Viaggio con Maria

di

Francesco Di Ruggiero


Francesco Di Ruggiero - Viaggio con Maria
Collana "I Gigli" - I libri di Poesia
14x20,5 - pp. 98 - Euro 9,00
ISBN 978-88-6587-2727

eBook: pp. 75 - Euro 4.99 -  ISBN 9788865874547

Clicca qui per acquistare questo libro

Vai alla pagina degli eventi relativi a questo Autore


In copertina: “Viaggio con Maria” di Massimo Di Febo gessetto – cm. 65×50


Un viaggio è avventura, conoscenza, incontro con modi di vita diversi, culture diverse, itinerari diversi. È proprio questo il “Viaggio” verso e con Maria, la nostra Madre.
Meta e accompagnatrice del nostro percorso terreno, Lei, la Vergine Madre, incaricata dal Figlio di essere il nostro modello umano e nello stesso tempo la materna mano che ci accompagna verso il Figlio, in questo Viaggio immaginario accoglie e risponde con la sua materna dolcezza alle domande e ai perché indagatori e anche poeticamente ingenui del suo “piccolo Francesco”, che è ciascuno di noi e in ciascuno di noi.
Lei, Sede della Sapienza, elargisce gocce di sapienza alla piccola ignoranza umana, non solo, ma sorride della nostra insipienza. Le risposte di Maria – conformi alla Dottrina della Chiesa – contenute in questo libro, non sono provenienti da approfonditi studi teologici, eppure, nella loro semplicità, sono perle di sapienza e di dolcezza, che infondono pace in chi le legge e danno una chiave di interpretazione della vita umana e del nostro umano andare.


Introduzione

Raccontare come nasce il libro “Viaggio con Maria” significa rivivere le emozioni vissute e accorgersi del dono ricevuto.
Ero a Medjugorje, in chiesa, durante la celebrazione della S. Messa, il pensiero a inseguire il Mistero, gli occhi a cercare, fra le immagini delle vetrate, la storia di Maria. Poi una voce a scuotere l’attimo e la vita: “Tu scrivi… ma di Me non hai mai scritto nulla…”.
Ascolto parole, che non hanno una direzione, come una voce dentro, parole che non hanno il sapore di un rimprovero, ma solo una constatazione, che trova conferma analizzando la mia produzione di scritti.
Un senso di dolore mi invade, comprendo la fonte della voce, il cuore freme per l’emozione, il pensiero corre veloce a recuperare, vive la realtà custodendo una promessa: colmare questa lacuna…
Così, al ritorno a casa, comincia a prendere forma “Viaggio con Maria”.
Attraverso un linguaggio introspettivo, immagino di ripercorrere con Lei la sua vita, ponendo domande, che restano aperte.
Dopo la prima stesura, consegno il manoscritto a una mia amica per la correzione, senza sapere che lei aveva il dono delle locuzioni interiori: un dono, che permette di raggiungere e lasciarsi raggiungere dal Mistero.
Durante la lettura del testo, si accorge che Maria le suggerisce nel cuore le risposte alle tante domande, che restavano senza risposta.
Nasce così “Viaggio con Maria”. Le parole per ringraziare non basteranno e saranno sempre insufficienti e mai adeguate al dono ricevuto. La mia gratitudine passa anche attraverso la conoscenza e la diffusione di questo libro, a quanti lo leggeranno con l’auspicio di una lettura edificante, per una maggiore conoscenza di Maria, Icona della nostra provvisorietà.
La locuzione interiore è considerata una via per ricevere parole e messaggi da Gesù o da Maria. Il teologo A. Tanquerey definisce il fenomeno come una manifestazione divina sotto forma di parola intesa dai sensi esterni ed interni o direttamente dall’intelletto umano. Parole di Gesù o della Madonna o dello Spirito Santo chiarissime, avvertite dalla persona che le riceve come se nascessero dal cuore, che collegate fra loro, formano un messaggio. La Chiesa cattolica definisce locuzione interiore il rapporto che nasce tra il cuore dell’uomo e l’ascolto della parola di Dio.

