Racconto premiato di Francesca Romana Bonzanin


Con questo racconto è risultato 1° classificato – Sezione narrativa alla VII Edizione del Premio di scrittura creativa Lella Razza 2011


Grazia si era presentata al colloquio di lavoro senza sapere cosa fare, ma piena di speranze. Grazie ai preziosi consigli del giovane precario dell’agenzia interinale, non vedeva l’ora di salire sul carro dell’impiego del Ventunesimo Secolo. Stava varcando la soglia dell’enorme edificio che con ogni probabilità sarebbe diventata la sua seconda casa: il Centro Commerciale. Niente a che vedere con i piccoli empori di quartiere a cui era sempre stata abituata. A guardar bene, le insegne luminose, i nastri trasportatori delle casse, i laser sanguigni dei calcolatori facevano sembrare quel luogo, innaturalmente gelido, più un’astronave aliena che un carro del moderno impiego. Le divise azzurrine, nello sguardo svuotato di realtà delle impiegate robotiche, apparivano tutto fuorché la celebrata emancipazione femminile del Nuovo Millennio, tanto millantata dalle sue ultime conoscenze, femministe dei decenni precedenti.
Tuttavia decise di fare il possibile per entrare nelle grazie dell’esaminatore e provare quell’esperienza che l’avrebbe resa, al pari delle sue future colleghe, una donna emancipata. Era tornata alla vita per provare l’emozione di vestire i panni di una donna contemporanea: moglie, mamma, figlia, perfetta casalinga, instancabile in palestra, perfettamente acconciata e pettinata, autista provetta, organizzatrice di eventi, ospite ragguardevole, socialmente apprezzata, giardiniera esperta, infermiera instancabile e dopo molte altre entusiasmanti attività anche… lavoratrice. Che meraviglia avere tutte queste possibilità in una vita sola!

