colori dell’età passata, e tutto
si vela di fantasia, con gli uccellini a canticchiar i contorni
di una pace quasi voluta dalla forza dei desideri ed i
fringuelli ad assaggiare i profumi giungenti dall’altezza
di un tetto mutato in rimorso.
E allor che l’ora picchiando salta nell’arietta fine, io m’invento
un sogno ed un desiderio ricolmo di gioie assopite.


But I call you Regina…

The sun in
your eyes, while
the sound of a
blackbird describes
a poetical verse,
with gentle reports
and a soft serenade
near a deep
inspiration; the
calm disappears,
an inner design
comes back in
a moment recalling
the ground and
a fine sensibility,
and a voice in
the air: “… I call
you too…”.


La dulzura de las rosas

En la eternidad
de una noche
cantarina un pajarito
está durmiendo,
como dulce cantilena
en la dulzura de
un seto candoroso
y lleno de inocencia.
Siento el sonido
de una fuente
brillar dichoso
donde muere el
infinito y el artesano,
tan feliz, que
regresa en el silencio
del presente fugitivo;
y en el cielo, con
el sabor de la
tristeza, veo una
luz desaparecer.


Il musicante

Tra i chiarori perduti di quel sole
morente nasce, con cori di morte
e profumo di quiete, l’infinito
mottetto; canta il ciel turchino al
vociar del musicante, odo voci di
amene fiaccole morir nella vera e
perpetua canzone, e miro sereno,
onde il villo fa festa, beltà dei
fringuelli che s’acquietano paghi.
Il musicante è il cantore di vita,
egli con fulgidi e miti prodigi
dipinge i quadretti del vento, e con
sorrisi s’incanta, al calar della luna.


La tendresse des pauvres

Je vois la tendresse
dans les yeux
baissés d’un vagabond,
avec des vêtements
sales et l’âme
désolée qui chante
avec toi la triste
émotion d’un instant
malheureux; la neige
disparaît, quand le
son du soleil
invite les rayons
à décrire la lumière
du matin, et ainsi,
dans un cœur solitaire,
les femmes se
réunissent pour donner
un poème et une
prière désolée: je
vois les sourires,
l’amour enchanté
des regards endormis.


Come un canto nella notte

Questo candore appare e ritorna come il
soffio beato di una notte incantata, con
le luci che fuggon serene tra le ombre e
negli ampi ritorni di una quiete annunciata;
odo i sospiri d’un fresco albeggiar, noto
l’eterno nei bianchi ristori del magico sole.


Like a driving force…

You are my
destiny, beautiful
blackbird lying
in the sunshine
with a sweet
sensibility; you
touch in the garden
a luminous flower
recalling the
moment of a
delicate melody,
with a dream
in your heart
and the sound
of a river where
a cloud disappears:
I call you, my
dear, I wait
for a white light…


Here, in my life…

The reddish
sunset invites
me to cry, while
the sun disappears
touching a melody;
there’s a mellow
desire in the
heart of a swallow
flying like a
thought where
a fine sensibility
tries to discover
the magical secret,
and a loving
profile: here, in
my life, with
the sound of
your sadness…


Ancor nel vivo dell’aurora sconsolata

Come una tenerezza nascente nell’illusoria sorte della quiete mattutina, nel momento in cui una libellula dall’aletta impaurita inizia a sorvolare i tetti degli antichi edifici spioventi ove le anime son solite adagiarsi nell’attesa della nuova stagione, il cinguettio dei picchi fugge sconsolato tra i leggiadri ritorni del sole sin a lambire, come augello sconsolato, le docili atmosfere nascenti nel pallore della primavera. Accanto ad un cascinale, mentre l’occhio fugge ammirando le nostalgie di una cantilena, il sapor della vita risplende nelle lucide parvenze di una pace ricolma d’affetto, ed ovunque par quasi che un pianto diffonda la voce e l’armonia della candida pace intrisa d’umana pietà, così che l’amaro del nuovo mattino s’inoltri, dolcemente, nei silenzi della sera cercando d’amare la serena calma che s’accende nel tramonto. Il suono dei sentimenti fulge a decantare le luci bianche di un venticello carico d’incantevole fascio, ed un sorriso limpido come il canto della perpetua sorte siede negli albori della nostalgia sin a dipingere l’ambito ritratto di una vispa e sonora emozione: in quel momento anche un ritornello ridente nei soffi della nuova aurora dimora tra le stagioni della primavera, e così, come un barlume d’inusitato chiarore, la rima della poesia siede nel passare di una mite canzone.


El cantor de la vida

El silencio de la noche aparece en la
franca dulzura del tiempo desolado,
como la fuerza infinita de la rima
silente que entonces regresa en el triste
camino de una fina atencion.
Siento el cantor pasar suavemente
donde la luz refulge, escucho el respiro
del mar tempestuoso y asi, cuando
viene el sonido, dono a la vida el sabor
de una nota: y espero la estrella, la
cantinela dulce y cristalina, el penetrante
sueño.


I’m crying

The light of
this picture is
a flaming lantern
in the breath
of a soft wind,
with a lonely
delight where
a young bird
discovers a marvel;
I’m crying to the
new day, to
the dark taciturnity
now returned in
the silence, to
the sad melancholy
of an hidden
emotion.


L’età più bella
(Composizione scritta in data 22/6/1993)

Quand’anche, co sorrisi spenti ne lo rimembrar de
l’etate novella sua poesia mesta e bella, lo cincio
s’allegra, io mi dolgo, co cuor acceso a li inviti del
sol che danza e balla pe li campetti.
Sonan li fischiettii de lo mite zappator, vagan su pe
l’usci de tempi li melodici canti de sussurri beati,
fiatan augelli mirando de raggi l’amori perduti, e
cantan li venti, ancor dilettando co pianti e prodigi.
Eccoci ne l’età che ciascun definisce più bella, ed
ecco la fanciulla co li vivi sorrisi de l’innata stagione
resa a suon d’altalena.


The wind blowing in the sun

In the chirping
of a delicate
bird there’s a
light that always
shines near
the sound of
a quietness, it’s
the tender relief
now recalling
the youth.


Per la collina

Nei cuori d’un canto, nei soffi
del pallido sole, nel triste giaciglio
che ancor mi conduce ove duolsi
il mattino: sento un sorriso, una
limpida luce che ridona l’eterno.


Pour la colline

Dans les
coeurs d’un
chant, dans les
souffles du pâle
soleil, dans le
triste sourire
d’une feuille
désolée: je sens
le matin, la
claire lumière
de l’éternité.


Avec une poésie
(Sonnet en expérimentation ave l’utilisation des mots durs)

Le vent perpétuel
du printemps, avec
une mélodie,
retrouve tout de
suite la neige
éternelle qui décrit
la lumière de la
jeunesse; et alors
que le son disparaît,
en donnant la
poésie des ombres
désolée, j’attends
le matin et la rime
d’une chanson.


[continua]


Se sei interessato a leggere l'intera Opera e desideri acquistarla clicca qui

Torna alla homepage dell'Autore

Il Club degli Autori - Concorsi Letterari - Montedit - Consigli Editoriali - Il Club dei Poeti
Chi siamo
La Rivista
La voce degli Autori
Tutti i nostri Autori
Per iscriversi
ClubNews
Il notiziario gratuito
Ultimi inserimenti
Homepage
Per pubblicare
il tuo 
Libro
nel cassetto
Per Acquistare
questo libro
Il Catalogo
Montedit
Pubblicizzare
il tuo Libro
su queste pagine