L’autore


Prefazione

“Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito” (Gv 3,8).
Prepararsi a leggere “Viaggio con Maria” credo sia un’avventura spirituale, qualcosa di più che semplicemente ascoltare il racconto di qualcuno che si mette “nei panni di Maria”.
Vi è in queste parole, in questo “Viaggio”, appunto, uno sforzo di preghiera, di intimità e interiorizzazione della Parola, del Logos che poche volte mi è stato dato di ascoltare. La definirei un’avventura, un rischio dello Spirito: per questo ho citato il versetto 8 del capitolo terzo di Giovanni, in cui Gesù esprime bene il senso dell’intimità con Dio che è stata data ad ogni discepolo. E quando ciò accade ecco, non si sa più di dove venga.
Quel di dove è un’espressione forte di Giovanni, significa che la vita che incontra lo Spirito cambia, è presa da una Presenza, da un’esperienza vitale, da un incontro che trasforma ogni sensazione, ogni ragionamento. Questo sembra essere accaduto all’autore di questo bellissimo testo: un incontro vitale con lo Spirito del Risorto, che lo ha inserito come creatura nuova nel Mistero del Dio incarnato.
E il “Viaggio con Maria” si inserisce in tutto il mistero meraviglioso e al tempo stesso velato del Figlio e della Madre uniti nell’unico destino.
Con parole dolcissime e piane viene riletta tutta la vicenda di questa giovane ragazza di Nazareth: “Colei che vive all’ombra dello Spirito” come Mosè viveva all’ombra della nube.
In ogni parte traspare una densità teologica straordinaria, ma che appare quasi riverbero involontario tra parole che escono così, come intatte e pure dalla coscienza orante dell’autore, quasi rivelazione intima di ciò che non si può disvelare perché è linguaggio d’Amore.
Maria appare in questo “Viaggio” come colei che è l’archetipo e il modello di tutta l’esperienza della Chiesa, come il sigillo e la sintesi orante di duemila anni di scritti ascetici dell’Occidente e dell’Oriente. Colei che accanto al Figlio e per il Figlio ha attraversato tutte le fasi dell’esperienza spirituale.
Colei che vede tutte le generazioni nell’utero materno, come il Volto materno di Dio che nella tradizione ebraica vede tutti “i figli delle generazioni future” di Israele attraversare il Mar Rosso; e sente la misericordia nelle sue viscere. In ebraico la Misericordia di Dio è Rechamìm da Rachàm che significa utero. Dio “sente” i suoi figli fin dentro il suo “utero” questa è la sua Misericordia, immagine forte e bellissima.
Nel Benedictus, il cantico di Zaccaria, infatti si dice che il Cristo è venuto “per viscera misericordiae Dei nostri”, (Lc 1,78) cioè grazie alle “viscere di Misericordia” del Padre che ci dona il Sole che giunge dall’Alto.
Maria non può che rispondere a questa Grazia con il Silenzio orante che di fronte a Dio è l’unica lode degna e pura. Se nell’iconografia il Cristo è presentato come h xvra tvn zvntvn (il luogo dei viventi), Maria è detta h xvra toy axvrhtoy (il luogo di Colui che non ha luogo). Questo nome di Maria coglie meglio di ogni altro il significato evangelico della Madre del Signore. Lei è stata anzitutto spazio, luogo di accoglienza di Colui che abita ogni spazio e che da nulla può essere contenuto. Maria è il sito visibile del Dio invisibile, in cui ha preso carne il Dio che è Spirito, in cui l’Eterno si è fatto temporale.
Maria è memoria che l’orante nelle sue esperienze di vita, e nella preghiera non è solo ma Ella resta con il suo popolo al cospetto del Signore, come primizia dei salvati; diventando modello di preghiera interiore e memoria del Silenzio che avvolge il mistero. Scrive Silvano dell’Athos “Tu non ti degnasti di affidare tutte queste cose alla Scrittura, ma celasti nel silenzio il tuo mistero”.
Mistero del dolore ma anche del dubbio nel momento del Sacrificio redentore del Figlio. I padri della tradizione greca e latina si sono sempre chiesti che cosa rappresenti nel versetto, di Luca, “Anche a te una spada trafiggerà l’anima” (Lc 2,35) questa “spada”. Nei primi secoli, in cui Maria è vista come “nostra sorella”, vicinissima all’uomo, la spada è il dubbio, lo scandalo patito da Maria. Per Basilio, padre del monachesimo orientale, la spada è il turbamento conosciuto da Maria sotto la croce, la “notte oscura” descritta e attraversata poi da tutti i grandi mistici: Giovanni della Croce, Teresa d’Avilia, Teresa di Lisieux.
Maria è trafitta dalla spada del dubbio, dei pensieri, del Nemico. E bellissimo e vero appare nella parte IV del “Viaggio” questo turbamento.
Solo con il passare dei secoli, e l’approfondimento teologico la “spada” rappresenterà anche il dolore la compartecipazione della Madre alla Passione del Figlio. In questo “Viaggio” possiamo avvicinarci ai suoi pensieri, alla figura di Maria solidale con noi, una di noi. “Maria non ci fu data perché fosse adorata”, per quanto sublime, così afferma Epifanio di Salamina; ma ci viene donata quale madre di Gesù. Origene scrive che non è possibile comprendere l’Evangelo finché non “si è ricevuto Maria per madre”.
Imitando lo stile di Maria anche il credente diviene a sua volta madre.
Maria è dunque veramente “Terra del Cielo” come ama definirla Enzo Bianchi priore di Bose: “Maria è terra che ha trovato in cielo il suo spazio più vero, il luogo in cui tutti i figli di Adamo, il “terrestre”, sono stati chiamati e preordinati”.
Alla fine del “Viaggio con Maria” possiamo proclamare la strofa XXI dell’inno “Akathistos”, che è l’espressione più alta della tradizione e della spiritualità mariana della Chiesa orientale.