«Buongiorno».
«Buongiorno. Siamo il Direttore. Titoli di Studio? Esperienze lavorative?» Da una grossa testa pelata, apparentemente senza occhi né naso né bocca, proveniva una strana voce metallica priva di inflessione. Sembrava un grosso robot in giacca e cravatta, dotato di voce registrata, sofferente del complesso del plurale majestatis, e di mani adunche, capaci di pigiare sui tasti di una strana e silenziosa macchina da scrivere.
Grazia ripassò mentalmente i consigli del ragazzo dell’agenzia interinale: Primo – Non cercare un semplice lavoro, ma una missione per la quale valga la pena staccarsi dallo schermo del televisore;
Secondo – Fingersi una cliente affezionata: visitare tutti i reparti, memorizzare scaffale per scaffale offerte e promozioni, presentarsi al colloquio con almeno un cestino colmo di spesa; Terzo – Entrare in possesso di tutte le tessere fedeltà del punto vendita: Sconto Donna, Sconto Mamma, Sconto Famiglia, Tutto per tutti, Essere in Forma, Curarsi per Bene, Medicine a Gogò, Più Spendi Meno Paghi, Carrello Parlante, Cassa Super Veloce e così via; Quarto – Non avere ambizioni. Mostrarsi una persona qualunque, senza hobby, interessi culturali, famiglia. Mai ammettere di aver LETTO dei libri, men che mai di averne SCRITTI.
Si affrettò a rispondere: “Nessuna esperienza, ma adoro fare la spesa”. E in modo garbato cercò di sottoporre all’attenzione del Robo-Direttore il capiente carrello della spesa, stracolmo di merci colorate, che custodiva con malcelata gelosia. E non era stata un’impresa facile per Grazia riempire un intero carrello di roba inutile.
Un sorriso illuminato e due occhi colmi d’approvazione comparvero come per magia sul volto dell’esaminatore robotico, rendendolo quasi umano. «Vedo che ha una certa età, Signora, ma la sua ottima predisposizione per il nostro punto vendita, certo rappresenta un punto a suo favore. Leggo sul suo curriculum che è in possesso di un non meglio specificato titolo di qualificazione professionale: N.O.B.E.L.??»
A Grazia tremarono le gambe: come conciliare la discrepanza tra lo sfrenato impulso per l’acquisto e la scrittura?
«Certo, dev’essere uno di quei nuovi titoli professionali introdotti dall’ultima riforma ministeriale. Bene, questo è un altro punto a suo favore. Noi adoriamo il progresso».
Grazia si affrettò a confermare e a tirare un sospiro di sollievo: il suo infamante passato di letterata era ancora un segreto.
«Mi spiace deluderla, cara Signora, ma al momento non abbiamo bisogno di cassiere. Tuttavia non voglio mandare a casa una cliente affezionata come lei, gonfia di delusione, perché ci sarebbe una posizione vacante, ma è mooolto delicata! Nessuno finora ha accettato un tale impegno lavorativo: il reparto libreria. Se la sente?” Il Direttore-Quasi-Umano, ansante, era seriamente preoccupato per la difficile incombenza che si stava azzardando ad offrirle. “È una posizione di responsabilità con un grave carico di lavoro sulle sue spalle: i libri sono taglienti e scivolosi, obsolete armi a doppio taglio. Pertanto è necessario che, per fini assicurativi, indossi giornalmente l’apposita strumentazione antinfortunistica in dotazione: guanti, elmetto, occhiali da vista proteggiretina con lenti antiaffaticamento, scarpe antistatiche, rinforzate in punta per prevenire traumi, e tuta in resistente tessuto antiliber, per prevenire ferite ed escoriazioni. Le assicuro che neanche le tute spaziali sono più sicure delle nostre! Mi dica, in tutta onestà Signora, se la sente?»
«S-sì» balbettò Grazia, inorridita da tutta quell’avversione per i suoi amati libri.
«Guardi, non sia precipitosa, ci pensi bene. Non avrei nulla da rimproverarle se non si sentisse all’altezza di questo difficile compito. Inoltre c’è un’altra mansione che le sarà affidata, oltre a quelle che le ho fin qui esposto. Dovrà anche… ecco, sì… dovrà anche…LEGGERE! Ecco, gliel’ho confessato!»
Grazia era senza parole, con la bocca spalancata. Ora l’aliena sembrava lei.
«No, non faccia quell’espressione, Signora, non si spaventi. Alcuni clienti, gente strana, sa, non si accontentano di avere dei bei soprammobili per incorniciare il televisore mille pollici in salotto, ma pretendono addirittura di ricevere consigli su autori, romanzi, perfino poesie! Adesso se vuole scappare a gambe levate non gliene faccio una colpa, capisco che la richiesta è davvero esagerata!»
«Io, Direttore…se lei me lo permette…vorrei …fare un tentativo…»
«Davvero?» esclamò l’uomo, mentre pianopiano si ritrasformava nel Robo-Direttore senza volto.
«Io…penso di poter resistere anche a queste dure condizioni lavorative. Addirittura leggere, sa, per un attimo mi sono spaventata, ma non riesco a resistere alla tentazione di completare la mia raccolta tessere fedeltà con l’ultima che mi manca: la Carta Sconto Dipendente!» disse Grazia, completamente immedesimata nel nuovo ruolo.
Il Robo-Direttore si affrettò a inserire i dati di quell’impavida impiegata nella sua macchina da scrivere, prima che avesse il tempo di cambiare idea. Trovare qualcuno disposto a tanto era più difficile che attraversare in volo la Via Lattea su un carrello della spesa.
«Sarà un duro lavoro, ma abbiamo fiducia in lei. Siamo orgogliosi del nostro continuo tasso di crescita che ci ha proclamati punto vendita d’eccellenza! Qui siamo un unico corpo lavorativo con un unico scopo e una sola mente! Può cominciare già da domani? Il reparto è in stato di abbandono da oltre un anno, tra soli dodici mesi sarà Natale e il magazzino è già pieno. Secondo il suo parere questi… scrittori… si rendono conto dell’ingombro di carta che causano? Dovrebbero essere considerati al pari degli eco-terroristi! Criminali, ecco!» Preso totalmente dall’indignazione, roteò vorticosamente sulla poltrona come per prendere il volo. Il colloquio era finito.
Incastrato da decenni sul ponte di comando, viveva in quell’enorme astronave spaziale senza mai uscirne, tra galassie di biscotti e brioche, stelle di sapone e pianeti di scaffali. Anche il resto del personale sembrava scivolare per le ordinatissime orbite variopinte di merci in esposizione, in lotta tra impulso alle vendite e strategie di conservazione. Per non parlare di intere famiglie di clienti alla guida di spaziocarrelli inesauribili, alimentati dall’acquisto sfrenato, sulla scia di cosmiche offerte promozionali.
Nonostante avesse ottenuto l’emancipazione lavorativa, Grazia si congedò atterrita da ciò a cui aveva appena assistito: lo smembramento della personalità in favore del commesso perfetto. Aveva abbandonato il suo angolo protetto oltre la vita per conoscere la modernità e godere i frutti del progresso, ma si sentiva inorridita da tanta forzoso annientamento. Le scatole, le buste, le confezioni formato famiglia non riuscivano a riempire il vuoto che si era appena creato nella sua mente. Il lento processo di alienazione era già cominciato.
«Signora, Signora!» Si sentì chiamare dal Robo-Direttore. «Nell’entusiasmo dell’assunzione, si stava dimenticando la sua… spesina! E non mi ha detto quale nome dobbiamo scrivere sul suo nuovo tesserino aziendale».
«Grazia, Grazia Deledda»
«Benvenuta a bordo, Grazia!»

Francesca Romana Bonzanin



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