Opere di

Filippo Celati


Con questo racconto è risultato 6° classificato – Sezione narrativa nella XVI Edizione del Premio letterario Il Club dei Poeti 2012


Questa la motivazione della Giuria: «Struggente racconto che narra il profondo affetto tra un uomo ed il suo cane, unico compagno dopo la morte dell’amata moglie. Le parole di Filippo Celati sono commoventi e dimostrano che l’amore non conosce limiti né confini: nonostante le difficoltà della vita, l’uomo ed il suo fedele cane, si ritroveranno e… faranno l’ultimo viaggio insieme». Massimo Barile


L’anima di Whisky

Quando il signor Darsen rientrava a casa, la sera, nelle notti fredde d’inverno, Whisky lo aspettava sdraiato sul tappeto vicino al fuoco del camino, appena sentiva il rumore dei passi e la chiave che si appoggiava alla serratura, si alzava con fare lento e disarmonico per via dell’età, aveva quasi quattordici anni, allora con passi felici seguiva le figure delle piastrelle sino a raggiungere l’entrata, scodinzolando eseguiva mille danze sconnesse, e abbaiando annunciava tutta la sua gioia nel rivedere il suo padrone.
Enry Darsen questo era il suo nome, aveva ottant’anni, corporatura robusta leggermente curvo per l’età, e per il peso faticoso della vita.
Portava sempre con sé il bastone di acero, con intarsiato il nome di sua moglie Molly, morta da ormai tredici anni, ma scolpita nella sua mente e nel suo cuore, come ossigeno puro nel corpo.
La persona più importante della sua vita, l’unica a cui il suo cuore aveva giurato fedeltà e amore eterno, sposati e uniti nella vita per quasi cinquanta anni, la sentiva talmente viva dentro di se da riuscire ad accarezzarla chiudendo gli occhi.
A volte sentiva la sua voce mescolata ai lamenti incomprensibili di Whisky. Aveva un fisico ancora in forma, quasi eccezionale per la sua età, il problema maggiore era la memoria, labile come il vento che cambia direzione continuamente.
Dimenticava episodi, emozioni, ricordi vicini, negli ultimi tempi confondeva le vie, aveva planimetrie sbagliate della città e dell’isolato, si perdeva dopo aver fatto la spesa, passava ore nel cercare la sua abitazione, a volte si sedeva sopra una panchina osservando le persone passare, poi per fortuna quasi per incanto la sua mente ritornava lucida.
La cosa più bella e solare che aveva Enry era il sorriso puro e genuino, come il suo viso e la sua anima, nascosta dalle sue rughe ma dolce come un giorno di primavera!
Whisky era un incrocio tra un setter e un dalmata di media grandezza, era stato abbandonato quando aveva appena due mesi, trovato in una scatola vicino alla strada dal signor Darsen e da sua moglie, che si innamorarono di lui a prima vista, lo accudirono e gli vollero bene come un figlio, visto che loro non potevano averne.
Gli diedero quel nome buffo, perché una sera, ancora cucciolo, si rovesciò addosso un bicchiere di Whisky, gli piacque così tanto che dal quel momento la sua razione di latte venne diluita con un po’ di quel liquore magico.
C’era una strana unione tra loro tre, qualcosa di incredibilmente inspiegabile, che andava oltre le apparenze sottili della vita, qualcosa di più profondo, di più ancestrale!
Quando Whisky compì un anno improvvisamente si ammalò, una malattia rara lo aveva paralizzato, vani furono i tentativi di portarlo dai veterinari, che gli diedero a dir poco dieci giorni di vita, i Darsen non si vollero arrendere, lo accudirono in casa con mille attenzioni, ormai a terra senza camminare da più di una settimana, era in balia della febbre e di dolori insopportabili che non lasciavano speranza.
Quel giorno furono costretti ad assentarsi e si separarono. Quando in tarda mattinata Enry, al lavoro, ricevette una telefonata dall’ospedale, la sua vita fu sconvolta dalla notizia della morte della moglie per un incidente stradale, mentre si recava a casa per accudire il suo amato cane.
Quella giornata fu lacerante, una distruzione così pesante da pensare al suicidio immediato, fu solo il rientro a casa che scosse la mente del povero Enry; nell’aprire la porta vide improvvisamente il suo cucciolo che festante gli saltava sulla pancia, era guarito, era rinato improvvisamente, un miracolo inspiegabile lo aveva salvato!
Da quel giorno visse legato a quell’animale come presenza indelebile, in ogni attimo i loro sguardi sembravano capirsi, divennero così inseparabili che il loro affetto fece vivere un equilibrio naturale alla scomparsa dell’amata Molly.
E spesso quando il signor Darsen nella notte buia chiamava Molly, piangendo per la disperazione, era Whisky che si precipitava a consolarlo, donando una piccola ventata di amore caldo!
Così molti anni passarono e negli ultimi tempi la stanchezza, le difficoltà e la malattia di Enry, avevano reso tutto molto pesante, non riusciva più a badare a se stesso e a Whisky, aveva ricevuto lo sfratto esecutivo, non pagava l’affitto da mesi, si dimenticava di fare la spesa, a volte stava giorni senza mangiare, viveva al buio per settimane. Fu così che gli assistenti sociali si prodigarono per sistemarlo in una casa di cura, poiché era vietato introdurre animali, portarono il suo adorato amico in un canile, in cui avrebbe passato, sicuramente solo, gli ultimi giorni della sua vita.
Passarono mesi in cui Enry si sforzava di pensare cosa aveva dimenticato, cosa aveva perso, incapace di posizionare un quadro logico e compiuto dentro la sua mente; stava lentamente perdendo se stesso!
Quella mattina del venti di giugno si svegliò presto, all’alba di un sole vivo, si sentiva ubriaco di sensazione nuove e folle di portamenti involontari, non sapeva perché e neanche come, ma sapeva che doveva uscire da quel posto, fuggire, si vestì in fretta, si profumò e furtivamente riuscì ad abbracciare l’uscita, quando mise lo sguardo verso la strada vide una figura accovacciata per terra, era Whisky il suo amico, e allora tutto gli tornò alla mente, sapeva cosa fare, quello che si erano promessi un tempo, si guardarono negli occhi e se ne andarono con la calma di chi non ha paura del tempo.
Arrivarono alla spiaggia, si sedettero vicino al bellissimo pino dove il venti giugno, Enry e Molly si conobbero e si innamorarono.
Seduti rimasero abbracciati a guardare il cielo fino a quando gli occhi di Whisky si chiusero per sempre.
Scavò con le sue vecchie mani un letto nella terra per ospitare il suo fedele cane, e quando dolorante e piangente si alzò, la mano della sua amata Molly lo prese con sé e la sua figura lo avvolse con tutto il suo splendore.
Era ancora una bellissima creatura quel giorno magico, così si abbracciarono immersi dai canti della natura, avevano lacrime d’amore e di gioia.
Cosparsero fiori colorati sopra la terra che abbracciava il loro amato Whisky.
Poi uniti si diressero verso il mare e si persero nell’infinito azzurro del loro poetico amore!

Filippo Celati



Il Club degli Autori - Concorsi Letterari - Montedit - Consigli Editoriali - Il Club dei Poeti
Chi siamo
La Rivista
La voce degli Autori
Tutti i nostri Autori
Per iscriversi
ClubNews
Il notiziario gratuito
Ultimi inserimenti
Homepage
Avvenimenti
Novità & Dintorni
i Concorsi
Letterari
Le Antologie
dei Concorsi
Tutti i nostri
Autori
La tua
Homepage
su Club.it