Contempliamo la santa Vergine come fiaccola che porta luce apparsa a coloro che stanno nelle tenebre perché, dopo aver acceso la luce immateriale, ci conduca tutti alla conoscenza divina, illuminando la mente con il suo splendore e le è reso onore da questo grido:
“Rallegrati, raggio di sole spirituale;
Rallegrati, dardo della luce che non tramonta;
Rallegrati, lampo che illumini le anime;
Rallegrati, tuono che atterrisci i nemici;
Rallegrati, poiché fai sorgere la luce sfolgorante;
Rallegrati, perché fai sgorgare il fiume ricco di acque;
Rallegrati, tu che rappresenti il simbolo della piscina
battesimale;
Rallegrati, tu che togli la macchia del peccato;
Rallegrati, coppa che mesci esultanza;
Rallegrati, vita del mistico banchetto;
Rallegrati, Vergine e Sposa!”

Prof.ssa Alessandra Giorgetti


DICHIARAZIONE

Secondo il decreto della Sacra Congregazione per la dottrina della Fede (A. A. S. del 29 dicembre 1996) e approvato da Sua Santità Papa Paolo VI il 14 ottobre 1966, non è proibito divulgare, senza l’imprimatur, scritti riguardanti nuove apparizioni, rivelazioni, visioni, profezie o miracoli.

In ossequio ai decreti di Urbano VIII e ai Decreti della Sacra Congregazione dei riti, si dichiara che, a quanto esposto nella presente pubblicazione, non va data fede se non quella che meritano attendibili testimonianze umane e che non si intende, in alcun modo, prevenire il giudizio della Santa Chiesa Cattolica e Apostolica.


Viaggio con Maria


«Per il piccolo Francesco
e per tutti quei piccoli che mi amano
come i piccoli sanno amare
e che si affidano a me chiamandomi
Mamma.»


Viaggio con Maria

Maria, non posso camminare con Te
se non mi tendi le mani,
e non posso parlare di Te
se Tuo figlio non m’ispira parole.
Nel tuo tempo
insieme voglio camminare
fra la tua gente, in un viaggio,
in una vita d’incontri
sempre con una gioia profonda…
Gerusalemme, Betlemme, Nazareth.
Voglio conoscere la tua storia di «sì»,
che ogni volta offrivi
per accogliere un progetto
più grande della tua comprensione.
Guardandoti con gli occhi del cuore
il tuo silenzio diventa concerto d’amore,
il tuo ascolto un invito,
la tua dolcezza una speranza da nutrire,
la tua umiltà una virtù da imitare,
il tuo sorriso un balsamo del cuore,
la tua disponibilità un amore di madre,
la tua accoglienza un esempio che trascina,
la tua perseveranza una forza che contagia,
il tuo “sì” una scelta da abbracciare
nell’attimo che fugge, ma che sempre rimane.

***

Madre, mi chiamo Francesco e…

“Sì, figlio, lo so, conoscevo il tuo nome
prima ancora che tu nascessi.”

Mamma, posso stare un po’ con te?
“Sì, figlio! Anch’io voglio che tu stia vicino a me”.

Mamma, vorrei essere nato
quando Tu eri nel mondo.
Avrei voluto camminare con te
per le tue strade, nell’antica terra
e avrei voluto vederti bambina…

“Figlio, tu c’eri, eri nel pensiero del Padre.
Ogni figlio era già mio figlio,
ogni figlio era già con Me.”

Mamma, mi porti ora dove Tu eri allora?

“Sì, bambino mio, vieni.”

***

GERUSALEMME

Strade polverose, sassi,
via vai di gente, vociare confuso,
bianche case ed altro… e altro ancora.
Maria, eccoti nel cortile del Tempio
bimba fra bambini, lo sguardo assorto
di chi contempla e prega.

Che meditavi nelle solitarie passeggiate?
Che speranze nascevano ad ogni tuo passo?
Quante segrete cose
nel cielo silenziosamente scrutavi?
Che ricordi lasciavi a Nazareth?

“Figlio, pensavo a te e agli altri miei figli
che vedevo nel tempo, ai figli del Padre,
e vi sentivo già figli anche se vi vedevo fratelli,
perché ancor nulla conoscevo
del mio destino d’essere Madre.
Vi amavo e vi pensavo figli del Padre
ed Io, sorella vostra.
Fratelli, vi chiamavo e mi eravate già figli.
Vedevo il Messia Re del mondo ed Io sua serva,
vedevo voi, noi, e me
e le anime dei nostri morti giubilare nei Cieli
che Egli ci avrebbe aperti,
immaginavo la Sua Gloria e gli Angeli Suoi
trionfare in rutilanti armonie.
Vi parlavo, e vi chiamavo felici, fratelli miei,
perché, sol che lo aveste voluto,
non avreste conosciuto attesa negli inferi,
poiché Egli, alla Sua venuta,
avrebbe aperto il limbo,
e allora le anime dei Giusti,
in attesa del Salvatore,
sarebbero entrate nel Regno promesso,
e voi dopo, senza attese,
avreste presto goduto le gioie del cielo.
Giubilavo e speravo,
attendevo e amavo, figlio.
Amavo il Figlio e pensavo a Lui
che stava per venire; e pensavo a te,
e pregavo per anticipare la Sua venuta,
per Noi, per voi.
Cantavo e pregavo, tessevo e contemplavo.
Aspettavo di diventare donna
per essere Serva di Dio,
e cercavo di figurarmi il Messia.
Oh, allora Io non sapevo che il Figlio di Dio
avrebbe avuto i miei occhi,
il colore dei miei capelli, i miei tratti,
le mie mani affusolate,
il mio stesso sorriso.
Non immaginavo che sarei stata Sua Madre.
Non sospettavo che il Signore
avrebbe scelto proprio Me,
che desideravo restar Vergine,
come Madre del Salvatore.”

***

NAZARETH

Fu lì, che sapesti…
La tua casa: un giardino fiorito
e tu fanciulla, sposa promessa.
Che sognavi? Come pensavi di conciliare
il matrimonio con il voto verginale?
Ma il Signore già da tempo ti aveva scelta
per essere Madre di Gesù,
la Madre dell’Autore della vita,
la Madre del Messia.
Quando l’Angelo ti annunciò l’evento
il tuo assenso risuonò nell’aria.
Quanti pensieri ti assalirono
a cercare parole?
Quante parole sbocciarono
dal tuo cuore a ringraziare?
La storia della tua vita iniziò da quel “sì”
che umilmente rinnovasti
fino all’ultimo istante…
Cosa pensavi Madre?

“Figlio,
non avevo altro pensiero che l’ubbidienza
alla volontà del Padre, e poi… silenzio.
Il mio silenzio era il mio grazie.
Il mio silenzio era il mio amore.

Il Virgulto della stirpe di Jesse era in me,
non avevo che da contemplare il mio Dio
che si faceva carne
per salvare me, per salvare voi.
Il Salvatore che in me si formava
era anche il mio Salvatore,
dunque non avevo pensieri, né parole,
ma solo amore e gratitudine
che non esprimevo, né tentavo di esprimere,
perché la contemplazione di Lui mi assorbiva,
mentre il palpitare del Suo Cuoricino,
formato nel mio Grembo,
mi invadeva in estasi di gioia
e mi trasportava in paradisiaci sopori.
Cucivo, lavavo, attingevo l’acqua al pozzo e gioivo,
mentre ad ogni sussulto nel mio grembo,
sentivo il Suo chiamarmi: “Mamma, mamma.”
Io mamma! Mi figuravo le Sue manine
e già ne sentivo il calore,
mentre la Luce cresceva in me
e si nutriva del mio sangue e della mia vita.
Oh, inconcepibile Mistero del Verbo
fattosi carne per abitare in mezzo a noi.
Oh, infinito Amore di Dio,
fattosi uomo per amore.
Cucinavo, pulivo e spezzettavo le verdure,
cuocevo il pane, riordinavo la piccola casa
e ogni cosa facevo per Dio.
Offrivo e gioivo, pregavo e ninnavo,
e sentivo… sì sentivo nel cuore
il coro degli Angeli che, sommessi,
intonavano canti per Lui, per il mio Gesù
che dormiva beato nel mio grembo.
E pensavo a Giuseppe,
il giusto che Dio aveva scelto
per Padre del figlio Suo,
e al giubilo del suo cuore
quando avrebbe saputo
di essere stato prescelto per tanto onore.
E vedevo voi, bambini miei,
nel grembo delle vostre mamme,
vi benedicevo e benedicevo le mamme di allora
e quelle che sarebbero venute nel tempo,
benedicevo le loro gioie, le loro ansie…
Benedicevo e calmavo,
e cantavo per Lui, e per voi, bimbi
bimbi miei, per voi…”

Tu conoscevi le Scritture,
quante volte le hai meditate
per capirne l’epilogo?
Ma una tenace fiducia, sempre presente in Te,
si univa alla Sua volontà per lasciarsi dolcemente
portare dagli eventi…

***

“Oh, figlio mio.
Sì, le conoscevo, le conosco,
ma guardavo oltre il destino del Figlio,
e vedevo il destino dei figli
che a milioni avrebbero potuto godere
le gioie del Cielo, perché salvi dal sangue dell’Agnello.
Sarebbe stato innalzato l’Agnello muto che mansueto
si sarebbe lasciato condurre alla tosa…
L’Uomo dei dolori…
Sì, conoscevo le Scritture, e mi domandavo
in che modo sarebbe stato innalzato.
E in risposta al mio muto indagare
vedevo la Luce che avrebbe innalzato molti,
e vedevo voi, tutti voi, figli miei,
che amo d’ardente amore,
innalzati al Cielo, innalzati dall’Amore,
figli della luce sempre più innalzati verso la Luce.
E la Luce entrava in me,
il destino del Primogenito era di innalzare voi.
E vedevo solo voi in Lui,
e Lui in voi, sempre più pieni di Luce,
e gioivo per ciò che era già alle porte,
per la Luce che stavo per portare al mondo.”

***

Mamma, dove andiamo adesso?

“Da una mamma, figlio”.

È forse Elisabetta, tua cugina,
la mamma da cui stiamo andando?

“Sì, è lei, e da tutte le mamme
che hanno un figlio nel grembo o fra le braccia,
per aiutarle, per sostenerle,
per sostituirmi a loro nelle loro fatiche.”

***

AIN KAREM

Il viaggio ci porta in una città della Giudea:
Ain Karem, la casa di tua cugina.
Come sempre la carità ti muove
e, dopo l’annuncio dell’Angelo,
della sua maternità ti rendi disponibile.
Elisabetta ti saluta: “Madre del Salvatore”.
Cosa hai provato ascoltando le sue parole?
Quante notti, vegliandola, hai passato in preghiera?

“L’anima mia magnifica il Signore,
perché ha guardato
all’umiltà della sua serva.
I pensieri dei superbi saranno confusi.
I ricchi torneranno a mani vuote,
ma a chiunque cercherà Salvezza
e si sentirà povero di mezzi
per potersi salvare,
perciò a chiunque si riconoscerà peccatore,
Io porterò la salvezza.
Sono la Madre del Salvatore,
e Lui porto a voi, madri disperate,
madri sole, madri che mute e incredule
avete i vostri sposi e sole siete
nel vostro essere madre.
Porto il Salvatore a voi,
madri schernite e disprezzate dalla gente,
madri povere che non avete altro che prole.
Porto a voi la Salvezza, a voi madri
che mi aprite le braccia e mi invocate:
“Madre del Salvatore”,
e davanti alle mie immagini
cercate forza e conforto.
Eccomi, sono venuta proprio per voi,
sono entrata nelle vostre case
e vi porto la Salvezza.
Non siete sole,
seppure gli affetti umani vi mancano
e l’incomprensione vi circonda,
sono con voi e vi guardo,
e vedete? Vi aiuto,
e prego per voi nei notturni silenzi,
per i vostri mariti lontani,
per i vostri mariti muti di parole d’amore,
muti di preghiere e di fede.
Piango con voi affinché le mie lacrime,
unite alle vostre, lavino il peccato…
Lavino le loro colpe e le vostre stesse colpe.
Vi dono il Salvatore, e voi offritemi i vostri figli,
affinché, come strinsi tra le mie braccia
il piccolo Giovanni di Elisabetta e Zaccaria,
possa stringere i vostri figli e farne dei Santi.”

***

Mamma, Zaccaria, che era muto,
ora parla, ha riacquistato la parola
non appena è nato suo figlio Giovanni
ed ha composto un inno di lode e ringraziamento.
Il suo mutismo è stato il prezzo del dubbio,
dimostrato quando l’Angelo del Signore,
apparso nel Tempio, gli aveva preannunciato
che sarebbe divenuto padre.

“Sì, piccolo Francesco.
Il riconoscersi peccatori e l’ubbidienza
vi fanno tornare sani,
e non siete più muti davanti a Dio, ma profeti,
perché pronunciate parole di verità, parole sante,
le uniche che abbiano suono gradevole per Dio
e che siano degne di essere pronunciate
davanti agli uomini.”

I giorni si rincorrono e dopo tre mesi
riprendiamo il viaggio di ritorno.

***

[continua]




Il Club degli Autori - Concorsi Letterari - Montedit - Consigli Editoriali - Il Club dei Poeti
Chi siamo
La Rivista
La voce degli Autori
Tutti i nostri Autori
Per iscriversi
ClubNews
Il notiziario gratuito
Ultimi inserimenti
Homepage
Per pubblicare
il tuo 
Libro
nel cassetto
Per Acquistare
questo libro
Il Catalogo
Montedit
Pubblicizzare
il tuo Libro
su queste pagine